Archivio Recensioni
di Andrea "Macchiaiolo" Barbara
Ogni volta che penso alla serie The Sims mi si palesa un sorriso ebete sul viso. Complice l’età in cui giocai i primi capitoli, la nostalgia crea quell’effetto “caldo cuscino” dove accoccolarsi e lasciarsi andare ai ricordi. Correva l’anno 2000 e in quegli anni ero un incallito giocatore PC, mezzo
Negli ultimi anni abbiamo visto un fiorire di un panorama indie di notevole varietà e valore. Spesso queste piccole produzioni vanno a pescare quelle tipologie di gioco andate in secondo o terzo piano a favore di altri generi, utilizzando stili grafici unici che tendono a dare personalità al prodotto. E’
I primi trailer di TumbleSeed mi avevano lasciato perplesso. L’eccessiva stilizzazione del mondo, lo stile grafico molto particolare e un gameplay così banale che mi sembrava la trasposizione videoludica dei giochini con le biglie (o le caramelle gommose o le palline di gomma che rimbalzano dappertutto) che troneggiano negli stabilimenti
Quanto sono belli gli shmups? Vedo delle facce interrogative. Shmup è l’abbreviazione di Shoot’em Up, un genere di videogiochi di azione sparatutto molto in voga negli anni ’90. Non esisteva salagiochi che non ne avesse almeno 4 o 5 tipologie diverse. Chi come me in quegli anni ha contribuito economicamente
E’ molto divertente notare come con il passare del tempo le cose vecchie che abbiamo già vissuto, possano diventare nuove un’altra volta e stupire nuovamente. World of Goo, ad opera dei 2D Boy è stato uno dei pochi giochi che comprai su WiiWare nel lontano 2008, trovando un intelligente puzzle
Mr. Shifty, il nuovo action game realizzato dal Team Shifty e da Tiny Builders uscito in questi giorni su Pc e Nintendo Switch, potrebbe essere riassunto molto velocemente con Nightcrawler che assale la Casa Bianca con un gameplay alla Hotline Miami. Ovviamente questo non renderebbe molta giustizia al nostro lavoro.
Quando vidi il primo trailer di Has-Been Heroes rimasi un po’ sorpreso nello scoprire che dietro a quel gioco ci fossero i talentuosi Frozenbyte, gli sviluppatori di quella perla assoluta che fu la serie Trine. Le meccaniche da gioco mobile che trasparivano da quei pochi minuti di video contrastavano brutalmente con
Devo dirvi la verità, quando lessi che i Sumo Digital stavano lavorando ad un platform vecchio stile che ricordasse la Rare di un tempo ho storto più volte la bocca. Questo non perché gli sviluppatori non fossero in gamba, anzi il loro curriculum vanta prodotti di altissimo livello, ma tra
Quando nel 2014 Yacht Club Games presentò Shovel Knight furono chiari e lampanti il loro talento e il loro amore per i videogames degli anni 80/90. Shovel Knight diventò in breve tempo un successo di critica e commerciale. Yacht Club Games forte di questo successo non si è adagiata sugli
Non nascondo che l’annuncio di Fast RMX, ultima opera dei talentuosi Shin’en Multimedia, come gioco di lancio della neonata Nintendo Switch mi ha molto rincuorato. Il motivo più scontato è che da sempre Shin’en è sinonimo di velocità folle e realizzazione tecnica sublime. Abbiamo potuto constatare anche su macchine meno
Devo ammettere che prima di avere tra le mani il codice per la recensione di Psycho-Pass: Mandatory Madness, ero totalmente a digiuno sia della serie stessa che del genere Visual Novel di cui fa parte il gioco, nonostante questa avesse avuto un discreto successo anche in occidente. Per poter entrare
16 anni, abbiamo dovuto aspettare 16 anni per poter mettere le nostre manacce sudate sul quel capolavoro che fu Dragon Quest VII su Playstation e che grazie a questa conversione può esserlo di nuovo. Di questi 16 anni, tra l’altro ne abbiamo passati quasi 4 alla finestra a maledire chiunque
Sono passati quasi 8 mesi dall’uscita di Monster Hunter X sul territorio nipponico. Con un cambio di nome da X a Generations, ecco finalmente arrivare anche in occidente l’ultima iterazione del famoso brand di casa Capcom. Venite con noi ad esplorare questo “nuovo” capitolo del gioco di caccia per eccellenza.
