Recensione Recensione di Tom Clancy’s HAWX
Recensione di Tom Clancy's HAWX di Console Tribe
di: RedazioneLa generazione degli “spammer” di proiettili. Così potrebbe essere etichettata l’odierna era videoludica.
Facendo un piccolo salto nel passato, possiamo affermare che la PS2 fu
sicuramente la piattaforma regina dei J-GDR, così come la
vecchia Xbox diede vita ad alcuni degli FPS che tuttora dominano
l’olimpo dei videogiochi. Ambedue le console potevano comunque contare
su una grande varietà di titoli, e per ogni genere era presente
almeno un brand più o meno noto.
Tuttavia a prescindere dalla generazione, passata o attuale, c’è
sempre stata una categoria di giochi che ha goduto di pochissimi
rappresentanti, di cui forse soltanto uno merita di essere menzionato.
Per chi non l’avesse capito stiamo parlando degli pseudo-simulatori di
volo e naturalmente di Air/Ace Combat.
Se una volta erano presenti altri esponenti decentemente realizzati, come ad esempio Deadly Skyes
(che fra l’altro può vantare tre capitoli), nell’attuale
“generazione dei proiettili”, come l’abbiamo appena
battezzata, questa piccola varietà è stata
pressoché nulla.
E’ così che Ubisoft, dopo averci provato già con Over G Fighters ed i due Blazing Angels,
ha pensato bene di riprovarci sfruttando un brand i cui diritti sono
stati acquistati di recente: tale brand risponde al nome di Tom Clancy.
Esce quindi dall’hangar il nuovo H.A.W.X.,
titolo di combattimento aereo che si appoggia alla fama del celebre
scrittore statunitense. Clancy ha di fatto prestato la sua inventiva al
fine di dare forma alla trama su cui si regge l’ultimo nato della
software house francese. E si può dire sin da subito che ad un
titolo di guerra il nome Tom Clancy si abbini senza alcuna
difficoltà. Presumibilmente è proprio questa la
più grande differenza che separa Ace Combat da H.A.W.X.:
se il primo si basa su trame al limite del fantascientifico e dunque
poco realistiche, il secondo narra eventi che potrebbero essere
tremendamente reali ed associabili persino al contesto socio-politico
attuale. Insomma, da un lato l’immaginazione pura, dall’altra
un’ipotetica rielaborazione della realtà contemporanea.
Pilota d’alta quota
Scendendo maggiormente nei dettagli delle situazioni che affronterete
(senza però svelarvi parti importanti della trama), possiamo
accennarvi che vestirete i panni di un caposquadriglia di un gruppo
sperimentale dell’aviazione americana, un tipo problematico alla Pete
“Maverick” Mitchell (Tom Cruise in Top Gun). Questi,
congedato dalle forze armate di appartenenza, accetta l’invito di una
delle tante compagnie militari private, ormai di ampia diffusione un
po’ ovunque. Tali PMC (Private Military Company) lavorano
esclusivamente a scopo di lucro e il nostro capitano si troverà
ben presto a svolgere compiti a favore di vari governi e dittatori
sparsi per il globo. Nulla di particolarmente amorale e, anche se lo
fosse, l’alto guadagno farebbe chiudere quattro o cinque occhi.
Il denaro però non sarà mai abbastanza per far rinnegare
ad un asso americano l’amore per la sua nazione (tematica carissima a
Clancy): una cospirazione globale contro gli Stati Uniti d’America
basterà infatti a far rinsavire il caro caposquadriglia, dando
vita al momento forse più epico e coinvolgente dell’intero gioco.
Come premesso, non possiamo anticiparvi altro, ma si può dire
che la tensione tipica dei libri dell’autore non mancherà di
certo e le missioni che giocherete vi terranno sempre sul filo del
rasoio: garanti della pace mondiale o colpevoli di un olocausto
nucleare.
Danzando nei cieli
Generalmente quando si chiedono informazioni ad amici e conoscenti
intraprendendo una discussione su un gioco del genere, si mettono in
fila sempre le tipiche parole: ”simulatore di volo”. Nulla
di più sbagliato, difatti su console non abbiamo mai avuto veri
simulatori di volo e il celebre Ace Combat così come H.A.W.X.
non hanno nulla a che vedere con tale categoria; potremmo invece
definirli dei giochi arcade di combattimento aereo caratterizzati da
elementi più o meno realistici.
