Spongebob Squarepants: Plankton’s Robotic Revence è il nuovo episodio dedicato alla spugna marina più conosciuta, nonché primo videogioco della serie ad uscire su PS3 e Xbox360. L’andazzo dei titoli su licenza ormai è ben nota alla comunità e, senza giri di parole, quest’ultimo videogioco non porta alcuna novità. Ma andiamo a vedere meglio.
Esiste forse un supereroe più iconico di Batman? La fiamma nei suoi occhi è sempre quella: la vendetta. Come la morte di zio Ben per Peter Parker, l’assassinio dei genitori del giovane Bruce Wayne è la scintilla che da lì a qualche anno porterà il giovane miliardario a combattere contro i criminali di Gotham… Per sé stesso e per impedire che ad altri venga fatto lo stesso male che lui ha dovuto patire.I ragazzi di Rocksteady - ormai con la next generation come target - mollano il timone per lasciarlo ai canadesi di Warner Bros Montreal, che con Batman Arkham Origins hanno il compito di dare l’estremo saluto alle avventure dell’Uomo Pipistrello da parte di questa generazione di console... Saranno stati all’altezza, dopo l’allenamento sulla versione WiiU, di due pezzi da 90 come Arkham Asylum e Arkham City? Allacciate le cinture del Batwing e mettete Console Tribe come punto di atterraggio!
Dal prossimo 7 Febbraio fino al 23 dello stesso mese a Sochi (Russia) si disputeranno le olimpiadi invernali 2014. Poteva Sega non approfittare dell’evento per offrirci un altro capitolo di Mario & Sonic ai giochi olimpici? La risposta è ovviamente no. Andiamo ad analizzare il primo titolo della serie ad arrivare sulla nuova ammiraglia Nintendo.
E’ un po’ troppo facile pensare di liquidare Batman Arkham Origins – Blackgate come un dimenticabile spin-off per macchine portatili di una saga famosa; né sarebbe altrettanto giusto pensare ad esso come una semplice operazione commerciale di appoggio al capitolo Origins appena pubblicato per home console. Blackgate è molto, ma molto di più che questo...
Cari amici ghiaccioli, bentornati! Se avete i calli nella mani ed impugnate ancora il bastone, non vi siete levati guanti, maschere, magliette XXL e pattini neppure in spiaggia, bene, avete fatto la cosa giusta: in un anno poco e nulla è cambiato, siete già pronti. Tutti voi che invece siete qui più o meno per caso, benvenuti nel fantastico mondo di NHL di casa EA Sports, edizione 2014 di una eccellente serie sportiva arrivata a festeggiare il ventesimo anniversario.
Arr, ciurmaglia! Siete pronti a solcare le acque del Mar dei Caraibi con la Jackdaw e il suo capitano-assassino Edward Kenway?! Riuscirà il nuovo capitolo di Assassin's Creed ad essere un nuovo blockbuster?! Leggete la recensione di Console-Tribe a cura di Gianmarco "St Jimmy" Forcella!
Dopo aver incassato preziosi suggerimenti e pungenti critiche in seguito all'uscita del terzo capitolo, gli italianissimi di Milestone tornano a sporcarsi le mani di fango con WRC 4: FIA World Rally Championship, con la promessa di aver apportato tutti quei miglioramenti richiesti a gran voce dalla community. Vediamo insieme come è andata.
Incapacità di adattarsi agli schemi; questa è forse la peculiare caratteristica di ogni produzione Quantic Dreams. Uniformarsi dev'essere la cosa che necessariamente riesce meno al team francese poiché non vi è mai una loro opera che riesca ad essere definita correttamente dentro un solo genere. Ibridi. Tentativi, potremmo chiamarli. Eppure, ogni volta, in grado di spaccare a metà critica e pubblico. Pionieri delle "storie a bivio" interattive di questa Gen (chi si ricorda le stupende storie sul Topolino degli anni '90?). Innesti, potremmo definirle, tra i libri game di un tempo che si riallacciano alle teorie del multi-verso, troppo spesso colonna portante di molte Visual-Novel. Dopo averci intrigato con un giallo fai-da-te, David Cage ha deciso di veicolare con Beyond: Due Anime, la sua particolare (e anche un po' arrogante) visione dell'aldilà.
Trovarsi ad essere - da oltre due anni - l'unico competitor sul mercato potrebbe dare un grosso senso di appagamento a chiunque, specie dopo aver buttato fuori a spallate la concorrenza. Ogni anno è una lotta contro sé stessi, una sfida a migliorare, un continuo sviluppo per cercare di mettere d'accordo tutti, un voler dare in mano ai videogiocatori un prodotto quanto più vicino alla perfezione possibile.Ed è questo che i ragazzi di Visual Concepts hanno dovuto fare anche quest’anno su incarico di 2K Sports. Ci saranno riusciti con questo nuovo fiammante NBA 2K14? Potrete scoprirlo solo leggendo la recensione di Console Tribe, “the chosen one” tra i vostri siti di videogiochi preferiti!
