Recensione Recensione di Tom Clancy’s EndWar
Recensione di Tom Clancy's EndWar di Console Tribe
di: Redazione“E’ davvero un momento solenne questo in cui vi parlo, la decima
domenica dopo lo scoppio della guerra. Solenne ma anche pieno di
determinazione e di speranza. Mi guardo quindi molto bene dal parlarvi
in termini troppo fiduciosi o eccessivamente ottimistici. Sono sicuro
che ci aspettano dei guai. Ma ho questa sensazione che il nemico che
oggi ci assale sia un organismo di gran lunga meno solido di quello che
possa sembrare. Facciamoci coraggio in mezzo alle perplessità ed ai
pericoli, perché potrà darsi benissimo che l’estinzione definitiva di
un dominio nefasto getti le fondamenta di una solidarietà fra tutti gli
uomini in tutti i paesi, più vasta di quanto avremmo mai potuto
progettare se non avessimo marciato insieme attraverso le fiamme”.
Grandi capi di stato e leggendari condottieri spesso, durante le
tremende guerre che hanno sconvolto l’umanità, sono riusciti a
ribaltare drammatiche situazioni sfavorevoli grazie alle loro parole
pronunciate da una voce imponente capace di infondere sicurezza e
speranza negli animi della gente. Controllate la respirazione e
sorseggiate un po’ d’acqua fresca, oggi quella voce dovrà essere la
vostra: EndWar è arrivato.
Venti di Guerra
Tutto inizia nel 2011, anno in cui gli Stati Uniti d’America e l’Unione
Europea siglano un accordo che dovrebbe portare ad una pace
internazionale: costruire uno scudo stellare in grado di impedire
qualsiasi attacco missilistico nucleare. La Russia al contrario
intensifica la ricerca e nel 2015 grazie ai suoi giacimenti di gas e
petrolio controlla la maggior parte delle risorse naturali della terra
mettendo in serio pericolo l’economia e la sicurezza mondiale. Per far
fronte al pericolo l’Unione Europea decide di dare una svolta di
carattere militare e politico ai legami tra i singoli stati diventando
Federazione Europea, coalizione dotata finalmente di esercito unico in
grado di difendere i confini dagli attacchi esterni. Sono le misure
difensive studiate dagli Stati Uniti che aggravano definitivamente i
gravi equilibri internazionali. Intervenire con unità speciali in meno
di novanta minuti in qualsiasi zona della terra: è la forza di Freedom Star,
stazione spaziale statunitense operativa dal 2020. Durante il trasporto
del modulo finale un attacco terroristico distrugge la navetta: la
Terza Guerra Mondiale ha inizio.
Pur attingendo alla vasta letteratura fanta-politica di Tom Clancy, appare subito evidente quanto gli eventi storici di EndWar
non propongano nulla di originale e siano quanto di più stereotipato si
possa immaginare in ambito bellico: tematiche care all’epoca della
guerra fredda ormai viste, lette e giocate migliaia di volte.
Nonostante la mancanza di originalità, il rapido susseguirsi degli
eventi storici riesce comunque a creare un alto grado di coinvolgimento
per tutta la durata della guerra: essere al comando di una superpotenza
militare, ovviamente in ambito videoludico, raramente è stato così
divertente e gratificante.
La mia parola è un ordine!
Da sempre genere per eccellenza per PC, gli strategici in tempo reale
hanno sempre faticato ad imporsi nel mercato console, sia per la
difficoltà di proporre un sistema di controllo all’altezza sia per un
target sicuramente diverso rispetto all’utenza PC. Con l’avvento delle
console next generation sembra però che ci sia stata un’inversione di
tendenza e dopo il successo di EA con La Battaglia per la Terra di Mezzo 2, Tiberium Wars e l’ultimissimo Red Alert 3
è la volta di Ubisoft, che approfitta del fortunatissimo franchise Tom
Clancy per esordire nel mondo degli RTS, rivoluzionandone completamente
l’approccio. Come? Scopriamolo insieme.