Sebbene il titolo Namco abbia un sistema di danni discretamente
più punitivo, è opportuno dire che i missili nemici sono
schivabili semplicemente compiendo manovre evasive basilari, cosa che
invece il titolo Ubisoft non ci permetterà di fare,
costringendoci a cambiare visuale e ad usare la cosiddetta
“modalità OFF”.
Dopo averla citata abbiamo chiaramente il dovere di presentarvela e
spiegarvela. Ebbene, tale modalità di volo rappresenta forse la
maggiore innovazione dall’uscita di Air Combat
ad oggi. In pratica, mentre durante il volo ed il combattimento normali
avremo le classiche visuali in terza persona o dall’interno, attivando
la modalità sopracitata la visuale diventerà simile a
quella di un replay: piloteremo il nostro falco d’acciaio con una
visuale da dietro l’aereo pressoché libera e con un campo visivo
decisamente molto ampio. Ma se pensate che questo possa incidere solo
ed esclusivamente sulla telecamera di gioco vi sbagliate di grosso.
Difatti molte “assistenze al volo” verranno disattivate,
permettendoci di eseguire scivolate d’ala e manovre al limite della
fisica. Potremo quindi agganciare gli avversari con maggiore
facilità nonché avere una maggiore percentuale di
successo per quel che riguarda le eventuali manovre difensive atte a
schivare pericolosi missili nemici. Sarà presente naturalmente
un rovescio della medaglia: senza alcuna assistenza, oltre ad avere
grandi possibilità di andare in stallo, avremo anche maggiori
problemi ad orientarci nell’area di missione assegnataci. La bravura
del giocatore risiederà pertanto nel disattivare ed attivare la
modalità OFF nei momenti più consoni (tale passaggio
è eseguibile all’infinito con la semplice doppia pressione di un
tasto) in modo da massimizzare la propria precisione e la propria
agilità.
Per il resto il titolo poggia su un gameplay estremamente consolidato e simile a quanto offerto dal più affermato Ace Combat. Paradossalmente le caratteristiche fondamentali di H.A.W.X.
sono le seguenti: la presenza sul proprio aereo di una quantità
di missili che richiederebbero in realtà l’intera stiva di una
nave e una resistenza ai colpi degna di Superman. Ci sarebbe da
storcere il naso ma vi assicuriamo che tali scelte sono state dettate
al fine di realizzare un gioco fruibile ai più e che non risulti
mai frustrante. Sempre per tale scopo anche il sistema di collisioni
risulta essere molto semplificato, infatti quantunque l’impatto col
terreno o con i palazzi ci ucciderà all’istante, il contatto con
gli alberi sarà invece del tutto ignorato, sia per motivi di
spettacolarità (durante missioni in cui saremo chiamati a volare
per minuti a livello del suolo) sia per probabili deficit di calcolo
delle attuali console.
Sono chiaramente presenti varie impostazioni di difficoltà che
aumenteranno progressivamente l’intraprendenza degli avversari e i
danni che subiremo, senza però snaturare mai l’essenza di pura
azione del titolo.
Adempiendo a varie richieste, come ad esempio l’eliminazione di un dato
numero di avversari con un’arma specifica, avremo accesso a diversi
extra sbloccabili che ci consentiranno di sperimentare velivoli via via
sempre più avanzati e armamenti maggiormente efficaci.
Grazie alla presenza di obiettivi secondari e ai diversi gradi
raggiungibili completando le varie missioni e mettendo a segno quante
più uccisioni possibili, il gioco può contare su una
buona longevità, e talvolta ci sentiremo persino invitati a
terminare più volte alcuni dei capitoli più spettacolari.
Le modalità online restano essenzialmente legate alle ricompense
guadagnate, rendendosi di fatto ancora più appetibili ma
tuttavia non esenti da difetti. I combattimenti Versus, sebbene
prevedano soltanto un classico deatmatch a squadre (quattro contro
quattro), senza possibilità di una qualsiasi variante, risultano
ben bilanciati e giocabili, diversamente dalla campagna cooperativa che
invece si dimostra qualcosa di disarmante. I compagni reali cercheranno
solamente di abbattere quanti più nemici possibili, senza darvi
mai copertura o supporto, in contraddizione con l’ottimo atteggiamento
tenuto invece dai compagni comandati dalla CPU. Per questo motivo la
cooperativa offerta risulta approssimativa e non riesce affatto ad
incentivare la collaborazione, andando a premiare solo la competizione
fra compagni. Un’occasione mancata.
