Neo Shinjuku, anno 2271. C’è qualcosa di losco dietro la rassicurante facciata della Eden Corporation, compagnia che sembra sempre più tenere ben salde in mano le redini economiche e sociali del mondo. Eppure, nonostante faccia oramai parte della quotidianità della razza umana, c’è chi ancora non riesce a fidarsi di
Ci sono delle date che ti rimangono cucite addosso per tutta la vita, magari non sempre per il motivo corretto, ma è innegabile come taluni avvenimenti, per quanto filtrati attraverso la propria sensibilità, finiscano per diventare una parte consistente del nostro patrimonio mnemonico ed emotivo. Ed è per questo che,
A dispetto di un corposo remaster arrivato giusto all’inizio dell’estate, l’eredità di Wipeout sembra proprio non essere stata raccolta da nessuno e, complice anche l’assenza ingiustificata di un nuovo F-Zero, inizia seriamente a farsi sentire. Ci voleva, dunque, una piccola software house indipendente per ricordarci quanto le corse a gravità
Era da poco iniziato l’anno in corso quando ebbi il mio primo contatto con The Solus Project e, come potete tranquillamente leggere a queste coordinate, l’impatto con la produzione Teotl Studios fu decisamente positivo, seppur al netto di alcune logiche perplessità. I mesi sono passati ed il gioco, proposto inizialmente
Rudimentale nella messa in scena, per certi versi anche rozzo e minimale, ma è innegabile come l’impatto visivo di Tron fosse semplicemente devastante per chi, come il sottoscritto, negli anni ’80 era un bambino affascinato dal futuristico mondo del gaming. È con quelle immagini ancora ben fisse nella mente che
Magari non avrà di certo inventato nulla di nuovo, ma è innegabile come Limbo abbia saputo inserirsi in maniera decisamente convincente (e per certi versi originali) all’interno del filone dei platform. Capita sempre più spesso, difatti, che ci si riferisca al titolo Playdead quando si vuole sintetizzare in maniera efficace
Chi ha fatto il Liceo, in particolare quello Classico, sicuramente avrà avuto modo di cimentarsi con la Favola Greca, e le sue mitologie, come quella di Teseo ed il Minotauro. La vicenda vuole quest’ultimo, un essere con la testa di un toro ma le sembianze di un uomo, giacere in
Indiani e cowboy, alieni e cowboy, Cowboys from Hell, Cowboy Bebop e chi più ne ha più ne metta. Questo giusto per dire che gli equivalenti statunitensi dei nostrani butteri non si sono certo risparmiati le più assurde citazioni o contaminazioni. Devo dire, però, che mai mi sarei aspettato di
A molti di voi il nome Polistil non dirà assolutamente nulla, ma per quelli della mia generazione anche solo udire queste poche lettere non potrà fare a meno di far scorrere lungo la schiena un piacevole brivido nostalgico. Sì, perché quello era il nome che identificava le mitiche piste delle
“Se puoi schivare una chiave inglese, puoi schivare una palla!” Effettivamente questa citazione da Dodgball (Palle al Balzo dalle nostre parti) ben si sposa con quella che è l’essenza di Smashbox Arena, peculiare titolo prevalentemente multiplayer da poco sbarcato su PSVR. Sì, perché pur non presentando all’interno del suo inventario
Capita sin troppo spesso di rimanere schiavi del proprio successo, incapaci di uscire da una spirale virtuosa capace di trasformarsi ben presto in un incubo infinito. Sì, perché se ti adagi sugli allori di un format di successo, come potrebbe essere il caso del flipper, potrebbe arrivare improvvisamente il classico
La scena VR sta per diventare incredibilmente bollente dopo l’uscita di Superhot VR, versione appositamente creata dell’omonimo titolo (e dall’omonimo team) atta a sfruttare le capacità della realtà virtuale. Abbiamo sparato, schivato, e strangolato ogni nemico poligonale osasse contrastarci, utilizzando la combo PS Move e Playstation Camera/VR, e siamo pronti