Come le decine di strategici che lo hanno preceduto in questi anni su console e PC, EndWar ci
accoglie con una completa sezione tutorial che spiega in modo molto
chiaro ed esaustivo le funzionalità ed i numerosi controlli che avremo
a disposizione durante le battaglie. State già guardando il vostro
controller con occhi lucidi, rimpiangendo tastiera e mouse? Beh, non è
il caso di preoccuparsi, Ubisoft Shangai ha rivoluzionato
completamente il canonico sistema di controllo relegando il joypad a
ruolo di comprimario e promuovendo la nostra voce, grazie a microfono e
cuffie, a protagonista assoluta. Dopo una veloce ma accurata
calibrazione della stessa, necessaria affinché il sistema riconosca il
nostro timbro vocale durante le fasi di gioco, una voce amica ci guida
nei meandri dei comandi vocali studiati per controllare con precisione
le truppe.
La meccanica per accedervi ricorda molto da vicino quella che si
utilizza per i messaggi radio e nei walkie-talkie: la pressione del
pulsante RT
attiva lo schema piuttosto semplice dei comandi, visualizzati sullo
schermo attraverso degli intuitivi menu a tendina, e poi toccherà alla
nostra voce decidere cosa fare. All’inizio lo scetticismo nei confronti
di un sistema così atipico porta a procedere con una certa
circospezione e lentezza, dettate dalla necessità di fugare qualsiasi
dubbio riguardo alla precisione e ai tempi di risposta della CPU ai
nostri ordini. Durante le prime battaglie caratterizzate da un numero
cospicuo di truppe, in cui la tempestività dell’azione è essenziale,
faticheremo a credere a quello che stiamo facendo: rapidi ordini
perentori scanditi senza remore dalla nostra voce muovono con
accuratezza tutte le unità, senza guardare minimamente le diverse
tendine dei comandi! Il feeling con l’originale sistema di controllo,
infatti, è praticamente immediato e dopo le prime scaramucce,
memorizzare i comandi è automatico: “unità uno, attaccare nemico 2”
oppure “unità 2 più unità 3, ripiegare”; tale rapidità
nell’apprendimento nasconde il suo segreto nell’eccellente
riconoscimento vocale realizzato per l’occasione dai programmatori, che
ci consente di parlare senza pause tra un comando e l’altro. Le uniche
volte in cui sentiremo in cuffia una voce che ci avverte
dell’impossibilità ad eseguire gli ordini appena impartiti, deriveranno
dal fatto di aver “selezionato” unità sconfitte o non presenti in campo
oppure perché impossibili in quella determinata situazione. Come
accennato sopra, il joypad ha un ruolo piuttosto marginale nel sistema
di controllo studiato per EndWar e viene usato esclusivamente
per attivare i comandi vocali, cambiare le visuale di gioco e muoversi
nei menu, tra una missione e l’altra.
War Games
Denominato “Prologo alla Guerra”, il tutorial si articola in dodici
missioni in cui avremo la possibilità di utilizzare, alternativamente,
gli eserciti europei, americani e russi: si tratta degli eventi storici
che portano all’inevitabile Terza Guerra Mondiale in cui assumeremo, a
nostra scelta, il comando di una delle tre superpotenze nelle trenta
missioni totali.
Il nostro centro operativo è rappresentato da un globo terrestre strutturato e suddiviso secondo uno stile caro a Risiko,
in cui potremo scegliere quale missione e quale nemico affrontare a
seconda dei successi precedenti. A differenza della maggior parte di
strategici in tempo reale usciti in questi ultimi sedici anni, dai
tempi di Dune 2 passando per Age of Empires fino ad arrivare a Red Alert 3, in EndWar
non si deve raccogliere nessun genere di risorsa per finanziare la
costruzione di edifici strategici e di eserciti, ma alla maniera che
ricorda Ground Control per PC, si devono gestire unicamente le
unità militari in base alle loro diverse caratteristiche. Fucilieri,
genieri, artiglieri, carri armati, veicoli di comando e di trasporto ed
elicotteri sono i mezzi che dovremo gestire con attenzione fino alla
vittoria finale attraverso un sistema di potenziamento relazionato alle
“promozioni” guadagnate sul campo di battaglia. Dopo ogni successo
avremo dei crediti per acquistare i miglioramenti delle nostre unità la
cui esperienza accumulata nelle missioni consentirà di accedere a
upgrade sempre migliori, come ad esempio delle truppe elitarie da
utilizzare nei momenti strategicamente più delicati. L’utilizzo di tali
unità speciali va calcolato con precisione dal momento che una volta
sconfitti saranno completamente perduti fino alla fine delle ostilità.
