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Recensione Pokémon X/Y

Game Freak questa volta l’ha combinata grossa.
La parola “svolta” è un termine abusato e raramente veritiero, se non in senso negativo, in questo ambiente dominato da sequel e serie interminabili, eppure è la prima cosa che salta alla mente dopo pochissimi istanti di gioco. Mettetevi comodi e vi spiegheremo perché Pokemon X/Y rappresenta la vetta più alta mai raggiunta dalla serie e allo stesso tempo un nuovo punto 0 da cui partire e crescere.

di: Andrea "Macchiaiolo" Barbara
Game Freak questa volta l’ha combinata grossa.
La parola “svolta” è un termine abusato e raramente veritiero, se non in senso negativo, in questo ambiente dominato da sequel e serie interminabili, eppure è la prima cosa che salta alla mente dopo pochissimi istanti di gioco. Mettetevi comodi e vi spiegheremo perché Pokemon X/Y rappresenta la vetta più alta mai raggiunta dalla serie e allo stesso tempo un nuovo punto 0 da cui partire e crescere.
 

 

Prossima fermata: Kalos

Il canovaccio che fa da traino alla nostra avventura non si differenzia troppo dalle trame che abbiamo incontrato nei capitoli precedenti, anche se la velocità degli eventi  e dell’esplorazione fa subito intuire un differente approccio rispetto ai canoni classici della serie.
Il gioco si apre con il dottor Platan che ci invita ad esplorare il mondo popolato di Pokemon con al fianco la nostra fida squadra di piccoli mostri. Scelto il sesso e il colore dei capelli del protagonista ci troviamo nel letto della nostra nuova casa. Ci siamo appena trasferiti a Borgo Bozzetto, piccolo centro rurale della regione di Kalos (precisamente Kalos Centrale), una regione che prende forte ispirazione dalla Francia e stati limitrofi. Nel giro di pochissimo tempo ci troviamo a possedere un Pokemon tra i tre starter possibili, Fennekin, Chespin o Froakie e a partire in compagnia del nostro nuovo amico alla scoperta del mondo, verso un viaggio di crescita sia interiore che esteriore.
 
 
Sarà forse per l’uso dei modelli tridimensionali che finalmente rendono giustizia al nostro protagonista, ma l’idea che si insinua fin da subito nella nostra mente è che Game Freak abbia voluto alzare leggermente il target mettendoci alla guida di un adolescente e non di un bambino come poteva sembrare nei capitoli precedenti. Il nostro eroe risulta essere così più  plausibilmente autonomo e giustificato a partire per un viaggio che lo porterà ad esplorare un mondo sconosciuto e a incontrare centinaia di strani personaggi; una coerenza che fa presa nella nostra mente in modo tanto subdolo da palesarsi solo dopo ore di gioco. L’avventura ci porta ad esplorare svariate ambientazioni, grandi città, campagne isolate, castelli sfarzosi, piccoli villaggi, nelle quali avremo l’occasione di  imbatterci in numerosi personaggi ansiosi di sfidarci o di elargirci preziosi consigli. Tra questi troveremo il Team Flare, un gruppo di avversari che strizza fortemente l’occhio allo storico Team Rocket. Gli scontri con questo nuovo team abbonderanno avanzando nella storia,  svelando gradualmente l’importanza del suo ruolo all’interno della trama.
 
 