Col vento tra le mani
Esaminando il sistema di controllo possiamo dire che gli sviluppatori
hanno svolto un ottimo lavoro, infatti il pad si adatta in modo
perfetto al gioco e ha il pregio di non rendere mai la
manovrabilità dell’aereo difficile o legnosa; ciò lo si
deve probabilmente ad uno schema di comandi rimasto pressoché
invariato dal buon vecchio Air Combat.
Come ben saprete, ormai da parecchio tempo ed in concomitanza con
l’uscita di certi titoli, alcune ditte di periferiche fanno uscire
sistemi di controllo appositamente studiati. L’esempio lampante ci
viene dato dalla Logitech che quasi sempre ha creato volanti di
qualsiasi fascia di prezzo in occasione dei vari Gran Turismo, oppure
in tempi ben più recenti si possono citare i controlli in stile
cabinato rilasciati per Street Fighter IV.
Saitek, azienda leader nella creazione di periferiche gaming per
simulatori di volo e affini, non poteva sottrarsi alla realizzazione di
una cloche studiata espressamente per H.A.W.X.: nasce così la versione console dell’Aviator Flightstick, disponibile sia per PS3 che per Xbox 360.
Avendone avuto l’occasione non potevamo esimerci dal testare la
periferica in questione, curiosi di sapere se effettivamente avrebbe
migliorato l’esperienza di gioco. La risposta a questo quesito non
è stata subito chiara, in quanto in un primo momento il gioco ci
è sembrato addirittura più difficile, tuttavia dopo
alcune ore di utilizzo siamo riusciti ad adattarci alla diversa
velocità di risposta ottenendo pertanto un’ottima padronanza. Vi
garantiamo che la soddisfazione di alzare la sicura sul lancio missili
e vedere il nemico disintegrarsi in volo sarà impareggiabile,
così come parecchie manovre evasive famose (come la manovra
cobra) diverranno incredibilmente familiari.
L’Aviator Flightick
non è nemmeno molto costoso e a tal proposito è
discutibile che Saitek abbia deciso di rendere compatibile con le
console attuali solo una periferica di fascia bassa e non le ben
più performanti X52, che avrebbero potuto essere scelte
da chi magari desiderava una sensazione più realistica. Ad ogni
modo l’acquisto di tale sistema di controllo non ci pare affatto
inutile, considerandone anche la compatibilità con Ace Combat 6 e i vari Blazing Angels e visto il suo prezzo addirittura inferiore ai pad originali delle rispettive console di destinazione.
Con la testa fra le nuvole
E’ proprio il caso di dirlo: giocando H.A.W.X. ci si sente
sul serio con la testa fra le nuvole; la sensazione di trovarsi in volo
a oltre tremila metri d’altezza viene valorizzata dalla realistica
ricostruzione degli scenari di gioco attraverso l’utilizzo di riprese
satellitari. Gli sviluppatori, infatti, pur di garantire degli ambienti
quanto più concreti possibile, sono entrati in possesso (previa
autorizzazione) di fotografie ad alta risoluzione scattate dal
satellite GeoEye. Questo ha permesso la creazione di location
quasi del tutto fedeli alle rispettive controparti reali, tanto da
farci sorvolare edifici famosi come il Pentagono e il Campidoglio,
così come il mitico stadio Maracanà.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Il risultato generale
ottenuto non è infatti del tutto esemplare: il livello di
dettaglio offerto è senza ombra di dubbio altalenante, passando
da aree ricche di particolari ad altre piuttosto scarne ed
approssimative. A ciò si aggiunge un tasso di
interattività degli scenari praticamente assente, pertanto
sparare contro imponenti fabbricati non comporterà alcuna
conseguenza, se non quella di imbattersi nelle tipiche scie di fumo. Un
vero peccato, soprattutto perché riteniamo che uno scenario
“vivo e vegeto” avrebbe enfatizzato ulteriormente ogni
combattimento aereo. Fortunatamente, però, gli scontri tra i
cieli sono incorniciati da ottimi effetti particellari ed esplosioni
piuttosto verosimili.
