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Recensione di Stacking

Recensione di Stacking di Console Tribe

di: REdeiDESIDERI

Nati nel 2000 dalla smodata passione e dall’estro di quel genio di Mr. Tim Schafer, gli studios di Double Fine hanno messo in chiaro sin da subito una cosa: la genialità e la creatività nei videogame ripagano sempre! Ecco dunque che dopo averci sballottato tra le oscure lande del mondo del Metal (Brutal Legend), e quelle più scanzonate di una città nel giorno di Halloween (Costume Quest), i poliedrici sviluppatori capitanati da Mr. Schafer tentano di stupirci ancora, basando il concept del loro ultimo titolo (digitale) su un oggetto tanto improbabile quanto affascinante: la matrioska. Nulla più che una sorta di bambola di legno che tuttavia, al suo interno, può nascondere qualcosa in più. Se volessimo descrivervi Stacking con parole semplici, forse il concetto appena espresso sarebbe il più adatto, perché come le matrioske anche il titolo Double Fine è apparentemente poco più che un ninnolo per bambini, un “giocattolo” videoludico che però al suo interno nasconde quel divertente segreto che è il cuore dell’opera: l’originalità.

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Cam-camin, cam-camin, spazzacamin…

Piccolo ma coraggioso, Charlie è il più giovane di una famiglia di simpatici, ma spiantati, spazzacamini: i Blackmore. Sommersi dai debiti, e a corto di lavoro, i protagonisti della nostra vicenda non ci metteranno molto a finire nel cappio dello strozzinaggio del vile “Barone”, un industriale cinico e senza scrupoli che vede nel lavoro minorile la sua principale fonte di guadagno. Approfittando dei debiti contratti dalla famiglia, il Barone rapisce i Blackmore, così da costringerli a lavorare per lui nelle sue miniere di carbone. L’unico a salvarsi dal rapimento è proprio il nostro Charlie, risparmiato a causa della sua apparente inutilità. Charlie, infatti, non è solo il più piccolo membro della famiglia, ma addirittura la bambola più piccola del mondo di Stacking, ed è pertanto ritenuto inutile per qualsivoglia mansione. Solo e smarrito, la piccola bambola non si perderà tuttavia d’animo, anzi, approfittando delle sue minute dimensioni e potendo contare sull’aiuto di un simpatico vagabondo di nome Levi, farà letteralmente il diavolo a quattro per salvare i suoi familiari e mettere fine alla tirannia del vile Barone. Nascoste nell’ironia e nella semplicità, Double Fine tira fuori dal suo cilindro argomentazioni per la sua trama per nulla banali ma al contrario addirittura profonde. Senza drammaticità, ma con la potenza di una favola per bambini, Stacking ci presenta un mondo in cui lo sfruttamento e la corruzione sono all’ordine del giorno. Una storia in cui si raccontano, in tonalità morbide e pastello, argomenti di uno spessore inatteso quali lo sfruttamento del lavoro minorile e la crudeltà insita nelle differenze di classe. Un punto decisamente a favore della produzione, tale da riuscire, con la sua sottesa malinconia, a coinvolgere utenti di qualsiasi età.

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Giochi di Incastri

Quando abbiamo avuto notizia di un gioco completamente incentrato sulle celebri matrioske russe, si sono fatte avanti alcune perplessità. Come avrebbe potuto funzionare un gioco simile? Come sarebbe stata sfruttata la peculiarità dell’oggetto in sé, ossia i celebri “incastri” della matrioska? Pad alla mano dobbiamo ammettere che ogni dubbio è stato fugato e, come uno spettacolo di bambole, l’esperienza di Stacking fila via liscia e gratificante. I Double Fine sono stati decisamente abili nel rendere il caratteristico gioco di incastri delle bambole russe un pretesto ludico: com’era lecito aspettarsi, il fulcro del gioco è proprio “l’incastrare” Charlie all’interno di altre bambole! Come già detto, Charlie è effettivamente la bambola più piccola dell’intero mondo di gioco. Questa sua particolarità lo rende quindi capace di poter “entrare” in bambole più grandi di lui grazie all’incastro tipico delle matrioske ed assumerne così il controllo. La cosa non è ovviamente fine a se stessa, tant’è che ogni bambola è dotata di un’abilità particolare che, talvolta da sola, talvolta in combinazione con altre bambole, è utilizzabile tanto per divertirsi a spese delle altre matrioske, tanto per risolvere i vari enigmi presenti nel gioco. A ben vedere, infatti, Stacking altro non è che un divertente e riuscito miscuglio tra un puzzle game ed un gioco di natura più propriamente esplorativa, in cui la ricerca di bambole sempre nuove non è solo fondamentale ma anche divertente. Ognuno dei quattro mondi di gioco ci presenterà quindi tutta una serie di enigmi ed un relativo set di bambole che ci permetteranno di proseguire all’interno dell’avventura. Il bello è che ogni enigma può essere risolto per mezzo di un certo numero di soluzioni (da un minimo di tre ad un massimo di cinque). Ovviamente basterà risolvere l’enigma una prima volta perché la trama faccia il suo corso, tuttavia il gioco incoraggia ed invoglia a sperimentare tutte le combinazioni possibili, cosicché più che scoprire l’ovvio lieto fine del gioco, la vera sfida di Stacking è risolverne tutti i “risvolti enigmatici”. Non bastasse, il titolo è anche traboccante di collezionabili quali illustrazioni e, ovviamente, un folto set di bambole. Certo è che i vari rompicapo presenti nel gioco non rappresentano quasi mai una sfida degna di questo nome, ma è proprio la varietà delle azioni e, soprattutto, il nutrito numero di bambole a spingere in qualche modo il giocatore verso il completamento del gioco. A questo aggiungiamo pure il fatto che i livelli godono di una discreta complessità e di un’ottima ampiezza tali da rendere la ricerca delle varie bambole una vera e propria caccia al tesoro. Il titolo, infatti, offre una componente esplorativa molto vasta, in cui gli sviluppatori hanno inserito oltre 100 bambole diverse. Come già detto, la scoperta di queste ultime è il vero cuore del titolo Double Fine, tant’è che ad ogni nuova bambola andremo a rimpinguare un apposito “album” con tanto di didascalia per ogni personaggio. La cosa ancor più interessante è che non si ha mai la sensazione che una bambola sia stata creata “tanto per”. Ogni matrioska ha una sua abilità perfettamente giustificata che, oltre a poter essere utilizzata per la risoluzione di certi enigmi, potrebbe essere utilizzata per una folta serie di obiettivi secondari chiamati “Scherzetti”, la cui risoluzione non è fondamentale ma va ad arricchire ulteriormente l’esperienza di gioco. L’ennesimo tocco di classe che trasforma un titolo oggettivamente semplice, in un archetipo del divertimento spensierato.

