Archivio Recensioni di Simone Cantini
Simone Cantini
Gamer cresciuto all’ombra del tubo catodico, sia in casa che in sala giochi, amante del Giappone in ogni sua forma, traduttore freelance e aspirante musicista non ancora pronto ad appendere lo strumento al chiodo. Quando non sogna di attraversare per l’ennesima volta l’incrocio di Shibuya, si diletta con ogni tipo di console presente sulla terra.
Oreshika: Tainted Bloodlines
Certo che il mondo è davvero bizzarro. Dite la verità, anche voi fate parte di quella schiera di player che, nel lontano 1999, avete ardentemente sperato che Ore no Shikabane o Koete Yuke venisse localizzato anche in occidente. No? Mai sentito nominare? Eppure sono certo che, seppur non riferite a questo particolare gioco, non mi sono sognato tutte le preghiere volte a veder sbarcare anche dalle nostre parti la stragrande maggioranza dei prodotti destinati al mercato nipponico. Però, come detto in apertura, il mondo è davvero bizzarro ed oggi che questi sogni un tempo arditi sono oramai divenuti realtà pare non essersene accorto nessuno. Infatti chi di voi ha la benché minima idea dell’esistenza, in lingua a noi più potabile, di Oreshika: Tainted Bloodlines?Dragon Age: Inquisition
C’è una legge non scritta secondo la quale il secondo capitolo di una saga, sia essa cinematografica, letteraria o, nel nostro caso, video ludica, rappresenti sempre un momento critico, incapace di raggiungere le vette dell’opera originaria. E Dragon Age ha fatto di tutto per non sfuggire a questo particolare e assurdo dogma, con un secondo episodio reo di aver gettato alle ortiche tutto ciò che era stato apprezzato dai giocatori nella sua incarnazione principale. Bioware, dunque, memore degli errori passati, si è trovata a correggere con forza la rotta nel suo Dragon Age: Inquisition, nuova iterazione del popolare brand ruolisitico giunto oggi alla sua terza avventura. I ragazzi canadesi saranno riusciti a riconquistare il favore dei fan?Persona Q: Shadow of the Labyrinth
Non è certo strano imbattersi in curiose filiazioni quando si parla di saghe longeve come quella di Shin Megami Tensei. Impossibile, difatti, mantenere alta l’attenzione del giocatore all’interno di alcuni cliché che, spesso, potrebbero annoiare chi è sempre in cerca di gustose variazioni sul tema. Ecco, quindi, che il popolare brand di casa Atlus, ad un certo punto della sua crescita, ha finito per scindersi, dando vita all’universo di Persona. Forte di un quarto capitolo che, pur avendo esordito in origine su PS2, è tornato recentemente a far parlare di sé grazie ad un fortunato porting per PS Vita, la casa nipponica ha visto bene di coccolare i fan di questa genia digitale grazie a Persona Q: Shadow of the Labyrinth, titolo esclusivo per Nintendo 3DS che segna il ritorno di Teddy e compagnia, ai quali si affiancano i protagonisti di Persona 3.
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11 Dic 2014
Invizimals: Gli Invicibili
Giusto un anno fa, recensendo la prima apparizione della saga su PS Vita, davo virtualmente appuntamento al prossimo episodio per vedere se gli spagnoli di Novarama sarebbero stati capaci di limare in maniera percettibile i difetti della loro creatura. E puntuale, quasi come avessero volto accontentare le mie profetiche parole, Invizimals: Gli Invicibili è da poco approdato sulla piccola di casa Sony: ma oltre ad accontentarmi temporalmente, gli sviluppatori iberici saranno riusciti ad assecondarmi anche a livello realizzativo?