La modellazione poligonale degli aerei è accettabile quanto
basta, tuttavia ci saremmo aspettati una riproduzione dei velivoli
quanto più realistica possibile. A tal proposito non potevamo di
certo pretendere un fotorealismo estremo, ma quantomeno avremmo gradito
una palette cromatica più consona e meno artificiosa, specie per
quanto riguarda l’infima qualità dei mezzi nemici.
Il motore grafico riesce a garantire un’ottima fluidità, salvo
rarissime incertezze riscontrabili nei momenti più concitati che
comunque non inficiano l’intera esperienza giocata.
Il comparto sonoro si integra in modo impeccabile con quanto offerto
dai vari scenari bellici, distinguendosi particolarmente per le musiche
di stampo cinematografico in grado di accompagnare, senza mai eccedere,
le sequenze d’azione più spettacolari. Gli effetti sonori
risultano ampiamente apprezzabili e soprattutto aderenti al contesto,
ottimizzando pertanto il tasso di veridicità delle esplosioni
nonché del lancio dei missili.
Il doppiaggio, interamente localizzato in lingua italiana, svolge
ottimamente il suo compito, esaltando in particolar modo le diverse
sessioni di briefing tra una missione ed un’altra. Lo stesso non si
può dire per i dialoghi durante le fasi giocate, che risultano
scarni e poco ispirati.
Un ulteriore neo può essere riscontrato
nell’impossibilità di impostare il parlato in inglese
(mantenendo la traccia sottotitoli italiana), che in campo aeronautico
militare avrebbe svolto sicuramente meglio il suo compito: non a caso
le tipiche frasi dette dai piloti di caccia nei vari film sono sempre
nella “lingua della Regina” e riescono a coinvolgere in
maniera certamente maggiore.
A riprova di questo ragionamento il video iniziale di H.A.W.X. può essere un validissimo esempio.
I shall fear no evil…or not?
La nostra missione è stata praticamente completata e
intravediamo tra le nuvole la nostra base; prima di esaurire il
carburante ci resta solamente il debriefing.
H.A.W.X. è uno dei pochi titoli che allo stato attuale
permette di lanciarsi in combattimenti aerei, presumibilmente l’unico
degno di nota insieme a Ace Combat 6, malgrado non sia esente
da difetti. In primo luogo, nonostante la grandissima idea
dell’utilizzo del satellite per mappare le aree di gioco, la
qualità con cui sono realizzate queste ultime si limita alla
veridicità geografica, mentre scendendo di quota i dettagli
calano sensibilmente (difetto che peraltro ha sempre afflitto tutti i
giochi appartenenti al genere). Inoltre nulla è stato fatto per
avvicinare gli amanti della simulazione, infatti l’intero comparto
giocato del titolo mira a catapultare al centro dell’azione, con
l’obiettivo primario di privilegiare il divertimento più puro,
che di fatto non mancherà.
La mancata simulazione può facilmente essere individuata nei
limiti tecnici delle console: basta vedere la quantità di spazio
e di calcoli che vengono eseguiti dai giochi che prevedono un sistema
di collisioni esasperato (sicuramente più difficile nella
realizzazione rispetto alle collisioni fra auto).
Non ci sarebbe molto da obiettare su tale scelta adoperata da Ubisoft,
ma le obiezioni le solleviamo eccome sulla modalità online, che
nel caso specifico pare qualcosa messa lì tanto per dare un
contentino. Piuttosto che realizzare due modalità mal riuscite,
tanto valeva lasciare il classico Versus a schermo condiviso, senza
vantare quindi cooperative e competitive online che sono palesemente
limitate da un’unica modalità disponibile.
In definitiva H.A.W.X.
porta una ventata di aria fresca nel mondo dei finti simulatori di
combattimento aereo, una ventata che allo stesso tempo sa di aria
viziata però, per via di errori di noncuranza che il team di
sviluppo avrebbe potuto facilmente correggere, regalandoci un titolo
memorabile piuttosto che un semplice buon gioco. L’unica cosa veramente
sfruttata a fondo è la collaborazione di Tom Clancy, che regala alla trama un crescendo notevole di tensione.
