Archivio Recensioni
di Donato Marchisiello
Non c’è dubbio che Tomb Raider sia stato un fenomeno ai suoi esordi, e l’enorme successo dei primi episodi ha spinto Core Design a produrre una nuova avventura di Lara Croft ogni anno. Ma, come talvolta accade, i grandi successi non durano per sempre, soprattutto se reiterati con regolarità e
Un mese dopo circa che Koei Tecmo ha rilasciato Dynasty Warriors Origins, il publisher nipponico, in partnerhisp con Omega Force, ha presentato in pieno stile fulmine a ciel sereno Warriors: Abyss, durante i recenti State of Play. Un titolo “ninja” (è il caso di dirlo) che, seppur sia ovviamente memore
La nostalgia, si sa, è un po’ canaglia (e un po’ dispensatrice di cattivi consigli). E specialmente negli ultimi anni, con il progressivo ed irreversibile irrobustimento degli effetti collaterali della endemica stanchezza concettual-meccanica che attanaglia l’industria tutta, annegare nella malinconia sembra una delle poche soluzioni con, ancora, un senso logico
Spesso, una formula semplice è quello che serve per raggiungere il vero scopo di ogni videoludo, ovvero intrattenere. Ed è probabilmente questo lo scopo prefissatosi di base da Big Helmet Heroes, titolo “senza pensieri” creato da Exalted Studio e Dear Villagers. Un prodotto che è impossibile non avvicinare, per concetti
Gli sparatutto ad estrazione, lentamente, si sono ritagliati una fetta di mercato via via più consistente. Dal 2017 quando Escape from Tarkov, nel silenzio generale, ha fatto capolino apportando una certa innovazione nel settore degli shooter in prima persona, diversi canoni, almeno in parte, sono caduti. Oggigiorno, il mantra “spara
Quando Freedom Wars ha debuttato su PlayStation Vita circa 10 anni fa, è stato acclamato come una gemma nascosta del suo tempo, un gioco di ruolo d’azione veloce che osava distinguersi per la sua narrazione distopica e i suoi ottimi combattimenti (in verità, ispirati vistosamente a Monster Hunter, seppur con
La realtà virtuale, nel bene e nel male, ha amplificato ed “aumentato” (letteralmente e non solo) il nostro modo di giocare. Grazie ad essa, infatti, la videoludicità, intesa come esperienza ricreativa digitale immersiva, ha compiuto diversi passi in avanti seppur, probabilmente, si sia ancora un po’ lontani dalla qualità “classica”
Se avete trascorso un po’ di tempo nelle sale giochi degli anni ’80 o ’90, o avete giocato a una delle tante conversioni casalinghe, su ogni formato immaginabile, il nome R-Type vi farà sicuramente venire una qualche forma di nostalgia. L’iconico sparatutto 2D è l’opera più importante dello sviluppatore giapponese
È passato molto tempo dall’ultima volta che abbiamo potuto indossare i nostri guantoni virtuali in un buon videogioco di boxe: l’ultimo che, probabilmente, verrà in mente in mente alla stragrande maggioranza dei player è Fight Night Champion, rilasciato nel 2011. E neanche la saga di UFC, che comunque ha sfornato
Esistono opere d’ingegno umane che, per quanto tacciate di mediocrità (concetto su cui, lungamente, si potrebbe discutere), riescono nel tempo a ritagliarsi uno zoccolo duro d’appassionati e fan sfegatati. Starship Troopers, film del 1997 diretto da Paul Verhoeven e liberamente tratto dal romanzo del 1959 Fanteria dello spazio di Robert
Il concetto di videogame, da decadi, è semplicemente la trasposizione “elettronica” dell’idea di gioco: un’attività ricreativa con degli schemi logico-interattivi dalle meccaniche specifiche e dalle finalità altrettanto chiare. E, al contempo, il gioco può esser anche arte, in diversi modi e forme. Ma il concetto di gioco come forma d’arte
Prevedibile come il sorgere del sole e della luna, anche quest’anno un nuovo capitolo della leggendaria saga dedicata al basket nord-americano è tornato a far muovere le retine virtuali di tutto il mondo. Parliamo, naturalmente, di NBA 2K25, rilasciato nei giorni scorsi per le maggiori piattaforme videoludiche attualmente sul mercato.
