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Recensione Recensione di Need for Speed Undercover

Recensione di Need for Speed Undercover di Console Tribe

di: Santi "Sp4Zio" Giuffrida

Correre. Quante volte avete sentito scorrere quel tipico brivido lungo la schiena? Quante volte avete scordato il mondo e focalizzato la vostra attenzione sull’inesorabile fluire del manto stradale? Quando l’adrenalina sale e le pupille si dilatano, ci siete solo voi e la macchina, il resto non conta.
Mirate ad una schiacciante vittoria, essere al comando vuol dire farsi notare, farsi un nome, del resto il rispetto non si compra, si conquista. Non importa come, lo farete e basta, anche a costo di diventare il più ricercato destando l’allerta delle forze dell’ordine. Si, vi darete alla fuga, infrangerete ogni limite di velocità e quando le unità alle vostre calcagna saranno troppe, non vi resterà che neutralizzarle e nascondervi, almeno fino alla prossima gara. Questo è Need for Speed.

La nota serie automobilistica, dopo aver privilegiato il tuning smodato con Carbon e giocato la carta delle competizioni legali con il mediocre Pro Street, si presenta puntuale come ogni anno col tentativo di un ritorno alle origini, esibendo un concept appartenuto l’ultima volta al celebre Most Wanted.
Tornano infatti i famigerati inseguimenti con la polizia e le care e vecchie fughe districandosi nel traffico cittadino della nuova metropoli virtuale.
Detto questo, sembra che le buone intenzioni da parte degli sviluppatori non manchino all’appello, vediamo insieme se si tratta soltanto di un flebile luccichio o di vero oro.

Pilota sotto copertura

Come già lo stesso titolo suggerisce, in Undercover vestiremo i panni di un agente sotto copertura con l’intento di sgominare il vasto assetto criminale che ruota attorno al mondo delle corse clandestine. Per riuscire nell’impresa saremo supportati dall’ispettore Chase Linh, interpretato dall’affascinante attrice Maggie Q, che oltre a costituire il nostro punto di riferimento circa le azioni da compiere sarà pure l’unica persona a conoscere la nostra vera identità.
Tri-City Bay si presenta ai nostri occhi come una vasta città avveniristica con alti grattacieli abbracciati da caldi raggi di sole che si riflettono ovunque restituendo una particolare tonalità di colore che tanto ricorda le spiagge della California.
Il nostro obiettivo principale sarà quello di entrare nelle grazie delle gang locali per poi colpirle dall’interno. Dovremo quindi entrare nel giro e partecipare alle numerose gare organizzate in città, mostrando di volta in volta tutto il nostro talento facendoci etichettare come abili street racer degni di portare a casa la vittoria.

Auto roventi in corsa

Immediatamente dopo i titoli di apertura, veniamo catapultati sin da subito al volante di un auto con l’obiettivo di seminare delle pattuglie della polizia.
Ci accorgiamo senza dubbi di sorta che l’approccio offerto da Need for Speed Undercover è quello tipico della serie, ossia un modello di guida che ben si presta a frizzanti sessioni di gioco senza badare necessariamente a criteri di realismo e affini. Inutile quindi sottolineare il fatto che siamo di fronte ad un titolo dichiaratamente di stampo arcade, tanto più che la guida risulta essere alla portata di tutti e di facile apprendimento. Potremo ad esempio invertire il senso di marcia con estrema facilità, ottenendo pertanto una completa padronanza della vettura davvero in pochi minuti.
Se il precedente episodio ci faceva gareggiare in competizioni legali, Undercover ci permette invece di esplorare liberamente le diverse aree di Tri-City e prendere parte ai vari eventi con la semplice pressione del tasto giù del d-pad del nostro controller. Così facendo, parteciperemo di volta in volta agli eventi nei pressi della nostra attuale posizione o in base agli sviluppi della trama. E’ possibile tuttavia visualizzare la totalità delle gare disponibili al momento usufruendo della mappa GPS, consultabile mediante la pressione del tasto su del d-pad. Ci si accorge sin da subito quanto sia inutile la componente free roaming offerta dal titolo, infatti se da una parte vi è il tentativo di concedere maggiore libertà al giocatore, dall’altra si tratta esclusivamente di una perdita di tempo. Questo perché non vi sarà mai nessun incentivo che ci porti motivatamente a gironzolare per la città. Completata una gara o una missione sarà sufficiente premere l’apposito tasto e partecipare alla competizione successiva, ovunque essa si trovi. Non sarà nemmeno necessario cercare i vari negozi, poiché tutto si renderà visibile sul nostro GPS andando avanti nel gioco.

