Recensione Recensione di Spider-Man: Web of Shadows
Recensione di Spider-Man: Web of Shadows di Console Tribe
di: RedazionePuoi guardare nell’oscurità senza che essa guardi in te?
Siamo noi a decidere il nostro destino, oppure è il fato a scegliere
per noi? Inesorabilmente cerchiamo di rinnegare noi stessi ma alla fine
non possiamo esimerci dal mostrarci per quello che siamo. Mi guardo
allo specchio e vedo la mia maschera rossa e da un lato si fa largo una
sostanza nera che m’inebria di potere. Sono un eroe o un missionario
del male? Scegliete voi il mio destino.
Da grandi titoli derivano grandi responsabilità
Non bastava la serie a fumetti, non bastava l’uscita nelle sale
cinematografiche, il brand che si porta dietro la saga di Spiderman
merita anche una versione per console. Alla già lunga lista di titoli
che hanno visto la luce in passato si aggiunge questo nuovo capitolo,
Spiderman: il regno delle ombre.
L’anima del gioco è tutta nel titolo, e vede sotto i riflettori
l’eterna lotta tra il Bene e il Male, un copione in questi termini che
non stanca mai. Stavolta il male non sarà semplicemente un nemico
fisico da abbattere, ma s’insidierà in noi stessi, strisciando sotto la
nostra pelle rendendo cattivo e eroe un solo essere. Queste sono le
premesse per una storia dai tratti psicologici e intriganti. Il plot
narrativo si discosta dalla storia principale della saga, facendoci
vivere un’avventura totalmente nuova, vicende in cui il nostro eroe non
sarà l’unico personaggio di spicco. Il cast, interamente tratto dal
capolavoro Marvel è più ricco che mai, i fan riconosceranno il malvagio
Kingpin, il tenace Wolverine, la bellissima Mary Jane e ovviamente non
poteva mancare Venom. Le basi per produrre una storia interessante e
immersiva ci sono tutte, eppure, qualcosa non riesce a convincere e
coinvolgere il giocatore. Gli spunti migliori sono da segnalare nei
conflitti interiori del nostro eroe, tuttavia l’intero sistema
narrativo appare confusionario, quasi mancasse una struttura centrale.
Ben presto la voglia di vedere come va a finire, smette di seguire il
giocatore, lasciando un senso di amarezza mista a delusione. Vedere i
personaggi che hanno reso celebre le opere Marvel in una sceneggiatura
quasi abbozzata, è mortificante, un vero peccato visto il lavoro svolto
per portare nel gioco un roster di personaggi così grande.
Con il nostro Spiderman di quartiere avremo la possibilità di girare
liberamente per Manhattan. Quasi una sorta di simulazione della vita di
un supereroe, il titolo di Activision si aggiunge alla lista di free
roaming usciti in questa generazione di console. Sfruttando le
straordinarie capacità di Peter Parker saremo in grado di volteggiare
tra i grattacieli della città; vagare liberi per le strade è
un’esperienza ludica davvero appagante, grazie ai poteri del nostro
eroe difficilmente ci stancheremo di scalare le vette più alte che la
metropoli ci offre. Il tutto accompagnato da movenze credibili che non
sfigurano rispetto alle imprese stunt viste al cinema. La vita di un
supereroe è davvero “incasinata” e la criminalità di certo non si
prende un giorno di riposo. Nel proseguimento della nostra avventura ci
verranno assegnate molte missioni, da quelle più semplici come
sgominare le bande che si danno battaglia in città, fino agli scontri
con gli immancabili supercattivi. Vestire i panni dell’eroe Marvel è
davvero divertente e risveglia quella voglia di immedesimarsi nei miti
cartacei che abbiamo imparato ad amare; Spiderman: Il Regno delle Ombre offre una buona alternativa al semplice fantasticare, potrete vivere le avventure da protagonisti.
Le missioni principali verranno accompagnate da obiettivi secondari e
da alcuni simboli di ragno sparsi per tutta la città. Aver adoperato
questa scelta allo scopo di aumentarne la longevità è controproducente,
infatti, a causa dell’estrema ripetitività, il tutto si ridurrà a
salvare civili e abbattere nemici.
Per sopraffare i nostri avversari avremo a disposizione una gran
quantità di colpi, il numero di combo concatenabili è elevato per
creare combattimenti frenetici e divertenti. I nostri superpoteri
inoltre ci permetteranno di usare la ragnatela come parte attiva negli
scontri, sia in difesa che in attacco il ragno tesserà la sua tela in
modo egregio. Portare a termine le nostre buone azioni quotidiane non è
troppo complicato e per tutto il tempo si avvertirà una sensazione
quasi di rilassamento nei confronti dei nostri nemici. Problema non
trascurabile visto che il tasso di sfida sarà pressoché inesistente e
anche quando la nostra energia diminuisce molto, non ci resta che
attendere qualche secondo prima che si ricarichi automaticamente. Come
se non bastasse è possibile richiamare alleati, una volta ottenuta la
loro fiducia durante lo svolgimento della storia, per avere supporto
durante i combattimenti. La vera difficoltà è dovuta a qualche problema
con le inquadrature che spesso vi causeranno non pochi fastidi.
