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Recensione World of Goo

di: Andrea "Macchiaiolo" Barbara

E’ molto divertente notare come con il passare del tempo le cose vecchie che abbiamo già vissuto, possano diventare nuove un’altra volta e stupire nuovamente.
World of Goo, ad opera dei 2D Boy è stato uno dei pochi giochi che comprai su WiiWare nel lontano 2008, trovando un intelligente puzzle game che mi stregò per giorni. Oggi dopo 9 anni ritrovo le stesse sensazioni che dopo tanto tempo sono andate sopite.

https://gaming.youtube.com/watch?v=7lWyntVB4to

Per i pochi che non conoscono il gioco parliamo di un puzzle game dove dobbiamo costruire forme e ponti tramite le Goo Balls, che creano legami tra loro, andando a costruire strutture sempre più complesse e pesanti. Il tutto è condito da un convincente motore fisico in 2 dimensioni che porta le strutture a muoversi con spostamenti convincenti e piuttosto realistici. Avanzando con i livelli troveremo parti mobili con cui interagire, vento che sposterà le nostre strutture, palloncini con cui sollevare o sorreggere i nostri ponti e via discorrendo.
Scopo di ogni livello è portare un numero minimo di Goo Balls al rubinetto che fa da chiusura dello schema.
Tramite le strutture che andremo a costruire, imbastiremo delle impalcature lungo le quali le rimanenti Goo Balls rimaste libere potranno arrampicarsi e raggiungere il suddetto rubinetto.

A livello di contenuti, il porting per Nintendo Switch non offre niente di nuovo, a parte una modalità colonna sonora.
Se avete già giocato la versione Wii, vi troverete perfettamente a vostro agio giocando la versione Nintendo Switch sia in modalità di TV che in modalità Tabletop.
Il joy-con di destra funge da puntatore; dopo qualche secondo di calibrazione, sarà possibile puntare direttamente verso la tv o lo schermo del tablet (se in modalità tabletop) per vedere comparire una manina che funge da cursore. Sono rimasto piacevolmente soddisfatto dal livello di precisione che è possibile ottenere sfruttando solo i sensori di movimento all’interno dei joy-con, senza utilizzare una barra ricevente come nel caso dei mote di Wii.
Un’esperienza simile era già stata vissuta con Legend of Zelda – Skyward Sword per Wii, il gioco infatti sfruttava l’accessorio Motion Plus da unire al Wii-mote (successivamente sarebbero arrivati mote con Motion Plus già integrato). Nelle schermate di selezione la scelta avveniva tramite puntatore comandato dal telecomando Wii, ma in quel caso non utilizzava la sensor bar ma si affidava ai sensori di movimento all’interno del nuovo accessorio.
Rispetto a questa esperienza ho potuto notare una maggiore precisione e soprattutto una minore necessità di ricalibrare i sensori dopo un po’ di utilizzo. La ricalibrazione è stata, tra l’altro, semplificata al massimo. Se giocando notiamo un comportamento anomalo del puntatore, basta premere il tasto corrispondente, appoggiare per 2 secondi il joy-con su una superficie piana e ricominciare a giocare.

Se giocato in versione portatile, World of Goo invece sfrutta ampiamente il touch screen, raggiungendo forse la maggiore fruibilità per il giocatore. Trascinare le Goo Balls con il dito è immediato, soprattutto quelle impazzite che risultano molto difficili da catturare con il puntatore a schermo.

World of Goo è uscito su qualunque piattaforma esistente, ed è abbastanza improbabile che non ne siate mai venuti a contatto. Nel caso però non abbiate mai giocato questa piccola perla, non lasciatevi sfuggire l’occasione di provare una versione che vi permette di usare l’approccio che preferite per il controllo.

Dare una valutazione a questo porting è piuttosto complicato.
Da una parte abbiamo un ottimo utilizzo del touch (già comunque visto nelle versioni per tablet), un ottimo impiego dei sensori di movimento per usare i joy-con come puntatori (ottimo in ottica di avventure grafiche su Nintendo Switch), dall’altra non abbiamo nessun nuovo contenuto rispetto all’originale ed un prezzo non così accattivante per un gioco che comunque non offre nulla di nuovo rispetto a 9 anni fa (€ 9.99 sullo store Nintendo). Ecco forse questo ultimo punto è quello che affossa maggiormente la valutazione.