Recensione Recensione di Ninja Gaiden 2
Recensione di Ninja Gaiden 2 di Console Tribe
di: Redazione
Più di mille anni fa in Giappone le ombre erano popolate da un’antica
casta di guerrieri spietati, i Ninja, silenziosi assassini senza
scrupoli. La loro forza, frutto di un durissimo allenamento e di una
concentrazione insuperabile, risiedeva nell’assoluta invisibilità da
cui erano circondati. Considerati quasi fantasmi portatori di morte, le
loro armi erano inudibili e al loro passaggio restavano solo cadaveri
dilaniati, non un urlo non un allarme. Fedeli solo a loro stessi, sono
stati per anni l’ago della bilancia della politica giapponese,
cambiando il corso della storia a loro piacimento.
Dotati di un potere troppo grande, furono costretti a nascondersi
nuovamente per non essere annientati. L’antica casta è ripiombata
nell’oscurità, dove serpeggia il loro potere, incontrastato.
Oggi, quasi sconosciuti, continuano ad esistere, animati da un compito
arduo, il più arduo fra tutti: difendere il genere umano da tutte
quelle creature ormai dimenticate e incomprensibili che banchettano per
le strade nell’ora più buia della notte. Uno tra loro aspetta di
assolvere il suo compito anche a costo della vita: Ryu Hayabusa,
scaltro guerriero dallo sguardo duro, sguaina la sua spada per
macchiarla del sangue dei mostri che si sono risvegliati un’altra
volta.
Ninja Gaiden torna a farci rivivere le gesta di uno degli ultimi ninja
della storia, portandoci verso un luogo di dannazione dove il Male
verrà debellato una volta per tutte!
Flash of the blade
Abbiamo atteso anni prima di poter mettere gli occhi su questo nuovo
capitolo di Ninja Gaiden, assaporando l’attesa di una delle killer
application annunciate per la nostra console giorno dopo giorno. La
Tecmo ha rilasciato immagini e video con un tempismo perfetto,
lasciando a bocca aperta gli addetti ai lavori grazie alla capacità di
osare del Team Ninja. Si sono presentati al mondo con un gioco di una
violenza esasperata, perfetta incarnazione del combattimento all’arma
bianca, che non risparmia nulla e non lascia nessun sottointeso. Il
Bene armato di spada e frecce che debella il Male, ripagandolo
dell’unica moneta che riesce ad accettare: la morte.
Finalmente il titolo che tanto ha fatto discutere è arrivato sul
mercato. È il momento di vedere se tutte le promesse sono state
mantenute e se la strada per diventare veri ninja è così ardua come ce
l’hanno descritta.
Revenge of a ninja
L’introduzione di Ninja Gaiden 2 è quanto mai risicata, ma ha il pregio
di buttarci immediatamente nella mischia, di entrare in medias res,
senza tanti preamboli. In una Tokyo postmoderna, luminosa e svettante,
faremo immediatamente la conoscenza di una procace (molto
procace) agente della CIA alla ricerca di Ryu Hayabusa. La sua missione
consiste nel riferirgli alcune importanti informazioni su un pericolo
di immani dimensioni che sta per abbattersi sulla terra, minacciando
l’intera umanità. Purtroppo, tra le ombre più dense tramano i cattivoni
del Clan del Ragno Nero, che immediatamente rapiscono la bella
donzella. A questo punto entra in scena il nostro ninja preferito,
armato della sua fedele katana, la Spada del Drago che già avevamo
imparato ad amare nel precedente episodio.
Così si apre il gioco che abbiamo atteso per tanti anni: pochi minuti
di filmato girati con cura, ad alto tasso di adrenalina (e per la
violenza e per la presenza della bionda da paginone centrale di Play
Boy) e poi… action! E basta.
A dirla tutta mi sarei aspettato di più dalla presentazione di questo
titolo, qualcosa di più epico ed entusiasmate, che facesse calare di
più il giocatore nei panni dell’eroe. Certo c’è da dire che il
personaggio principale non ha bisogno di presentazioni, si è fatto
abbastanza amare (e odiare!) per tutta la generazione passata di
console, diventando una icona da Hall of Fame. Quello che mi lascia
particolarmente perplesso è la scarsa cura a creare un giusto setting
temporale e geografico che accompagni la storia, sfruttando le location
inventate e presentandole via via, per dare al videogiocatore l’idea di
seguire una pista verso lo scontro finale.