Gli equilibri delle forze in campo reagiscono in base alle
collaudatissime regole della morra cinese in cui il triangolo
“sasso-carta-forbice” è rappresentato dalle diverse unità militari;
diventa fondamentale pertanto memorizzare, ad esempio, il fatto che i
fucilieri sono efficaci nell’abbattimento degli elicotteri e nello
sterminio dei genieri ma terribilmente deboli se affrontati dai tank,
che a loro volta si trovano in estremo pericolo contro gli attacchi
aerei. Lo schema di gioco è dunque piuttosto semplice ed intuitivo
anche per tutti coloro che sono alla prima esperienza con un RTS, da
sempre uno dei generi più complessi nell’articolato universo
videoludico; alcune considerazioni negative derivano però proprio da
questa semplificazione: i tipi di truppe a disposizione sono
decisamente inferiori rispetto a quanto si vede generalmente in altri
titoli ed inoltre, le tre superpotenze, non godono tra loro di una
diversificazione e caratterizzazione delle unità militari, il che
avrebbe permesso un approccio al gioco meno meccanico e scontato.
Appare evidente la scelta del team di sviluppo di dare priorità
assoluta all’efficacia del sistema di controllo vocale rispetto alla
varietà delle unità, in modo da evitare un eccessivo numero di comandi
con il conseguente rischio di perdere immediatezza nei tempi di
riconoscimento e risposta. Durante gli scontri a fuoco gli schieramenti
si comportano in modo credibile mentre negli spostamenti tattici nelle
varie aree degli scenari non sempre l’IA è all’altezza della situazione
in quanto non è raro veder le truppe prendere la strada più lunga o
pericolosa, incuranti delle difficoltà logistiche proposte dagli
scenari.
Nel corso della Terza guerra mondiale di EndWar dovremo affrontare quattro tipologie di missioni diverse. In Conquista
il nostro obiettivo è prendere il controllo di stazioni radio
strategiche dislocate nella mappa prima che lo facciano le forze
nemiche; in Assalto è tutto molto più semplice: dovremo annientare con qualsiasi mezzo tutto ciò che è ostile; Raid ci costringe a sabotare una base nemica mentre in Assedio
dovremo conquistarla senza dover pensare alla fase difensiva. La
strategia utile da adottare è dettata oltre che dalle caratteristiche
delle forze in campo anche dall’utilizzo delle armi di distruzioni di
massa. Quando uno dei due schieramenti in campo è in grave difficoltà,
si entra in fase Defcom 1 in cui è possibile ribaltare la
situazione a proprio favore facendo ricorso ad armi devastanti come
blackout elettronico, bombardamenti aerei, appoggio di unità terrestri,
dispositivi tattici nucleari, armi ad energia cinetica satellitare
“Rods from God” e satelliti T.H.E.L., Tactical High Energy Lasers. Per
non correre il rischio di vedere tutte le nostre unità distrutte in
pochissimo tempo, la strategia migliore è quella di evitare
assembramenti in poco spazio e cercare una dislocazione più
intelligente. L’intenzione di Ubisoft Shangai di catapultare il
giocatore nel cuore della battaglia traspare in tutti aspetti di EndWar,
tra i quali il più evidente è l’impostazione della telecamera:
attraverso il comando “inquadra” ci si porta nei pressi dell’unità
selezionata e col pad si determina l’altezza della telecamera. Il
problema è che possiamo vedere solamente le zone coperte dalle nostre
unità ed in nessun modo è possibile spostarsi con efficacia nello
scenario per studiare eventuali strategie o per spiare le mosse
nemiche. Tale scelta è sicuramente coerente con lo spirito del titolo,
però è evidente l’impossibilità di raggiungere un elevato controllo
strategico e tattico della situazione.
