Transistor
Ci sono giochi capaci di stregarti sin dal primo annuncio, spingendo con prepotenza sul pedale dell’acceleratore a colpi di grafica massiccia, effettistica sbalorditiva ed un contorno estetico semplicemente impensabile. Salvo poi, una volta sborsata la nostra più che abbondante mazzetta di Euro, lasciarci con l’amaro in bocca a causa di stuzzicanti promesse purtroppo non mantenute. Poi abbiamo prodotti decisamente più economici, in grado di titillare la nostra fantasia con promesse di gameplay estremamente originale e velleità artistiche che tentano di spacciare per un qualcosa di unico dei semplici (e spesso scarsamente divertenti) ammassi colorati di sgranati pixel. Ah già e poi ci sono i Giochi, quelli con l’iniziale volutamente maiuscola, che rifuggono tutte queste regole e si limitano a fare e bene una singola cosa: divertire. Giochi come Transistor.