Purtroppo il discorso è ben diverso. La trama è molto striminzita,
quasi banale: l’Arcidemone che ci ha tanto dato fastidio nello scorso
episodio, è tornato con tutta la sua combriccola assetata di sangue e
potere. Il nostro dovere è sconfiggere uno ad uno ogni singolo nemico,
come da programma, cercando di arrivare alla fine del livello tutti
interi e lasciandoci alle spalle una scia infinita di corpi mutilati.
Il trascorrere dei livelli è impreziosito da (corte) scene di
intermezzo che introducono le nuove location con pochi tratti,
frettolosi e molto spesso aridi di spiegazioni su quello che realmente
sta succedendo. In effetti questa è la più grande mancanza del gioco:
il plot narrativo è paragonabile a una favoletta per bambini senza
mordente ed è narrata con lo stesso pathos di un pessimo romanzo di
Liala. Ci saremmo decisamente aspettati di più da un pool di geni del
male asserragliati negli studios della Tecmo, un gruppetto che porta il
nome di Team Ninja e che ci aveva promesso mari e monti!
Ninja Experience
L’idea che ha portato la serie di Ninja Gaiden all’enorme successo
durante la passata generazione di console è tutta da ascrivere a un
gameplay talmente profondo da trasformarsi in vera e propria
esperienza. Il vecchio capitolo era una vera e propria simulazione di
ninja. Prendere in mano il joypad e provare ad affrontare i livelli
come se non esistesse un domani, pestando sui tasti fino a romperli
equivaleva a incorrere in una morte prematura. Era necessario pensare e
agire come un ninja, sfruttare ogni singola tecnica a nostra
disposizione per trovare il punto debole dell’avversario e farlo fuori
al momento giusto.
Questa nuova incarnazione di Ninja Gaiden lascia inalterato questo
aspetto fondamentale del gameplay, portandolo verso nuovi orizzonti.
Preparatevi a fondervi con il joypad per poter governare Ryu nel
migliore dei modi: fate un bel respiro e tirate fuori il ninja che c’è
in voi, ne avrete bisogno!
L’approccio al gioco è rimasto inalterato: sarete voi e la vostra spada
contro decine di nemici pronti a farvi la pelle. La mappatura dei tasti
è quella di sempre: un attacco veloce e uno potente, armi da lancio,
magie e la fondamentale parata. Combattere con Ryu non è mai stato così
divertente. La risposta ai comandi è a dir poco perfetta e istantanea.
Con questo non voglio dire che sia facile. Tutt’altro. Per giocare per
bene questo titolo bisogna esercitarsi, trovare il giusto tempismo per
eseguire le combo nella maniera più efficace possibile, concatenando le
varie mosse con un giusto criterio, alla stessa maniera dei
picchiaduro. A questo bisogna aggiungere che il numero delle combo
eseguibili è davvero spropositato, una per ogni occasione. Inoltre
riuscire a giocare bene va ben oltre la semplice soddisfazione
personale ma ripaga il giocatore di uccisioni spettacolari e veloci,
cosa fondamentale quando ci sono tanti (troppi!) nemici sullo schermo.
Ninja Gaiden non si limita a mostrarci Ryu affettare i nemici uno
appresso all’altro, ma ci dà la possibilità di spettacolarizzare le
nostre innumerevoli uccisioni grazie all’esecuzione delle Tecniche
Finali: sfruttare il karma a proprio vantaggio, cosa che solo i veri
ninja dopo anni di addestramento riescono a fare. Tenendo premuto il
tasto Y Ryu richiamerà a sè tutta la sua energia, concentrandola nella
sua arma. Rilasciando il tasto più tardi possibile vedremo il nostro
eroe lanciarsi in una sequenza lunghissima di fendenti e affondi
facendo letteralmente a pezzi il povero malcapitato. E se i nemici
davanti a noi saranno due o tre, tutti periranno sotto i colpi delle
nostre spade! Una sequenza di una spettacolarità mai vista prima,
contornata da una violenza senza precedenti. Il rovescio della medaglia
di questa tecnica sta nel fatto che durante il momento di
concentrazione saremo vulnerabili agli attacchi: il tempismo è
d’obbligo, quindi, ma per velocizzare la tecnica è possibile assorbire
l’essenza dei nemici morti sul campo di battaglia.