Coalizioni!
EndWar propone una divertentissima modalità di gioco online denominata
“Teatro di Guerra” in cui, dopo aver scelto la nostra fazione,
parteciperemo ad una vera e propria guerra mondiale contro chi avrà
scelto di combattere per le altre due superpotenze, a noi nemiche. Ogni
24 ore “reali” il sistema analizzerà i risultati di tutte le battaglie
online e determinerà le nuove linee del fronte in base ai risultati.
Per tutti coloro che preferiscono giocare in compagnia, è prevista la
possibilità di invitare un proprio amico ed affrontare il Teatro di
Guerra in avvincenti 2 contro 2. Teatro di guerra riesce a far
dimenticare le piccole lacune che affliggono EndWar e lo rende
praticamente infinito.
Chi invece non intende impegnarsi in devastanti conflitti a lungo
termine può scegliere di combattere in modalità “schermaglia”,
personalizzabili in qualsiasi aspetto.
Capitali
Gli scenari di guerra in cui ci troveremo a combattere ci portano
indietro nel tempo, ai crudi documentari risalenti alle tragiche guerre
del ventesimo secolo. Avanzeremo con il nostro esercito nelle strade di
Mosca dando un’occhiata al Cremlino, attraverso gli Champs Elisées
parigini guardando la Tour Eiffel, ci ripareremo dietro il Campidoglio
a Washington e ancora ci troveremo nelle valli innevate finlandesi,
nella campagna spagnola o nel porto di Sebastopoli. Da un punto di
vista “panoramico”, la realizzazione grafica degli scenari è quanto di
meglio si possa chiedere ad un gioco strategico ed in effetti, finché
la visuale della telecamera rimane alta, sembra di assistere ad un
film: scenari evocativi, movimento delle truppe realistico, svolgimento
dell’azione fluido, effetti particellari delle esplosioni eccellenti.
Purtroppo nelle situazioni in cui ci troveremo a seguire le unità di
terra, in particolare la fanteria, la visuale ravvicinata evidenzia la
povertà o la mancanza di alcune textures, la rigidità di alcune
animazioni e la semplicità costruttiva di alcune strutture. La buona
atmosfera visiva è supportata da ottimi effetti sonori che riproducono
molto fedelmente il fracasso dei pesanti carri o delle pale degli
elicotteri, il sibilo dei proiettili ed il frastuono delle esplosioni,
le voci concitate dei fanti e le richieste di aiuto delle unità in
difficoltà. Molto buono il doppiaggio in lingua italiana che propone
voci azzeccate, in particolare nelle cut scenes, ed un’ottima varietà
di espressioni. Leggermente sottotono invece i brani musicali che fanno
da colonna sonora.
Armistizio!
In un epoca in cui gli enormi costi di produzione di un titolo
importante spingono i publisher ad andare sul sicuro, proponendo
infinite serie di sequel, Ubisoft Shangai decide di andare
controcorrente cercando di rivoluzionare un genere, quello degli RTS,
ancorato da anni a schemi collaudati. Se consideriamo opzioni e
contenuti, EndWar non aggiunge nulla di nuovo al genere ma l’approccio
al gioco è unico. Il sistema di controllo vocale è preciso, immediato e
divertente e premette di superare gli annosi problemi di adattamento
della complessa pletora di comandi di uno strategico alla limitata
versatilità dei joypad. Una certa semplificazione dell’aspetto
strategico e tattico forse non verrà apprezzata dai patiti del genere
ma EndWar, grazie ad una realizzazione tecnica di alto livello, a
modalità offiline ed online divertenti e longeve è assolutamente
consigliato tutti.
