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Sony interessata ad acquisire Square Enix secondo l’ex fondatore di Eidos

di: Luca Saati

Intervistato GamesIndustry, l’ex-fondatore di Eidos Montreal, Stephane D’Astous, ha fatto alcune riflessioni sui recenti avvenimenti che hanno colpito lo studio, ovvero la vendita da parte di Square Enix degli assets occidentali a Embracer Group per 300 milioni di dollari.

Nonostante abbia lasciato lo studio nel 2013, D’Astous è rimasto molto sorpreso dal prezzo con cui Embracer Group ha chiuso l’accordo, ma non da come sia andata a finire la storia tra Square Enix e dei suoi ormai ex studi occidentali.

“Poteva essere previsto. Me ne sono andato perché alla sede centrale mancavano delle cose. Eidos ha una grande tradizione di team di sviluppo, ma non hanno una conoscenza superiore su come vendere i loro giochi. Ed era abbastanza chiaro.

Potevi guardare tutti i grandi giochi realizzati da Eidos e, a parte Tomb Raider di allora, quella era un’era completamente diversa, gli Hitman e tutti quelli avrebbero potuto essere progetti da sei, sette, otto milioni di unità. Deus Ex avrebbe potuto essere anche quello. Abbiamo raggiunto buoni numeri, non fraintendetemi, ma ho sempre pensato che il modo di vendere i giochi usati da Eidos fosse così tradizionale e convenzionale. Che non fosse innovativo. E andava sempre a svendere la qualità dei giochi.

Speravo quando Square Enix ha acquistato Eidos nel 2009 che questo avrebbe cambiato le cose.”

Eidos Montreal è stata fondata due anni prima, nel 2007. Lo studio venne ristrutturato per lavorare su tre giochi: i reboot di Deus Ex e Thief, e supportare Crystal Dynamics con il reboot di Tomb Raider dedicandosi principalmente alla componente multiplayer.

“Era chiaro che lo scopo principale di Eidos Montreal era aumentare la capacità di produzione, o di sviluppo, all’interno del gruppo, perché Crystal Dynamics era etichettato come uno studio monoprogetto, così come IO Interactive. Montreal era lì per salvare il catalogo arretrato. Era chiaro che avevamo grandi IP dormienti. Legacy of Kain era stato discusso, ma non era forte come Deus Ex e Thief.”

Deus Ex: Human Revolution nel 2011 venne accolto con i favori della critica mettendo Eidos Montreal sotto una luce diversa agli occhi della stampa e del pubblico. Il ritorno di Thief tre anni dopo venne invece accolto meno favorevolmente, pur restando uno dei progetti preferiti del suo ex-fondatore che sostiene che con altri nove mesi di sviluppo avrebbero potuto fare un progetto decisamente migliore. Deus Ex era una IP con cui il team di sviluppo aveva molta familiarità a contrario di Thief ed è forse questo il motivo per cui i lavori non sono andati lisci come la saga RPG cyberpunk.

D’Astous era presente anche quando ci fu l’accordo con Marvel che ha visto Crystal Dynamics e Eidos Montreal dare vita rispettivamente ad Avengers e Guardians of the Galaxy che però hanno deluso le aspettative iniziali.

“Forse al momento della firma dell’accordo la cosa dei supereroi era importante. Lo è ancora, ma c’è un po’ di stanchezza con loro. E soprattutto nei giochi, pochissimi riescono ad avere successo con i supereroi. C’è sempre Batman di Rocksteady. C’era Spider-Man. Ma tra le persone che l’hanno fatto, la percentuale di successo dei giochi di supereroi non è buona.

Forse era la via d’uscita più semplice. Avrebbero potuto pensare che vendere un gioco di supereroi fosse più facile di un gioco convenzionale.”

Ben prima comunque il clima all’interno degli studi non era il massimo con la pressione che stava iniziando a crescere prima sui dipendenti e poi sullo stesso D’Astous. C’era preoccupazione per il destino dello studio.

“C’era davvero una mancanza di leadership, coraggio e comunicazione. E quando non hai quelle cose di base, nessun dipendente può svolgere correttamente il proprio lavoro, specialmente quando sei a capo di uno studio.

Stavo perdendo la speranza che Square Enix Japan portasse grandi cose a Eidos. Stavo perdendo fiducia nel mio quartier generale a Londra. Nei loro rapporti fiscali annuali, il Giappone aggiungeva sempre una o due frasi che dicevano: ‘Siamo rimasti delusi da alcuni giochi. Non hanno raggiunto le aspettative.’ E lo hanno fatto rigorosamente per alcuni giochi che sono stati realizzati al di fuori del Giappone.”

Insomma nell’ultimo decennio le cose non stavano andando bene e la sensazione è che Square Enix Japan non si era impegnata come i dirigenti di Eidos speravano. D’Astous rincara la dose affermando che nell’industria si vocifera di un possibile interesse di Sony per Square Enix Japan:

“E ci sono voci, ovviamente, che con tutte queste attività di fusioni e acquisizioni, Sony vorrebbe davvero avere Square Enix. Ho sentito voci secondo cui Sony ha affermato di essere davvero interessata a Square Enix Japan, ma non al resto [la divisione occidentale ora di Embracer, ndr].”

Questo potrebbe spiegare come mai Square Enix abbia svenduto i suoi asset occidentali per soli 300 milioni. Basta fare un piccolo confronto con una precedente acquisizione sempre di Embracer Group: Gearbox è stata acquisita per ben 1,3 miliardi e può contare su molti meno dipendenti e su molte meno IP che tra l’altro non possono contare lo stesso appeal:

“Hanno fondamentalmente Borderlands, ed Eidos ha cinque volte le IP. Quindi perché quattro volte meno? Immagino che non ci fosse molto interesse. E questo conferma lo stato di salute non eccezionale di Eidos.

Era prevedibile e forse questo giustifica i soli 300 milioni di dollari. Non sono molti, non ha senso.”

La speranza finale di D’Astous è che Eidos Montreal, Crystal Dynamics e Square Enix Montreal sotto la guida di Embracer possano di nuovo prosperare.