Parental advisory
Ninja Gaiden 2 ha fatto della crudeltà uno dei suoi segni distintivi,
fin dai primi screenshot che si videro in rete. A gioco concluso
possiamo affermare che questa caratteristica è preponderante in ogni
momento del gioco, lasciando senza respiro il giocatore attonito che
vede volare per tutto lo schermo arti e teste mozzate, mentre il suolo
si impregna del sangue dei ninja abbattuti. Amputare un braccio a un
maledetto adepto del Clan del Ragno Nero, però, non farà altro che
farlo innervosire ancora di più. Infatti i nemici mutilati, magari
striscianti a terra nel loro stesso sangue sono altrettanto pericolosi
di quelli tutti interi. Non sarà infrequente doversi scalzare di dosso
un moribondo che ci artiglia alle spalle con il solo braccio rimanente
e si lascia esplodere senza troppe cerimonie. Per finire in fretta i
nemici feriti, abbiamo a disposizione la Tecnica dell’Annientamento: se
eseguita vicino a un mutilato, Ryu lo affetterà a dovere lasciandone
pochi brandelli di carne sull’asfalto come un mero ricordo.
Il duro addestramento ninja a cui si è sottoposto Ryu per tanti anni
gli ha permesso di poter maneggiare una grande quantità di armi tutte
distruttive e laceranti: oltre alla fida Spada del Drago, il nostro
eroe farà sfoggio della sua abilità con una falce, con un bastone
chiodato, con i nunchacku e con altre armi tutte riprese dalla
tradizione dell’arma bianca giapponese. Per ogni arma, ci saranno
differenti Tecniche Finali, diverse animazioni durante le Tecniche
Dell’annientamento, rendendo il gioco vario e godibile. Inoltre è
possibile aumentare la potenza del nostro arsenale nei negozi sparsi
per i livelli del gioco.
L’arsenale di un ninja non si compone di sole spade e falci: possiamo
utilizzare una certa varietà di armi a lunga gittata come gli shuriken
(le immancabili stellette ninja), arco e frecce o gli arpioni
esplosivi. Insomma ce n’è per tutti i gusti. E a questo si aggiungono i
Ninpo, le tecniche magiche che permetteranno a Ryu di sprigionare dal
nulla palle di fuoco, lame volanti o uccelli incandescenti [sic!].
A questo punto la domanda che tutti si pongono riguardo a Ninja Gaiden
2: quanto è difficile? Possiamo ammettere con una certa sicurezza (e
senza vergogna) che non pochi di noi hanno abbandonato il primo
capitolo, in preda alla frustrazione, con le mani tremanti e uno
sguardo di odio negli occhi, odio verso la console, verso il joypad,
verso il gioco, verso tutti quei maledetti giapponesi che invece
l’avevano finito senza batter ciglio! Ninja Gaiden 2 si presenta ai
nostri occhi con due livelli di difficoltà selezionabili all’inizio. Il
più abbordabile (Il Sentiero Del Accolito [SIC!!!]) si lascia giocare
con una certa tranquillità, senza grossi patemi, anche se il livello di
asprezza degli scontri cresce avanzando nel gioco con un’impennata dopo
la metà dell’avventura. Con questo non voglio assolutamente dire che il
gioco sia semplice, affatto! Percorrere i vari livelli e finirli tutti
interi senza morire neanche una volta è cosa ardua fin da subito, ma
per fortuna non ci troviamo di fronte a quel muro insormontabile che
era il precedente episodio.
Un’altra caratteristica fortemente voluta da tutti i videogiocatori per
questo secondo capitolo è la presenza di un maggior numero di save
point, più ravvicinati e frequenti. Un toccasana, soprattutto nei
livelli più avanzati dove ci troveremo di fronte a sezioni molto
complicate, irte di pericoli e popolate da mostri ardui e molto irosi.
Un discorso a parte meritano invece i successivi livelli di difficoltà:
sono tosti, ardui e spietati. Pane per i denti di tutti gli hard core
gamer, e di tutti quelli che si lamentano ogni giorno per quanto sono
semplici i giochi. Preparatevi a digrignare i denti e a sbuffare di
rabbia, Ninja Gaiden 2 vi farà sudare sangue, e se non ne sarete
all’altezza sarà solo per colpa vostra che non siete dei veri ninja!
Tecnica Ninja
L’aspetto tecnico di Ninja Gaiden 2 è un mix di ottime trovate e di
alcune sciatterie che potevano essere evitate tranquillamente.
Iniziamo dalle brutte notizie. Una nota di demerito va alla
realizzazione dei livelli di gioco. L’idea generale è che siano spogli.