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L’arte del collezionismo

Carico di uno stile che attinge a piene mani dall’epoca vittoriana, Stacking è esteticamente ispirato e ricercato, tale da risultare, seppur senza troppi poligoni, una piccola gioia visiva. Eppure sempre di bambole si parla, ed ecco allora che Double Fine aggiunge allo stile architettonico tipico del periodo industriale, piccoli tocchi di classe che concorrono a rafforzare l’idea che il gioco non sia nulla più che una rappresentazione di bambole. Largo dunque ad oggetti di uso comune, come rocchetti di filo, ditali, scatole di fiammiferi e quant’altro possa divenire parte integrante di certe costruzioni architettoniche, o ancora: fondali di carta, un mare di cartone, e così via. Tutto nel mondo di Stacking concorre a dare la sensazione che il gioco sia una riuscita messa in scena, frutto magari di un pomeriggio di giochi tra bambini. Un mondo fanciullesco, eppure ricchissimo di dettagli e di uno stile che, come detto in apertura, riesce a trattare tematiche adulte pur senza smorzarne troppo i toni. Dal punto di vista più propriamente tecnico, dobbiamo dire che, seppur non eccella, il comparto grafico di Stacking è una piccola opera d’arte. Sia il mondo di gioco che le bambole sono confezionati ad hoc: le bambole sono bellissime da vedere e da scoprire, e spaziano tra i personaggi più disparati, comprese mummie, animali, agenti segreti, e così via. Anche i numerosi filmati che porteranno avanti la narrazione sono affascinanti e stilisticamente ricercati, ricalcando il feeling dei film muti delle origini del cinema su pellicola e parimenti macchiati dalle imperfezioni della pellicola. Esile ma per nulla sciatto il comparto animazioni, caratterizzato da pochi ma semplici movimenti (del resto parliamo di bambole di legno!) capaci comunque di rendere più che degnamente l’espressività dei vari personaggi. Ottime impressioni anche dal comparto acustico che, oltre ad un’ottima campionatura dei vari suoni presenti nel mondo di Stacking, sfoggia anche una colonna sonora più che degna, e perfettamente aderente alle varie situazioni di gioco.

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Nel Mondo delle Bambole

Giocare a Stacking non è, come molti potrebbero pensare, un privilegio degli utenti più giovani. La nuova avventura di Double Fine è un’esperienza ricca ed affascinante che, sia per tematiche trattate che per lo stile, può coinvolgere qualsiasi fascia d’utenza. Certo, concludere le avventure di Charlie è un’impresa in cui è praticamente impossibile fallire, ma non è la difficoltà forsennata il fulcro dell’esperienza ludica. Nella sua limpida semplicità, Stacking si presenta come un prodotto in cui è l’immersione nel mondo di gioco la componente fondamentale dell’intrattenimento. Cercare le bambole, completare i set, esplorare le possibilità offerte dalle varie abilità è parimenti, se non più importante, di ogni aspetto dell’intera opera. Double Fine, ancora una volta, regala un prodotto in cui, più che gli eventi di gioco, sono i personaggi ed il mondo a farla da padrone. Diventare parte o meno di questo mondo di bambole russe, è ciò che distinguerà gli amanti del gioco dai suoi ostinati e sciocchi detrattori.