Abbiamo dovuto aspettare quasi tre anni per poter mettere le mani sul nuovo gioco di ruolo dei talentuosi ragazzi di Monolith Soft. Reduce dal successo di critica di Xenoblade Chronicles su Wii, il capitolo precedente della saga, Xenoblade Chronicles X arriva su WiiU con una notevole dose di aspettativa. Chiariamo subito che pur condividendo buona parte del nome, non stiamo parlando di un seguito o di un prequel, ma di un vero e proprio nuovo mondo di gioco. Come succedeva fino a qualche anno fa per la serie Final Fantasy (fatta eccezione per alcuni discutibili seguiti), viene mantenuto quasi inalterato il sistema di gioco e qualche personaggio che funge da unico legame tra i capitoli. Xenoblade Chronicles X si presenta esattamente come il precedente capitolo nella fase calante della propria piattaforma, cosa che ne pregiudicherà sicuramente il successo commerciale. Seguiteci per capire quanto questo sia un vero e proprio crimine verso l'intero gener
Il primo Elite ad opera di David Braben arrivò nel 1985. Un universo intero racchiuso in un floppone flessibile, una porta verso uno spazio infinito dove assaporare una libertà sorprendente e allo stesso tempo disorientante. Il secondo Elite si fece attendere una decina di anni e uscì con il sottotitolo Frontier. La componente cosmetica aveva abbracciato la grafica poligonale dei primi anni ’90, ma l’ossatura era rimasta la medesima. Da allora, abbiamo dovuto aspettare 20 anni e una campagna di crowdfunding per poter mettere le mani sul terzo capitolo.
Ci credete se vi dico che Extreme Exorcism è un platorm action “pixelloso” che recupera idee e asset dalle glorie degli anni ’80? Ebbene sì, come un fulmine a ciel sereno ecco un altro indie che probabilmente convinto di emergere dal marasma di titoli fotocopia (ebbene sì vale anche per gli indie, non solo per i titoli AAA) ha deciso di puntare su una grafica minimale a base di una manciata di pixels e di cercare di var valere il gameplay vero e proprio. Ovviamente sarcasmo a parte, saranno riusciti i ragazzi Golder Ruby Games a presentare un prodotto che merita di essere preso in considerazione tra le ondate di indie che arrivano settimanalmente? Spoiler alert: no.
Eccoci con il consueto appuntamento annuale a cui ci ha abituato la prolifica Ubisoft.Ormai arrivato al suo nono capitolo Assassin's Creed ha assunto i contorni di una serie televisiva dove ogni anno cambiano setting, protagonisti e storia, mentre l'universo generale rimane un punto fermo. Non è così errato interpretare in questo modo la saga: se infatti nei primi capitoli avevamo come collante tra gli episodi il personaggio di Desmond che fungeva da protagonista assoluto, dal quarto capitolo tramite un intelligente escamotage, Ubisoft abbatte la quarta parete rendendo i giocatori stessi protagonisti nella veste di giocatori appunto.
Leo's Fortune è un buffo platform sviluppato da 1337 & Senri LLC uscito a Ottobre 2014 su mobile raccogliendo un discreto consenso dal pubblico e dalla stampa specializzata. Quest'anno decide di fare un passo importante e raggiungere l'anomalo pubblico di Xbox One e Ps4.
"Il mio nome è Max, il mio mondo è fuoco e sangue. Un tempo ero un poliziotto, un guerriero di strada in cerca di una giusta causa. Mentre il mondo crollava, ognuno di noi a modo suo era a pezzi. Difficile capire chi fosse più folle: io... o gli altri. Eccoli che tornano, si insinuano scavando nella materia nera del mio cervello. Ripeto a me stesso che non possono toccarmi: sono morti e da tempo. Sono colui che fugge sia dai vivi che dai morti, inseguito da saprofagi, perseguitato da coloro che non ho saputo proteggere. Esisto così, in questa terra devastata: un uomo, ridotto a un unico istinto... sopravvivere."
