Enslaved: Odissey to the West
Se io muoio, tu muori. Questa frase, pronunciata dalla graziosa protagonista del nuovo gioco targato Ninja Theory, rappresenta di per se' la filosofia alla base di Enslaved: Odyssey to the West. In questo titolo ambientato in un futuro post-apocalittico, vestiremo i panni di Monkey, un prigioniero umano catturato dai robot, ormai padroni incontrastati del pianeta. Svegliatosi d'improvviso in una scomoda cella, all'interno di un enorme velivolo che sorvola la citta' di New York verso una destinazione ignota, riesce ad evadere miracolosamente, grazie anche all'involontario aiuto di una sabotatrice, Trip. Ma questo non e' che l'inizio.
di: Giorgio "Nadim" CataniaUn mondo in rovina
Si è già accennato qualcosa riguardo ai luoghi che visiterete, ma fermiamoci un istante di più sul mondo di gioco in cui muoverete i vostri passi. Ogni ambientazione che raggiungerete mostrerà come la civiltà umana sia quasi scomparsa, sull’orlo dell’estinzione totale.
Partendo dalla New York abbandonata, in cui inizierà la vostra avventura e che trae sicuramente ispirazione da quella già vista nel film Io sono leggenda, fino alle aree limitrofe al villaggio di Trip, che ricordano invece più Terminator: Salvation, avrete modo di vedere il degrado delle costruzioni abbandonate. Simili a rovine millenarie erette da razze antiche, esse non faranno altro che instillare in voi un senso di curiosità misto a paura e rispetto quasi religioso, e gli indizi che troverete sparsi per le aree su cui metterete piede vi daranno solo vaghe spiegazioni su quanto sia successo in passato, e su come l’umanità sia stata ormai annientata. Insomma, l’atmosfera che si potrà respirare sarà degna di qualsiasi gioco o film post-apocalittico che si rispetti.
E tutta questa distruzione sarà una delle cause per cui il vostro viaggio si rivelerà tanto pericoloso quanto lungo. Per attraversare ogni zona di gioco non potrete semplicemente andare avanti come se nulla fosse: spesso dovrete utilizzare le capacità atletiche di Monkey per superare ostacoli altrimenti insormontabili, magari scalando le rovine di un palazzo, saltando verso i numerosi appigli poco sicuri sparsi in ogni dove ed evitando di cadere in trappole mortali. Trip, per quello che le riguarda, utilizzerà qualche innocua risorsa tecnologica per aiutare il proprio compagno nelle sue imprese, riuscendo talvolta a facilitargli insperatamente la vita.
In altre occasioni invece, quando vi troverete a dover superare location a grande velocità o invase dall’acqua, Monkey si affiderà al suo più avanzato accessorio, una sorta di skateboard fluttuante su cui potrà muoversi liberamente, sospeso a pochi centimetri dal suolo. Ciò non solo aumenterà e arricchirà il gameplay del titolo, ma si potrebbe rivelare un’ottima scusa per alternare le sessioni ricche d’azione ad altre puramente esplorative. Oltre ovviamente a permettere in talune situazioni corse a perdifiato per sfuggire dalle grinfie dei robot più pericolosi.
Sebbene il tutto si riveli divertente, bisogna dire che le fasi platform sono risultate, fino ad ora, un po’ troppo semplificate. Per saltare un baratro basterà premere un tasto senza curarsi troppo della direzione, perché tanto Monkey eseguirà un balzo preciso che lo porterà sempre al sicuro. Insomma, in altre parole sembra risultare impossibile cadere e morire, a meno che non ci sia qualche elemento esterno a fare precipitare l’eroe, come appigli troppo instabili o robot particolarmente assillanti.
Un mondo pericoloso e ben ricostruito
Ciò che sembra caratterizzare perfettamente ogni istante del gioco è l’azione frenetica che arricchisce molti momenti dell’avventura, dallo stampo molto cinematografico. La telecamera, libera di essere mossa dal giocatore a proprio piacimento, tende sempre a inquadrare i protagonisti e le ambientazioni nella maniera più spettacolare possibile, dando particolare risalto a tutto quello che avviene su schermo tanto nei combattimenti quanto nelle disperate corse contro il tempo. Si ha così l’impressione di essere sempre al centro dell’azione e di far parte di un cast di qualche lungometraggio hollywoodiano.
La regia stessa con cui sono state create le scene d’intermezzo è davvero di buon livello, e tende a valorizzare sia l’ambientazione ben curata, sia i volti particolarmente espressivi di Monkey e Trip, ricreati con le tecniche di motion capture tanto amate dai ragazzi di Ninja Theory. Certo, la grafica e la struttura tecnica sotto qualche aspetto possono essere migliorate, come per quanto concerne le texture e alcuni rallentamenti di poco peso, ma la qualità generale rimane sempre alta. Il tutto arricchita da un doppiaggio italiano curato.
Un mondo che a breve tutti noi potremo esplorare
Enslaved: Odyssey to the West è un titolo che fa dell’ambientazione e dell’atmosfera i maggiori punti di forza, e a buon motivo. Lo stesso sottotitolo, Odyssey to the West, segnala la fonte di ispirazione vera e propria: Journey to the West, un romanzo cinese scritto nel lontano 1590, da cui poi molti manga, anime e romanzi hanno preso spunto, tra cui il famosissimo Dragon Ball.
La trama, però, per molti aspetti è ancora avvolta nel mistero, così per quanto riguarda le storie che si celano dietro i protagonisti Monkey e Trip e alla catastrofe che ha quasi distrutto l’umanità. Ma ciò che si sa già ora non fa altro che incuriosire.
Per quanto riguarda la grafica e il gameplay, nonostante alcuni limiti posti dal motore utilizzato, un Unreal Engine che comincia a mostrare qualche ruga, e adoperati per dare maggior risalto all’azione frenetica, si può dire che i risultati sono buoni, anche se si spera che la versione finale goda di qualche piccola miglioria e di una longevità di tutto rispetto vista l’assenza, in fin dei conti anche giusta, di qualsiasi modalità online.
Enslaved: Odissey to the West sembra avere tutte le carte in regola per farsi notare insieme a tutti gli altri titoli che usciranno nel periodo autunnale/invernale, ma di certo sarà una lotta senza esclusione di colpi.
Non rimane che, appunto, aspettare con ansia e sperare; con la voglia di affrontare un viaggio epico, emozionante, pronti a dare una mano all’atletico Monkey, pronto a tutto pur di salvare la povera donzella in pericolo.
Perché se lei muore, anche lui muore. E sarebbe un peccato, se questo succedesse.