E non mi riferisco al fatto che non c’è nessuno che circola per le
strade a parte i ninja e i mostri che vogliono farci la pelle, perché
in definitiva questa soluzione è auspicabile per venire incontro al
tipo di gioco che stiamo affrontando. Tra l’altro questa è stata una
scelta voluta dallo stesso Itagaki: la sua violenza non doveva essere
gratuita e rivolta verso innocenti, per preservare comunque l’idea di
onore che circonda tutta la leggenda dei ninja. In realtà quello che
lascia perplessi è quanto le ambientazioni siano povere di elementi
grafici. Il livello di New York è quasi monocromatico, con una cura per
i dettagli un po’ povera. C’è da dire che i nemici presenti su schermo
sono sempre in gran numero e quindi si potrebbe arguire che alleggerire
i fondali sia servito a mantenere sempre vivo un frame rate elevato e
costante. Ma sappiamo (e lo abbiamo anche visto) che migliorie in
questo senso potevano essere fatte.
Un’altra caratteristica che fa storcere il naso giocando a Ninja Gaiden
è rappresentata dall’annoso problema che affligge questo gioco: la
gestione della telecamera. In questa occasione è stato scelto di
avvicinare e abbassare l’occhio virtuale che ci segue nell’azione per
spettacolarizzare ancor di più i combattimenti in cui ci cimenteremo.
Finché ci troviamo in spazi aperti, non si nota nulla di particolare se
non che Ryu molte volte occupa gran parte dello schermo, mentre il
sangue sprizza da tutte le parti. I problemi insorgono quando ci
addentriamo in corridoi angusti o in spazi chiusi: alcune volte
passeremo del tempo a trovare la giusta inquadratura, riuscendoci dopo
qualche tentativo. Bisogna però dare la giusta dimensione a questo
problema. Siamo ben lontani dalla vecchia realizzazione, in cui la
telecamera faceva davvero venire i nervi a chiunque, tanto da aver
obbligato i realizzatori a crearne una nuova versione riveduta e
corretta. Ninja Gaiden 2 si comporta discretamente in questo senso e,
con un po’ abitudine, i problemi di inquadratura vengono
tranquillamente superati senza grossi danni.
Per fortuna le brutte notizie sono finite qui e a accanto a queste
cadute di stile ci sono una gran quantità di pregi in questi gioco da
far passare in secondo piano quanto detto finora.
Innanzitutto il protagonista è assolutamente perfetto nella
realizzazione tecnica e nelle movenze fluide e felpate come da
proverbiale tradizione ninja. Le animazioni sono curate nei minimi
particolari, ogni singola spadata e colpo di falce sono accompagnati da
movimenti perfetti e naturali, come anche la corsa sui muri, i salti da
una parete all’altra, tutte azioni che vedremo performare da Ryu con
una fluidità senza precedenti.
L’eroina del gioco, Sonia, detta un nuovo standard per quel che
riguarda le dimensioni e le bouncing animation che caratterizzano il
suo arsenale di tutto rispetto. Purtroppo la presenza della bella Sonia
si limita a qualche comparsa nel corso del gioco e non avremo la
possibilità di utilizzarla durante l’avventura. Peccato.
Anche i nemici sono ben caratterizzati e vari, armati fino ai denti e
molto aggressivi. Non si limiteranno a qualche misero attacco, ma
cercheranno di accerchiarci, pareranno i nostri colpi e saranno
insidiosi quanto basta a metterci sempre sul chi vive. Il bestiario è
ricco di umani e mostri di ogni genere e dimensione, volanti e
striscianti, meccanici ed organici. Insomma, di sicuro non ci
annoieremo mai!
Un discorso a parte meritano i tanto odiati boss di fine livello, per
due motivi: in primis, non sono di fine livello, nel senso che capita
di incontrare questi super cattivoni giganti anche nel bel mezzo del
nostro percorso. Particolarmente ben realizzati (come il gigante cieco
sul ponte di Brooklyn, o il drago d’acqua), saranno abbastanza ostici
da annientare, tutti dotati di una gran varietà d’attacchi molto
dolorosi.
Come se tutto ciò non fosse abbastanza, l’engine del gioco si comporta
egregiamente tenendo un frame rate solidamente costante, a parte
qualche piccola defaillance in momenti molto concitati (come ad esempio
nei livelli finali in cui si assiste a fastidiosi rallentamenti),
riuscendo a gestire una gran quantità di nemici su schermo
contemporaneamente a tutti gli input che vengono dal joypad. Gli
effetti di luce e particellari che pervadono l’azione su schermo sono
proverbiali nella realizzazione e nella spettacolarità, sottolineando
l’azione in maniera perfetta.
