Cinema Recensione

Conclave

di: Andrea Campriani

Dai, non ci giro manco intorno a questo giro, ribadisco che questo per me e non solo spero è l’anno di quell’immenso attore che risponde al nome di Ralph Fiennes, sicchè fuori dai co…pioni, dai.

Per visualizzare i video di terze parti è necessario
accettare i cookie con finalità di marketing.

Extra omnes

Ebbene sì, ne tratto solo ora post rewatch e tocca rispolverare il formulario se non anche le volutamente sempre più lontane per me reminescenze di diritto canonico ed ecclesiastico perchè Conclave, diretto da Edward Berger e tratto dal best seller di Robert Harris, uscito a fine 2024 anche in Italia, con ancora Papa Bergoglio in vita e dunque prima dell’elezione relativamente inaspettata di Prevost, non un particolare, di ciò tratta, appunto della elezione del Pontefice che nel film succede a Papa Gregorio XVII (ogni riferimento…potrebbe non essere casuale).

A riunire nella Santa Saede Vaticana i Cardinali elettori è appunto Il Decano Thomas Lawrence (un divino Ralph Fiennes) con appunto tra i papabili come si suol dire anzitutto i più alti prelati tra cui: il più liberale per così dire Aldo Bellini (Stanley Tucci al solito splendido tra un giro enogastronomico in Italia e l’altro);  il conservatore, il nigeriano Joshua Adeyemi (Lucian Msamati); altro conservatore il canadese Joseph Trembley (John Lightgow) e il direttamente reazionario Goffredo Tedesco (Sergio Castellitto). A loro e gli altri votante si aggiunge in extremis Vincent Benitez (Carlos Diehz), missionario in quel di Kabul, manco a dirlo il più progressista in assoluto, promosso quasi in punto di morte dal fu Papa, nonchè un nutrito gruppo di Sorelle di varia provenienza coordinate da Suor Agnes (una sempre splendida splendente Isabella Rossellini anche con quel dress code).

Erga omnes

Limito i latinismi, mi scuso ma qui i pro-forma, il protocollo, vanno in automatico. Non temete comunque che Conclave è tutto fuorchè un mattone come si suol dire, con divagazioni teologiche sui massimi sistemi e men che meno bigottismi di sorta. Da cui la sua portata generale, per tutti.

Qui si tratta di un thriller, se vogliamo casomai a fortissime tinte politiche più che porporate che in due ore stecchite di durata ci fa letteralmente entrare dentro i meccanismi dell’elezione del Capo della Chiesa Cattolica, Romana e apostolica, ancora non fosse chiaro, coi rapporti di forza, pesi e contrappesi nei vari orientamenti per così dire partitici che sono rappresentati dai personaggi col personaggio di Fiennes a cercare di tirare le fila, tirato a sua volta per la tonaca dai suoi colleghi, per un motivo o per l’altro, in un crescendo narrativo che incolla alla poltrona del cinema o di casa. Con un cast corale esagerato e a partire dal personaggio e dall’interpretazione magistrale di Fiennes, c’è uno dei migliori ragionamenti sul tema universale della Fede (quella cristiano cattolica in questo caso ma estendibile anche alle altre, seppur in forme codificate diverse, inclusivo paradossalmente anche per i più atei/agnostici).

Nuntio vobis gaudium magnum

No, tranquilli non spoilero mai, figurarsi stavolta che il plot twist per tempi e scelta è a mio avviso uno dei migliori di sempre, degli ultimi tempi ancor più.

Conclave, questo ve lo anticipo, e la mia decisione di trattarne così con tutta calma, altamente ponderata in un certo senso come la sinossi del film è solo perchè, se non a podio, è già nel mio meglio dell’annata cinematografica. Andate in pace a guardarlo e riguardarlo. Vi bene, dico: fidatevi.