Una nuova generazione di avventure

La struttura portante del gioco è ovviamente rimasta invariata rispetto ai precedenti capitoli: un viaggio che ci porta a sfidare gli altri allenatori fino ai capipalestra più famosi della regione. Grazie però al nuovo motore grafico l’esplorazione delle nuove ambientazioni diventa una parte essenziale dell’economia di gioco. Entrando in un nuovo paese o in una nuova locazione la telecamera si abbassa andando a posizionarsi dietro le nostre spalle così da darci il punto di vista del protagonista. L’idea del viaggio, della scoperta, ma anche della curiosità, che ogni luogo scaturisce si evince anche dall’introduzione di postazioni fotografiche: attivandole chiameremo Grandangolo che si presterà a farci una foto davanti ad un monumento, un castello o una qualsivoglia attrazione turistica del luogo. Il gioco ci metterà nei panni del fotografo, con tutti i settaggi del caso per personalizzare le nostre foto con messa a fuoco, otturatore ed esposizione, così da scegliere cosa far risaltare; inoltre tramite i sensori di movimento della console possiamo decidere anche cosa inquadrare. Le foto scattate vengono poi memorizzate nella scheda SD e possono essere riviste tramite il tool Macchina Fotografica 3D, o più semplicemente esportate. Questa feature aggiuntiva fa capire come Game Freak abbia voluto affiancare alla ricerca di nuovi Pokemon, che comunque rimane la causa trainante del nostro vagare, il concetto di meraviglia e scoperta che può scaturire da un viaggio turistico.
Le nuove possibilità di personalizzazione del nostro eroe si palesano visitando i vari negozi che troviamo nei centri abitati, infatti potremo cambiare ogni tipologia di indumento del protagonista dal cappello alle scarpe, compresi gli accessori.
Tornare sui nostri passi diventa in questo capitolo molto più rapido: fin dai primi momenti entriamo in possesso di mezzi che permettono di spostarsi velocemente attraverso il mondo di gioco, come i pattini o la bicicletta e per la prima volta anche di Pokemon da cavalcare.
La fantastica grafica in cel-shading dona finalmente personalità all’ambiente di gioco così come ai personaggi e ai piccoli mostri caratterizzati da uno stile che richiama il disegno a mano (evidenti infatti i bordi di colore nero).
Ma arriviamo al piatto principale di questa tavolata di leccornie: i Pokemon.
Non vogliamo rovinarvi quella sensazione unica che nasce dall’incontrare una creatura mai vista prima, quindi non ci dilungheremo in descrizioni accurate, mentre ci limiteremo solamente a dirvi che lo stile sembra essere tornato alle origini: le piccole creature tornano ad ispirarsi al regno animale e lo fanno con una rinnovata fantasia che ci ricorda i memorabili Pokemon delle prime generazioni.
I modelli dei nostri amici mostri sono splendidamente realizzati ed è un piacere vederli finalmente animati durante le battaglie. Da plauso è la regia durante queste ultime: scordatevi gli scontri tra figurine lampeggianti che fino ad oggi hanno caratterizzato la serie, ora abbiamo un vero e proprio campo di battaglia tridimensionale in cui la telecamera, o le telecamere, girellano indisturbate regalandoci fantastici primi piani o vedute artistiche della battaglia. Durante le attese i nostri amici si grattano, si guardano intorno, o fissano l’avversario con sguardo di sfida diventando, forse per la prima volta, dei veri e proprio personaggi, vivi e con una loro natura. Anche gli attacchi o le azioni in generale sono splendidamente animate e alcune portano il nostro Pokemon a contatto con il nemico, rompendo quella sorta di barriera che sembrava esserci fino ad ora tra i due contendenti. Non possiamo che definirci entusiasti di questa novità che non rappresenta un semplice vezzo grafico, ma dona profondità ad una serie che da troppo tempo attendeva questo salto di qualità.
Le creature che possiamo incontrare abbracciano tutte le generazioni uscite finora trasformando Pokemon X/Y nel capitolo con il numero più elevato di mostri presenti nel gioco. Vi capiterà fin dai primi istanti di trovare allenatori accompagnati da Pikachu e soci.
Più avanti nel gioco ci troveremo a scegliere il nostro secondo starter tra un trio di Pokemon che gli appassionati della serie ricorderanno come la loro prima esperienza: Charmender, Bulbasaur, Squirtle. La possibilità di avere nuovamente in squadra questi storici personaggi fa capire quanto questo capitolo rappresenti una sorta di nuovo inizio, un punto zero per l’intera serie.
In quest’ottica vengono anche cambiate alcune regole storiche e introdotte interessanti novità.
Ad esempio catturando un Pokemon avversario otterremo comunque l’esperienza che avremmo ottenuto sconfiggendolo. A tal proposito la Condivisione Esperienza, presente in tutte le generazioni, ritorna ad essere un oggetto unico come nella prima generazione e non più da far tenere ad ogni singolo Pokemon come in quelle successive. Questo permette quindi di distribuire buona parte dell’esperienza ottenuta vincendo la battaglia a tutti i i nostri compagni di viaggio che non siano esausti, solo attivandola dal nostro zaino.
Viene introdotto il concetto di Megaevoluzione, una mossa capace di trasformare il nostro compagno di avventure in una versione molto più agguerrita e potente. Questa mossa è disponibile per un numero limitato di Pokemon ed è attivabile solo tramite alcune misteriose pietre, mistero che fa da sfondo alle nostre prime ore di gioco.
Girovagando per il mondo capiterà di essere aggrediti non da un singolo Pokemon selvatico ma da un intero branco composto da cinque elementi. Queste situazioni possono rivelarsi vere e proprie sfide se gli avversari trovano una catena di attacchi vincente contro il nostro singolo: gli attacchi con bersagli multipli possono fare la differenza in questi frangenti! Ovviamente la cattura sarà possibile solo quando avremo lasciato un solo avversario in piedi, fortunatamente il livello di questi nemici è in media piuttosto basso rispetto a quello che avranno i nostri piccoli compagni.
Le battaglie aeree, altra novità di questo capitolo, presentano un alto tasso di spettacolarità con conseguente soddisfazione per il giocatore, grazie alla telecamera dinamica che inquadra l’azione.
A scombussolare gli equilibri di potenza tra i nostri piccoli amici arriva la nuova tipologia di Pokemon, ossia il tipo Folletto, superefficace contro il tipo Drago. Questo ovviamente introduce nuovi schemi di configurazione del nostro team di cui tenere decisamente conto.

