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Recensione Torchlight III

di: Donato Marchisiello

La saga di Torchlight, memore degli “insegnamenti” impartiti da Diablo, è da decadi un punto di riferimento del settore: mai innovativa in modo assoluto, ma sempre estremamente personale in modo relativo, la serie ha sempre costituito un punto fermo dello specifico settore. Fermo specialmente per coloro che avevano in mente una esperienza ludica senza particolari fronzoli “extra”: sotterranei da esplorare, equipaggiamento da raccogliere dai corpi senza vita di schiere e schiere di nemici. In questo senso, Torchlight ha sempre proposto senza grandissime variazioni della formula, esattamente queste caratteristiche. Torchlight III, il titolo della cui versione PlayStation 4 (il gioco è disponibile anche su Xbox One e Nintendo Switch) discuteremo in questa sede, è stato probabilmente il chapter più travagliato dell’intera saga: uscito a circa 8 anni dal suo predecessore, il titolo sviluppato da Echtra Games ed edito da Perfect World era stato inizialmente concepito come un vero e proprio MMORPG, dal titolo Torchlight Frontiers. Poi, alcuni mesi fa, la rivoluzione: abbandonata la formula “innovativa”, si è ritornati ad una formula più classica. Un ritorno giusto? Sbagliato? Beh, non vi resta che leggere la nostra recensione.

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Torchlight III è un gioco ruolistico d’azione (comunemente chiamato aRPG), con visuale isometrica e che, quindi, rispetta sin dalle prime battute la tradizione inaugurata lustri fa dal primo Diablo. Nel titolo, come al solito, andremo a rivestire il ruolo del salvatore della patria, invasa da mostruose amenità. Il mondo che calpesteremo, Novastraia, è (di nuovo) minacciato dai Netherim, cupe e aberranti orripilanze che distruggono qualsiasi cosa intralci il loro cammino. Noi, beh… semplicemente, armi alla mano, dovremo farne “tabola rasa” [cit.] e liberare una volta per tutte Novastraia dalla maledizione. In linea di massima, la trama di Torchlight III non brilla affatto di particolare animo, come spesso accade per i rappresentanti di questo genere. Come da canone del genere, all’inizio del gioco il giocatore sarà chiamato alla scelta di una classe fra quattro: nel caso di Torchlight III avremo Sharpshooter, un arciere piuttosto classico, il Dusk Mage, un mago che domina magie di buio e luce, il Forged, un robot in grado di attaccare in mischia e a distanza, e il Railmaster, una sorta di ingegnere che potrà contare sulla propria fida… locomotiva.

Va apprezzato il tentativo, almeno da un mero punto di vista estetico, di presentare dinanzi gli occhi dei giocatori, un ventaglio di classi particolari e innovative. Seppur, dati alla mano, una reale innovazione meccanica sia molto difficile da attuare in modo assoluto nel settore. Echtra Games ha messo sul piatto, sin dalle battute iniziali, alcune piccole chicche extra. Infatti, in aggiunta ai due alberi principali relativi ad ogni classe (ad esempio, per il Dusk Mage saranno le abilità di luce e oscurità), ce n’è un altro che fa riferimento alla Reliquia che si sceglie: la scelta avverrà all’inizio e, una volta compiuta, la stessa consentirà lo sblocco di un altro albero di abilità specifiche aggiuntive. Ecco che, ad esempio, optando per la Reliquia del sangue, potremo recuperare vita ferendo i nostri avversari, mentre scegliendo quella del fuoco, potremo infliggere danni “infernali” a chi ci si opporrà. In questo senso, Torchlight III presenterà (com’è tradizione della saga) una “rigidità” della classi molto blanda, consentendo quindi al giocatore ampia possibilità di “interpretare” i personaggi presenti: ecco che, ad esempio, il robot potrà assurgere sia al ruolo di tank (in verità, il ruolo che più gli si addice) ma avrà possibilità, sfruttando skill “personali” e relative alla Reliquia prescelta, di assurgere alla invidiabile posizione di dispensatore di danno dalla distanza. Com’è da tempo tradizione, nel gioco avremo anche facoltà di utilizzare alcuni simpatici animaletti, che ci accompagneranno nel corso delle nostre peripezie. Essi ci saranno utilissimi non solo durante il combattimento, visto che fungeranno da autentico supporto in battaglia in più modi, ma potranno esser utilizzati come “muli” per poter liberare il proprio inventario e, addirittura, tornare all’avamposto per vendere gli oggetti da noi raccolti e “scartati”.

