Eccoci qui, finalmente il "roster" dei titoli sportivi più blasonati riempie uno spazio vuoto della nuova generazione grazie al nuovissimo (forse...) Rory McIlroy PGA Tour 2015, ovviamente di EA Sports. Manca ancora un titolo dedicato al tennis ma gli amanti delle simulazioni sportive possono comunque, ora, ritenersi abbastanza soddisfatti di quello che offrono PS4 e Xbox One. Annunciato durante l'E3 2014 come il capitolo della svolta next generation, il nuovo PGA Tour prometteva faville, soprattutto dal punto di vista tecnico, vediamo come è andata.
A 2015 inoltrato ci si aspetterebbe che le software house siano pronte alla nuova generazione che ormai non è neanche più tanto nuova, quindi il debutto di F1 2015 su Xbox One e Playstation 4, dopo che il precedente F1 2014 era rimasto inspiegabilmente a solo appannaggio di Playstation 3 e Xbox 360, è una mossa scontata e anche abbastanza attesa, soprattutto dai fan del brand in questione, rimasti orfani per un anno.
Ecco, sapevo che prima o poi anche io avrei superato il limite. E lo dico così, in apertura, solo per non lasciare spazio a fallaci interpretazioni. E mi scuso sin da ora con Badland: Game of the Year Edition, che ha come unica colpa quella di essere l’ennesimo di una infinita lista, fatto che lo sta per portare ad essere, ai miei occhi, un quasi incolpevole capro espiatorio. Comunque attenzione che ho scritto quasi…
Se DMC dei Ninja Theory è riuscito a dividere in maniera netta i fan di Devil May Cry, il quarto episodio della serie non è stato molto da meno.Il tutto per via di un nuovo personaggio chiamato Nero, nuove ambientazioni, ed uno stile per così dire rinnovato rispetto ai canoni della serie.Nonostante ciò, Devil May Cry 4 è stato un titolo fortemente valido, con una storia ben costruita, azione frenetica, ottimi intermezzi ed un finale degno del titolo.Abbiamo ora l’occasione di rigiocarlo in edizione rimasterizzata. Sarà il caso di ripercorrere le gesta di Nero e Dante?
Quando Warner Bros e Rocksteady presentarono Batman: Arkham Asylum, il primo capitolo di questa trilogia, ho storto più volte il naso. Una volta impugnato il pad, la sensazione di essere Batman era palpabile. Te lo sentivi addosso, avevi i suoi gadget, vedevi il mondo con i suoi occhi e ragionavi come avrebbe ragionato lui, diventando un perfetto predatore notturno. In Arkham City abbiamo saggiato le capacità di Rocksteady con un mondo più aperto, con storie secondarie che si intrecciavano con la trama principale e che spettava al giocatore andare a cercare e seguire.Con Batman: Arkham Knight il duo Warner Bros/Rocksteady raggiunge nuove fantastiche vette di piacere.
Questa nuova generazione ha portato i cosiddetti indie, giochi sviluppati da team indipendenti, sotto le luci della ribalta. Escono con regolarità e spesso esplorano gameplay o argomenti che le produzioni maggiori snobbano perché troppo rischiose o non nei rodati gusti della massa.E’ la consacrazione dello sviluppatore da garage che tanto andava negli anni 80/90, soppiantato poi da team giganteschi e da investimenti spropositati.Personalmente apprezzo particolarmente ciò che gli indie rappresentano e spesso mi ritrovo a guardare con interesse l’ennesimo titolo in uscita perché più nelle mie corde rispetto alla grande distribuzione.Ogni tanto capita quella piccola perla che sfruttando un’idea di per sé banale, porta sullo schermo qualcosa di mai visto o che recupera un gameplay andato perduto nel tempo. Un gioco semplice che si trasforma in novità e non vedi l’ora di finire o di giocare. Ecco questo non è il caso di Mega Coin Squad.
