Recensioni

Recensione Lego Batman 3: Gotham e oltre

Puntuale come l’influenza stagionale ecco arrivare sugli scaffali dei nostri negozi preferiti il nuovo capitolo della serie Lego che ha cambiato le carte in tavola nei giochi dedicati ai mattoncini danesi sviluppati dagli inglesi Traveller’s Tales. Lego Batman 3: Gotham e oltre ha sulle spalle il pesante fardello di essere il terzo capitolo della serie che più di ogni altra ha gettato nuove basi per tutti quelli che sono seguiti. Forse proprio per questo delude in particolar modo nel suo cambio di approccio, rappresentando un vero e proprio passo indietro.
Ma andiamo con ordine.

di: Andrea "Macchiaiolo" Barbara

Puntuale come l’influenza stagionale ecco arrivare sugli scaffali dei nostri negozi preferiti il nuovo capitolo della serie Lego che ha cambiato le carte in tavola nei giochi dedicati ai mattoncini danesi sviluppati dagli inglesi Traveller’s Tales. Lego Batman 3: Gotham e oltre ha sulle spalle il pesante fardello di essere il terzo capitolo della serie che più di ogni altra ha gettato nuove basi per tutti quelli che sono seguiti. Forse proprio per questo delude in particolar modo nel suo cambio di approccio, rappresentando un vero e proprio passo indietro.
Ma andiamo con ordine.

Una salsa DC Comics

Se c’è una cosa in cui i titoli Lego non hanno mai deluso è sulla quantità esorbitante di personaggi guidabili e Lego Batman 3 non fa eccezione. In questo capitolo si raggiunge la cifra straordinaria di 150 personaggi provenienti direttamente dall’universo DC Comics, passando per vere e proprie leggende e perfetti sconosciuti (almeno per chi non mastica i fumetti della casa del Crociato oscuro o dell’Uomo d’Acciaio).
E’ inutile nasconderlo: i titoli Lego basano il 90% del loro successo sul fan service, chiarito questo concetto possiamo continuare.
Cosa possono fare una quantità così sproporzionata di personaggi se non affrontare una crisi interplanetaria, chi da una parte e chi ovviamente dall’altra della barricata?
Iniziamo così il gioco nei panni di Batman e Robin (per l’occasione Tim Drake, il terzo Robin) all’inseguimento del perfido Killer Croc nelle fogne di Gotham, per scoprire poi in seguito che il nostro nemico è in realtà in combutta con altri acerrimi avversari del crociato e non solo. Solamente un’invasione da parte del folle androide Brainiac sconvolgerà gli equilibri di questo alterco che vede schierati da una parte una versione allargata della Justice League e dall’altra un gruppo di numerosissimi super-cattivi tra cui spiccano Lex Luthor e il fantastico Joker. Non andiamo oltre perché alla fine la storia risulta piacevole e sarebbe un peccato non godersela perché totalmente spoilerata.
Ogni personaggio che andremo a guidare avrà la sua dose di super abilità, mentre per i non superumani, come Batman e soci, avremo una serie di costumi da far invidia agli appassionati di Gira la Moda, i quali forniranno tutto il necessario per affrontare i vari enigmi che ci si pareranno davanti. La scelta di questi costumi avviene nel classico modo, ossia tramite una ruota che viene aperta tenendo premuto il tasto Y (nelle impostazioni di default) e selezionando quello desiderato utilizzando lo stick.
Come ci hanno insegnato i capitoli Lego precedenti, Traveller’s Tales prende molto seriamente e con grande rispetto le icone che intende riproporre in formato mattoncini. Lego Batman 3: Gotham e oltre non fa eccezione, ma anzi dimostra proprio l’impegno profuso nel rendere fedeli nel minimo dettaglio i personaggi che troveremo nel gioco.