domenica dopo lo scoppio della guerra. Solenne ma anche pieno di
determinazione e di speranza. Mi guardo quindi molto bene dal parlarvi
in termini troppo fiduciosi o eccessivamente ottimistici. Sono sicuro
che ci aspettano dei guai. Ma ho questa sensazione che il nemico che
oggi ci assale sia un organismo di gran lunga meno solido di quello che
possa sembrare. Facciamoci coraggio in mezzo alle perplessità ed ai
pericoli, perché potrà darsi benissimo che l’estinzione definitiva di
un dominio nefasto getti le fondamenta di una solidarietà fra tutti gli
uomini in tutti i paesi, più vasta di quanto avremmo mai potuto
progettare se non avessimo marciato insieme attraverso le fiamme”.
Grandi capi di stato e leggendari condottieri spesso, durante le
tremende guerre che hanno sconvolto l’umanità, sono riusciti a
ribaltare drammatiche situazioni sfavorevoli grazie alle loro parole
pronunciate da una voce imponente capace di infondere sicurezza e
speranza negli animi della gente. Controllate la respirazione e
sorseggiate un po’ d’acqua fresca, oggi quella voce dovrà essere la
vostra: EndWar è arrivato.
Venti di Guerra
Tutto inizia nel 2011, anno in cui gli Stati Uniti d’America e l’Unione
Europea siglano un accordo che dovrebbe portare ad una pace
internazionale: costruire uno scudo stellare in grado di impedire
qualsiasi attacco missilistico nucleare. La Russia al contrario
intensifica la ricerca e nel 2015 grazie ai suoi giacimenti di gas e
petrolio controlla la maggior parte delle risorse naturali della terra
mettendo in serio pericolo l’economia e la sicurezza mondiale. Per far
fronte al pericolo l’Unione Europea decide di dare una svolta di
carattere militare e politico ai legami tra i singoli stati diventando
Federazione Europea, coalizione dotata finalmente di esercito unico in
grado di difendere i confini dagli attacchi esterni. Sono le misure
difensive studiate dagli Stati Uniti che aggravano definitivamente i
gravi equilibri internazionali. Intervenire con unità speciali in meno
di novanta minuti in qualsiasi zona della terra: è la forza di Freedom Star,
stazione spaziale statunitense operativa dal 2020. Durante il trasporto
del modulo finale un attacco terroristico distrugge la navetta: la
Terza Guerra Mondiale ha inizio.
Pur attingendo alla vasta letteratura fanta-politica di Tom Clancy, appare subito evidente quanto gli eventi storici di EndWar
non propongano nulla di originale e siano quanto di più stereotipato si
possa immaginare in ambito bellico: tematiche care all’epoca della
guerra fredda ormai viste, lette e giocate migliaia di volte.
Nonostante la mancanza di originalità, il rapido susseguirsi degli
eventi storici riesce comunque a creare un alto grado di coinvolgimento
per tutta la durata della guerra: essere al comando di una superpotenza
militare, ovviamente in ambito videoludico, raramente è stato così
divertente e gratificante.
La mia parola è un ordine!
Da sempre genere per eccellenza per PC, gli strategici in tempo reale
hanno sempre faticato ad imporsi nel mercato console, sia per la
difficoltà di proporre un sistema di controllo all’altezza sia per un
target sicuramente diverso rispetto all’utenza PC. Con l’avvento delle
console next generation sembra però che ci sia stata un’inversione di
tendenza e dopo il successo di EA con La Battaglia per la Terra di Mezzo 2, Tiberium Wars e l’ultimissimo Red Alert 3
è la volta di Ubisoft, che approfitta del fortunatissimo franchise Tom
Clancy per esordire nel mondo degli RTS, rivoluzionandone completamente
l’approccio. Come? Scopriamolo insieme.