Facendo un piccolo salto nel passato, possiamo affermare che la PS2 fu
sicuramente la piattaforma regina dei J-GDR, così come la
vecchia Xbox diede vita ad alcuni degli FPS che tuttora dominano
l’olimpo dei videogiochi. Ambedue le console potevano comunque contare
su una grande varietà di titoli, e per ogni genere era presente
almeno un brand più o meno noto.
Tuttavia a prescindere dalla generazione, passata o attuale, c’è
sempre stata una categoria di giochi che ha goduto di pochissimi
rappresentanti, di cui forse soltanto uno merita di essere menzionato.
Per chi non l’avesse capito stiamo parlando degli pseudo-simulatori di
volo e naturalmente di Air/Ace Combat.
Se una volta erano presenti altri esponenti decentemente realizzati, come ad esempio Deadly Skyes
(che fra l’altro può vantare tre capitoli), nell’attuale
“generazione dei proiettili”, come l’abbiamo appena
battezzata, questa piccola varietà è stata
pressoché nulla.
E’ così che Ubisoft, dopo averci provato già con Over G Fighters ed i due Blazing Angels,
ha pensato bene di riprovarci sfruttando un brand i cui diritti sono
stati acquistati di recente: tale brand risponde al nome di Tom Clancy.
Esce quindi dall’hangar il nuovo H.A.W.X.,
titolo di combattimento aereo che si appoggia alla fama del celebre
scrittore statunitense. Clancy ha di fatto prestato la sua inventiva al
fine di dare forma alla trama su cui si regge l’ultimo nato della
software house francese. E si può dire sin da subito che ad un
titolo di guerra il nome Tom Clancy si abbini senza alcuna
difficoltà. Presumibilmente è proprio questa la
più grande differenza che separa Ace Combat da H.A.W.X.:
se il primo si basa su trame al limite del fantascientifico e dunque
poco realistiche, il secondo narra eventi che potrebbero essere
tremendamente reali ed associabili persino al contesto socio-politico
attuale. Insomma, da un lato l’immaginazione pura, dall’altra
un’ipotetica rielaborazione della realtà contemporanea.
Pilota d’alta quota
Scendendo maggiormente nei dettagli delle situazioni che affronterete
(senza però svelarvi parti importanti della trama), possiamo
accennarvi che vestirete i panni di un caposquadriglia di un gruppo
sperimentale dell’aviazione americana, un tipo problematico alla Pete
“Maverick” Mitchell (Tom Cruise in Top Gun). Questi,
congedato dalle forze armate di appartenenza, accetta l’invito di una
delle tante compagnie militari private, ormai di ampia diffusione un
po’ ovunque. Tali PMC (Private Military Company) lavorano
esclusivamente a scopo di lucro e il nostro capitano si troverà
ben presto a svolgere compiti a favore di vari governi e dittatori
sparsi per il globo. Nulla di particolarmente amorale e, anche se lo
fosse, l’alto guadagno farebbe chiudere quattro o cinque occhi.
Il denaro però non sarà mai abbastanza per far rinnegare
ad un asso americano l’amore per la sua nazione (tematica carissima a
Clancy): una cospirazione globale contro gli Stati Uniti d’America
basterà infatti a far rinsavire il caro caposquadriglia, dando
vita al momento forse più epico e coinvolgente dell’intero gioco.
Come premesso, non possiamo anticiparvi altro, ma si può dire
che la tensione tipica dei libri dell’autore non mancherà di
certo e le missioni che giocherete vi terranno sempre sul filo del
rasoio: garanti della pace mondiale o colpevoli di un olocausto
nucleare.
Danzando nei cieli
Generalmente quando si chiedono informazioni ad amici e conoscenti
intraprendendo una discussione su un gioco del genere, si mettono in
fila sempre le tipiche parole: ”simulatore di volo”. Nulla
di più sbagliato, difatti su console non abbiamo mai avuto veri
simulatori di volo e il celebre Ace Combat così come H.A.W.X.
non hanno nulla a che vedere con tale categoria; potremmo invece
definirli dei giochi arcade di combattimento aereo caratterizzati da
elementi più o meno realistici.