Il sound del gioco è perfetto. Le musiche concitate ritmano con
disinvoltura i vari combattimenti facendo assomigliare sempre di più i
movimenti di Ryu a una danza di morte sotto i cui colpi periscono orde
di nemici. Il suono delle armi e gli schiocchi metallici delle spade
che cozzano tra loro sono perfettamente realizzati.
Il doppiaggio è interamente in inglese con un buon lip synch. Le voci
dei vari attori ben si sposano con i personaggi e donano un giusto
pathos alla recitazione. Il gioco è corredato di sottotitoli in
italiano, che il più delle volte fanno il loro dovere. Una piccola nota
di colore: nel menu principale, il livello di difficoltà facile è stato
tradotto con ‘il Sentiero del accolito’, tralasciando tutte le regole
grammaticali del caso!
Lonely man
La strada del ninja è un cammino solitario e anche in questo il gioco
non si discosta dal primo Ninja Gaiden su Xbox. Il multiplayer non è
stato implementato e l’avventura in single player è l’unica che potremo
affrontare. Per sfruttare Xbox Live è stato introdotto un sistema di
classifiche per valutare il nostro valore sul campo di battaglia in
base al punteggio karma che riceveremo alla fine di ogni livello.
Il Team Ninja ha pensato di inserire una nuova feature che farà felice
tutti coloro che vorranno mostrare al mondo intero il loro modo di
giocare. È il Ninja Cinema: ci viene offerta la possibilità di filmare
le nostre prodezze per metterle in condivisione con tutti gli aspiranti
ninja di tutto il mondo. Un buon contorno che però ha il suo rovescio
della medaglia: durante la registrazione il gioco potrebbe subire dei
leggeri rallentamenti.
La longevità del titolo è alta: non solo per il livello di difficoltà
insito ma anche per i tanti livelli da superare e per le prove di
coraggio da affrontare nel corso dell’avventura. In questi frangenti
saremo catapultati in un’arena meta temporale in cui orde di nemici si
accavalleranno in ondate infinite. Il nostro compito come è facilmente
arguibile è quello di farle fuori tutte, per avere una ricompensa
finale. Un altro punto a favore della longevità del titolo è dato dal
collezionismo sfrenato che ci spingerà a trovare tutti gli item sparsi
nel gioco, tutti i tesori e a potenziare tutte le armi per diventare il
ninja invincibile che abbiamo sempre sognato di essere.
Ninja May Cry
In sede di conclusione è doveroso menzionare il diretto concorrente di
Ninja Gaiden, ovvero Devil May Cry. Si sono accese molte discussioni su
quale sia il migliore e perché. I due giochi appartengono alla stessa
categoria, è vero, sono ambedue degli hack and slash senza tanti
fronzoli. Hanno i loro punti deboli e i loro pregi e paragonarli per
decidere quale sia il migliore è quanto mai sterile ed inutile. Ninja
Gaiden è impegnativo fin dall’inizio e ha dalla sua una enorme quantità
di armi e mosse eseguibili dal protagonista, cosa che potrebbe spingere
gli hard core gamer ad amarlo fin da subito. D’altro canto Devil May
Cry ha un plot narrativo migliore (ma sempre abbastanza sciatto…) e una
cura maggiore per il contorno grafico. Il divertimento è alto in tutti
e due i titoli, quello che li distingue è l’approccio al divertimento
videoludico. Laddove Devil May Cry obbliga il giocatore a costruire il
suo personaggio acquisendo le varie mosse volta per volta, Ninja Gaiden
2 lo butta nella mischia garantendo fin da subito un’azione veloce,
spettacolare e corroborante che sale di livello in livello. Nessuno dei
due esce vincitore da questo confronto, nel senso che dovrebbero essere
presenti in ogni ludoteca che si rispetti, affiancati, uno diretto
completamento dell’altro.
Ninja Gaiden è quindi un grandissimo gioco, permeato da uno spirito
arcade di prim’ordine che non mancherà di divertire chiunque si
avvicini a questo titolo. La sua grande mancanza è una storia degna di
essere raccontata, ma d’altronde non abbiamo comprato questo gioco per
filosofeggiare sulla crudeltà della guerra e su come anche il Bene
debba armarsi fino ai denti per combattere il male (sarà giusto così?)
PRO:
- Grande giocabilità
- Difficoltà aggiustata per i meno navigati
- Ottime animazioni ed effetti di luce
- Nemici vari ed ‘intelligenti’
CONTRO:
- Plot narrativo inesistente
- La telecamera a volte fa le bizze
- Scenari un po’ spogli