Come le decine di strategici che lo hanno preceduto in questi anni su console e PC, EndWar ci
accoglie con una completa sezione tutorial che spiega in modo molto
chiaro ed esaustivo le funzionalità ed i numerosi controlli che avremo
a disposizione durante le battaglie. State già guardando il vostro
controller con occhi lucidi, rimpiangendo tastiera e mouse? Beh, non è
il caso di preoccuparsi, Ubisoft Shangai ha rivoluzionato
completamente il canonico sistema di controllo relegando il joypad a
ruolo di comprimario e promuovendo la nostra voce, grazie a microfono e
cuffie, a protagonista assoluta. Dopo una veloce ma accurata
calibrazione della stessa, necessaria affinché il sistema riconosca il
nostro timbro vocale durante le fasi di gioco, una voce amica ci guida
nei meandri dei comandi vocali studiati per controllare con precisione
le truppe.
La meccanica per accedervi ricorda molto da vicino quella che si
utilizza per i messaggi radio e nei walkie-talkie: la pressione del
pulsante RT
attiva lo schema piuttosto semplice dei comandi, visualizzati sullo
schermo attraverso degli intuitivi menu a tendina, e poi toccherà alla
nostra voce decidere cosa fare. All’inizio lo scetticismo nei confronti
di un sistema così atipico porta a procedere con una certa
circospezione e lentezza, dettate dalla necessità di fugare qualsiasi
dubbio riguardo alla precisione e ai tempi di risposta della CPU ai
nostri ordini. Durante le prime battaglie caratterizzate da un numero
cospicuo di truppe, in cui la tempestività dell’azione è essenziale,
faticheremo a credere a quello che stiamo facendo: rapidi ordini
perentori scanditi senza remore dalla nostra voce muovono con
accuratezza tutte le unità, senza guardare minimamente le diverse
tendine dei comandi! Il feeling con l’originale sistema di controllo,
infatti, è praticamente immediato e dopo le prime scaramucce,
memorizzare i comandi è automatico: “unità uno, attaccare nemico 2”
oppure “unità 2 più unità 3, ripiegare”; tale rapidità
nell’apprendimento nasconde il suo segreto nell’eccellente
riconoscimento vocale realizzato per l’occasione dai programmatori, che
ci consente di parlare senza pause tra un comando e l’altro. Le uniche
volte in cui sentiremo in cuffia una voce che ci avverte
dell’impossibilità ad eseguire gli ordini appena impartiti, deriveranno
dal fatto di aver “selezionato” unità sconfitte o non presenti in campo
oppure perché impossibili in quella determinata situazione. Come
accennato sopra, il joypad ha un ruolo piuttosto marginale nel sistema
di controllo studiato per EndWar e viene usato esclusivamente
per attivare i comandi vocali, cambiare le visuale di gioco e muoversi
nei menu, tra una missione e l’altra.
War Games
Denominato “Prologo alla Guerra”, il tutorial si articola in dodici
missioni in cui avremo la possibilità di utilizzare, alternativamente,
gli eserciti europei, americani e russi: si tratta degli eventi storici
che portano all’inevitabile Terza Guerra Mondiale in cui assumeremo, a
nostra scelta, il comando di una delle tre superpotenze nelle trenta
missioni totali.
Il nostro centro operativo è rappresentato da un globo terrestre strutturato e suddiviso secondo uno stile caro a Risiko,
in cui potremo scegliere quale missione e quale nemico affrontare a
seconda dei successi precedenti. A differenza della maggior parte di
strategici in tempo reale usciti in questi ultimi sedici anni, dai
tempi di Dune 2 passando per Age of Empires fino ad arrivare a Red Alert 3, in EndWar
non si deve raccogliere nessun genere di risorsa per finanziare la
costruzione di edifici strategici e di eserciti, ma alla maniera che
ricorda Ground Control per PC, si devono gestire unicamente le
unità militari in base alle loro diverse caratteristiche. Fucilieri,
genieri, artiglieri, carri armati, veicoli di comando e di trasporto ed
elicotteri sono i mezzi che dovremo gestire con attenzione fino alla
vittoria finale attraverso un sistema di potenziamento relazionato alle
“promozioni” guadagnate sul campo di battaglia. Dopo ogni successo
avremo dei crediti per acquistare i miglioramenti delle nostre unità la
cui esperienza accumulata nelle missioni consentirà di accedere a
upgrade sempre migliori, come ad esempio delle truppe elitarie da
utilizzare nei momenti strategicamente più delicati. L’utilizzo di tali
unità speciali va calcolato con precisione dal momento che una volta
sconfitti saranno completamente perduti fino alla fine delle ostilità.