Se la storia punta tutto sull’introspezione psicologica tra bene e male
anche il gameplay non sarà da meno, infatti tramite la pressione dello
stick sinistro potremo cambiare il nostro vestito, passando da quello
classico dell’uomo ragno a quello di Venom. Le due livree si
differenzieranno non solo per le abilità iniziali, ma anche per i
potenziamenti che il gioco prevede. Nonostante la scelta sia
encomiabile, quest’accenno a meccanismi “ruolistici” non offre nulla di
nuovo al gameplay e spesso verrà accantonato. Possibilità invece
interessante è quella che ci viene data al termine delle missioni,
infatti è possibile scegliere se seguire la via del buon samaritano o
seguire il lato oscuro, con relative ripercussioni sulla trama.
Purtroppo però i cambiamenti sono davvero minimi e alla fine il nostro
libero arbitrio si estingue inesorabilmente sul destino che il plot
narrativo ha già previsto per noi. Se a questo si aggiunge un
coinvolgimento che rasenta lo zero, è facile intuire come la voglia di
giocare svanisca presto. La ripetitività è sovrana in questo titolo,
ogni momento è un deja vu, ogni azione è già stata fatta, e il
giocatore sarà portato a credere che sullo schermo il gioco è trasmesso
in loop in un circolo vizioso senza fine.
Lunga vita al Ragno
La longevità di questo titolo è alquanto limitata, non tanto per la
durata assoluta del gioco stesso che si attesta su una media discreta,
ma più che altro per la ripetitività con cui si svolge la trama.
Riempire il gioco di missioni secondarie tutte uguali o monotematiche,
disseminare l’area di oggetti collezionabili che aggiungono poco al
gameplay non serve ad allungare la vita di un titolo, ma solo a
relegarlo nel compartimento dei giochi noiosi. Ci saremmo aspettati di
più dai realizzatori, già avvezzi al franchising e quindi in linea con
i desideri di molti videogiocatori.
Aracnotecnica
Il ragno si mostra in una veste grafica rinnovata, il cui risultato
finale regala qualche soddisfazione ma mostra ancora molte lacune.
L’enorme scenario ricreato è piuttosto credibile ma passata la felicità
iniziale si scorgono i primi difetti. L’ambientazione seppur ben
realizzata è davvero troppo spoglia di particolari, la città non è
viva, non mostra dinamicità negli elementi, il tutto si limita alla
serie impressionante di grattacieli che campeggiano per quasi tutta la
struttura urbanistica. I personaggi soffrono anch’essi di un livello
qualitativo, che pur non essendo malaccio non fa di certo gridare al
miracolo. Altra nota di disappunto viene dal fatto che non sono
previste missioni al chiuso, all’interno degli edifici, costringendo il
giocatore alla mera vita all’addiaccio.
Quando il gioco è in movimento si riesce ad apprezzare sia il meglio
che il peggio del comparto tecnico, quasi a restare in tema con il
contrasto tra bene e male. Le animazioni sono il punto di forza,
davvero ben realizzate, il protagonista si muove con fluidità anche nei
movimenti più spettacolari, è evidente come si sia voluto in qualche
modo far riaffiorare i ricordi delle pellicole cinematografiche. Se le
animazioni sono ben realizzate discorso totalmente diverso è per gli
altri elementi in movimento, sia le auto che i passanti per strada
risultano sottotono per quanto riguarda la grafica, ma il problema più
evidente è un fastidiosissimo effetto pop-up.
Il comparto audio non offre molto in termini di coinvolgimento, qualche
buona traccia è accompagnata da altrettanti motivetti fuori luogo che
stonano con il titolo. Gli effetti sonori e il doppiaggio sono di buona
fattura, ma anche in questo caso si poteva fare di più.
Titoli di coda
Volendo soffermarci a riflettere durante i titoli di coda, possiamo
affermare che il titolo Activision in parte appaga il giocatore e lo
diverte con le meccaniche di gioco studiate. Il problema è ravvisabile
essenzialmente dalla ripetitività che in poco tempo, distrugge il
divertimento per lasciar spazio alla noia. In ogni caso vestire i panni
di Spiderman fa sempre un certo effetto e in molti rimarranno
soddisfatti. Tecnicamente il titolo mostra qualche spunto interessante
ma soffre di molti piccoli difetti che di certo non aiutano a
risollevare le sorti del gioco.
Siamo ancora in attesa che le grandi potenzialità di questo supereroe siano sfruttate totalmente.
