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Recensione Rocket League

Sono sicuro che se scrivo, come sto per fare, Supersonic Acrobatic Rocket-Powered Battle-Cars la maggior parte di voi penserà sicuramente che stia per elaborare una roboante supercazzola a tema videoludico. Se invece siete tra coloro che, nel remoto 2008, siete riusciti ad entrare in contatto anche solo per un istante con i ragazzi di Psyonix Studios non avrete difficoltà a comprendere l’idea di fondo che anima il loro recentissimo Rocket League. In pratica come se fosse perineo ridondante sul campanello del metronomico piedistallo. E uno a zero per me...

di: Simone Cantini

Sono sicuro che se scrivo, come sto per fare, Supersonic Acrobatic Rocket-Powered Battle-Cars la maggior parte di voi penserà sicuramente che stia per elaborare una roboante supercazzola a tema videoludico. Se invece siete tra coloro che, nel remoto 2008, siete riusciti ad entrare in contatto anche solo per un istante con i ragazzi di Psyonix Studios non avrete difficoltà a comprendere l’idea di fondo che anima il loro recentissimo Rocket League. In pratica come se fosse perineo ridondante sul campanello del metronomico piedistallo. E uno a zero per me…

Colpo di marmitta

Descrivere il gameplay di Rocket League è davvero semplice: prendete delle automobiline radiocomandate e calatele all’interno di un’arena dotata due porte. Fornite loro una palla e sfidatele a realizzare il maggior numero di goal. Semplice vero? Decisamente meno immediato sarà padroneggiare a dovere le movenze delle suddette vetture, al fine di annichilire gli avversari. I nostri bolidi, tutti rigorosamente identici a livello prestazionale, potranno sfrecciare liberamente avanti e indietro, curvare, compiere un doppio salto che permetterà loro di ruotarle lungo gli assi cartesiani, oltre a poter contare su di un turbo potenziabile raccogliendo determinati oggetti sparsi sul terreno di gioco. I comandi, per quanto decisamente intuitivi, richiederanno come già detto di un certo quantitativo di pratica prima di essere sufficientemente addomesticati e sarà proprio la pazienza che dimostrerete in questo lasso di tempo a determinare il successo, nei vostri cuori, diRocket League. Passato il comprensibile spaesamento iniziale e presa confidenza con il sistema di controllo, difatti, la soddisfazione nel riuscire finalmente ad indirizzare quella maledetta palla laddove vogliamo sarà direttamente proporzionale alle imprecazioni spese. E così tra un salto, una derapata ed una torsione all’ultimo secondo finiremo per inanellare una partita dopo l’altra senza rendersene conto. Questo è anche merito della velocità di fondo dei vari match, che si esauriranno tutti in una manciata scarsa di minuti, ma non per questo saranno parchi di emozioni e motivi di esaltazione. Anche scendere in campo sarà questione di pochi istanti: sarà sufficiente scegliere la tipologia di scontro (online o offline) e potremo partire alla ricerca del goal vittoria. Sarà possibile optare se giocare da un minimo di 1 contro uno ad un massimo di 4 contro quattro, cimentarsi in sessioni di allenamento (consigliate), oppure partecipare ad un campionato interamente personalizzato contro i BOT guidati dall’intelligenza artificiale. Graditissima feature, inoltre, è quella dello split screen capace di ospitare sino a 4 giocatori, oramai una rarità in questa epoca funestata da connessioni imprescindibili. Man mano che giocheremo si accumuleranno punti esperienza che, oltre a far salire il nostro livello, renderanno disponibili nuove vetture, come già detto tutte rigorosamente identiche in termini prestazionali, oltre a nuove livree e decorazioni per le stesse. Ad un primo impatto ciò potrebbe sembrare limitante, specie l’assenza di uno sblocco di perk ed abilità particolari, ma a lungo andare ci si rende presto conto di come la scelta di uniformare l’esperienza, limitando le differenze unicamente all’abilità dei contendenti pare la scelta più azzeccata. L’unico aspetto su cui si spera Psyonix intervenga è relativo alle modalità di gioco, ma già così c’è di che divertirsi.

Più veloci della luce

Realizzato grazie al collaudatissimo Unreal Engine 3Rocket League punta prepotentemente sulla velocità dell’azione di gioco, riuscendo a segnare il punto della vittoria: i 60 frame al secondo si sentono tutti e mai come in questo caso riescono ad essere un valore aggiunto a questa esperienza che fa della frenesia e della rapidità di azione uno dei suoi punti cardine. Questo però non ha affatto lasciato indietro l’impatto estetico che, seppur incapace di rivaleggiare con le produzioni provenienti dai grossi team di sviluppo, riesce ad appagare ugualmente gli occhi dei giocatori: le auto sono modellate con cura e ricche di dettagli, così come gradevole è la realizzazione dei vari stadi in cui saremo chiamati a gareggiare ed i vari effetti scenici che accompagneranno i goal segnati e le evoluzioni delle vetture. Ottimo il comparto sonoro che può vantare una colonna sonora azzeccata e decisamente ben orchestrata. Riguardo al netcode, durante la prova si è rivelato sufficientemente stabile seppur non esente da sporadici fenomeni di lag e disconnessioni: il team ha dichiarato di essere stato colto alla sprovvista dal successo riscontrato dal gioco e ha garantito di essere già corso ai ripari per migliorare sensibilmente le performance dei server. Staremo a vedere.

Rocket League non sarà certo FIFA o PES (e per il sottoscritto questo è un pregio enorme!), ma il divertimento che riesce a regalare non ha nulla da invidiare ai succitati giochi. La creazione di Psyonix Studios va ad ampliare il ricco catalogo dei giochi da ancora una e poi smetto, quei giochi che grazie a questo semplice mantra finiscono per farci trascorrere notti insonni, magari nel tentativo di segnare una rete in più dei nostri avversari. Come il balzello pingue del cartonato pelvico surrogato del piantone insomma. E due a zero per me…