I ferri del mestiere

Ogni capitolo della serie offre sempre un set di strumenti a disposizione del giocatore per gestire tutti gli aspetti dell’avventura.
Lo strumento più potente in Pokemon X/Y è il PSS (Player Search System), che permette di trovare e contattare gli altri allenatori, localmente tramite il wireless locale o nel mondo utilizzando la connessione internet. Nella schermata principale del PSS troviamo tre categorie di persone: Amici, Conoscenti, Passanti.
Gli Amici sono tutti i giocatori presenti nella nostra Lista Amici del 3DS, ma possono anche essere presenti giocatori che ancora non ne fanno parte. Infatti lottando o scambiando i nostri Pokemon più volte con lo stesso giocatore potremo registrarlo tra gli amici di Pokemon X/Y.
I Conoscenti invece sono gli allenatori con cui abbiamo avuto contatto almeno una volta, una sorta di limbo dove i nostri avversari aspettano di diventare ufficialmente nostri amici.
I Passanti sono i giocatori che non rientrano in nessuna delle categorie precedenti.
Tramite il PSS possiamo velocemente accedere agli scambi, alle sfide, o ai media messi a disposizione dagli altri allenatori, o chattare con gli altri giocatori. Tra questi media troviamo un videoclip di presentazione del nostro allenatore, registrabile nel Video Studio a Luminopoli, capitale della regione di Kalos, le foto ricordo dei nostri viaggi o anche una firma personalizzata con cui farsi riconoscere.
L’Holovox, il nuovo strumento di comunicazione che utilizza nel gioco il protagonista e che troviamo nel PSS, ha una funzione anche metagioco, infatti tramite questo riceveremo notizie e aggiornamenti sul mondo dei Pokemon tramite Spotpass o potremo ricevere i biglietti da visita degli altri giocatori che incontreremo nel mondo reale tramite Streetpass. Chiudono il quadro il GTS (Global Trade Station) con cui potremo ricercare i Pokemon che desideriamo e il Sincrogioco con cui possiamo interagire con il Pokemon Global Link.
Un altro strumento che troveremo in questo capitolo è Poké Io&Te, una sorta di finestra virtuale che ci porta a contatto con i nostri piccoli compagni di viaggio. Tramite il pennino potremo interagire con uno di loro, dargli da mangiare o giocare con lui a semplici minigiochi. Questa procedura porterà ad alzare il livello di fiducia che il Pokemon ha verso l’allenatore, andando ad influire sulle mosse che tengono conto di questo parametro. Un minigioco che ci ha piacevolmente stupito è Facce Buffe, perché non si avvia come gli altri ma parte automaticamente quando il Pokemon ci fissa (azione che viene notificata dalla presenza di un’icona a forma di viso nell’angolo in basso a sinistra). Quando succede il nostro piccolo amico pensa ad una boccaccia che noi dovremo ripetere sfruttando la telecamera interna della console. In caso di successo il livello di fiducia tra l’allenatore e il Pokemon aumenterà notevolmente.
L’ultimo strumento che troviamo a nostra disposizione è il Super Allenamento Virtuale, un tool con cui potremo allenare i nostri compagni di viaggio per potenziare in modo mirato le loro caratteristiche. Questo avviene tramite un minigioco che ricorda un allenamento di calcio. 