Sebbene il titolo Namco abbia un sistema di danni discretamente
più punitivo, è opportuno dire che i missili nemici sono
schivabili semplicemente compiendo manovre evasive basilari, cosa che
invece il titolo Ubisoft non ci permetterà di fare,
costringendoci a cambiare visuale e ad usare la cosiddetta
“modalità OFF”.
Dopo averla citata abbiamo chiaramente il dovere di presentarvela e
spiegarvela. Ebbene, tale modalità di volo rappresenta forse la
maggiore innovazione dall’uscita di Air Combat
ad oggi. In pratica, mentre durante il volo ed il combattimento normali
avremo le classiche visuali in terza persona o dall’interno, attivando
la modalità sopracitata la visuale diventerà simile a
quella di un replay: piloteremo il nostro falco d’acciaio con una
visuale da dietro l’aereo pressoché libera e con un campo visivo
decisamente molto ampio. Ma se pensate che questo possa incidere solo
ed esclusivamente sulla telecamera di gioco vi sbagliate di grosso.
Difatti molte “assistenze al volo” verranno disattivate,
permettendoci di eseguire scivolate d’ala e manovre al limite della
fisica. Potremo quindi agganciare gli avversari con maggiore
facilità nonché avere una maggiore percentuale di
successo per quel che riguarda le eventuali manovre difensive atte a
schivare pericolosi missili nemici. Sarà presente naturalmente
un rovescio della medaglia: senza alcuna assistenza, oltre ad avere
grandi possibilità di andare in stallo, avremo anche maggiori
problemi ad orientarci nell’area di missione assegnataci. La bravura
del giocatore risiederà pertanto nel disattivare ed attivare la
modalità OFF nei momenti più consoni (tale passaggio
è eseguibile all’infinito con la semplice doppia pressione di un
tasto) in modo da massimizzare la propria precisione e la propria
agilità.
Per il resto il titolo poggia su un gameplay estremamente consolidato e simile a quanto offerto dal più affermato Ace Combat. Paradossalmente le caratteristiche fondamentali di H.A.W.X.
sono le seguenti: la presenza sul proprio aereo di una quantità
di missili che richiederebbero in realtà l’intera stiva di una
nave e una resistenza ai colpi degna di Superman. Ci sarebbe da
storcere il naso ma vi assicuriamo che tali scelte sono state dettate
al fine di realizzare un gioco fruibile ai più e che non risulti
mai frustrante. Sempre per tale scopo anche il sistema di collisioni
risulta essere molto semplificato, infatti quantunque l’impatto col
terreno o con i palazzi ci ucciderà all’istante, il contatto con
gli alberi sarà invece del tutto ignorato, sia per motivi di
spettacolarità (durante missioni in cui saremo chiamati a volare
per minuti a livello del suolo) sia per probabili deficit di calcolo
delle attuali console.
Sono chiaramente presenti varie impostazioni di difficoltà che
aumenteranno progressivamente l’intraprendenza degli avversari e i
danni che subiremo, senza però snaturare mai l’essenza di pura
azione del titolo.
Adempiendo a varie richieste, come ad esempio l’eliminazione di un dato
numero di avversari con un’arma specifica, avremo accesso a diversi
extra sbloccabili che ci consentiranno di sperimentare velivoli via via
sempre più avanzati e armamenti maggiormente efficaci.
Grazie alla presenza di obiettivi secondari e ai diversi gradi
raggiungibili completando le varie missioni e mettendo a segno quante
più uccisioni possibili, il gioco può contare su una
buona longevità, e talvolta ci sentiremo persino invitati a
terminare più volte alcuni dei capitoli più spettacolari.
Le modalità online restano essenzialmente legate alle ricompense
guadagnate, rendendosi di fatto ancora più appetibili ma
tuttavia non esenti da difetti. I combattimenti Versus, sebbene
prevedano soltanto un classico deatmatch a squadre (quattro contro
quattro), senza possibilità di una qualsiasi variante, risultano
ben bilanciati e giocabili, diversamente dalla campagna cooperativa che
invece si dimostra qualcosa di disarmante. I compagni reali cercheranno
solamente di abbattere quanti più nemici possibili, senza darvi
mai copertura o supporto, in contraddizione con l’ottimo atteggiamento
tenuto invece dai compagni comandati dalla CPU. Per questo motivo la
cooperativa offerta risulta approssimativa e non riesce affatto ad
incentivare la collaborazione, andando a premiare solo la competizione
fra compagni. Un’occasione mancata.