Per avere la meglio sui diversi street racer appartenenti alle varie gang locali, potremo sfoggiare il nostro talento disputando diverse tipologie di gara. Si passa dalle semplici competizioni su circuiti cittadini ai cosiddetti sprint, cioè gare da un punto all’altro della città di medio-lunga durata e talvolta impegnative a causa della morfologia del tracciato. A queste si aggiungono delle interessanti sfide uno-contro-uno che ci vedranno protagonisti di accese battaglie sull’autostrada: si tratta essenzialmente di gare di velocità dove dovremo distaccare l’avversario di alcune centinaia di metri prima dello scadere del tempo ed evitando il traffico cittadino durante l’ora di punta. Non poteva neppure mancare lo scontato attraversamento di più checkpoint entro un tempo limite prestabilito.
Una volta entrati a far parte di una determinata banda, ci verranno inoltre affidati dei compiti decisamente più a tema con quello che è poi il concept originale del titolo. Dovremo ad esempio consegnare un’auto rubata al destinatario designato, con l’immancabile inseguimento da parte degli “sbirri”, oppure mettere fuori combattimento un certo numero di auto della polizia prima che questi riescano ad arrestarci. Ma non è tutto, un’altra modalità del tutto bizzarra è quella nella quale avremo l’obiettivo di seminare il caos e mettere a soqquadro l’intera città causando quanti più danni possibili. Non si può certo dire che le sfide siano in difetto quanto a varietà.
Dominando o vincendo le corse accresceremo la nostra reputazione in città nonché il livello pilota ed esperienza. Più alto sarà il nostro livello pilota, maggiori saranno i bonus relativi ai guadagni, così come gli sconti presso i negozi di auto e pezzi di ricambio.
In rare occasioni, durante le gare più impegnative, avremo l’opportunità di vincere i libretti di circolazione delle auto dei nostri avversari, divenendone di fatto proprietari insieme a tutti i relativi optional personalizzati.

Professione: ricercato

Come vi abbiamo già accennato, uno degli aspetti fondamentali di questo nuovo capitolo, è il gradito ritorno della condizione di “ricercato”. Tornano quindi i famigerati inseguimenti messi a punto dalla polizia dove per avere la meglio sulle numerose unità che verranno dispiegate sul territorio dovremo usare ogni mezzo a nostra disposizione. L’asso nella manica su cui spesso potremo contare è senza alcun dubbio lo “spezza-inseguimento” più vicino, ovvero delle strutture di sostegno come pilastri, travi e impalcature, che possono essere facilmente colpite causando il crollo di una piattaforma o, il più delle volte, il rovesciamento di materiale da costruzione. In tal modo, tutti gli sbirri che fino a poco tempo prima ci erano alle calcagna, saranno messi rovinosamente k.o., guadagnandoci di conseguenza una fuga in tutta tranquillità. Durante ciascun inseguimento, nella parte inferiore dello schermo verrà visualizzata una particolare barra battezzata “indicatore di arresto/fuga”: quando è di colore rosso, i poliziotti sono sul punto di acciuffarci, quando invece è di colore blu significa che siamo riusciti ad eludere gli sbirri e siamo in fuga. A questo punto ci viene mostrato l’indicatore di evasione, fase in cui per dirla breve dovremo darcela a gambe allontanandoci quanto più possibile dal quadrante vigilato dalle forze dell’ordine, raggiungendo possibilmente uno dei tanti nascondigli segnalati sul radar.
Il crimine paga, ma farsi arrestare costa. Se un inseguimento della polizia termina in un arresto, il nostro veicolo riceverà un’ingiunzione di sequestro e saremo costretti a fermarci; qualunque auto rimedi tre ingiunzioni di sequestro è da considerarsi persa. Per tale ragione esaurire l’intero parco macchine a disposizione, vorrà dire andare in pensione anzitempo.

