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di Andrea "Macchiaiolo" Barbara
Game Freak questa volta l’ha combinata grossa.
La parola “svolta” è un termine abusato e raramente veritiero, se non in senso negativo, in questo ambiente dominato da sequel e serie interminabili, eppure è la prima cosa che salta alla mente dopo pochissimi istanti di gioco. Mettetevi comodi e vi spiegheremo perché Pokemon X/Y rappresenta la vetta più alta mai raggiunta dalla serie e allo stesso tempo un nuovo punto 0 da cui partire e crescere.
Il video della diretta del Direct
Nuove informazioni sui giochi in uscita per Wii e 3DS
Nell’ormai lontato 2002 Nintendo presentò al grande pubblico l’allora nuovo capitolo della serie The Legend Of Zelda con un trailer che divise la critica. La nuova veste grafica in cel-shading, coloratissima infiammò buona parte del pubblico, che si scagliò contro la nuova creatura Nintendo. Le vendite non furono a livello del precedente capitolo, vuoi per la console meno diffusa, vuoi per lo stile grafico che non si sposava con i gusti del giocatore medio che prediligeva grafiche più cupe e realistiche. Negli anni The Wind Waker ha però assunto i contorni di un vero e proprio cult. A distanza di undici anni Nintendo riporta sulle nostre console quella poetica avventura con un remake in alta definizione, convinta che il tempo sia cambiato e che finalmente uno dei capitoli più belli della serie mai creati possa avere il successo che merita.
In questa generazione, se escludiamo l’ambiente indie, pochi giochi ci hanno sorpreso per innovazione e brillantezza di idee, poche volte ci siamo trovati di fronte a giochi che non fossero l’ennesimo seguito o l’ennesimo clone di un altro. Un paio di titoli che si sono distinti portavano il nome Platinum Games. The Wonderful 101 rappresenta un’altra di queste rare occasioni?
L'annuncio sarà subito dopo il Direct di W101 di oggi
Se c’è un titolo che ha destato la curiosità del pubblico fin dal suo esordio sotto il nome di “Project P-100” è senza dubbio The Wonderful 101, ultima creazione del genio Hideki Kamiya e Platinum Games in collaborazione con Nintendo.
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Mario & Luigi è una serie di videogiochi di ruolo che vide i natali su Gameboy Advance ad opera di Alphadream nel 2003. Il gioco nacque con l’intento di rappresentare un seguito spirituale di Super Mario RPG: Legends of Seven Stars per SNES creato da Nintendo in cooperazione con l’allora Square Soft, mai giunto in Europa se non per vie traverse come la Virtual Console. La serie si distinse per l’originale comicità fatta di gag e simpatici siparietti recitati dai protagonisti e dagli assurdi comprimari ed ebbe un discreto successo costruendosi capitolo dopo capitolo una fanbase forte e numerosa. L’apice venne raggiunto con il terzo episodio, Viaggio al Centro di Bowser su DS, dove gli sviluppatori stupirono il pubblico con trovate geniali, un uso della console a 360 gradi e un gameplay al limite della perfezione. Con un’eredità di tale portata Mario & Luigi: Dream Team Bros, primo capitolo per 3DS e quarto in assoluto, deve vedersela con un pubblico diventato pretenzioso e avido di novità ed è qui che le cose si fanno strane. Ma andiamo con ordine.
Negli ultimi anni abbiamo visto un rifiorire del brand Lego, tanto caro a noi giocatori più grandicelli, grazie ad una serie piuttosto vasta di videogiochi decisamente interessanti confezionati dai ragazzi di TT Games.Forti di un gameplay immediato e di una comicità semplice ma d’effetto, grazie a parodie intelligenti e ben congeniate, si sono ritagliati un angolo nel cuore dei videogiocatori, fino a diventare un appuntamento fisso all’uscita di un nuovo film o un nuovo tormentone da trasformare in versione mattoncini. Lego City Undercover rappresenta una voce fuori dal coro: non appoggiandosi a nessun film o fumetto avrebbe potuto non avere la giusta spinta commerciale necessaria a questa tipologia di giochi, ma fortunatamente non è andata così. I TT Games in collaborazione con Nintendo hanno sfornato un ottimo sandbox in salsa Lego che ha avuto un buon successo di pubblico e critica. Risulta quindi piuttosto ovvio l’arrivo di un capitolo 3DS della serie, meno ovvio, invece, che il capitolo in questione sia un titolo dedicato e non un semplice porting. Lego City Undercover: The Chase Begins è infatti un prequel del capitolo WiiU.
Correva l’anno 1994 quando i talentuosi ragazzi di Rare confezionarono il primo platform per Super Nintendo dedicato al famoso gorilla di casa, per la prima volta né prodotto né diretto da Myamoto, il suo creatore. Il successo che ne scaturì è storia e insieme ai suoi due seguiti, questo piccolo, grande capolavoro si inserì di forza nell’olimpo dei videogiochi. Di acqua sotto i ponti ne è passata veramente tanta da allora: la Rare finì sotto l’ala "protettrice" di Microsoft e molti dei suoi talenti passarono ad altre software house. Sono occorsi 14 anni prima di vedere un seguito di quei storici platform. Nel 2010 infatti Retro Studios, first party di Nintendo che aveva accolto alcuni degli sviluppatori Rare, rilascia Donkey Kong Country Returns per Wii. E’ subito amore. Il nuovo platform riesce a riproporre tutto quello che aveva reso grandi i precedenti 3 capitoli, con una veste grafica attuale e un appeal rimasto intatto nonostante i tanti anni passati. Inutile dire che il titolo si rivela uno dei migliori platform della generazione. A distanza di 3 anni i ragazzi di Monster Games, già visti all’opera su Pilotwings Resort, portano il gioco su 3DS.
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Mai come in questa generazione abbiamo visto un tentativo così disperato delle software house di allargare il loro bacino di utenza, spinte anche dalla crescita esponenziale dei costi di produzione e di marketing. La conseguenza diretta che abbiamo potuto constatare è la perdita d’identità dei maggiori brand e lo smarrimento del focus che avevano permesso loro di guadagnare l’amore e la passione dei fan. La questione che ne nasce quindi è: può un gioco riuscire ad allargare il suo pubblico senza perdere ciò che lo ha elevato tra gli altri? Intelligent System ha risposto a questa domanda con un sonoro sì.
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