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Recensione Recensione di Gyromancer

Recensione di Gyromancer di Console Tribe

di: Bahamut Zero

Tempo fa Square-Enix aveva registrato presso l’ufficio brevetti il misterioso nome “Gyromancer”. In seguito i dettagli su cosa fosse furono pochi, almeno fino alla presentazione del gioco completo: un puzzle game con elementi tipicamente RPG! La casa del Chocobo sarà riuscita a dare il meglio con questo interessante esperimento?

Il panorama dei rompicapo su console ha trovato una risposta di pubblico estremamente favorevole grazie alla diffusione di canali di digital delivery come Steam ed Xbox Live. I vari marketplace sono affollati da produzioni più o meno particolari o di pregio, ma solo alcune riescono ad imporsi sulle altre giocando la carta di un’inusuale originalità. Il più famoso esperimento che ha meglio coniugato il puzzle game con le atmosfere tipiche del gioco di ruolo è Puzzle Quest, serie che ha raccolto diversi premi di settore nelle sue versioni per DS e PSP.

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Dire RPG per molti equivale però a dire Square-Enix: che infatti dice la sua in grande stile con Gyromancer, sviluppato in sinergia con i ragazzi di PopCap, già esperti del settore puzzle grazie alla serie Bejeweled.

Boschi incantati e gemme colorate

Gyromancer ci pone di fronte ad una trama discretamente articolata: vestiremo i panni del mago Rivel Arday, potente evocatore di bestie mistiche che però non ricorda il suo passato. La missione affidatagli dal Re di Yshmea consiste nell’esplorare il bosco di Andemona e trovare Qraist Kinsley, assassino del duca Laertes e leader del gruppo di ribelli noto come “La Temperanza”. Al nostro fianco la bella ranger Laska, che insieme a noi si opporrà agli sgherri di Qraist e alle mille avversità che il bosco incantato nasconde.
Sebbene l’intreccio non sia interessante e profondo come si addice ad un gioco di ruolo in piena regola, siamo senza dubbio ben oltre il pretestuoso accompagnamento tra uno stage e l’altro. Anzi i molti documenti testuali che approfondiscono la storyline del gioco sono forse esagerati considerando che si tratta pur sempre di un puzzle game.

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Ma parliamo del gameplay vero e proprio. Avremo modo di controllare il segnalino del nostro Rivel lungo una serie di mappe bidimensionali ricche di biforcazioni, ostacoli, casse del tesoro e punti di ristoro un po’ come nel gioco dell’Oca, e quando incontreremo sulla mappa un poco rassicurante segnalino Teschio, inizierà un combattimento contro un avversario. La lotta si svolge naturalmente in un’arena puzzle simile a quanto visto in Bejeweled Twist o Hexic: lo schermo è invaso da una miriade di pietre colorate che dovremo allineare in gruppi di almeno tre gemme di uguale colore per sortire vari effetti. Il cursore su schermo seleziona un gruppo di quattro gemme in quadrato e, tramite la pressione del pulsante A, possiamo farle ruotare per tentare di disporle in gruppi omogenei. C’è da dire che, differentemente da Hexic, potremo muovere il cerchio di gemme solo in senso orario: ciò non rende il gioco meno stimolante ma lo priva di un elemento strategico potenzialmente apprezzabile.

!==PB==!
Gotta catch ‘em all

In tutto ciò dove sarebbe la componente RPG? È presto detto. L’evocatore Rivel non combatte in prima persona, bensì decide quale tra le Bestie a sua disposizione mandare in campo all’inizio di ogni battaglia: naturalmente saremo noi a scegliere la creatura più adatta ad ogni combattimento in base al suo livello, le sue abilità peculiari o la sua eventuale affinità elementare con l’avversario. Il nostro scopo, ricordiamocelo, è azzerare gli HP del nemico! Per ogni gruppo di pietre del medesimo colore innato alla Bestia che facciamo scomparire con successo dall’area di gioco otteniamo dei punti, che vanno ad accumularsi in una barra di attacco: quando questa barra si riempie, alcune gemme scelte casualmente vengono dotate di un potere magico legato all’elemento affine al nostro magico amico. Raggruppando poi proprio quelle gemme con altre dello stesso colore, esse esploderanno, andando a causare danni alla barra della salute dell’avversario! In tutto questo si inseriscono anche altri interessanti oggetti, power up o skills di supporto, che aumentano ad esempio la nostra difesa o avvelenano l’opponente.

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Facciamo però attenzione: anche i nostri nemici hanno proprie abilità, che useranno ovviamente per ferirci ed avvicinarci al Game Over. Come in Hexic ci sarà da prestare particolare attenzione alle “gemme bomba”, che dovremo essere in grado di far sparire entro il tempo limite se non vogliamo che ci esplodano addosso causandoci danno.

Vinta una battaglia otteniamo esperienza, denaro ed oggetti utili per potenziare e far crescere di livello le Bestie e farle diventare sempre più temibili. Lungo le varie mappe potremo anche trovare dei codici magici che permettono a Rivel di evocare nuovi mostri dalle caratteristiche sempre migliori. Averne un ampio ventaglio ci renderà più preparati agli scontri con creature sempre più pericolose e variegate. Peccato però che sia possibile averne soltanto tre contemporaneamente, cosa che vanifica di molto le ampie possibilità strategiche che l’alto numero di Bestie disponibili consentirebbe.

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Gyromancing the Stone

Una volta presa la mano col funzionamento del gioco, di base semplice come Hexic o 7 Wonders ma allo stesso tempo interessante come Puzzle Quest, non vedremo l’ora di imbarcarci lungo le varie missioni che costituiscono l’ossatura della trama di Gyromancer, e che ci porteranno verso la conclusione del gioco lungo sfide all’inizio semplici ma poi sempre più impegnative. Il divertimento tuttavia non finisce qui, perché il sistema di suddivisione dei 12 quadri per missioni e ricompense ci spingerà a rivisitare mappe già esplorate per assolvere anche ai moltissimi obiettivi secondari che il titolo Square-Enix e PopCap propone, oltre poi all’impegnativo livello “survival” Porta dello Sfidante.

A questo esaltante compendio di ispirata giocabilità e più che buona longevità fanno da degna cornice un’ottima grafica 2D in alta risoluzione, con illustrazioni (statiche) di bestie e personaggi dal piacevole design fantasy e bellissimi effetti luminosi, nonché una colonna sonora ben appropriata alle atmosfere in stile “Magic” proposte.
E il costo? 1200 Microsoft Points, che corrispondono a circa 16 euro. Sia che siate appassionati di questo tipo di giochi in generale (e di Puzzle Quest in particolare), sia che cerchiate semplicemente il giusto Live Arcade per staccare la spina dall’ennesimo sparatutto, per Gyromancer saranno soldi ottimamente investiti.