E’ indubbio che oramai la serie di giochi creata da Telltale su licenza LEGO abbia creato un sottogenere dotato di caratteristiche abbastanza distintive. Un gioco “a la LEGO” è un mix tra platform ed enigmi pseudo-ambientali, che si risolvono solo utilizzando alcuni personaggi dotati di determinate caratteristiche o armi. Personaggi che, per le dinamiche del gioco e per garantire una discreta rigiocabilità dei livelli, non sono tutti già disponibili ma vanno sbloccati nel proseguo della storia principale.Questo non significa che nel corso degli anni gli sviluppatori non abbiano mai innovato: lo hanno fatto, dapprima ampliando le caratteristiche uniche dei personaggi, poi aggiungendo gli oggetti nell’inventario ed infine creando una sorta di open-world esplorabile. I risultati sono ovviamente opinabili e variano in base ai gusti dei giocatori, ma credo che la chiara impronta di gioco scanzonato e divertente, sia per grandi che per piccini, sia rimasta. E’ una serie che fondamentalmente si è sempre distinta per la simpatia delle situazioni e per una giocabilità immediata.
Se come il sottoscritto si è appassionati di manga sin da quando questi videro la luce in terra nostrana nel lontano 1989, ad opera della mai troppo lodata Granata Press, è di certo impossibile resistere al fascino esercitato da Shonen Jump, ovvero la più longeva e famosa fucina di eroi nipponici. Proprio per questa ragione ho amato alla follia il vetusto Jump Super Stars e relativo seguito e, sempre per il medesimo motivo, non potevo che essere esaltato dall’arrivo, stavolta anche nel tanto bistrattato occidente, di J Stars Victory VS Plus. Siamo sinceri, chi non ha mai sognato di far prendere a sberle l’odioso (almeno per me, quasi quarantenne) Naruto dall’immortale ed inimitabile Kenshiro?
Le nuove console fanno ancora fatica a carburare? Overkill e Starbreeze avranno ben pensato che in un panorama videoludico ancora abbastanza spoglio è arrivato il momento di lanciare nuovamente uno dei loro giochi best seller della passata generazione con un fiocchetto sopra: ecco a voi Payday 2 Crimewave Edition.
Sei mesi sono passati dall’approdo di The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited, la versione completa e priva del canone mensile, arrivata lo scorso gennaio su PC e Mac. Finalmente, anche i possessori di console Xbox One e PS4 potranno mettere le mani sulla nuova avventura di casa Bethesda.Sarà valsa la pena aspettare?
Crash Bandicoot, Sonic, Gex, Donkey Kong, sono soltanto alcuni dei tanti personaggi antropomorfi che fin dagli albori dell'industria sono entrati a far parte del mondo videoludico, assurgendo in alcuni casi a vere e proprie icone per milioni di giocatori. Ad accomunarli è l'appartenenza al regno animale, una vera e propria fonte di ispirazione per numerosi game designer che hanno trasformato caratteristiche tipiche di alcune specie in veri e propri elementi di gameplay.Un esempio in tempi recenti è sicuramente Spy Chameleon, un titolo sviluppato da Unfinished Pixel che sfrutta il mimetismo del camaleonte per dar vita a un simpatico arcade puzzle game pubblicato in digital delivery su Wii U, Xbox One e PC
C’era una volta, tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, una delle millemila declinazioni dell’universo mariesco caratterizzata da motori a scoppio, gusci esplosivi e puzza di gomma bruciata. Il planetoide digitale si chiamava Maro Kart e nel corso dei decenni, oltre a mutare il proprio aspetto con il passare delle stagioni,
Fin dalla prima presentazione di Xbox One al grande pubblico Microsoft non ha mai nascosto le sue aspettative future verso il nuovo Kinect, l'evoluzione tecnologica della periferica di movimento nata su Xbox 360 e che avrebbe dovuto essere un elemento imprescindibile della nuova console: difatti, al lancio sul mercato, non era possibile acquistarlo separatamente dalla macchina da gioco.Nonostante le buone potenzialità, però, complice le scarse vendite dei giochi dedicati e la differenza di costi tra le ammiraglie di casa Microsoft e Sony, il Kinect ha finito per diventare un oggetto superfluo di cui i giocatori potrebbero anche fare a meno.La scelta di scorporare la sfortunata periferica da Xbox One, con un considerevole taglio sul prezzo di quest'ultima, ha decretato per molti versi la fine (videoludicamente parlando) del Kinect, nonostante vi siano ancora sporadiche produzioni ad esso dedicate che continuano a raggiungere lo store online del colosso americano. Ultimo in ordine cronologico è stato Slice Zombies, un titolo prodotto dalla software house Made, che riprende le meccaniche di gioco di Fruit Ninja sostituendo alla frutta zombie assortiti da fare a fettine.
