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Recensione Thief

A dieci anni di distanza dalla sua ultima apparizione, Thief torna a far parlare di sé con un reboot sviluppato da Eidos Montreal ed edito da Square EnixUn colpo perfetto o un buco nell'acqua? Scopriamolo insieme.

di: Santi "Sp4Zio" Giuffrida

A dieci anni di distanza dalla sua ultima apparizione, Thief torna a far parlare di sé con un reboot sviluppato da Eidos Montreal ed edito da Square EnixUn colpo perfetto o un buco nell’acqua? Scopriamolo insieme.


La pianificazione

Ambientato in una città senza nome dall’atmosfera steampunk e vittoriana, in Thief vestiremo i panni di Garrett, un misterioso ladro dal criptico passato, che, suo malgrado, si ritroverà invischiato in un complotto molto più grande di lui: mentre siamo intenti a derubare il barone Northcrest in compagnia di una giovane ed impavida ladra di nome Erin, le cose precipitano mentre assistiamo come spettatori indesiderati ad un’oscuro rituale; ci risvegliamo così in stato confusionale in un carro merci che, trainato da due loschi figuri, punta versoStonemarket, il centro commerciale della città. Non ricordiamo nulla, o quasi. Non sappiamo cosa sia successo. Le domande si accavallano l’una sull’altra mentre realizziamo che attorno a noi è tutto cambiato. La città è soggiogata da un despota e la popolazione è stretta nella morsa di un misterioso morbo.
Questi gli eventi che fanno da cornice alla storia messa in piedi dagli sviluppatori.

Il colpo

Ve lo diciamo subito, Thief è uno stealth game in prima persona “puro” e, in quanto tale, spinge il giocatore a prediligere un approccio di gioco che faccia della furtività la regola numero uno. Ciononostante, entro certi limiti e in alcune situazioni, non rinuncia ad una certa versatilità, garantendo pertanto una discreta libertà d’azione, rovinata solo in parte da un combat system piuttosto grezzo e poco ispirato. Il modo migliore per portare a termine gli otto capitoli della storia principale è quindi quello di sfruttare l’ambiente circostante a proprio vantaggio, così da superare le guardie senza essere né visti né sentiti, risolvendo pure, di tanto in tanto, qualche enigma. In altre parole, saremo chiamati a sgattaiolare nell’ombra senza fare rumore, evitando di esporci alla luce e facendo particolare attenzione a non calpestare vetri rotti, camminare nelle pozzanghere e infastidire gli animali in gabbia.
L’agilità di Garrett ci permette di correre, saltare, arrampicarci e sporgerci dai ripari per studiare i movimenti dell’avversario e mettere così a segno la migliore strategia elusiva. La preziosa abilità Concentrazione, poi, non solo ci permette di muoverci più velocemente ma ci consente anche di analizzare al meglio quanto ci circonda evidenziando tutti gli elementi interattivi dello scenario, gli eventuali oggetti collezionabili ed i numerosi passaggi segreti disseminati lungo le strade della grigia città. Quest’ultima abilità, però, non è illimitata e, una volta esaurita, va ripristinata attraverso i fiori di papavero, così come l’energia vitale andrà ricaricata con il cibo.

Per scassinare le numerose serrature possiamo avvalerci di un particolare grimaldello mentre l’unica vera arma a nostra disposizione, se si esclude la mazza per gli attacchi corpo a corpo, è un arco piuttosto tradizionale che può essere equipaggiato con diversi tipi di frecce:classiche per uccidere i nemici, incendiarie per appiccare il fuoco sfruttando le chiazze d’olio, asfissianti per stordire le sentinelle, con acqua per spegnere le torce e oscurare la zona, e con corda per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili. Chiudono il cerchio le bombe stordenti, utilissime per riprendere in mano la situazione in caso di accerchiamento, e le bottiglie lanciabili, ideali per creare diversivi e scardinare quindi la sorveglianza. Frecce e potenziamenti vari possono essere acquistati dai vari mercanti usando come moneta di scambio il proprio bottino; non mancano inoltre oggetti speciali capaci di sbloccare abilità supplementari, più o meno utili. Tra i collezionabili troviamo invece documenti segreti per approfondire alcuni aspetti della storia e degli oggetti preziosi, peraltro molto difficili da trovare, per arricchire il covo di Garrett. Esplorare la città e rubare a destra e a manca, borseggiando anche le guardie, sarebbe pure una pratica piacevole, se non fosse per una mappa di gioco troppo spezzettata, dalla consultazione praticamente nulla e vittima di numerosi caricamenti. Open world? Ritenta, Thief, la prossima volta sarai più fortunato.

Per portare a termine la storia principale sono sufficienti poco meno di otto ore ma la longevità s’impenna notevolmente se si è intenzionati a completare anche tutti gli incarichi secondari, facendo così la conoscenza di personaggi sopra le righe.
Il livello di difficoltà selezionato all’inizio dell’avventura gioca un ruolo di primaria importanza, in quanto da solo influisce moltissimo sull’esperienza di gioco e riesce, ai livelli più alti, a mettere una pezza ad un’intelligenza artificiale non di prim’ordine: in alcuni frangenti le sentinelle sono davvero toste da aggirare, sfoggiano un udito sopra la media, inseguono senza sosta e accerchiano con estrema facilità; altre volte invece vagano senza metà come se cercassero in giro la materia grigia che non hanno. Accanto ai tradizionali tre livelli di base, ce n’è un quarto totalmente personalizzabile, dove è possibile attivare o meno una lunga serie di variabili ed opzioni. Insomma, Thief può diventare veramente difficile, sta a voi capire come giocarlo.

Il sistema di controllo tutto sommato funziona bene, anche se durante le primissime battute di gioco ci si può sentire un po’ spiazzati per via di una mappatura dei tasti tutt’altro che classica ed intuitiva. Vi servirà almeno un’oretta di gioco per assimilarlo a dovere.

La refurtiva

Graficamente parlando, è evidente come Thief sia il risultato di uno sviluppo travagliato iniziato diversi anni fa. E il fatto che sia un titolo destinato sia alle vecchie che alle nuove console di certo non aiuta, anzi ne affossa le ambizioni. Su PS3 e Xbox 360 troviamo quindi un comparto tecnico che non raggiunge le più alte vette d’eccellenza, mentre su PS4 e Xbox One, nonostante un maggior numero di dettagli ed effetti, è incapace di settare nuovi standard. Thief gioca quindi la carta della direzione artistica, restituendoci una città dall’atmosfera molto ricercata e dei personaggi ben realizzati, fatta eccezione per quelli secondari. Il tutto immerso in una storia ricca di segreti e coinvolgente quanto basta per giungere ai titoli di coda.

Thief è un titolo che non mancherà di generare giudizi contrastanti. Vi diciamo la verità, da un antesignano degli stealth game ci aspettavamo qualcosa di più, ci sarebbe stato molto spazio per osare, invece Thief ricalca le meccaniche più rodate del genere di appartenenza senza preoccuparsi di rinnovarsi attraverso l’introduzione di elementi del tutto inediti. In altre parole perde il confronto con Splinter Cell o Dishonored. A chi consigliarlo, dunque? Sicuramente a tutti gli aficionados della serie e agli amanti del genere, purché siano disposti ad accettarne i difetti, perlopiù di natura tecnica. Tutti gli altri, invece, soprattutto quelli che prediligono un gameplay frenetico ed un approccio alla John McClane, ne stiano alla larga.