TV Recensione

Goldrake U (Grendizer U)

di: Andy Reevieny

D’accordo, sono anni di m… piombo questi ma è stato fatto tanto, tante lotte e  rivoluzioni sociali, di costume, emancipazioni… allora buon 1978, ah no…

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Atlas geografico metodico illustrato

Non l’ho presa larga, è che stavolta si tratta dichiaratamente di reboot, proprio di uno dei titoli più iconici di sempre, tratto dall’opera di quel genio che è Sensei Go Nagai originariamente prodotto in patria a metà anni settanta del millenovecento da Toei Animation col titolo di UFOロボグレンダイザー?, UFO Robo Gurendaizā, qui da noi Atlas UFO Robot. Dal 6 gennaio 2025 disponibile anche in italia trasmesso su Rai 2 arriva Goldrake U (origin. Grendizer U).

La nostra storia inizia in un multiverso parallelo al nostro nel deserto di Riad, dove 2 ragazzi, tali Sayaka e Koji “Alcor” Kabuto per conto dell’Istituto Fotoatomico del Giappone rinvengono uno smemorato proveniente non si sa da dove che chiamano Actarus al momento e lo portano a vivere con loro. Da lì in poi si scopre, tenetevi forte, che Actarus altri non è che Duke Fleed, discendente della nobile famiglia aliena del Pianeta Fleed, predestinato pilota di Grendizer (per noi per sempre Goldrake), il robot più potente del multiverso, con cui è arrivato.

Oltre al nostro protagonista alieno, atterrato, atterrito, Sayaka e soprattutto Koji a sua volta è il pilota di Mazinga Z, storico robot fotonico protettore della terra i suoi più valorosi alleati. Actarus non porta con sè solo il suo strabiliante Ufo Robot, ma attira a se da Fleed i diversamente affabili Vegani, non riferiti alle scelte alimentari, quanto appunto gli abitanti del pianeta Vega che, incredddibile amisci, dopo aver fatto danno a giro per la galassia contribuendo alla distruzione e a stragi sul pianeta natio dell’eroe, vogliono conquistare anche la terra.

Shut up star

A questa sinossi accennata volutamente, si aggiunga anche la componente fi…sica che contribuisce a creare una sorta di ulteriore sottotrama teendrama, il tutto ribadisco ambientato ai giorni nostri con ciò che ne consegue senza ranch…

Insomma, oltre a ritrovare comprimari storici quali il Doctor Procton, abbiamo il   Prof. Yumi per quanto riguarda gli scienziati in senso più stretto, e un nutrito cast femminile tra cui si annoverano oltre a Sayaka, Maria, sorella di Actarus, le sovraimpresse Rubina e Teronna che fanno il threesome col nostro Duke Fleed.

Ma che è?

Io non a caso continuo a parafrasare titoli della serie animata primigenia di Goldrake degli anni settanta, allora giocoforza trasmessa dalla Rai in quanto ancora unica rete nazionale italiana, forti peraltro delle musiche di talenti geniali quali i M° Vince Tempera, Ares Tavolazzi, Ellade Bandini, senza contare, al netto dell’adattamento dal francese (ulteriore passaggio prima che arrivasse nel Bel Paese da cui quel “atlas” così, de botto, senza senso di cui al primo paragrafo) prima che dal giapponese che si prese fin troppe libertà, con la voce leggendaria di Romano Malaspina (già voce storica tra gli altri anche di Hiroshi Shiba di Jeeg Robot d’acciaio) e Giorgio Locuratolo su tutti. Stavolta non basta neanche il lavoro al solito impeccabile di Giorgio Bassanelli Bisbal a livello di direzione del doppiaggio e di supervisione agli adattamenti per far rendere la serie.

Il tutto senza neanche tirare in ballo la comodità e le possibilità che offre la cgi contemporanea di cui si avvale a piene mani Gaina (da non confondersi con Gainax Studio), con risultati altalenanti nei 13 spisodi che compongono questa prima (?) serie di Grendizer U e che sfrutta come poco altro l’effetto nostalgia per gli ormai quasi cinquantenni e riesce perfettamente in questo, ma ripropone in maniera anche un po’ svogliata senza aggiungere sostanzialmente alcunchè a ciò che invece viveva proprio dell’estetica degli anni settanta, tra pantaloni scampanati, frange, crini fluenti e basettoni, personaggioni come Rigel&Co. La serie si guarda ma, per un devoto come il sottoscritto di Sensei Go Nagai si può e si deve fare infinitamente di più come è stato fatto ad es. oltre che per Devilman, anzitutto per Mazinga (recuperate Infinity) e sempre per i già summenzionati  Shin Jeeg Robot  dove c’è il passaggio di testimone generazionale tra gli eroi, o lo stesso Shin Getta Robot.

Insomma, ok il nuovo ma se avanza, anche da giuocare,  sennò c’è sempre il “vecchio” perchè, udite udite, stanti ascolti a quanto pare non entusiasmanti per questo remake/reboot, è notizia delle ultime ore che sempre la Rai ritrasmetterà, restaurata, la serie seventies di UFO Robot Goldrake.