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18 Nov 2014
Alien: Isolation
Amanda Ripley, figlia della famosa Ellen, parte per una missione atta a scoprire cos'è successo alla madre, scomparsa parecchi anni fa. Eppure quando arriva aSevastopol, scopre di dover lottare per sopravvivere. Perché un alieno si aggira per la stazione spaziale, pronto a ucciderla.Leggi la recensione di Alien: Isolation di Console-Tribe a cura di Giorgio "Nadim" Catania!In Space we Brawl
Forge Reply è un nome che sicuramente suonerà familiare ai più vecchi frequentatori del Tribe, soprattutto se in gioventù sono stati abili lettori interattivi delle gesta di Lupo Solitario. Alla software house tutta italiana, difatti, in tempi recentissimi è toccato il gravoso compito di ricreare le atmosfere dell’ultimo dei Ramas/Kai sulle piattaforme mobile, fornendo una valida occasione per dare una spolverata ai giocosi ricordi di gioventù. Però oggi non parleremo del guerriero nato dalla penna di Joe Dever, bensì di quello che può essere considerato l’esordio del team nostrano su home console, un esordio che, però, al pari di quanto fatto su iOS e Android, affonda le sue radici nella spensieratezza di un tempo che fu. In Space We Brawl, difatti, nasce da un modo così retrò di concepire l’intrattenimento video ludico che è impossibile non notare.Natural Doctrine
Sembra proprio che il Giappone si sia accorto dell’esistenza, videoludica si intende, del resto del mondo. Basta difatti voltarsi indietro solo di pochi anni per assistere ad uno scenario desolante, in cui le localizzazioni in lingua potabile di titoli prettamente nipponici si contavano sulle dita di mezza mano monca. Tale tendenza sembra essersi radicalmente invertita negli ultimi tempi, forse anche a causa di una flessione del mercato interno, fattore che ha spinto sempre più publisher a tentare l’assalto a questo mondo ai più sconosciuto. A questa ondata di titoli appartiene anche Natural Doctrine, jrpg tattico sviluppato da Kadokawa Games che si appresta ad invadere il trittico di console Sony attualmente in commercio. Ne sentivamo davvero il bisogno? Scopriamo assieme.Destiny
Sì, sono una bella cifretta, capace di far girare la testa a chiunque. Intendo i 500 milioni spesi nella realizzazione di Destiny. Che poi magari sono 509, oppure 497, non è questo il punto. Il fatto è che cercare di rapportarsi in maniera serena con un titolo di una tale importanza, sia monetaria che videoludica, non nego mi abbia messo un bel po’ di soggezione. Non essendo un fan della saga Bungie più amata di sempre, mi sono avvicinato a Destiny quasi per curiosità, una volta tanto spinto dall’hype che sin dal suo annuncio lo ha sempre accompagnato. E devo dire che sia l’alpha che la beta erano riuscite ad incuriosirmi a dovere, finendo con il dare una giustificazione ai miei primi entusiasmi. Però, adesso che Destiny sono già alcuni giorni che gira sulla mia PS4, è giunto anche il momento di tirare le fila del discorso, anche se non lo farò da solo, né in maniera canonica. Anche perché il titolo Bungie, nella sua interezza, non è certo un titolo che capita tutti i giorni per le mani.The Golf Club
Passeggiare spensierati per verdeggianti boschetti, il cinguettio degli uccelli che carezza lievemente le orecchie. Una brezza sottile agita con dolcezza le fronde ed increspa a fatica la superficie dello stagno. Lassù, in cima ad una piccola collinetta erbosa, un coniglio mi fissa con i suoi occhietti curiosi. Un suono sordo, poi un urlo. Lo vedo fuggire via, in preda allo spavento. Stormi di passeri lo seguono, allertati da quel grido inumano. La mazza cade a terra, scaraventata lontano con forza. Si alza una zolla di terra, l’ennesima, mentre mi affanno a colpire quella maledetta pallina: ma chi ha detto che il golf è uno sport rilassante? Speriamo che The Golf Club non sia foriero di danni per le nostre alcove videoludiche.Velocity 2X
Oddio, a dispetto del nome non è che Velocity 2X giunga sul mercato a poca distanza del suo predecessore. FuturLab se l’è presa comoda nel dare forma a questo sequel, ma dopo averci passato assieme alcune ore, senza fretta né premura, andando pure noi in controtendenza con il nome, possiamo senza dubbio dire che i giorni di cui è stata composta la pausa sono ampiamente giustificati.Metrico
Avete presenti quelle tediosissime slide capaci di rendere ancora più soporifere le insopportabili riunioni lavorative, quegli ammassi digitali di grafici a colonna, smorti diagrammi a torta e incomprensibili stime? Evidentemente negli uffici di Digital Dreams devono essere state una molesta presenza nel corso degli ultimi anni, al punto da spingere i ragazzi
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11 Ago 2014
PlayStation Vita Pets
40/40. Gli occhi di molti giocatori sanguinano ancora se ripensano a uno dei voti più controversi della storia videoludica recente. Eppure quello che apparve dinanzi agli increduli lettori (occidentali) del magazine Famitsu non era uno scherzo ordito dai sadici redattori nipponici, bensì una cruda realtà che da allora portò a guardare con diffidenza coloro che avevano osato paragonare Nintendogs a quell’Ocarina of Time, dai più ritenuta sino ad allora la massima espressione del media che tanto amiamo. È innegabile, però, come con il suo titolo portatile la casa di Kyoto fosse riuscita a segnare, nuovamente, il mercato in maniera indelebile: quei cani virtuali diedero origine ad una progenie degna dei più prolifici roditori che, tra delfini, cavalli, gatti e altri mammiferi ci accompagna ancora oggi. Un presente che grazie a PlayStation Vita Petssembra più un grigio passato, ma almeno per una volta non lasciamoci andare a superficiali quanto non perfettamente calzanti paragoni scomodi.Soul Sacrifice Delta