Tutti insieme, due passi di lato e uno indietro

Come accennavo nell’introduzione, Lego Batman 2 ha rappresentato un bel punto di crescita per la serie di videogiochi dedicati alle famosissime costruzioni. Infatti quel capitolo introduceva 2 cose fondamentali da lì in avanti: i personaggi parlavano, abbandonando gli sketch muti che fino ad allora erano il marchio di fabbrica della serie, e veniva introdotta una vera e propria esplorazione open world, che è stata presente in ogni capitolo successivo e che ha raggiunto il suo culmine in Lego City Undercover.
Lascia interdetti, quindi, non ritrovare questo approccio nel terzo capitolo, dove viene infatti abbandonato il mondo aperto a favore di livelli lineari intervallati da prologhi animati. Ad onor del vero, non è un vero e proprio abbandono in senso stretto, ma non vado oltre per evitare spoiler.
Fortunatamente il gameplay è rimasto immediato, ossia un gioco action molto semplice dove i personaggi non muoiono, ma si limitano a far perdere punti una volta resuscitati, e che ci vede alla guida di un gruppetto di eroi dai poteri diversi, tutti necessari per affrontare i vari enigmi di cui sono disseminati i livelli e per abbattere i vari nemici che cercheranno di ostacolare il nostro cammino.
Un discorso particolare va fatto per gli enigmi. Ora parlare di veri e propri enigmi in un gioco Lego è un po’ esagerato, visto che non si va oltre lo spacca tutto e poi ricostruisci l’oggetto necessario per continuare l’avventura, ma mi è capitato più di una volta di rimanere bloccato perché non capivo cosa dovessi distruggere in particolare. In questi casi ti ritrovi a girellare per il livello cercando di smontare ogni singolo suppellettile presente nelle stanze, andando così a spezzare un po’ il ritmo di gioco.
Non mancheranno variazioni sul tema, come sfide a bordo dello shuttle di Batman con un sistema che ricorda gli shump a scorrimento orizzontale, o voli in caduta libera che strizzano l’occhio agli arcade di un tempo.
I livelli che andremo ad affrontare sono pieni di segreti come da tradizione e non basterà sicuramente una sola passata per scoprirli tutti. Infatti in alcuni passaggi sarà necessario usare un particolare personaggio, non presente nel gruppo iniziale. Dovremo quindi riaffrontare lo scenario in modalità libera, modalità che si sblocca finendo il capitolo la prima volta. Tra questi segreti sicuramente merita una menzione speciale la presenza in ogni livello di Adam West da salvare, ma soprattutto da trovare. Se non conoscete Adam West probabilmente avete meno di 30 anni e avete perso la serie televisiva degli anni 60 dedicata al Crociato mascherato, la più kitsch che ci sia mai stata, con l’unico Batman con la panciotta, interpretato proprio da Adam West! Ma potreste averlo conosciuto anche come sindaco di Quahog, nella serie I Griffin.

Una plastica veramente plastica

Sul versante tecnico Lego Batman 3 raggiunge nuove vette, andando a superare anche Lego Marvel, il migliore a livello visivo visto finora. La resa dei materiali è decisamente superiore, al punto di sembrare veramente plastica quella che compone il mondo che ci circonda e i nostri stessi personaggi, così come i mantelli sembrano veramente fatti della stoffa rigida usata nelle costruzioni Lego.
Per mantenere l’aura di oscurità che permea le produzioni DC Comics, molti livelli si svolgono in aree scure e poco illuminate, risultando caotici nelle risse e poco immediati nell’individuare il nostro personaggio. Discorso diverso per i livelli alla luce del giorno, che effettivamente mostrano una pulizia e un livello di dettaglio decisamente valido.
Un’altra tradizione che questo capitolo si porta dietro è la presenza della sola cooperativa locale. Grazie ad uno split screen classico, ossia con lo schermo diviso a metà o con quello dinamico in cui lo schermo si divide in base alla lontananza dei personaggi guidati come già visto nei titoli precedenti più recenti, 2 giocatori possono collaborare per affrontare il livello.
Non è chiaro perché i ragazzi di Traveller’s Tales si ostinino a non introdurre l’online nei loro giochi.

Verdetto

Lego Batman 3: Gotham e oltre non è un capitolo perfetto, anzi per certi versi rappresenta un piccolo passo indietro. Per dovere di cronaca devo riportare qualche incertezza nella gestione della telecamera che, seppur raramente, rende impossibile capire dove si trovi il nostro eroe e qualche sbavatura nella IA dei comprimari che finiscono per incastrarsi in modo irreversibile in parti di scenario costringendoci a ripetere l’intero livello. Sono inezie che si presentano molto raramente e quindi non vanno a rovinare un quadro tecnico complessivamente molto buono, ma risultano meno giustificabili in una struttura a livelli e non più open world.
Come già spiegato i giochi Lego vivono di fan service e questo capitolo ha un numero spropositato di contenuti per tenerci impegnati molto a lungo. Se siete quindi degli appassionati del mondo DC Comics avrete la possibilità di vedere i vostri eroi preferiti sotto una nuova luce e di visitare i loro mondi costruiti con i mattoncini Lego. Se siete appassionati di costruzioni e dei videogiochi della serie Lego, in questo capitolo troverete tutto ciò che ha reso famosa la serie e un quantitativo di collezionabili e segreti da fare invidia, probabilmente il più vasto e completo della serie. Tutti gli altri meditino bene l’acquisto, potreste rimanere delusi.

  • Gameplay solido ed immediato da tradizione Lego
  • Livello tecnico molto convincente, anche con qualche sbavatura

  • Un quantitativo immenso di contenuti e personaggi da tenere impegnati per ore e ore

  • Antologia DC Comics

  • Struttura a livelli lineari e non più open world

  • Telecamera a volte un po’ birbante

  • Cooperativa solo locale

  • Risse caotiche nei livelli più scuri

  • Antologia DC Comics