Per quanto concerne il concreto gameplay, Torchilight III non si discosta di un palmo dalla tradizione diablesca: avremo a disposizione un Hub centrale dove, oltre a diversi venditori, troveremo com’è tradizione anche i personaggi non giocanti che ci “proporranno” delle quest da completare. Fuoriuscendo dalla “zona sicura”, si aprirà il gioco vero e proprio: in linea di massima, avremo sempre un’area principale e più grande da esplorare, colma di nemici e tesori di varia sorta, costellata al suo interno di tanti sotterranei esplorabili e avversari speciali. Un’altra importante novità del titolo, è naturalmente il Forte: in giro per la mappa sarà possibile trovare materiali, principalmente rocce e legno, necessari per personalizzare la nostra fortezza in ogni dettaglio. L’aggiunta è sicuramente piacevole seppur, in sostanza (e, per certi versi, purtroppo) sia unicamente una feature di carattere estetico. In linea di massima, potremmo tranquillamente affermare che l’esperienza offerta dal titolo finisce qui: perché, prendendo come esempio proprio una delle classi del gioco, Torchlight III è sia luce che ombra. Il titolo non offre nessuna concreta variazione sul tema ed offrirà, in linea di massima, i contenuti “standard” che un appartenente a questo settore offre: quintali di loot e schiere di nemici, tra comuni e Boss dai vari poteri speciali. La cosa potrebbe, in un certo qual modo, “dividere” il pubblico: chi cerca comunque qualcosa di nuovo, ebbene non lo troverà in Torchlight III che, dopo poche ore, avrà già mostrato integralmente la sua “ossatura” ludica. Ad arginare una offerta non particolarmente originale e ripetitiva, ci pensa comunque la possibilità di affrontare la campagna in cooperativa online: scelta sacrosanta, specialmente in questo settore, e che rende esplorare le terre di Novastraia più divertente.

Da un punto di vista più squisitamente tecnico, il lavoro di Echtra Games è di buona fattura specialmente da un punto di vista estetico. Costante assoluta della produzione da lustri, anche in Torchlight III avremo un character design cartoon e ben realizzato. Dai personaggi principali, sino ai comprimari e ai “cattivoni” che popoleranno Novastraia, la produzione ludica si avvarrà di “presenze” stilose e dal forme e dai colori “tondeggianti” e spessi. Quindi, una buona realizzazione artistico-tecnica, seppur ci sia qualche ripetizione di troppo, anche in questo caso, per quanto riguarda specialmente l’aspetto estetico degli ambienti. Da un punto di vista più concretamente tecnico, Torchlight III su PlayStation 4 Pro è, come detto, un buon prodotto che, però, non è esente da qualche difetto (in verità, già notevolmente tamponato grazie all’uscita di diverse patch). Il principale, è probabilmente l’hitbox dei nemici e la capacità del giocatore di puntarli, alle volte visibilmente deficitaria. In generale, tolta qualche compenetrazione casuale con la “scenografia”, il titolo si presenta solido e pulito anche per quanto concerne la mera fluidità, quasi mai in affanno. È bene sottolineare che la situazione tecnica complessiva del titolo è migliorata enormemente con le recenti patch, che consigliamo vivamente di scaricare.

Cerchi loot infinito e schiere di nemici? Torchlight III è il gioco che fa per te! Perché, sostanzialmente, il titolo di Echtra Games si “limita” a completare in modo discreto il “compitino” assegnatogli, senza particolari guizzi o colpi d’estro. Per questo, il titolo, che è altamente godibile specialmente in multiplayer, riesce comunque ad offrire ore di divertimento, senza però emergere mai dagli standard scolpiti nella pietra da decadi.