Gli equilibri delle forze in campo reagiscono in base alle
collaudatissime regole della morra cinese in cui il triangolo
“sasso-carta-forbice” è rappresentato dalle diverse unità militari;
diventa fondamentale pertanto memorizzare, ad esempio, il fatto che i
fucilieri sono efficaci nell’abbattimento degli elicotteri e nello
sterminio dei genieri ma terribilmente deboli se affrontati dai tank,
che a loro volta si trovano in estremo pericolo contro gli attacchi
aerei. Lo schema di gioco è dunque piuttosto semplice ed intuitivo
anche per tutti coloro che sono alla prima esperienza con un RTS, da
sempre uno dei generi più complessi nell’articolato universo
videoludico; alcune considerazioni negative derivano però proprio da
questa semplificazione: i tipi di truppe a disposizione sono
decisamente inferiori rispetto a quanto si vede generalmente in altri
titoli ed inoltre, le tre superpotenze, non godono tra loro di una
diversificazione e caratterizzazione delle unità militari, il che
avrebbe permesso un approccio al gioco meno meccanico e scontato.
Appare evidente la scelta del team di sviluppo di dare priorità
assoluta all’efficacia del sistema di controllo vocale rispetto alla
varietà delle unità, in modo da evitare un eccessivo numero di comandi
con il conseguente rischio di perdere immediatezza nei tempi di
riconoscimento e risposta. Durante gli scontri a fuoco gli schieramenti
si comportano in modo credibile mentre negli spostamenti tattici nelle
varie aree degli scenari non sempre l’IA è all’altezza della situazione
in quanto non è raro veder le truppe prendere la strada più lunga o
pericolosa, incuranti delle difficoltà logistiche proposte dagli
scenari.
Nel corso della Terza guerra mondiale di EndWar dovremo affrontare quattro tipologie di missioni diverse. In Conquista
il nostro obiettivo è prendere il controllo di stazioni radio
strategiche dislocate nella mappa prima che lo facciano le forze
nemiche; in Assalto è tutto molto più semplice: dovremo annientare con qualsiasi mezzo tutto ciò che è ostile; Raid ci costringe a sabotare una base nemica mentre in Assedio
dovremo conquistarla senza dover pensare alla fase difensiva. La
strategia utile da adottare è dettata oltre che dalle caratteristiche
delle forze in campo anche dall’utilizzo delle armi di distruzioni di
massa. Quando uno dei due schieramenti in campo è in grave difficoltà,
si entra in fase Defcom 1 in cui è possibile ribaltare la
situazione a proprio favore facendo ricorso ad armi devastanti come
blackout elettronico, bombardamenti aerei, appoggio di unità terrestri,
dispositivi tattici nucleari, armi ad energia cinetica satellitare
“Rods from God” e satelliti T.H.E.L., Tactical High Energy Lasers. Per
non correre il rischio di vedere tutte le nostre unità distrutte in
pochissimo tempo, la strategia migliore è quella di evitare
assembramenti in poco spazio e cercare una dislocazione più
intelligente. L’intenzione di Ubisoft Shangai di catapultare il
giocatore nel cuore della battaglia traspare in tutti aspetti di EndWar,
tra i quali il più evidente è l’impostazione della telecamera:
attraverso il comando “inquadra” ci si porta nei pressi dell’unità
selezionata e col pad si determina l’altezza della telecamera. Il
problema è che possiamo vedere solamente le zone coperte dalle nostre
unità ed in nessun modo è possibile spostarsi con efficacia nello
scenario per studiare eventuali strategie o per spiare le mosse
nemiche. Tale scelta è sicuramente coerente con lo spirito del titolo,
però è evidente l’impossibilità di raggiungere un elevato controllo
strategico e tattico della situazione.