Ogni anno gli appassionati di videogame e sport, trovano sugli scaffali il simulatore per la la loro disciplina preferita. Accanto a giochi di calcio, basket e hockey su ghiaccio ci sono anche titoli automobilistici. Per noi italiani, fedelissimi della Ferrari, non può mancare un titolo dedicato alla Formula 1. Già dal 2010, Codemasters Racing ha iniziato un lungo lavoro di miglioramento della serie che, anno dopo anno, si arricchisce di novità. Anche quest’anno la casa di Birminghan non è rimasta ferma ai box, ed è tornata in pista con F1 2013.
Ghiaccio e alieni affamati. Un binomio che non è nuovo nel settore dell’intrattenimento, specialmente in quello videoludico. Chi ha già giocato Dead Space 3, giusto per citare un titolo a caso - ma neanche tanto - ne sa qualcosa. Così come lo sa anche chi si è divertito anni fa sulle lande innevate di E.D.N. III, nel primo Lost Planet di Capcom. Un gioco pieno di Akrid grossi e orrendi da uccidere senza pietà, caratterizzato da ambientazioni dalle temperature rigide e micidiali, in cui si potevano pilotare robot da combattimento per avere la meglio sui nemici, alieni o umani.Ecco, soffermiamoci su questo nome: Lost Planet. Tre anni dopo il primo episodio, frenetico e originale, giungeva nei negozi un secondo capitolo molto differente. Incentrato meno sull’esperienza solitaria del singleplayer e basata molto più sulla co-op e sul multiplayer. Un cambio di rotta piuttosto evidente, sia nelle meccaniche che nell’ambientazione e nel tipo di narrazione.Oggigiorno i giocatori possono mettere invece le mani sul terzo capitolo della saga: Lost Planet 3 di Spark Unlimited. Un gioco che punta molto di più sulla trama, su un protagonista diverso dal solito e su un’ambientazione che ritorna alle origini. Il risultato? Leggete e lo scoprirete.
In questi anni di incursioni in casa Nintendo da parte del riccio blu marcato Sega ne abbiamo viste diverse. Abbiamo partecipato insieme a lui, fiancheggiati dal celebre idraulico Mario, a differenti olimpiadi, abbiamo combattuto con e contro di lui in furiose lotte circondati da svariati personaggi, eppure recensire un titolo della serie regolare di Sonic in esclusiva per la casa di Kyoto fa sempre un certo effetto, nonostante non sia la prima volta. Certo sono passati decenni dall’antica rivalità delle due grandi compagnie nipponiche, ma per chi ha vissuto quegli anni è sempre una sensazione strana.
Sulla cresta dell'onda ormai da svariati anni, i ragazzi di Electronic Arts passano la cera ancora un'altra volta e ci presentano FIFA 14, ultima iterazione della serie calcistica che ha dominato per un'intera generazione costringendo la concorrenza ad inseguire. Scopriamone le novità.
Come ogni anno riparte la bagarre tra i due titoli calcistici per eccellenza (nonché gli unici a dirla tutta). Oggi vediamo se Konami ha finalmente ritrovato gli stimoli per riportare il suo PES ai fasti di un tempo, che ormai sembrano lontanissimi.
Puntare su un franchise Disney a ridosso del Natale sembrerebbe quasi scontato; vuoi per il target d'età, vuoi perché regalare un videogame è ormai la prassi comune,Disney Infinity sembra già pronto a fare la guerra a Skylanders di Activision tra gli scaffali dei negozi.E dire che l'ispirazione di creare statuette con cui interagire nel gioco, era gia in sviluppo presso gli studi di Avalanche Software, ancora prima che Skylanders diventasse il fenomeno di vendite che conosciamo.
Quasi subito dopo aver iniziato a giocare a Malicious Rebirth, mi sono ricordato di una intervista concessa ormai più di un anno or sono dal Direttore dei Sony
Japan Studios, Gavin Moore, ad un noto portale internazionale di videogiochi. Parlando della peculiarità tutta giapponese di riuscire a creare prodotti che -dal punto di vista dei risvolti stilistici e di gameplay- risultino talvolta alieni alla sensibilità del giocatore occidentale, Moore affermava senza mezzi termini che “il Giappone è l’unico posto al mondo dove gli sviluppatori abbiano abbastanza palle per sfidare tutte le convenzioni e gli standard tipici che ci si aspettino da un videogame per le masse”. Ovvero che, indipendentemente dal risultato finale, c’è qualcosa di unico nel modo in cui in Giappone ci si approccia alla creazione di prodotti videoludici, qualcosa che non è possibile trovare altrove.