Peccati di gioventù e vecchie abitudini dure a morire

E’ tutto perfetto quindi? No, purtroppo.
Tranquilli, non c’è bisogno di ribaltare i tavolini.
Il nuovo motore grafico, anche se trasforma l’intero prodotto in una nuova esperienza, mostra un po’ il fianco durante le battaglie. Tra i giochi di inquadratura esiste uno split-screen che mostra entrambi i contendenti frontalmente, durante questo effetto il framerate scatta andando a rappresentare più un fastidio visivo che un problema. L’effetto è di brevissima durata e, una volta passato, la fluidità torna ad altissimi livelli. Un piccolo difetto del motore facilmente correggibile, speriamo che Game Freak sia già al lavoro su questo. Inoltre è assente la visuale stereoscopica durante l’esplorazione ma solo durante le battaglie e le cutscene, con un effetto tra l’altro nemmeno particolarmente pronunciato. Che la presenza del 2DS, la versione economica del 3DS privo dello schermo auto stereoscopico, sul mercato possa cambiare l’approccio a questa funzionalità? Game Freak si è giustificata adducendo problematiche di fluidità e visto il difetto precedentemente esposto, potrebbe non essere lontano dalla verità.
Una faccenda invece che ci ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca è l’utilizzo di disegni, tra l’altro nemmeno di eccellente fattura, per gli allenatori che incontriamo durante le nostre esplorazioni. Questi disegni vanno a scontrarsi con i modelli di splendida realizzazione dei protagonisti e di alcuni personaggi del gioco. Le motivazioni di questa scelta pensiamo siano riconducibili solo ad una questione di tempo, in quanto i modelli tridimensionali in versione deformed che incontriamo nel mondo di gioco sono stati realizzati anche per questi. La cosa che lascia stupefatti è che nemmeno i capipalestra rientrano tra i personaggi dotati di modello tridimensionale se non nella versione deformed che viene utilizzata nella mappa di gioco.
Un altro dei retaggi della serie di cui avremmo fatto volentieri a meno è la presenza di un unico salvataggio che impedisce di fatto la coesistenza di più partite nella stessa cartuccia. La scelta apparsa da sempre ingiustificabile si ripete anche in questo nuovo capitolo. 
Come possiamo notare Pokemon X/Y non è esente da difetti e non possiamo che sperare che questi vengano limati nei capitoli che sicuramente seguiranno, rimane però ovvio che il nuovo capitolo della serie Pokemon rappresenta un acquisto obbligato per tutti gli appassionati e un ottimo punto di inizio per chi da sempre ha guardato al mondo dei piccoli mostri con curiosità ma non ha mai avuto il coraggio di entrarci.
 
Ok, tutto bello, ma il multiplayer? Vero e proprio aspetto chiave della serie.
Abbiamo pensato di testare a fondo il multiplayer prima di darvi una nostra valutazione e questo sarà possibile solo dopo che i server saranno attivi. Appuntamento a pochi giorni dall’uscita per la recensione del multiplayer di Pokemon X/Y.