Da Mario Bava alla trilogia dei Manetti Bros
Ciao a chiunque, vicini o lontani che siate, visto che siamo nel quasi 2024(!) e siamo connessi h24 da ovunque. Debbo scrivere a (s)proposito di un film guardato al cinema. Ok. Anzitutto non scordandomi mai che sono su portale tematico (videoludico) con redattori competenti. Ricevuto. Per restare in tema mi
Il revival degli anni ’80 e ’90 negli ultimi periodi non è un segreto: IP dormienti che ricevono reboot nostalgici, grandi classici che vivono di nuova vita, produzioni recenti che però guardano al passato. L’eterno ritorno di questi prodotti luccicanti e delle atmosfere al neon è inevitabile soprattutto quando la
Square Enix deve essersi fatta bene i conti: proprio con l’uscita al cinema di Tomb Raider ecco che arriva l’annuncio del nuovo videogioco, Shadow of the Tomb Raider, in uscita il 14 Settembre. Quale miglior modo quindi, per ingannare l’attesa, se non andando nelle sale a vedere come si comporta
Dopo aver scritto e conquistato letteralmente il pubblico con Hell Or High Water, Taylor Sheridan torna sul grande schermo chiudendo una trilogia iniziata nel 2015 con Sicario di Denis Villenueve: La trilogia della fondazione. I segreti di Wind River è un film di cui non è solamente il sceneggiatore, ma
Di cosa sono fatti i sogni? Beh, domanda complicata. Se proprio dovessimo dare una risposta, vi diremmo che sono fatti della stessa materia dei film di Wes Anderson. Perchè a confezionare un buon prodotto cinematografico, oggi giorno, sono capaci un po’ tutti, budget permettendo. Ma immergere lo spettatore in un
Nord Italia, 1983. Nell’estate della provincia padana non c’è mai molto da fare ed Elio (Timothée Chalamet) è costretto a cedere la sua stanza per sei settimane ad Oliver (Armie Hammer), uno studente straniero scelto per una vacanza studio dal padre del primo ragazzo, il professor Perlman. La differenza tra i
The Post è forse il film più americano che vedrete quest’anno. Lo è nel cast (Tom Hanks e Meryl Streep, diretti da Steven Spielberg), lo è nella storia (la pubblicazione di documenti riservati sul Vietnam da parte del Washington Post negli anni ’70), ma soprattutto lo è nel suo volersi imporre
Dopo averci completamente ammaliato con il suo ultimo film, ovvero Sully, uno dei migliori del 2017, Clint Eastwood torna sì a raccontare una storia, ma il risultato finale non è quello che speravamo. Il film è tratto dall’autobiografia The 15:17 to Paris: The True Story of a Terrorist, a Train, and
Una costante in tutte le recensioni di “L’ora più buia” è sottolineare quanto sia bravo Gary Oldman. Siccome io però l’ho visto al cinema doppiato, non posso dire niente sulla sua bravura, la prendo sulla fiducia. In compenso, ho scoperto che dietro a Gary Oldman c’era pure un film. Ma
Si parlava, ieri, dopo l’anteprima stampa, nel breve viaggio in metro verso casa, di quanto alcuni registi, col passare degli anni, diventino romantici. Guillermo del Toro sembra essere uno di quelli. E dire che siamo sempre stati abituati a vederlo come il regista che popolato di mostri la nostra fantasia,
Correva l’anno 2003 quando Tommy Wiseau realizzò la sua prima e unica , ovvero The Room. Un film diventato cult per la sua comicità involontaria e che ha conquistato, in modo del tutto inaspettato, una grandissima fetta di pubblico. The Room è senza ombra di dubbio una delle cose più
A Woody gli si vuole bene, sempre. Non è questione di servilismo, è che a un regista come lui, che in carriera si è concesso il lusso di fare qualsiasi cosa e di farla in maniera unica e inimitabile, si deve volere bene per forza e dirgli anche un GRAZIE
Devo essere sincero: questo 2018, a livello cinematografico, si è aperto nel migliore dei modi. E non solo perché hanno messo la Dark Polo Gang in un film di Antonio Albanese. E’ appena uscito, infatti, Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Three Billboards Outside Ebbing, Missouri) – da qui in poi,
Potremmo parlare per ore di quella che, probabilmente, è stata una delle lavorazioni più travagliate dell’intera filmografia Pixar. Dall’insurrezione della comunità latino-americana negli States all’annuncio del titolo originale del film (Día de los muertos) al regista Lee Unkrich che fu costretto a mettere da parte il progetto per dedicarsi a
Nel 1959, a Suburbicon, cittadina modello nel sud degli Stati Uniti, si trasferisce tra lo stupore e il dissenso collettivo, la famiglia Mayers. I Mayers sono una famiglia normale: padre, madre e un figlio di quasi dieci anni. C’è solo un piccolo problema, sono neri. Mentre in città monta una
Ogni tanto Netflix ha il vizietto di buttare nel calderone del suo immenso catalogo un film auto-prodotto che, alla fine, si rivela inaspettatamente un gran bel film o quantomeno un progetto interessante per degli spunti futuri. E’ successo prima con Hell or High Water, sorprendente western moderno firmato David Mackenzie
Un giorno Maria, figlia di Andy, arrivò sul set e si diresse nel camerino per parlare con suo padre. Rimase nel camerino a parlare con quell’uomo per circa un’ora. Si abbracciarono, piansero, risero. Come un padre e una figlia che si ritrovano dopo tanti anni. Maria non aveva mai conosciuto
Con The Hurt Locker e Zero Dark Thirty la regista premio Oscar, Kathrine Bigelow, ha saputo affrontare in maniera veramente egregia il tema sconvolgente della guerra. Come se non bastasse, Detroit chiude definitivamente tutto questo, gestendo l’intera vicenda con estrema accuratezza. Ma su cosa si basa il film? La pellicola
Una premessa: dell’essenza di Star Wars me ne frega ben poco. Principalmente perché ancora non riesco a capire quale sarebbe quest’essenza. Cioè, che hanno da spartire i pupazzi del Ritorno dello Jedi, la fantapolitica di Attacco dei Cloni e la violenza di Rogue One? Il tono è piuttosto diverso. Perfino il
Nonostante due film a lui dedicati, Thor è l’eroe del Marvel Cinematic Universe che più di tutti ha faticato a lasciare il segno in questo impressionante mondo creato da Kevin Feige e company. Forse è colpa proprio dei film da solista che non sono riusciti a mantenere una loro identità,
I sette anni di assenza dagli schermi non hanno arrugginito il mito di Jigsaw, che torna più spietato che mai in Saw legacy. L’ottavo capitolo della saga, un po’ sequel, un po’ reboot, rinvigorisce il franchise grazie ad una trama piena di colpi di scena, ma soprattutto all’ulteriore mitizzazione della
Vivo in una piccola cittadina di provincia, più o meno sul modello di quella con due discoteche e centosei farmacie degli 883. In particolare, qua ci sta un unico cinema, con un paio di sale, e una programmazione quanto meno rapsodica. Eppure, guardare quanta gente stia in sala è, per