Se già non riteneste strano che il nome del gioco di cui sto per parlarvi ha come protagonisti dei “Ninja Atomici” (e Dio solo sa che cosa siano dei guerrieri esperti in arti marziali impestati di uranio), potreste pensare che è ancora più assurdo che in Atomic Ninjas per PS Vita e PS3 i personaggi principali non siano effettivamente in grado di uccidere nessun avversario.Dei Ninja. Atomici. E abbastanza imbranati. Particolare, vero?
Quando giochi per la prima volta a Lone Survivor, ti chiedi se per caso il suo autore Jasper Byrne non abbia architettato l’intero progetto solo per prenderti in giro, mettendoti di fronte a delle disturbanti e criptiche situazioni che da un lato generano il dubbio di essere di fronte ad una puntata interattiva e in “pixelloso” 2D del vecchio Twin Peaks, dall’altra incutono quella fastidiosa e claustrofobica sensazione di “mio dio e adesso cosa succede?” trasmessa tipicamente dei migliori thriller psicologici della letteratura o della cinematografia.
Se dopo una ventina di minuti che avete iniziato a giocare a Dragon’s Crown qualcuno vi chiedesse a bruciapelo: “che genere di videogame è questo?”, sarebbe forte la tentazione di liquidarlo con la risposta più semplice e apparentemente intuitiva, e cioè: “è un clone dei due cari vecchi hack’n slash di Capcom, Dungeons’n Dragons: Shadow over Mystara e il suo sequel Tower of Doom, con una splendida scenografia costituita di personaggi e ambientazioni realizzati in tecniche olio e pastello, e interamente in 2D”.
Lame rotanti! Pugni perforanti! Alabarda Spaziale! Doppio fulmine! Ah, che tempi… e che eroi, che storie, che armi. Chiunque sia nato negli anni ’70, magari maschietto, è impossibile che sia passato indenne attraverso l’invasione degli anime robotici che sconvolse il paese quasi quaranta anni fa. E da lì partirono i sogni di gloria di aspiranti ingegneri, animati dal sogno recondito di realizzare davvero dei simulacri meccanici con i quali prendere a legnate i cattivi di turno. E chi meglio di una casa giapponese, From Software per la precisione, avrebbe potuto (quasi) trasformare in realtà le illusioni di un gruppo di nerd nostalgici? No, stavolta non parliamo di un qualcosa’s Soul, ma di Armored Core: Verdict Day.
Leonardo, Donatello, Michelangelo, Raffaello. Quattro nomi, a prima vista abbastanza comuni ma che, letti insieme e associati a dovere, assumono diverse valenze. Per esempio, così si chiamavano quattro artisti italiani che hanno segnato la storia dell’arte mondiale di tutti i tempi, ma a ben ricordare anche quattro tartarughe mutanti, con il merito di essere riuscite, senza dipinti e sculture, ad incollare davanti alla TV un’infinita schiera di ragazzi, pronti a sacrificare parte dei loro pomeriggi a gustar merende e seguirne le vicende cartonose
Game Freak questa volta l’ha combinata grossa.
La parola “svolta” è un termine abusato e raramente veritiero, se non in senso negativo, in questo ambiente dominato da sequel e serie interminabili, eppure è la prima cosa che salta alla mente dopo pochissimi istanti di gioco. Mettetevi comodi e vi spiegheremo perché Pokemon X/Y rappresenta la vetta più alta mai raggiunta dalla serie e allo stesso tempo un nuovo punto 0 da cui partire e crescere.
La pioggia cade su chiunque, la stessa, vecchia pioggia. Ed io sto cercando di camminare al tuo fianco, tra gocce. Sembra quasi che gli Smashing Pumpkins avessero già capito tutto già tredici anni fa in quello che fu, in apparenza, il loro ultimo lavoro. Oppure è soltanto colpa dei ragazzi di Japan Studio se queste parole si sono oggi tramutate nella realtà onirica e a tratti straziante di Rain. Già la pioggia, sempre lei, protagonista di una storia delicata, dove si mescolano solitudine, paura e amicizia. Rain.
Nell’ormai lontato 2002 Nintendo presentò al grande pubblico l’allora nuovo capitolo della serie The Legend Of Zelda con un trailer che divise la critica. La nuova veste grafica in cel-shading, coloratissima infiammò buona parte del pubblico, che si scagliò contro la nuova creatura Nintendo. Le vendite non furono a livello del precedente capitolo, vuoi per la console meno diffusa, vuoi per lo stile grafico che non si sposava con i gusti del giocatore medio che prediligeva grafiche più cupe e realistiche. Negli anni The Wind Waker ha però assunto i contorni di un vero e proprio cult. A distanza di undici anni Nintendo riporta sulle nostre console quella poetica avventura con un remake in alta definizione, convinta che il tempo sia cambiato e che finalmente uno dei capitoli più belli della serie mai creati possa avere il successo che merita.