Scomparse in seguito all’abbandono del tubo catodico, le light gun si erano viste rimpiazzate in maniera repentina dai controller di movimento giusto una generazione fa. Salutati i fasti di Point Blank e soci, il mondo degli on rail shooter su console aveva avuto un piccolo guizzo di vita in seguito
Magari sarà il classico fuoco di paglia, l’ennesima manciata di fumo gettata negli occhi destinata a volatilizzarsi al primo alito di vento, ma almeno per adesso godiamoci il momento e vediamo se tutto avrà un futuro. Sì, perché nonostante sia uscito da poco più di un mese, il PlayStation Aim
Spazio, ultima frontiera. Cavolo, era quanto mai scontato iniziare così la recensione di un titolo dedicato ad uno degli esponenti più importanti della science fiction mondiale, eppure non ho saputo resistere. Devo confessare che su questo incipit ha influito molto anche il gameplay vero e proprio di Star Trek: Bridge
Si respira una piacevole aria antica in Dick Wilde, a dispetto del non certo vetusto PlayStation VR richiesto per giocarlo. Lo spirito delle vecchie sale giochi, quando ancora le light gun facevano sognare e godere le orde di gamer, è difatti potente nel titolo firmato Bolverk Games. Che rifugge qualsiasi
Con tutta probabilità non saranno pochi quelli che rideranno nel leggere le mie parole, prendendomi pure per esaltato ed illuso. Eppure ci sono momenti in cui è palpabile la sensazione di assistere alla posa di un nuovo mattone nell’ecosistema del intrattenimento videoludico, di avere sperimentato in prima persona un titolo
Non nego che i giochi di kart mi siano sempre piaciuti. Forse sarà la loro apparenza sbarazzina, lontana anni luce dalle presunte e seriose simulazioni, oppure quel loro lato fottutamente arcade, capace di farmi tornare alla mente i gloriosi giorni delle sale giochi, quando ancora erano il luogo in cui
Chi videoludicamente è figlio degli home computer che hanno imperversato negli anni ’80, non può non aver incrociato il proprio joystick con una linea di codice ordinatamente compilata da Jeff Minter. Sia si parli di Commodore 64 (quanto mi manchi!) o di Spectrum, i titoli del coder britannico rappresentano quasi
A dispetto di un portfolio che può vantare titoli dall’aspetto quanto mai spensierato e giocoso come Little Big Planet e Tearaway Unfolded, i ragazzi di Tarsier Studio nascondono un’indole decisamente ben più tenebrosa ed oscura. Basta pensare ai toni cupi e disturbanti del loro recentissimo Little Nightmares e, seppur in
Sinceramente ignoravo l’esistenza dei Gnog, ma anche adesso che i nostri percorsi hanno finito per incrociarsi non mi è ancora ben chiara la loro natura. Chi sono? Da dove vengono? E soprattutto, perché? Beh, almeno a questa ultima ed angosciante domanda è possibile trovare agilmente una risposta dopo soli pochi
Ho aspettato qualche giorno prima di parlare, vuoi perché le vendite del PlayStation VR (nonostante le parole di Sony) non hanno garantito un corposo afflusso di utenti, vuoi per qualche confermato problema lato server. Fatto sta che dopo una manciata di match online sono, finalmente, riuscito a farmi un’idea precisa
Nascere in ambiente mobile, per quanto virtuale, per poi approdare con relativa calma su console, questo è il percorso seguito da Climax con Bandit Six: Combined Arms, raccolta di due giochi sviluppati e cresciuti agli albori di questa tecnologia, riproposti su PS4 ad un prezzo quanto mai competitivo, pur al
Sentirsi onnipotenti, padroni incontrastati di ciò che abbiamo davanti, unici responsabili delle esistenze virtuali che ci sono state magnanimamente concesse in dote dal software. Si rischia davvero di perdere la testa quando ci sediamo dietro ai controlli di un god game e la sensazione aumenta in maniera sensibile una volta