Messa a punto dei bolidi

Gara dopo gara, la mappa GPS si popolerà di nuovi negozi di auto e pezzi di ricambio sbloccati in base al nostro livello pilota raggiunto. Le macchine che potremo acquistare sono circa una cinquantina e sono suddivise in tre grandi gruppi: americane, europee e giapponesi. Chiunque abbia l’intenzione di eseguire scottanti burnout a bordo di auto da sogno non ne resterà affatto deluso, avrete difatti l’imbarazzo della scelta. Si passa dalle maneggevoli Audi alle possenti Mercedes, dalle scattanti Nissan ai mitici cavalli americani delle Dodge e Chevrolet. Una volta scelto il nostro mezzo non ci resterà che portarla in garage dove potremo intervenire sia per quanto riguarda le prestazioni che per l’estetica. Volendo ottenere migliori performance possiamo seguire due metodi: scegliere uno dei tre livelli del “potenziamento veloce”, rimettendoci subito in pista, oppure passare del tempo comprando ed applicando i singoli pacchetti, come ad esempio il blocco motore, la trasmissione, il NOS, le gomme, i freni e quant’altro. Ovviamente sarà pure possibile una più accurata messa a punto semplicemente aggiustando, secondo le nostre esigenze, i diversi parametri a nostra disposizione. Volete maggiore velocità massima per gli eventi in autostrada o maggiore scatto in uscita dalle curve? Nessun problema, potrete infatti variare sia la coppia che la potenza di ogni vettura come più vi aggrada. Lo stesso discorso vale pure per la trasmissione, saremo in grado di personalizzare la lunghezza dei rapporti in relazione al nostro stile di guida, favorendo di conseguenza l’accelerazione piuttosto che l’allungo.

Parlando invece dell’aspetto visivo del nostro veicolo, potremo cambiare come di consueto il colore della carrozzeria, montare un nuovo set di cerchi in lega ed applicare delle aerografie. Quest’ultime sono organizzate in raccolte, ciascuna con uno specifico stile artistico, pertanto mescolando ed accostando aerografie da raccolte differenti, potremo sbizzarrirci creando qualcosa di unico. A tal proposito, però, occorre far presente una grave pecca, non sarà infatti possibile mostrare le proprie livree durante le gare online, oscurando sfortunatamente ciò che poteva rappresentare un incentivo alla realizzazione di loghi in grado di distinguerci dalla massa.
Così come i precedenti episodi, non poteva mancare all’appello la caratteristica funzione di autosculpt, ovvero un sistema di modellazione delle varie parti della carrozzeria grazie alla quale potremo modificare l’aspetto originale dell’auto bombando a nostro piacimento il profilo dei paraurti e delle minigonne.
Ciò che invece ci lascia alquanto perplessi è che dal punto di vista prettamente tecnico, ciascuna modifica estetica che apporteremo si rivelerà del tutto inutile, infatti la manovrabilità della vettura non sarà assolutamente influenzata, per cui montare un alettone piuttosto che un altro inciderà soltanto sul look finale e nient’altro.

Guardie e ladri

Analizzando il reparto multiplayer offerto dal titolo non notiamo nulla di particolarmente avvincente che faccia gridare al miracolo. Le sfide online si consumeranno in un totale di tre modalità: la più importante e degna di nota è l’inedita Guardie e Ladri, mentre le restanti due proporranno le classiche gare su di un percorso lineare o più giri su un circuito precostituito, insomma niente di diverso da quanto già visto nella carriera offline.
Possiamo definire la variante Guardie e Ladri come una sorta di “cattura la bandiera” a bordo di sfreccianti auto da sogno. Come avrete già capito verranno costituite due squadre, e laddove i ladri dovranno raccogliere il denaro e depositarlo al punto di consegna, i poliziotti avranno il compito di metterli fuori gioco e procedere all’arresto. Il tutto si sviluppa mediante lo svolgimento di due turni di gioco, permettendo in questo modo a ciascun giocatore di schierarsi sia da una parte che dall’altra; vince la squadra che al termine avrà totalizzato un maggior numero di punti. Sebbene tale modalità riesca in un certo senso a diversificare l’esperienza di gioco online, a lungo andare si rivela piuttosto ripetitiva e priva di mordente. Tuttavia possiamo affermare senza alcuna esitazione che i casi di lag o di eventuali disconnessioni sono pressoché rari o inesistenti, a meno che non vi capiti di incontrare utenze dell’altra parte del mondo. Le lobby sono tanto semplici quanto ben organizzate e sono in grado di ospitare un massimo di 8 giocatori senza mostrare sintomi di instabilità. Come logico che sia, l’host potrà lasciare libere o bloccare come meglio crede le varie impostazioni della partita, in quest’ultimo caso non avremo la facoltà di scegliere il nostro mezzo preferito, facente parte della nostra collezione o meno.