Coalizioni!
EndWar propone una divertentissima modalità di gioco online denominata
“Teatro di Guerra” in cui, dopo aver scelto la nostra fazione,
parteciperemo ad una vera e propria guerra mondiale contro chi avrà
scelto di combattere per le altre due superpotenze, a noi nemiche. Ogni
24 ore “reali” il sistema analizzerà i risultati di tutte le battaglie
online e determinerà le nuove linee del fronte in base ai risultati.
Per tutti coloro che preferiscono giocare in compagnia, è prevista la
possibilità di invitare un proprio amico ed affrontare il Teatro di
Guerra in avvincenti 2 contro 2. Teatro di guerra riesce a far
dimenticare le piccole lacune che affliggono EndWar e lo rende
praticamente infinito.
Chi invece non intende impegnarsi in devastanti conflitti a lungo
termine può scegliere di combattere in modalità “schermaglia”,
personalizzabili in qualsiasi aspetto.
Capitali
Gli scenari di guerra in cui ci troveremo a combattere ci portano
indietro nel tempo, ai crudi documentari risalenti alle tragiche guerre
del ventesimo secolo. Avanzeremo con il nostro esercito nelle strade di
Mosca dando un’occhiata al Cremlino, attraverso gli Champs Elisées
parigini guardando la Tour Eiffel, ci ripareremo dietro il Campidoglio
a Washington e ancora ci troveremo nelle valli innevate finlandesi,
nella campagna spagnola o nel porto di Sebastopoli. Da un punto di
vista “panoramico”, la realizzazione grafica degli scenari è quanto di
meglio si possa chiedere ad un gioco strategico ed in effetti, finché
la visuale della telecamera rimane alta, sembra di assistere ad un
film: scenari evocativi, movimento delle truppe realistico, svolgimento
dell’azione fluido, effetti particellari delle esplosioni eccellenti.
Purtroppo nelle situazioni in cui ci troveremo a seguire le unità di
terra, in particolare la fanteria, la visuale ravvicinata evidenzia la
povertà o la mancanza di alcune textures, la rigidità di alcune
animazioni e la semplicità costruttiva di alcune strutture. La buona
atmosfera visiva è supportata da ottimi effetti sonori che riproducono
molto fedelmente il fracasso dei pesanti carri o delle pale degli
elicotteri, il sibilo dei proiettili ed il frastuono delle esplosioni,
le voci concitate dei fanti e le richieste di aiuto delle unità in
difficoltà. Molto buono il doppiaggio in lingua italiana che propone
voci azzeccate, in particolare nelle cut scenes, ed un’ottima varietà
di espressioni. Leggermente sottotono invece i brani musicali che fanno
da colonna sonora.
Armistizio!
In un epoca in cui gli enormi costi di produzione di un titolo
importante spingono i publisher ad andare sul sicuro, proponendo
infinite serie di sequel, Ubisoft Shangai decide di andare
controcorrente cercando di rivoluzionare un genere, quello degli RTS,
ancorato da anni a schemi collaudati. Se consideriamo opzioni e
contenuti, EndWar non aggiunge nulla di nuovo al genere ma l’approccio
al gioco è unico. Il sistema di controllo vocale è preciso, immediato e
divertente e premette di superare gli annosi problemi di adattamento
della complessa pletora di comandi di uno strategico alla limitata
versatilità dei joypad. Una certa semplificazione dell’aspetto
strategico e tattico forse non verrà apprezzata dai patiti del genere
ma EndWar, grazie ad una realizzazione tecnica di alto livello, a
modalità offiline ed online divertenti e longeve è assolutamente
consigliato tutti.