Col vento tra le mani
Esaminando il sistema di controllo possiamo dire che gli sviluppatori
hanno svolto un ottimo lavoro, infatti il pad si adatta in modo
perfetto al gioco e ha il pregio di non rendere mai la
manovrabilità dell’aereo difficile o legnosa; ciò lo si
deve probabilmente ad uno schema di comandi rimasto pressoché
invariato dal buon vecchio Air Combat.
Come ben saprete, ormai da parecchio tempo ed in concomitanza con
l’uscita di certi titoli, alcune ditte di periferiche fanno uscire
sistemi di controllo appositamente studiati. L’esempio lampante ci
viene dato dalla Logitech che quasi sempre ha creato volanti di
qualsiasi fascia di prezzo in occasione dei vari Gran Turismo, oppure
in tempi ben più recenti si possono citare i controlli in stile
cabinato rilasciati per Street Fighter IV.
Saitek, azienda leader nella creazione di periferiche gaming per
simulatori di volo e affini, non poteva sottrarsi alla realizzazione di
una cloche studiata espressamente per H.A.W.X.: nasce così la versione console dell’Aviator Flightstick, disponibile sia per PS3 che per Xbox 360.
Avendone avuto l’occasione non potevamo esimerci dal testare la
periferica in questione, curiosi di sapere se effettivamente avrebbe
migliorato l’esperienza di gioco. La risposta a questo quesito non
è stata subito chiara, in quanto in un primo momento il gioco ci
è sembrato addirittura più difficile, tuttavia dopo
alcune ore di utilizzo siamo riusciti ad adattarci alla diversa
velocità di risposta ottenendo pertanto un’ottima padronanza. Vi
garantiamo che la soddisfazione di alzare la sicura sul lancio missili
e vedere il nemico disintegrarsi in volo sarà impareggiabile,
così come parecchie manovre evasive famose (come la manovra
cobra) diverranno incredibilmente familiari.
L’Aviator Flightick
non è nemmeno molto costoso e a tal proposito è
discutibile che Saitek abbia deciso di rendere compatibile con le
console attuali solo una periferica di fascia bassa e non le ben
più performanti X52, che avrebbero potuto essere scelte
da chi magari desiderava una sensazione più realistica. Ad ogni
modo l’acquisto di tale sistema di controllo non ci pare affatto
inutile, considerandone anche la compatibilità con Ace Combat 6 e i vari Blazing Angels e visto il suo prezzo addirittura inferiore ai pad originali delle rispettive console di destinazione.
Con la testa fra le nuvole
E’ proprio il caso di dirlo: giocando H.A.W.X. ci si sente
sul serio con la testa fra le nuvole; la sensazione di trovarsi in volo
a oltre tremila metri d’altezza viene valorizzata dalla realistica
ricostruzione degli scenari di gioco attraverso l’utilizzo di riprese
satellitari. Gli sviluppatori, infatti, pur di garantire degli ambienti
quanto più concreti possibile, sono entrati in possesso (previa
autorizzazione) di fotografie ad alta risoluzione scattate dal
satellite GeoEye. Questo ha permesso la creazione di location
quasi del tutto fedeli alle rispettive controparti reali, tanto da
farci sorvolare edifici famosi come il Pentagono e il Campidoglio,
così come il mitico stadio Maracanà.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Il risultato generale
ottenuto non è infatti del tutto esemplare: il livello di
dettaglio offerto è senza ombra di dubbio altalenante, passando
da aree ricche di particolari ad altre piuttosto scarne ed
approssimative. A ciò si aggiunge un tasso di
interattività degli scenari praticamente assente, pertanto
sparare contro imponenti fabbricati non comporterà alcuna
conseguenza, se non quella di imbattersi nelle tipiche scie di fumo. Un
vero peccato, soprattutto perché riteniamo che uno scenario
“vivo e vegeto” avrebbe enfatizzato ulteriormente ogni
combattimento aereo. Fortunatamente, però, gli scontri tra i
cieli sono incorniciati da ottimi effetti particellari ed esplosioni
piuttosto verosimili.