PRO
Siamo noi a decidere il nostro destino, oppure è il fato a scegliere
per noi? Inesorabilmente cerchiamo di rinnegare noi stessi ma alla fine
non possiamo esimerci dal mostrarci per quello che siamo. Mi guardo
allo specchio e vedo la mia maschera rossa e da un lato si fa largo una
sostanza nera che m’inebria di potere. Sono un eroe o un missionario
del male? Scegliete voi il mio destino.
Da grandi titoli derivano grandi responsabilità
Non bastava la serie a fumetti, non bastava l’uscita nelle sale
cinematografiche, il brand che si porta dietro la saga di Spiderman
merita anche una versione per console. Alla già lunga lista di titoli
che hanno visto la luce in passato si aggiunge questo nuovo capitolo,
Spiderman: il regno delle ombre.
L’anima del gioco è tutta nel titolo, e vede sotto i riflettori
l’eterna lotta tra il Bene e il Male, un copione in questi termini che
non stanca mai. Stavolta il male non sarà semplicemente un nemico
fisico da abbattere, ma s’insidierà in noi stessi, strisciando sotto la
nostra pelle rendendo cattivo e eroe un solo essere. Queste sono le
premesse per una storia dai tratti psicologici e intriganti. Il plot
narrativo si discosta dalla storia principale della saga, facendoci
vivere un’avventura totalmente nuova, vicende in cui il nostro eroe non
sarà l’unico personaggio di spicco. Il cast, interamente tratto dal
capolavoro Marvel è più ricco che mai, i fan riconosceranno il malvagio
Kingpin, il tenace Wolverine, la bellissima Mary Jane e ovviamente non
poteva mancare Venom. Le basi per produrre una storia interessante e
immersiva ci sono tutte, eppure, qualcosa non riesce a convincere e
coinvolgere il giocatore. Gli spunti migliori sono da segnalare nei
conflitti interiori del nostro eroe, tuttavia l’intero sistema
narrativo appare confusionario, quasi mancasse una struttura centrale.
Ben presto la voglia di vedere come va a finire, smette di seguire il
giocatore, lasciando un senso di amarezza mista a delusione. Vedere i
personaggi che hanno reso celebre le opere Marvel in una sceneggiatura
quasi abbozzata, è mortificante, un vero peccato visto il lavoro svolto
per portare nel gioco un roster di personaggi così grande.
Con il nostro Spiderman di quartiere avremo la possibilità di girare
liberamente per Manhattan. Quasi una sorta di simulazione della vita di
un supereroe, il titolo di Activision si aggiunge alla lista di free
roaming usciti in questa generazione di console. Sfruttando le
straordinarie capacità di Peter Parker saremo in grado di volteggiare
tra i grattacieli della città; vagare liberi per le strade è
un’esperienza ludica davvero appagante, grazie ai poteri del nostro
eroe difficilmente ci stancheremo di scalare le vette più alte che la
metropoli ci offre. Il tutto accompagnato da movenze credibili che non
sfigurano rispetto alle imprese stunt viste al cinema. La vita di un
supereroe è davvero “incasinata” e la criminalità di certo non si
prende un giorno di riposo. Nel proseguimento della nostra avventura ci
verranno assegnate molte missioni, da quelle più semplici come
sgominare le bande che si danno battaglia in città, fino agli scontri
con gli immancabili supercattivi. Vestire i panni dell’eroe Marvel è
davvero divertente e risveglia quella voglia di immedesimarsi nei miti
cartacei che abbiamo imparato ad amare; Spiderman: Il Regno delle Ombre offre una buona alternativa al semplice fantasticare, potrete vivere le avventure da protagonisti.
Le missioni principali verranno accompagnate da obiettivi secondari e
da alcuni simboli di ragno sparsi per tutta la città. Aver adoperato
questa scelta allo scopo di aumentarne la longevità è controproducente,
infatti, a causa dell’estrema ripetitività, il tutto si ridurrà a
salvare civili e abbattere nemici.
Per sopraffare i nostri avversari avremo a disposizione una gran
quantità di colpi, il numero di combo concatenabili è elevato per
creare combattimenti frenetici e divertenti. I nostri superpoteri
inoltre ci permetteranno di usare la ragnatela come parte attiva negli
scontri, sia in difesa che in attacco il ragno tesserà la sua tela in
modo egregio. Portare a termine le nostre buone azioni quotidiane non è
troppo complicato e per tutto il tempo si avvertirà una sensazione
quasi di rilassamento nei confronti dei nostri nemici. Problema non
trascurabile visto che il tasso di sfida sarà pressoché inesistente e
anche quando la nostra energia diminuisce molto, non ci resta che
attendere qualche secondo prima che si ricarichi automaticamente. Come
se non bastasse è possibile richiamare alleati, una volta ottenuta la
loro fiducia durante lo svolgimento della storia, per avere supporto
durante i combattimenti. La vera difficoltà è dovuta a qualche problema
con le inquadrature che spesso vi causeranno non pochi fastidi.
