Console-Tribe Awards 2010
Aspettate. Lasciate ancora un attimo gli spumanti al fresco e lo zucchero a velo nella bustina. Concedete ancora qualche minuto all'anno che ci sta lasciando, se lo merita, almeno dal punto di vista videoludico. Arrivati alla terza edizione, i Console-Tribe Awards non sono stati mai cosi' discussi all'interno della redazione come e' avvenuto in queste ultime settimane. I CTA sono la sublimazione di esperienze, preferenze e valutazioni differenti vissute e provate nel corso dei dodici mesi da tutta la redazione. Ma adesso bando alle ciance, e' ora di tirare le somme!
di: Redazione
Sono innumerevoli i momenti in cui il capolavoro Rockstar riesce a colpire nell’animo il giocatore, facendolo riflettere, commuovere, appassionare ai suoi meravigliosi personaggi e alle vicende narrate. Se l’indimenticabile epilogo della storia riesce da solo a far aggiudicare questo award a Red Dead Redemption, non potremo mai dimenticare nemmeno l’arrivo in Messico sulle note di Far Away. Innalzante.
State giocando, quando all’improvviso vi ritrovate uno strano liquido sulla mano. Avete pianto? Il videogame in vostro possesso è ricco di scene toccanti e commoventi? Un momento… ma queste non sono lacrime, è saliva! Confessatelo state di nuovo sbavando su Bayonetta. L’avvenente strega è capace di suscitare più di qualche reazione inaspettata, o meglio voluta, con un solo guizzo di capelli. Viva la prosperità e soprattutto viva Bayonetta! E che resti tra noi, chi non ha mai ruotato la telecamera per scorgere dei dettagli, per così dire, interessanti?
Il lusso per voi è un accessorio pacchiano e di poco conto. Siete sommersi dagli oggetti più introvabili e costosi. La vostra stanza è un monumento al consumismo e, voi, siete il massimo esponente di questa corrente di pensiero. Vi sentite dei veri Re ma purtroppo qualcosa non va, il vostro regno è incompleto. E proprio al centro della vostra camera vi accorgete che manca qualcosa, vi manca un trono. Quale migliore postazione se non il Playseat World Rally Championship Gaming Seat? Se non è questa “roba da ricchi”, cosa lo è?
Chi, almeno una volta nella vita, non si è svegliato chiedendo: “Madre, dov’è il mio rancio? In data odierna debbo affrontare delle temibili prove di coraggio e riscattare l’onore perduto della nostra antica casata”. Probabilmente nessuno, ma se siete tra questi significa che avete detto “addio alla vita sociale”. La realtà si distorce e si modifica, i vostri pensieri vi portano in mondi sconosciuti e terrificanti. Siete perennemente invasi dalla voglia di catturare nuove anime e non potete smettere di giocare a Demon’s Souls.
Sulla falsariga della saga Dinasty Warriors, Koei ci propone una fedelissima trasposizione ludica di uno dei manga (e anime) più amati di sempre. Per quanto il gameplay cerchi di essere profondo, presentando diversi aspetti tipici degli RPG, il tutto si riduce ad un frenetico button mashing dal quale derivano le tecniche più segrete della Sacra scuola di Hokuto. Solo per dita veloci.
Non ci siamo. La campagna promozionale martellante e le scopiazzature spacciate per innovazioni non sono bastate a salvare un titolo che cade nell’oblio delle occasioni miseramente sprecate. Blur è un racing game di stampo arcade come se ne vedono tanti che ha tentato di portare una ventata d’aria fresca al genere. Peccato che sono troppi i titoli che gli sono superiori, e non di poco.
Farsi ammaliare dal nome e restarne con le braghe calate. Questo è quanto potrebbe accadervi qualora decideste di acquistare Dead Space: ignition. Quest’ultimo, rilasciato sia sul Marketplace di Xbox Live che sul Playstation Store del PSN, rappresenta una minaccia tanto per il vostro portafogli quanto per la vostra sanità mentale. Siete alla ricerca di un prodotto valido e divertente? Sì? Allora state alla larga da Dead Space: Ignition e volgete lo sguardo altrove.
In un panorama di FPS fin troppo saturo di cloni e banalità, Metro 2033 si rivela un vero capolavoro. Atmosfera da urlo, pochissime munizioni e nemici inarrestabili: l’essenza della sopravvivenza. Da non sottovalutare nemmeno la bellissima trama, fedele trasposizione del romanzo cult di Dmitry Glukhovsky. Asfissiante.
Se da circa 15 anni attendevate di dare sfogo a tutto il vostro sadismo, e nemmeno Manhunt era riuscito ad attenuare questa voglia irrefrenabile di sangue, beh, siate allegri: Splatterhouse è tornato! Il titolo Namco è lontanissimo dall’essere un capolavoro ma di truculenza e budella ne troverete a valanghe, per la gioia di grandi e piccini (quest’ultimi meglio se bendati). Sei ore di svisceramenti, decapitazioni e smembramenti tutti da gustare… o disgustare.
Bethesda non imparerà mai. Nonostante sforni un capolavoro dopo l’altro, il talentuoso team che ha dato i natali alla serie Fallout non riesce proprio ad ottimizzare il suo lavoro. Anche New Vegas non sfugge a questa poco onorevole regola: muri invisibili, personaggi fluttuanti nel nulla e chi più ne ha più ne metta. Un vero peccato, perché il viaggio nella città del peccato si è rivelato a dir poco emozionante.
Nonostante Enslaved sia una vera perla se si parla di realizzazione artistica e sceneggiatura, il suo gameplay non dà praticamente possibilità di fallimento. I combattimenti saranno facilmente dominati dal nostro vasto campionario di poteri contro i quali i nemici non potranno che soccombere in pochi istanti. Le fasi platform sono praticamente un lunghissimo script, fatto di salti pre-calcolati e percorsi prestabiliti. Un gioco molto facile sì, ma pur sempre meritevole.
Dedizione, tanto allenamento e passione. Per essere tra i migliori giocatori di BlazeBlue: Continuum Shift non vi serve altro. Eh sì, lo ammettiamo, non è un gioco per tutti, proprio no. Del resto l’ultima fatica di Arc System Works è un gioco metodico, scrupoloso e basato su tecniche di combattimento specifiche e difficili da padroneggiare. Fare a cazzotti e uscirne vincitori richiede tanto sudore e dei pollici ben allenati. Mettetevi alla prova!