The Fall è un gioco sviluppato dalla canadese Over The Moon,, finanziato tramite una raccolta fondi su Kickstarter. Già in quel periodo, il concept alla base del gioco suscitò un discreto interesse portando la raccolta fondi a concludersi con il doppio del capitale richiesto dagli sviluppatori. Complici del successo furono le dichiarate ispirazioni alla base del gioco: le avventure grafiche del periodo Lucasarts e un’ambientazione alla Metroid.John Warner, capo del progetto, durante la campagna fondi ha dichiarato che The Fall sarà composto da tre capitoli e che questi verranno distribuiti a distanza di tempo tra loro. Questo avrebbe permesso allo studio, dalle ridotte dimensioni, un approccio meno oneroso in termini di risorse e tempi.Abbiamo giocato il primo di questi capitoli, già disponibile dall’anno scorso per PC ed ora giunto anche su console, fortunatamente autoconclusivo, della durata di cinque ore all’incirca.
Ammetto che all’annuncio del ritorno della serie King’s Quest, saga nata nel 1983, creata da Roberta Williams per conto di Sierra, ho avuto un sussulto di commozione.La saga era scomparsa dal 1998 quando salutò il suo pubblico con un ultimo capitolo, tutto fuorché memorabile.Ecco che a distanza di 17 anni, la saga torna, ad opera dei The Odd Gentlemen, con una rivisitazione moderna nella forma, ma allo stesso tempo fortemente classica, senza perdere la sua anima a favore di una nuova platea di giocatori non troppo avvezzi alle avventure grafiche.King’s Quest si propone in forma episodica, come vuole ora la moda, per un totale di 5 capitoli, più un sesto capitolo extra per chi acquista il pacchetto completo.
Quando Warner Bros e Rocksteady presentarono Batman: Arkham Asylum, il primo capitolo di questa trilogia, ho storto più volte il naso. Una volta impugnato il pad, la sensazione di essere Batman era palpabile. Te lo sentivi addosso, avevi i suoi gadget, vedevi il mondo con i suoi occhi e ragionavi come avrebbe ragionato lui, diventando un perfetto predatore notturno. In Arkham City abbiamo saggiato le capacità di Rocksteady con un mondo più aperto, con storie secondarie che si intrecciavano con la trama principale e che spettava al giocatore andare a cercare e seguire.Con Batman: Arkham Knight il duo Warner Bros/Rocksteady raggiunge nuove fantastiche vette di piacere.
Questa nuova generazione ha portato i cosiddetti indie, giochi sviluppati da team indipendenti, sotto le luci della ribalta. Escono con regolarità e spesso esplorano gameplay o argomenti che le produzioni maggiori snobbano perché troppo rischiose o non nei rodati gusti della massa.E’ la consacrazione dello sviluppatore da garage che tanto andava negli anni 80/90, soppiantato poi da team giganteschi e da investimenti spropositati.Personalmente apprezzo particolarmente ciò che gli indie rappresentano e spesso mi ritrovo a guardare con interesse l’ennesimo titolo in uscita perché più nelle mie corde rispetto alla grande distribuzione.Ogni tanto capita quella piccola perla che sfruttando un’idea di per sé banale, porta sullo schermo qualcosa di mai visto o che recupera un gameplay andato perduto nel tempo. Un gioco semplice che si trasforma in novità e non vedi l’ora di finire o di giocare. Ecco questo non è il caso di Mega Coin Squad.
Puntuale come l’influenza stagionale ecco arrivare sugli scaffali dei nostri negozi preferiti il nuovo capitolo della serie Lego che ha cambiato le carte in tavola nei giochi dedicati ai mattoncini danesi sviluppati dagli inglesi Traveller’s Tales. Lego Batman 3: Gotham e oltre ha sulle spalle il pesante fardello di essere il terzo capitolo della serie che più di ogni altra ha gettato nuove basi per tutti quelli che sono seguiti. Forse proprio per questo delude in particolar modo nel suo cambio di approccio, rappresentando un vero e proprio passo indietro.Ma andiamo con ordine.