Gita turistica

Quando si tratta dell’uscita con cadenza annuale di un nuovo episodio di un’importante brand, il rischio che sempre più spesso si rivela essere dietro l’angolo, è quello di proporre un prodotto che poco abbia a che fare con quanto visto nei precedenti lavori, rischiando talvolta di stravolgerne il carisma originale e deludere irrimediabilmente le aspettative.
Undercover si propone con l’intento di far riemergere la serie tentando di ritornare ai fasti di un tempo, ripercorrendo in particolar modo le meccaniche di gioco di Most Wanted.
Sebbene l’approccio iniziale ci abbia quasi ingannato, facendoci credere che l’obiettivo fosse stato raggiunto, sono bastate poche gare per renderci conto dell’esatto contrario. Nonostante la componente free roaming abbia rifatto la sua comparsa, andare a zonzo per la città si rivela unicamente una perdita di tempo. Non esiste un motivo che ne giustifichi la sua presenza, difatti come vi abbiamo già detto qualche paragrafo su, non sarà necessario nemmeno andare alla ricerca di nuovi negozi o gare nascoste. Qualora scegliate di gironzolare per la vasta metropoli virtuale non farete altro che storcere il naso, chiedendovi soprattutto perché lo state facendo.
Graficamente parlando si assiste a due facce della stessa medaglia, difatti se da una parte le auto risultano ben realizzate e ricche di dettagli, dall’altra vi è una modellazione poligonale della città piuttosto scialba, soprattutto a causa di texture piatte e ripetute all’infinito. Inoltre la pulizia visiva viene messa a repentaglio da un leggero ma persistente aliasing che colpisce in special modo i contorni delle vetture nonché le ombre proiettate sull’asfalto. Seppur la sensazione di velocità sia garantita dall’impiego dell’effetto motion blur, il motore grafico è più instabile di quanto ci si potesse aspettare, difatti a prescindere dal numero di vetture presenti contemporaneamente su schermo, il frame rate soffre di pesanti cali che purtroppo vanno ad inficiare l’esperienza di gioco. Buono invece il sistema di illuminazione ed i relativi effetti di rifrazione dei raggi del sole, anche se ad ogni modo la palette cromatica utilizzata restituisce tonalità chiaramente artificiose.
Degne di nota sono le diverse scene d’intermezzo che ci guideranno per mano verso il perpetuarsi della trama di gioco: pur di rendere l’atmosfera ancor più cinematografica, queste sono state realizzate da attori in carne ed ossa, tanto che EA si è avvalsa della collaborazione di registi professionisti e importanti personalità come Christina Milian e Maggie Q.
Esaminando il gameplay, ciò che delude maggiormente è il livello di difficoltà troppo basso ed un’intelligenza artificiale approssimativa. Far mangiare la polvere agli avversari di turno non richiederà mai particolare impegno, basterà infatti scegliere un’auto potente per avere la meglio. A risollevare le sorti di una IA che si attesta su livelli critici, ci penseranno i tutori dell’ordine grazie ai numerosi posti di blocco e agli inseguimenti sfrenati, invitandoci pertanto ad una guida il più possibile spericolata. A tal proposito ci vengono in mente i danni alle vetture, presenti solo a livello estetico e senza influenzare la maneggevolezza del mezzo.
Di tutt’altro spessore è il comparto audio, i rombi dei motori sono ad esempio ottimamente riprodotti ed abbastanza credibili durante l’attraversamento di una galleria. A ciò si aggiunge l’ottima colonna sonora, come da tradizione, ed un doppiaggio di buon livello anche per quanto riguarda le comunicazioni radio della polizia nei momenti di fuga.

Pit-stop obbligato

L’ultimo nato della famosa serie targata EA, risulta essere un prodotto caratterizzato da innumerevoli bassi e pochi alti, lasciando l’amaro in bocca a chi magari si aspettava un ritorno in grande stile. Per dirla breve, Need for Speed Undercover non rivoluziona di fatto né la serie né tanto meno il genere e, malgrado le intenzioni degli sviluppatori si riescano a percepire, siamo ben lungi dai fasti raggiunti da Most Wanted.
Detto questo, qualora siate dei fan sfegatati della serie e non riuscite proprio a farne a meno, procedete all’acquisto con cautela, altrimenti volgete lo sguardo altrove.