La modellazione poligonale degli aerei è accettabile quanto
basta, tuttavia ci saremmo aspettati una riproduzione dei velivoli
quanto più realistica possibile. A tal proposito non potevamo di
certo pretendere un fotorealismo estremo, ma quantomeno avremmo gradito
una palette cromatica più consona e meno artificiosa, specie per
quanto riguarda l’infima qualità dei mezzi nemici.
Il motore grafico riesce a garantire un’ottima fluidità, salvo
rarissime incertezze riscontrabili nei momenti più concitati che
comunque non inficiano l’intera esperienza giocata.
Il comparto sonoro si integra in modo impeccabile con quanto offerto
dai vari scenari bellici, distinguendosi particolarmente per le musiche
di stampo cinematografico in grado di accompagnare, senza mai eccedere,
le sequenze d’azione più spettacolari. Gli effetti sonori
risultano ampiamente apprezzabili e soprattutto aderenti al contesto,
ottimizzando pertanto il tasso di veridicità delle esplosioni
nonché del lancio dei missili.
Il doppiaggio, interamente localizzato in lingua italiana, svolge
ottimamente il suo compito, esaltando in particolar modo le diverse
sessioni di briefing tra una missione ed un’altra. Lo stesso non si
può dire per i dialoghi durante le fasi giocate, che risultano
scarni e poco ispirati.
Un ulteriore neo può essere riscontrato
nell’impossibilità di impostare il parlato in inglese
(mantenendo la traccia sottotitoli italiana), che in campo aeronautico
militare avrebbe svolto sicuramente meglio il suo compito: non a caso
le tipiche frasi dette dai piloti di caccia nei vari film sono sempre
nella “lingua della Regina” e riescono a coinvolgere in
maniera certamente maggiore.
A riprova di questo ragionamento il video iniziale di H.A.W.X. può essere un validissimo esempio.
I shall fear no evil…or not?
La nostra missione è stata praticamente completata e
intravediamo tra le nuvole la nostra base; prima di esaurire il
carburante ci resta solamente il debriefing.
H.A.W.X. è uno dei pochi titoli che allo stato attuale
permette di lanciarsi in combattimenti aerei, presumibilmente l’unico
degno di nota insieme a Ace Combat 6, malgrado non sia esente
da difetti. In primo luogo, nonostante la grandissima idea
dell’utilizzo del satellite per mappare le aree di gioco, la
qualità con cui sono realizzate queste ultime si limita alla
veridicità geografica, mentre scendendo di quota i dettagli
calano sensibilmente (difetto che peraltro ha sempre afflitto tutti i
giochi appartenenti al genere). Inoltre nulla è stato fatto per
avvicinare gli amanti della simulazione, infatti l’intero comparto
giocato del titolo mira a catapultare al centro dell’azione, con
l’obiettivo primario di privilegiare il divertimento più puro,
che di fatto non mancherà.
La mancata simulazione può facilmente essere individuata nei
limiti tecnici delle console: basta vedere la quantità di spazio
e di calcoli che vengono eseguiti dai giochi che prevedono un sistema
di collisioni esasperato (sicuramente più difficile nella
realizzazione rispetto alle collisioni fra auto).
Non ci sarebbe molto da obiettare su tale scelta adoperata da Ubisoft,
ma le obiezioni le solleviamo eccome sulla modalità online, che
nel caso specifico pare qualcosa messa lì tanto per dare un
contentino. Piuttosto che realizzare due modalità mal riuscite,
tanto valeva lasciare il classico Versus a schermo condiviso, senza
vantare quindi cooperative e competitive online che sono palesemente
limitate da un’unica modalità disponibile.
In definitiva H.A.W.X.
porta una ventata di aria fresca nel mondo dei finti simulatori di
combattimento aereo, una ventata che allo stesso tempo sa di aria
viziata però, per via di errori di noncuranza che il team di
sviluppo avrebbe potuto facilmente correggere, regalandoci un titolo
memorabile piuttosto che un semplice buon gioco. L’unica cosa veramente
sfruttata a fondo è la collaborazione di Tom Clancy, che regala alla trama un crescendo notevole di tensione.