Il potere della community di videogiocatori può essere davvero fondamentale per la realizzazione di alcuni progetti. Ne sono l'esempio i vari videogiochi che sempre più spesso vengono finanziati tramite delle campagne di raccolte fondi su Kickstarter. Project CARS non ha intrapreso la strada del finanziamento sulla piattaforma già citata, ma si è affidata a World of Mass Development che è stata creata proprio per far partecipare attivamente i giocatori nello sviluppo di un progetto. Chi finanziava il videogioco in questione infatti non solo poteva provare ogni mese o settimana una nuova build del gioco, ma anche fornire agli sviluppatori feedback fondamentali per la riuscita dello stesso, non è infatti un caso che il CARS nel titolo sia un acronimo di Community Assisted Racing Simulator. A guidare il progetto è stato Slighty Mad Studios, software house inglese che può vantare nel proprio curriculum i due Need for Speed: Shift che probabilmente sono tra i capitoli più riusciti della serie racing game di Electronic Arts nella scorsa generazione di console. Davvero in tanti aspettavano l'uscita di Project CARS, in particolare gli utenti PS4 che finora ancora non hanno potuto mettere le mani su un simulatore di guida vista l'assenza di un Gran Turismo, ma finalmente l'attesa è finita. E possiamo già anticiparvi che è valsa la pena aspettare.
Rogue Galaxy è un titolo atipico, di questi tempi. Un roguelike di quelli tosti, che punisce ad ogni sbaglio. Eppure, nonostante non porti nulla di nuovo sulle nostre console, offre una formula capace di irretire i giocatori più coraggiosi e intrepidi. Come? Scopritelo con la recensione di Console-Tribe a cura di Giorgio "Nadim" Catania!
Un gatto che può essere sia vivo che morto. È lui il protagonista di Schrödinger’s Cat and the Raiders of the Lost Quark, platform prodotto da Italic Pig e distribuito da Team17 - i creatori di Worms. Riuscirà questo micio sfortunato a salvare l'universo dalle singolarità che lo perseguono? Non lo sappiamo. Però sappiamo com'è questo gioco.E noi di Console-Tribe vogliamo raccontarvi com'è. Attraverso la recensione di Giorgio "Nadim" Catania!
É il 1994 quando, in Polonia, nasce CD Projekt, una piccola software house fondata da Marcin Iwiński e Michał Kiciński che nel 2002 si espande ulteriormente aprendo la divisione dedicata esclusivamente ai software destinati al mercato PC: CD Projekt Red. La popolarità per l’etichetta arriva nel 2007 in concomitanza con
15 anni persi nelle buie e silenti profondità siderali. Il cuore che batte al rallentatore, il corpo immerso in un sonno artificiale, indispensabile per proteggere l’organismo nel corso di questo viaggio che pare eterno. Il tempo si dilata inesorabilmente, mentre ammassi stellari sfrecciano al fianco della nave spaziale che va sempre più avvicinandosi alla propria meta. Poche migliaia di chilometri ci separano da questo nuovo, lussureggiante, mondo: la nostra nuova casa. D’improvviso si accende una luce rossa, poi un’altra ed un’altra ancora. Gli strumenti sembrano come impazziti, mentre disperate sirene di allarme squarciano il silenzio, incapaci però di destarci dal nostro sonno artificiale.