Se la storia punta tutto sull’introspezione psicologica tra bene e male
anche il gameplay non sarà da meno, infatti tramite la pressione dello
stick sinistro potremo cambiare il nostro vestito, passando da quello
classico dell’uomo ragno a quello di Venom. Le due livree si
differenzieranno non solo per le abilità iniziali, ma anche per i
potenziamenti che il gioco prevede. Nonostante la scelta sia
encomiabile, quest’accenno a meccanismi “ruolistici” non offre nulla di
nuovo al gameplay e spesso verrà accantonato. Possibilità invece
interessante è quella che ci viene data al termine delle missioni,
infatti è possibile scegliere se seguire la via del buon samaritano o
seguire il lato oscuro, con relative ripercussioni sulla trama.
Purtroppo però i cambiamenti sono davvero minimi e alla fine il nostro
libero arbitrio si estingue inesorabilmente sul destino che il plot
narrativo ha già previsto per noi. Se a questo si aggiunge un
coinvolgimento che rasenta lo zero, è facile intuire come la voglia di
giocare svanisca presto. La ripetitività è sovrana in questo titolo,
ogni momento è un deja vu, ogni azione è già stata fatta, e il
giocatore sarà portato a credere che sullo schermo il gioco è trasmesso
in loop in un circolo vizioso senza fine.
Lunga vita al Ragno
La longevità di questo titolo è alquanto limitata, non tanto per la
durata assoluta del gioco stesso che si attesta su una media discreta,
ma più che altro per la ripetitività con cui si svolge la trama.
Riempire il gioco di missioni secondarie tutte uguali o monotematiche,
disseminare l’area di oggetti collezionabili che aggiungono poco al
gameplay non serve ad allungare la vita di un titolo, ma solo a
relegarlo nel compartimento dei giochi noiosi. Ci saremmo aspettati di
più dai realizzatori, già avvezzi al franchising e quindi in linea con
i desideri di molti videogiocatori.
Aracnotecnica
Il ragno si mostra in una veste grafica rinnovata, il cui risultato
finale regala qualche soddisfazione ma mostra ancora molte lacune.
L’enorme scenario ricreato è piuttosto credibile ma passata la felicità
iniziale si scorgono i primi difetti. L’ambientazione seppur ben
realizzata è davvero troppo spoglia di particolari, la città non è
viva, non mostra dinamicità negli elementi, il tutto si limita alla
serie impressionante di grattacieli che campeggiano per quasi tutta la
struttura urbanistica. I personaggi soffrono anch’essi di un livello
qualitativo, che pur non essendo malaccio non fa di certo gridare al
miracolo. Altra nota di disappunto viene dal fatto che non sono
previste missioni al chiuso, all’interno degli edifici, costringendo il
giocatore alla mera vita all’addiaccio.
Quando il gioco è in movimento si riesce ad apprezzare sia il meglio
che il peggio del comparto tecnico, quasi a restare in tema con il
contrasto tra bene e male. Le animazioni sono il punto di forza,
davvero ben realizzate, il protagonista si muove con fluidità anche nei
movimenti più spettacolari, è evidente come si sia voluto in qualche
modo far riaffiorare i ricordi delle pellicole cinematografiche. Se le
animazioni sono ben realizzate discorso totalmente diverso è per gli
altri elementi in movimento, sia le auto che i passanti per strada
risultano sottotono per quanto riguarda la grafica, ma il problema più
evidente è un fastidiosissimo effetto pop-up.
Il comparto audio non offre molto in termini di coinvolgimento, qualche
buona traccia è accompagnata da altrettanti motivetti fuori luogo che
stonano con il titolo. Gli effetti sonori e il doppiaggio sono di buona
fattura, ma anche in questo caso si poteva fare di più.
Titoli di coda
Volendo soffermarci a riflettere durante i titoli di coda, possiamo
affermare che il titolo Activision in parte appaga il giocatore e lo
diverte con le meccaniche di gioco studiate. Il problema è ravvisabile
essenzialmente dalla ripetitività che in poco tempo, distrugge il
divertimento per lasciar spazio alla noia. In ogni caso vestire i panni
di Spiderman fa sempre un certo effetto e in molti rimarranno
soddisfatti. Tecnicamente il titolo mostra qualche spunto interessante
ma soffre di molti piccoli difetti che di certo non aiutano a
risollevare le sorti del gioco.
Siamo ancora in attesa che le grandi potenzialità di questo supereroe siano sfruttate totalmente.
PRO
- Spiderman;
- Possibilità di cambiare costume.
CONTRO
- Inquadrature Fastidiose;
- Troppo ripetitivo.