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Recensione Joe Dever’s Lone Wolf: Console Edition

di: Simone Cantini

Lupo Solitario ed il suo autore Joe Dever hanno accompagnato gran parte della mia giovinezza, pertanto fu un piacere enorme per me conoscere lo scrittore britannico in occasione di un Lucca Comics di qualche anno fa. E gioia ancora più grande derivò dal sapere come questi stesse lavorando con un team tutto italiano per realizzare una nuova trasposizione videoludica del suo immortale eroe. E durante il 2014, giusto in tempo per il trentennale di Flight from the Dark, Joe Dever’s Lone Wolf faceva il suo debutto su dispositivi iOS. Ed oggi, qualche porting dopo, arriva pimpante anche su PS4 e Xbox One.

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Librogame 2.0

Rockstarn è una città mineraria posta a sud ovest di Holmgard, pericolosamente eretta a ridosso dei monti Durncrag, il confine naturale che separa Sommerlund dalle aride terre dei Signori delle Tenebre. Sarà proprio questa cittadina un tempo pacifica a fornire l’incipit alle vicende che spazieranno lungo i quattro capitoli della storia originale (qua raccolti tutti assieme) ideata appositamente per l’occasione da Joe Dever e che, per i puristi della saga, va idealmente a collocarsi tra il terzo ed il quarto librogame ufficiale. Allertato da un ranger di frontiera, preoccupato per un sospetto aumento delle truppe Giak nel territorio di Rockstarn, Lupo Solitario si imbarcherà in una missione di soccorso che, non priva dei consueti colpi di scena, lo porterà a scontarsi con un nuovo e pericoloso nemico. La struttura ludica di Joe Dever’s Lone Wolf: Console Edition ricalca, seppur in maniera più interattiva, quella dei classici librogame: dopo aver dato vita al nostro alter ego tramite alcuni bivi narrativi, prenderemo subito il controllo delle pagine virtuali, le quali scorreranno sotto le nostre dita, intervallate da sporadiche immagini semi animate. A ciò si andrà ad accompagnare una gestione dell’inventario che ricalca in tutto e per tutto i più classici GDR: in qualunque momento potremo controllare i poteri Kai a nostra disposizione, verificare le abilità di lotta, inventario e quanto altro. La parte narrativa sarà dunque gestita dai consueti bivi, che in base alle nostre scelte andranno a costruire e modificare il troncone principale della storia. A movimentare le cose ci penseranno i combattimenti, che sono riusciti nel non certo semplice compito di replicare anche su grande schermo un’esperienza nata attorno ai dispositivi touch. Gli scontri sono gestiti da una barra che richiama l’ATB cara ai vecchi Final Fantasy: una volta riempita sarà possibile scegliere l’azione da compiere, sia questa sferrare un fendente, lanciare un dardo, mettersi sulla difensiva, impiegare i poteri Kai, oppure utilizzare la letale Sommerswerd (la vecchia Spada del Sole). A patto di avere vigore a sufficienza sarà possibile concatenare anche più azioni in un turno, fermo restando che non si potrà spammare selvaggiamente la medesima mossa, dato che tutte sono afflitte da un periodo di ricarica. Oltre a ciò, al fine di garantire il successo dell’azione, il tutto sarà accompagnato da alcuni QTE. Pur non particolarmente impegnativi, i combattimenti si sono rivelati comunque una valida trasposizione della controparte touch, pur finendo con il risultare un po’ troppo ripetitivi tra loro.

Pagine digitali

In un libro la magnificenza estetica grava tutta sull’immaginazione del lettore, nel caso del Lupo Solitario cartaceo questa però è stata ampiamente corroborata dal lodevole lavoro di Gary Chalk prima e Brian Williams poi. In questa trasposizione videoludica a dare man forte alla penna di Dever ci hanno pensato i ragazzi di Forge Replay, pur prestando il fianco a qualche critica. Rispetto all’esordio portatile l’impatto grafico ha subito un leggero lifting, ma permangono ancora gli echi di una produzione non certo tarata su processori pari a quelli ospitati nei case di Xbox One e PS4. Va detto però che l’universo creato da Joe Dever è così forte da fornire da solo quel guizzo in più ad un comparto grafico che, per quanto curato, non può certo permettersi di sfidare i colossi attuali. Paradossalmente Joe Dever’s Lone Wolf: Console Edition eccelle laddove i virtuosismi estetici sono richiesti in numero decisamente minore: la sezione narrativa è difatti impeccabile ed il mix di testo ed illustrazioni riesce perfettamente a calare il giocatore/lettore nelle atmosfere di cellulosa più canoniche alla figura di Lupo Solitario. Niente da dire sul fattore longevità, dato che per portare a termine l’avventura nel suo complesso potrebbero volerci circa 6 ore, ovviamente ampliabili grazie alla consueta rigiocabilità data dal genere.

Joe Dever’s Lone Wolf: Console Edition è il classico di esempio di titolo in grado di omaggiare e modernizzare un’icona senza però snaturarne l’essenza. L’aver lavorato a stretto contatto con l’autore originale è palese in ogni frangente della produzione e costituisce uno dei valori aggiunti del titolo Forge Reply. Se amate i librogame e, soprattutto, Lupo Solitario, fareste bene a non lasciarvi scappare questa edizione console. A quando, a questo punto, l’arrivo anche di Sorcery!?