Puppy Games Studios definisce i suoi titoli "neo-retrò arcade" e come dargli torto? Ultratron è la loro ultima produzione e, a scanso di equivoci, lo diciamo subito: è un bellissimo regalo per i nostalgici che hanno passato l'adolescenza a buttare tonnellate di 200 lire nei cabinati delle sale giochi. Per tutti gli altri potrebbe sembrare un giochino fin troppo attempato. Scopriamo insieme perché.
Prima di parlare del gioco, occorre fare una piccola prefazione, che vi aiuterà a capire meglio il contesto.
Toren è il primo titolo sviluppato dallo studio Swordtales, gruppo di sviluppatori indipendenti, nato, e soprattutto finanziato, dal Ministero della Cultura del Brasile. Il gioco partecipa ai BGS Brasil Game Show risultando finalista. L’Independent Games Festival gli regala un Honorable Mention, ed infine giunge finalista agli IndiePub.Ma cos’è Toren? Toren è una torre. Voi, invece, sarete Moonchild, una ragazzina destinata a scalarla, intraprendendo così un’avventura alla ricerca del suo scopo. Occorrerà superare puzzle, affrontare mostri, e sconfiggere il leggendario drago, guidati dalla volontà di trovare così la libertà.
Lo vedo mentre scivola giù, dapprima lentamente, poi aumentando sempre più la sua velocità fino a sparire lontano, inghiottito dalle silenti tenebre siderali. Sento una live fitta al cuore, quasi come se una parte della mia anima venisse strappata con forza, ma è solo un breve, per quanto intenso, istante. Poi tutto torna alla normalità e dimentico di essere stato io stesso, fino a solo pochi secondi fa, il guscio destinato a vagare senza vita per il cosmo. Ma non c’è più tempo per pensare adesso: riprendo a vagare per i corridoi metallici, la mente annebbiata da quelle voci che si fanno sempre più insistenti, nell’attesa dell’istante in cui sarò costretto a sacrificare nuovamente il mio corpo.
Aaru’s Awakening è un platform come pochi se ne vedono. Ha uno stile grafico ricercato e curato come di rado capita di vedere, ma un comparto narrativo annacquato e un gameplay così ostico da risultare addirittura insopportabile, nelle sessioni più avanzate.Quindi promosso o bocciato?Scopritelo nella recensione di Console-Tribe a cura di Giorgio “Nadim” Catania!
Effettivamente i presupposti per un titolo di certo non memorabile, visti i trascorsi più recenti del leggendario brand, avrebbero potuto facilmente concretizzarsi. Eppure, il condizionale utilizzato è calzante più che mai, il debutto dei ragazzi di MachineGames è riuscito a scalzare ogni dubbio a suon di roboanti tonnellate di piombo fumante: poche chiacchiere, Wolfensterin: The New Order ha sancito il convincente ritorno del roccioso B.J. Blazkowicz, grazie a quello che, secondo il mio modesto parere, è stato uno degli shooter più azzeccati dello scorso anno. È per questo che ho atteso con ansia l’arrivo di Wolfenstein: The Old Blood, l’espansione stand alone che funge da prequel alle vicende narrate nel titolo di cui sopra. E l’attesa è stata quanto mai ben ripagata.
Redazione: "E' arrivato Project Root, chi lo fa?"Io: "Che gioco sarebbe, mai sentito"Redazione: " Uno shoot 'em up che sembra bello figo, tipo quelli degli anni tuoi, quando noi non eravamo ancora nati, dai video sembra somigliare allo Stardust che ti piaceva tanto"io: "ok lo faccio io!!"Rumore di passi in fuga...