
Sconfort Zone
di: Andrea CamprianiAdesso ci vuole proprio un po’ di disimpegno, per non dire proprio di comicità, e cosa c’è di meglio di una sit-com?

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Dottore, chiami un dottore
Vero sottointeso, appunto, come ciò che segue perchè quel geniaccio di Marcello Macchia, multiversalmente noto come Maccio Capatonda ideatore, interprete e co-regista insieme ad Alessio Dogana torna dal 20 marzo su Amazon Prime Video con Sconfort Zone serie composta di 6 episodi da mezz’ora ca. cad. di cui il secondo nell’ordine trailer rilasciato sui social network del nostro è quello che più e meglio rende l’idea di ciò che andiamo a guardare.

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Perchè qui si ride sul serio, cioè l’ironia, o il tragicomico che dir si voglia si sposta dai personaggi alla storia in cui siamo immersi da subito, ma non tiriamo troppo la corda che è un attimo e si spezza.
La sinossi è presto riassunta perchè Maccio interpreta sè stesso ed è nella più classica profonda crisi creativa di ispirazione per la sua ennessima serie che deve essere prodotta e realizzata. Accanto a lui c’è la compagna Myriam interpretata dalla brava e bella o bella e brava concittadina del sottoscritto Francesca Inaudi, l’agente di Maccio il sempre sodale Luca Del Fuego Confortini e la sua compagna Laura interpretata dalla brava e bella… anche lei al solito Camilla Filippi. A loro si aggiungono nella parte di loro stessi Gianluca Fru dei The Jackal, Edoardo Ferrario e Valerio Lundini, nonchè Valerio Desirò e Giorgio Montanini, questi ultimi in ruoli para-sanitari diciamo, senza andare oltre perchè i rispettivi personaggi di questi ultimi costituiscono il sostanziale plot twist della nostra storia.
Millemila… personaggi senz’attore
Dal primo “ingannevole” trailer, pur essendo titolato in forma interrogativa, si è facimente portati a pensare che in Sconfort Zone Maccio torni al suo solito a rivestire i panni di alcuni, se non proprio tutti, i personaggi che lo hanno reso celebre da Padre Maronno a Mariottide a Jerry Polemica… e invece no, perchè proprio da loro si vuole allontanare per ritrovare ispirazione per la serie che gli è già stata commissionata ed opzionata, non realizzando la quale, come prassi contrattuale vuole, rischia di dover pagare una salatissima penale.

Qui però la faccenda si complica perchè appunto il nostro è indotto a fare tutta una serie di cose, di azioni, totalmente contrarie alla sua natura che è quella di un uomo convintamente monogamo, non violento, animalista e salutista diciamo, che nel privato dunque cerca comunque il basso profilo perchè di riflettori ne ha fin troppi e da fin troppo accesi nel lavoro, specie dacchè ha raggiunto la notorietà. Maccio deve riuscire ad uscire dalla propria comfort zone.
E se poi se ne pente?
Cerco di depistare più possibile limitandomi a segnalare che Sconfort Zone scorre via agilissima anche stavolta, anzi se possibile anche meglio riconfermando questo come formato ideale per le idee del nostro.

Gli attori sono tutti in parte, in particolare segnalo Giorgio Montanini che preferisco di gran lunga davanti la macchina da presa diretto oltretutto da Maccio con cui aveva un conto in sospeso a quanto pare essendo stato ricoverato e ripreso per i capelli (suoi non quelli posticci codati in questa serie) prima dell’inizio delle riprese de Il migliore dei mondi del 2023, ultimo film di Maccio ad oggi, col suo ruolo poi ricoperto in corsa dall’ottimo Pietro Sermonti. Buona visione e mettetevi comodi mi raccomando, ma non come suggerisce Arnaldo Braggadocio.