Recensione Twin Mirror
di: Marco LicandroDontnod Entertainment (Life Is Strange, Vampyr) torna su console di ormai vecchia generazione con un nuovo titolo a tema investigativo: Twin Mirror. Se avete giocato almeno uno dei loro giochi, saprete già come il punto di forza del genere sia la capacità di porre il giocatore in situazioni ambigue e dallo svolgersi incerto, ponendoci di fronte a scelte che potrebbero cambiare completamente il corso della vicenda. Vediamolo insieme dopo il salto.
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Di nuovo a casa
Tutto inizia con un rientro, di quelli forzati, che avremmo potuto evitare se non fosse per una motivazione forte: la morte del nostro migliore amico. Sam, giornalista investigatore, torna nella cittadina di Basswood in Virginia per dare l’ultimo saluto al suo amico d’infanzia, e così facendo dovrà ovviamente confrontarsi con i vecchi volti, i pregiudizi, la mentalità ristretta tipica del piccolo paese, ma soprattutto con il suo passato. La sua personalità analitica a sangue freddo, che lo porta ad ignorare l’opinione comune e seguire la strada verso la verità, ha portato non pochi disagi ad una cittadina così piccola dove la gente preferisce tollerare e far finta di non vedere pur di poter mantenere quel poco che ha. Ma la figlia del nostro amico non può accettarlo, e forte dalla confidenza con Sam gli chiede di indagare sulla sua morte in quanto qualcosa non quadra. Ci ritroveremo quindi in un viaggio che porta alla verità, dovendo fare scelte ed accettandone le conseguenze, il tutto ascoltando quella voce nella testa che ci fa da coscienza e ci guida verso ciò che è la strada migliore… ma lo sarà veramente?
Mind Palace
La parte analitica di Sam gli permette di andare oltre la cortina di menzogne e scrivere nero su bianco la verità che tutti fanno finta di non vedere, ma giocando ci renderemo conto della complessità del procedimento. Qualora la situazione porti il protagonista ad effettuare un piano, non ci verrà mai chiesto semplicemente cosa vorremo fare, in quanto prima di tutto dovremo andare nel palazzo della mente. Un costrutto generato dallo stesso Sam, un flusso di pensieri strutturato dove ogni elemento ha la sua rilevanza e viene valutato, connettendo i vari punti fino a generare un processo non necessariamente corretto, ma per lo meno logico. Per entrare nel Mind Palace dovremo innanzitutto esplorare la scena, raccogliere indizi, parlare con le persone, e capire il da farsi. Una volta intuito il percorso, dovremo quindi valutare ogni minuscola possibilità affinché il piano vada a buon fine. Da giocatore, il nostro compito sarà quindi trovare gli indizi ed infine connetterli uno con l’altro nella maniera che a noi dia più senso. Non vi è una risposta necessariamente corretta, e spesso gli indizi sono fuorvianti e ci conducono verso risposte che non corrispondono alla realtà dei fatti, e ciononostante siano validi per la ricostruzione di essi. La sfida posta da Dontnod Entertainment si basa sul farci analizzare tutto, ogni sfumatura di grigio, eliminando dalla scena il nero ed il bianco, lasciandoci riflettere sulle varie possibilità pur non garantendoci la correttezza di esse. Come un puzzle che si incastra con ogni pezzo, non vi è una sola strada per completarlo, ma esiste sicuramente una soluzione che abbia più senso delle altre, e sia appunto quella che porta alla verità, tema principale del titolo.
Ascolta te stesso
Peculiarità di Twin Mirror che da il nome al titolo è un altro personaggio che solo vive dentro la testa di Sam. Un gemello, o un doppio, che tenta di essere la parte razionale e affettiva del protagonista, sempre pronto a darci consigli che ci piaccia o meno, con un’unica intenzione che è quella di aiutarci. Ma spesso anche gli amici sbagliano, ed un consiglio dato a fin di bene può aiutare o ostacolare le nostre investigazioni, e come tutto nel mondo di gioco non esiste un giusto e uno sbagliato, ma esiste la nostra capacità di valutare e decidere, che è ciò che il titolo vuole trasmettere. Vi sono varie vicende lasciate in sospeso nel passato di Sam, e la sua mente non è sempre lucida. Spesso ci ritroveremo a vagare dentro i suoi pensieri, passando da una cittadina Americana ad un mondo fatto di riflessi, specchi, ed inganni, spesso anche paure, guidando ed accompagnando il protagonista nei suoi dilemmi e ragionamenti, aiutandolo a superare gli intricati labirinti della mente per arrivare alla chiarezza sul da farsi. La psiche di Sam materializzerà i suoi sogni, desideri, ma anche incubi, ritrovandoci ad essere rincorsi e costretti a correre verso diverse porte che conducono alle incertezze. Il nostro doppio sarà sempre lì cercando di contattarci, guidarci, per risolvere i nostri dubbi e tornare alla parte razionale.
Un percorso, diversi finali
La narrazione è sicuramente la parte più rilevante del titolo, raccontando una storia dove noi stessi saremo gli artefici del nostro destino. Il gioco si svolge quindi parlando con i personaggi e raccogliendo informazioni, a volte girovagando per la città ed altre risolvendo enigmi. Tecnicamente il titolo funziona, ma in quanto saremo costretti a camminare verso uno stretto corridoio narrativo e minuscole zone di interazione, dove il nemico più grande saranno i muri invisibili ed il personaggio stesso che si rimprovera costringendoci a tornare nell’area di gioco. La poca libertà ed i percorsi obbligati lo fanno sembrare quasi una graphic novel ma con puzzle obbligatori, non riuscendo effettivamente la storia a districarsi per ogni risposta o decisione sbagliata, ma continuando obbligatoriamente verso un punto dove, finalmente, avremo l’opportunità di fare delle scelte che avranno impatto sul finale. Nonostante quindi la possibilità di poter concludere il titolo con finali multipli, il gioco non sembra mai arrivare ad un culmine, limitandosi a fornire lo stesso gameplay più e più volte anche quando la situazione richiede quel qualcosa in più che lo renda accattivante, o per lo meno unico, e sproni il giocatore a continuare. Anche i personaggi, nonostante la barriera di menzogne e mezze verità che incuriosiscono il giocatore, non riusciranno mai ad essere così caratterizzati da farci sentire in sintonia con essi, risultando sacrificabili ed a tratti banali. Qualunque sia il finale che otterremo, ce lo faremo bastare.
In conclusione
Twin Mirror è sicuramente un titolo interessante che ai fan del genere può piacere. Nonostante ottimi propositi, la trama ed i personaggi non riescono comunque a lasciarci qualcosa, come non fossero approfonditi abbastanza o sufficientemente caratterizzati. Pecca anche la narrazione, limitandosi a guidare il giocatore verso un solo filone narrativo senza sfociare in nessun modo da esso, per poi fornire alcune strade, palesemente A o B, a scelta del giocatore per garantire la presenza di finali multipli. Per riassumere, ci troviamo di fronte ad un interessante puzzle game con una narrativa guida che sicuramente ci permetterà di riflettere e seguire la storia fino alla fine, ma che nonostante tutto non riesce ad eccellere sotto nessun aspetto.