Sono passati tredici anni dall’uscita del primo Space Marine e il tanto atteso sequel segue un percorso ultraviolento e senza compromessi come il suo predecessore, ma questa volta gli orchi sono solo un passato ricordo e i tiranidi sono invece la reale minaccia (e non solo loro…). Lo sviluppatore Saber
Il Signore degli Anelli è sicuramente uno dei brand “multi-media” più iconici di tutti i tempi, seppur il suo monumentale successo in ambito letterario e cinematografico, non sia poi stato traslato integralmente nel segmento videoludico che, negli anni, ha visto pochi giochi legati al brand realmente interessanti. The Lord of
Era il 2002 quando Star Wars: Bounty Hunter approdò inizialmente su PlayStation 2 e, circa un mese dopo, anche su Game Cube. Un titolo che, all’epoca, non sconvolse esattamente gli animi, attestandosi su voti intermedi della critica (a quel tempo, Reddit era solo un sogno “bagnato”). Nonostante ciò, il prodotto
Il settore della realtà virtuale, dalla sua “reale” commercializzazione avvenuta solo pochi anni fa, ha introdotto, nei fatti, non solo un nuovo modo di vivere l’esperienza videoludica, ma anche di (ri)pensare i generi videoludici ormai capisaldo dell’ambito gaming. In modo particolare, il VR è riuscito a spingere l’acceleratore sul divertimento
In ogni campo, storicamente parlando, vi sono stati personaggi enormi, umanamente ed intellettualmente, in grado di influenzare ed orientare scelte, usi e costumi della società in cui vivevano. E sebbene il compianto Akira Toriyama, recentemente scomparso, sia ampiamente conosciuto per il suo seminale lavoro su “Dragon Ball” e i suoi
Dire South Park, probabilmente, significa affermare con forza il concetto di “politicamente scorretto”. Anzi, ancor di più: la serie animata, in onda quasi da 30 anni, è probabilmente il parto umano recente più vicino al concetto di cui sopra. In South Park, niente e nessuno, persone o concetti che siano,
Era il 1999 e poi, improvvisamente, il 2017. L’anno, rispettivamente, di Outcast e Outcast: Second Coming. Il primo, uno dei “progenitori” del concetto moderno di action a mondo aperto, il secondo una “semplice” rimasterizzazione del primo. Due titoli, a distanza di quasi vent’anni, che hanno contribuito a creare un retaggio
V’è qualcosa di mistico in quel di Humanity: non solo per l’estetica onirica ma anche il per messaggio altrettanto rarefatto, quasi spirituale, che porta con sé. E di già le premesse estetiche, basiche, potrebbero essere sufficienti per taluni affinché il gioco divenga uno dei preferiti della propria collezione. Ma al
Tempus fugit, recita un famoso brocardo di vita latino. Un concetto che, giorno per giorno, proviamo sulla nostra sempre più consunta pelle così come, al contempo, esso è anche un religioso standard in quasi ogni segmento dell’umano partorire. La tecnologia non sfugge a questo inesorabile legge, così come non sfuggono
Helldivers è ciò che si potrebbe tranquillamente definire uno “slow burn” game. Un titolo rilasciato “in sordina” che, molto lentamente, si è ritagliato un nutrito gruppo di fan. E siamo, circa dieci anni dopo, non solo a parlarvi del secondo capitolo del gioco, in questa sede testato nella sua versione
Minecraft ha nei fatti rivoluzionato il mondo dei videogame, tanto da poter tranquillamente parlare di un “prima” e di un “dopo” la pubblicazione del geniale prodotto di Mojang. Seppur non esattamente il primo, oggettivamente, nello specifico settore, il cubettoso Steve è riuscito a penetrare prepotentemente nell’immaginario collettivo, innescando tra un
Il contesto VR, seppur per certi versi ancora un po’ indietro a livello di maturità meccanico-concettuale rispetto alla controparte classica, non smette di offrire comunque del sano e spensierato divertimento (cosa che, tra l’altro, non sempre succede nel mercato videoludico ordinario). Ed è proprio questo il caso di Rat It: