Recensioni

Recensione Dungeons of Eternity

di: Donato Marchisiello

Strisciare in un sotterraneo“: detta così, l’affermazione potrebbe risultare ambigua, oscura e preoccupante. Ma, in realtà, essa non è null’altra che una fedele traduzione di “dungeon crawling“, uno dei generi videoludici più importanti e che, certamente, conta uno stuolo fra i più nutriti di fedelissimi. Un genere, dicevamo, che conta innumerevoli rappresentanti, ognuno con il suo “io” ed il suo “perché“. In quest’ottica, ci apprestiamo ad analizzare l’avventura per realtà virtuale proposta dallo studio indipendente Othergate che, proprio nei primi di ottobre, ha rilasciato il suo Dungeons of Eternity, di cui in questa sede proveremo a narrare le gesta e, naturalmente, colorarle del giusto cromatismo. Com’è l’esperienza offerta dal gioco? Com’è stato percorrere gli infiniti (è il caso di dirlo!) cunicoli stra-colmi di nemici e segreti? Bando alle ciance, ecco a voi la recensione di Dungeons of Eternity, testato attraverso l’utilizzo di un fido Meta Quest 2.

Per visualizzare i video di terze parti è necessario
accettare i cookie con finalità di marketing.

Dungeons of Eternity è un gioco d’azione per realtà virtuale, con promimenti caratteristiche tipiche dei giochi di ruolo e, come già anticipato, dei dungeon crawling. Per chi fosse a digiuno del genere, in sostanza il fulcro del gioco sarà quello di esplorare oscuri e tetri sotterranei, popolati da terribili amenità mostruose e trappole mortali, con lo scopo ultimo non solo di salvare il mondo (ma lo spiegheremo fra poco) ma anche e soprattutto per ottenere un equipaggiamento più potebte, utile ad abbattere nemici via via più insidiosi. Dicevamo, salvare il mondo: in Dungeons of Eternity infatti, impersoneremo un non meglio precisato eroe, chiamato ad esplorare un inospitale pianeta attraversato da un reticolo di cunicoli sotterranei praticamente infinito. Il motivo? Naturalmente, salvare il proprio pianeta da un evento cataclismatico imminente. Premesse non particolarmente originali che, però, dopo un editor del proprio personaggio un po’ stringato (ma è solo l’incipit, in realtà le opzioni di customizzazione del nostro alter ego virtuale abbondano una volta all’interno), verremo quasi immediatamente catapultati nell’azione.

dungeons of eternity

Pochi istanti nel tutorial e di già assaggeremo probabilmente la caratteristica meglio riuscita del gioco: le meccaniche di combattimento. Dungeons of Eternity è uno dei rarissimi prodotti per realtà virtuale che restituisce, di base, una sensazione piuttosto verosimile di combattimento. Potremo contare su di una piuttosto vasta scelta di armi a distanza o da mischia (con queste ultime che, com’è lecito attendersi, risulteranno un po’ più semplici da addomesticare). Combattere sarà divertente e piuttosto appagante, oltre che realistico. Dungeons of Eternity riesce più che bene nel restituire una sensazione di guerra naturale: le parate funzionano (e bene!) e i nemici si metteranno in posa, tendenzialmente avvicinandosi con un pizzico di cautela e impostando una guardia di base. Dovremo nell’effettività tentare di assalire i nostri avversari e sorprendere la loro guardia, pena il divenire facile preda dei terribili mostri che popolano i sotterranei di Dungeons of Eternity. Naturalmente, dovremo imparare a menadito le routine d’attacco dei nemici (che, piuttosto spesso, potranno essere addentati con un passettino indietro ed una stoccata) ma anche individuare i punti critici su cui infierire: lanciare frecce a casaccio su di un imponente scheletro armato di spada infuocata e protetto da un’armatura pesante, non sarà quindi esattamente una buona mossa!

Naturalmente, un buon gioco di ruolo non è solo meccaniche di combattimento: da un punto di vista meramente ludico, Dungeons of Eternity si comporta piuttosto bene (anche se non senza qualche perplessità). Riassumendo allo stremo, avremo a disposizione un hub centrale, che fungerà da centro nevralgico sia che si scelga di affrontare il gioco in solitaria, sia che si opti per una esperienza in multiplayer online (per un massimo di tre persone). Il quartier generale ospiterà diverse stanze, cruciali per la nostra avventura: oltre ad una sorta di tavola rotonda olografica da cui potremo scegliere la nostra missione, avremo a disposizione anche una stanza personale da cui poter modificare il nostro personaggio oltre che creare pozioni, nuovo equipaggiamento ecc. È bene sottolineare che Dungeons of Eternity non avrà un sistema chiuso di classi ma la scelta delle armi enuncerà, in sostanza, la nostra vicinanza ad un archetipo piuttosto che un altro. Sarà, comunque, possibile divagare abbastanza (come, ad esempio, utilizzare un’arma da mischia in un mano e nell’altra un bastone magico), oltre che optare per una serie di perk che andranno ulteriormente a caratterizzare il nostro eroe. I nemici, non tantissimi, offriranno comunque una buona sfida e morire sarà piuttosto semplice: dunque, dovremo affrontare i combattimenti con un minimo di strategia, magari optando per uno stile di gioco che alterni distanza e mischia.

dungeons of eternity

Avremo a disposizione una dozzina di morfologie diverse di dungeon, da semplici e lineari a multilivello e più complessi, oltre che (poche) tipologie diverse di missioni, quasi tutte incentrate nella ricerca di oggetti specifici (tranne una sorta di modalità orda dove saremo chiamati a raccogliere le anime dei nemici sconfitti per conto di una funerea entità). L’esplorazione sarà una componente importante del gioco: sparsi nei livelli, oltre che oro e pozioni varie, scoveremo diversi oggetti utili oltre che progetti di armi che potremo produrre una volta tornati nell’hub centrale. In generale, l’esperienza di gioco offerta da Dungeons of Eternity sarà piuttosto divertente ed appagante, anche se il titolo non riesce comunque a sfuggire ad una latente sensazione di già visto, oltre che di repetita che non iuvant. Al momento, anche per una certa freschezza del titolo, il prodotto di Othergate ha sufficienti contenuti per divertire per una ventina d’ore, prima di cadere nella trappola della ripetitività. Naturalmente, la longevità si allungherà notevolmente nel caso in cui dovessimo avere un gruppo di persone con cui giocare, anche se comunque non si sfuggirà al demone delle ripetitività a lungo. In ultima istanza, da un punto di vista meramente tecnico, Dungeons of Eternity è un buon prodotto per gli standard Meta Quest: l’estetica degli ambienti e dei nemici è piuttosto dettagliata (seppur scada probabilmente in una certa genericità), caratterizzata anche da alcuni effetti grafici azzeccati e ben elaborati. L’estetica è incorniciata in modo sapiente con la complessiva fisica del gioco che, tenute a mente le limitazioni hardware, si dimostra capace e piuttosto verosimile (con il fiore all’occhiello costituito dalle parate, come già detto). Anche il comparto audio è di ottima fattura, specialmente per quanto concerne l’effettistica concreta del clamor di battaglia, che aumenteranno e non di poco l’immersione nelle battaglie.

dungeons of eternity

Dungeons of Eternity è un ottimo dungeon crawler, probabilmente uno dei migliori attualmente disponibili per il visore targato Meta. Buona estetica, sistema di combattimento solido e sufficientemente avvincente, fisica credibile: l’unica reale limitazione, al momento, sono i contenuti. Ma ciò non toglie che le fondamenta siano di già piuttosto solide e il futuro, in prospettiva, ha altissime possibilità d’essere roseo. Che si sia dinanzi alla nascita di un RPG per VR che divenga punto di riferimento del settore? Ai posteri l’ardua sentenza.