Piacevole. Sì, è decisamente piacevole constatare come i tempi necessari alla localizzazione di alcuni titoli si stiano fortunatamente contraendo, rendendo più vicini oriente ed occidente. Almeno in alcuni casi, difatti, è diventato un grigio ricordo il dover attendere svariati mesi (se non addirittura anni) prima di poter giocare in lingua a noi più potabile titoli tristemente relegati al solo mercato nipponico. A sovvertire tale pessima abitudine stavolta tocca a Soul Sacrifice Delta, versione riveduta e corretta del titolo per PS Vita già recensito dal sottoscritto giusto un anno fa e rilasciato in madre patria ad inizio 2014. Pronti a immergervi nuovamente nella lettura di Librom?Transistor
Ci sono giochi capaci di stregarti sin dal primo annuncio, spingendo con prepotenza sul pedale dell’acceleratore a colpi di grafica massiccia, effettistica sbalorditiva ed un contorno estetico semplicemente impensabile. Salvo poi, una volta sborsata la nostra più che abbondante mazzetta di Euro, lasciarci con l’amaro in bocca a causa di stuzzicanti promesse purtroppo non mantenute. Poi abbiamo prodotti decisamente più economici, in grado di titillare la nostra fantasia con promesse di gameplay estremamente originale e velleità artistiche che tentano di spacciare per un qualcosa di unico dei semplici (e spesso scarsamente divertenti) ammassi colorati di sgranati pixel. Ah già e poi ci sono i Giochi, quelli con l’iniziale volutamente maiuscola, che rifuggono tutte queste regole e si limitano a fare e bene una singola cosa: divertire. Giochi come Transistor.Bound by Flame
Il 2014 ed il suo diretto seguito hanno tutta l’aria di essere dedicati alle produzioni ruolistiche: i primi mesi dell'anno in corso ci hanno già regalato un’esperienza di notevole spessore, quel Dark Souls 2 capace di mettere d’accordo i possessori di PS3 e Xbox 360. Toccherà all’ultimo trimestre e agli inizi del 2015 fare, con tutta probabilità, giustizia sul versante next generation grazie all’arrivo di Dragon Age: Inquisition e The Witcher 3. È in un simile scenario popolato da pesi massimi che, quasi in sordina, i transalpini ragazzi di Spiders hanno scelto di lanciare la loro ultima fatica, il Bound by Flame di cui vi parleremo a brevissimo: scellerata scelta di marketing oppure smisurata fiducia nel proprio lavoro? A conti fatti pare più adatto alla situazione il primo scenario.Trials Fusion
In Finlandia devono davvero intendersi di acrobazie e salti: già ci immaginiamo i ragazzi di Redlynx intenti a sfrecciare lungo i ripidi fiordi a bordo di improvvisate motorette, tra un loop, un balzo scomposto ed un atterraggio rovinoso. Magari contro l’increspata superficie del Mar Baltico. Folle fantasia? Forse. Ciò che è reale, invece, è l’ultima fatica di questo team, pronto a riaffermare la supremazia negli arcade spericolati grazie al nuovo Trials Fusion.inFamous: Second Son
Ah la cara e vecchia console war, finalmente tornata in auge dopo anni di silenzio grazie all’avvento delle nuove macchine da gioco. E allora eccoci qua, tutti pronti allo scontro, intenti a contare pixel, cronometrare lo scorrere dei frame e analizzare al microscopio ogni anfratto di quegli ammassi di codice alloggiati nei dischi o reperiti dai rispettivi store digitali. Player bellicosi si sono avventurati in ardite, quanto spesso improvvisate, disquisizioni tecniche, nel tentativo di difendere la (presunta?) superiorità del titolo vicino ai propri colori, alimentando spesso con toni assai coloriti le pagine web di mezzo mondo. E voi, vi siete riconosciuti all’interno di questo sommario identikit? Qualunque sia la risposta difficilmente sarete rimasti indifferenti ai proclami che, sin dall’annuncio, hanno accompagnato la genesi di inFamous: Second Son. Ed oggi, a qualche giorno dal rilascio nei negozi, è giunto finalmente il momento di vedere se PS4 è realmente in grado di fare la voce grossa.Professor Layton VS Phoenix Wright: Ace Attorney
Ecco, prendete due delle saghe third party più popolari mai apparse sulle portatili (almeno a colori) targate Nintendo, differenti per stile ed approccio ludico ma accomunate dalla voglia di narrare una storia che si dipana sotto la pressione delle dita dei giocatori. Prendete, si diceva, l’avvocato dal ciuffo importante più famoso dell’intrattenimento digitale e provate, se ci riuscite, ad amalgamarlo ai cervellotici enigmi che costituiscono l’unica ragione di essere di Hershel Layton. Fatto? No? Bene, meno male che a mettere ordine in questo apparentemente improbabile pastrocchio ci hanno pensato Capcom e Level-5 in Professor Layton vs Phoenix Wright: Ace Attorney.
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19 Mar 2014
Toukiden
Dite la verità, siete tra le fila di quei sonari incalliti che ancora portano impresse sul cuore le ferite dell’abbandono subito da parte di Capcom. E restii a mettere le vostre avide manine sull’oramai imprescindibile 3DS vi siete buttati a capofitto su Ragnarok Odyssey e Soul Sacrifice, nel tentativo di lenire i vostri tormenti nell’attesa di Freedom Wars e God Eater 2. Magari trascurando un titolo che, zitto zitto, è risultato uno dei più venduti (in patria) per PS Vita. Come non ne sapete nulla? Eppure solo poche settimane fa vi avevamo già parlato (proprio qua) di quel Toukiden che, seppur ancora acerbo come franchise, potrebbe davvero riuscire a mettere dolcemente la parolafine a questo tormentata storia di tradimenti.
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26 Feb 2014