Recensioni

Recensione The Invisible Hours

di: Simone Cantini

Una delle feature che mi hanno sempre incuriosito dei DVD, e che è stata anche causa di mirabolanti disillusioni, di sicuro è quella relativa alle riprese multiangolo. L’idea di poter vedere un film da differenti punti di vista, magari alternando la visuale del regista ad una più personale, mi ha sempre intrigato. Peccato che tutti i miei progetti abbiano finito per scontrarsi con la dura realtà che, ad eccezione di qualche concerto, ha sempre visto bene di mantenere sopita questa caratteristica. Ci volevano i ragazzi di Tequila Works, con il loro The Invisible Hours, per farmi assaporare dopo anni queste sensazioni tanto bramate, grazie anche all’apporto del PlayStation VR.

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Murder, she wrote

È bene chiarire subito, come si premura di fare il team spagnolo con un bell’avviso prima di dare inizio alle danze, che The Invisible Hours non è un gioco nel senso stretto del termine, dato che a livello puramente ludico l’apporto del giocatore è pressoché nullo. Quella che andremo a vivere, difatti, è un’esperienza narrativa interattiva, in cui saremo spettatori semi passivi di una storia già scritta e sul cui svolgimento non potremo intervenire in alcun modo. E allora perché il lavoro di Tequila Works non si porta a casa una sonora bocciatura, ma si ritrova persino ad installarsi nei piani più elevati del nostro range di voti? Il segreto sta nel modo in cui la vicenda si dischiude sotto i nostri occhi, nella maniera in cui, magari dopo un primo e lineare assaggio, ci ritroveremo ad indagare su tutto quello che sarà successo attorno a noi mentre eravamo impegnati a seguire le azioni di uno dei protagonisti. Questione di punti di vista, dato che in questo giallo ambientato su di un’isola, all’interno della villa di Nikola Tesla, saranno le storie nascoste dei sette personaggi che agiranno sullo schermo a ribaltare tutte le nostre iniziali certezze. Basteranno pochissimi minuti per ritrovarci invischiati nell’omicidio del geniale inventore, e spetterà a noi seguire i ragionamenti che porteranno il detective svedese Gustaf Gustav a giungere alla soluzione del caso, andando a districare la matassa formata dalle personalissime storie degli altri sei invitati, tra cui troveremo addirittura Thomas Edison.

Punti di vista

Simile ad un’opera teatrale in quattro atti (come suggerisce in modo esplicito l’hub di partenza), potremo di volta in volta spostarci a nostro piacimento all’interno della scena, scegliendo il nostro punto di vista preferito, oppure optando per seguire un determinato personaggio, proprio come se fossimo spettatori attivi della vicenda. Come avvenuto in una delle sezioni di Batman: Arkham VR, potremo avere il pieno controllo dello scorrere del tempo, sfruttando un interfaccia simile in tutto e per tutto ad una sorta di editor video, tramite la quale saremo di volta in volta in grado di riavvolgere il flusso delle vicende, accelerarle o stopparle del tutto. Già, perché sarà proprio lo scorrere del tempo uno degli elementi cardine di The Invisible Hours: assistere a determinati avvenimenti, difatti, ci precluderà la visione di molti altri, utili a scoprire i vari tasselli che compongono il complesso e ricco mosaico orchestrato da Tequila Works. Appare, quindi, evidente come il voler seguire un’unica linea narrativa non ci consentirà di sviscerare pienamente il mistero, rendendo obbligatorio il rivivere i vari atti attraverso gli occhi di tutti i personaggi. Se è vero che sulla carta potrebbe apparire alquanto tedioso, grazie ad una brillante sceneggiatura e ad una recitazione (soprattutto vocale) degli attori digitali, non si avvertirà mai il fastidio di ripercorrere più e più volte i corridoi della magione di Tesla, tanta sarà la voglia di scoprire la personalità e le motivazioni di tutti i membri del cast. Aiuta anche una caccia ai moltissimi collezionabili, utili ad approfondire ulteriormente il background che è alla base del lavoro del team, che grazie a diari, lettere, fotografie e qualche simpatico easter egg, non mancherà di impegnare ulteriormente il giocatore. E proprio a tale proposito è bene parlare anche della longevità complessiva di The Invisible Hours, decisamente flessibile e tarata attorno alla sensibilità del player. Scegliere di vivere tutta d’un fiato la storia dell’assassinio di Tesla non porterà via che un’oretta abbondante, ma data la natura del titolo sarebbe quanto mai sciocco soffermarsi su di un simile e riduttivo punto di vista. Ecco, quindi, che se ci lasceremo prendere dalla voglia di scavare a fondo e sbrogliare nel suo complesso questa intricata matassa narrativa, si può tranquillamente arrivare a sforare il tetto delle cinque ore, un valore decisamente rispettabile ma che stona comunque con il prezzo un po’ altino a cui il tutto viene proposto.

Espressività vocale

Trattandosi di un lavoro fondamentalmente statico e scriptato, in definitiva un lungo video multiangolo digitale, l’impatto grafico di The Invisible Hours si attesta su livelli decisamente buoni. Sia la villa che le piccole porzioni all’esterno godono di un dettaglio e di una pulizia notevoli, così come ben realizzati sono i modelli poligonali dei vari personaggi. Qualche perplessità si riscontra unicamente in alcune animazioni degli stessi, che appaiono talvolta un po’ troppo ingessati, ma grazie all’ottimo voice over in lingua inglese l’espressività delle varie linee di dialogo è ampiamente garantita. Peccato manchi, al solito, una qualsiasi forma di localizzazione in italiano e ci si trovi, ancora una volta, costretti a poter contare unicamente sulla sottotitolazione nella lingua di Albione.

The Invisible Hours è un titolo senza dubbio sperimentale, sicuramente più vicino alle esperienze interattive che al puro intrattenimento videoludico, ma alla luce del risultato finale c’è solo da togliersi il cappello al cospetto della verve creativa dei ragazzi di Tequila Works. Pur nella sua staticità, il tutto vanta un appeal ed una capacità di catturare l’attenzione del giocatore talvolta estranee alle produzioni più canoniche, finendo per andare a tracciare un nuovo ed interessante sentiero all’interno del panorama videoludico. Di sicuro non è una produzione indirizzata agli gli smanettoni e a tutti coloro che si annoiano anche al solo accenno di cinematiche, ma sono certo che chiunque ami le storie ben scritte e dirette, e voglia sperimentare un modo inedito di fruizione, troverà in The Invisible Hours un ottima forma di intrattenimento.