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Recensione Recensione di Fighters Uncaged

Recensione di Fighters Uncaged di Console Tribe

di: Antonio "Difio" Di Finizio

Ubisoft è una delle software house che più di altre ha investito molto sullo sviluppo di titoli per Kinect, a tal punto da rilasciare a novembre ben quattro titoli sviluppati appositamente per il sensore di movimento per Xbox 360. Uno di questi è Fighters Uncaged, un titolo che come si può facilmente intuire appartiene al genere dei picchiaduro.
Ricordate il famosissimo trailer di annuncio del Project Natal, dove il giocatore si metteva davanti al sensore e lottava contro l’avversario sfruttando i movimenti del suo corpo? Beh, questo è il videogioco che riprende in maniera più fedele quel concept. Riuscirà, dunque, Fighters Uncaged a proporci un’esperienza simile, sfruttando al meglio le capacità di Kinect? Scopriamolo insieme.

Diventa il re della strada!

Una trama consistente in un picchiaduro non si vede molto facilmente. Da sempre il genere non fa della narrazione uno degli elementi fondamentali ma, nella maggior parte dei casi, in questi titoli c’è sempre una storia, anche banale, che in qualche modo accompagna di volta in volta il nostro avanzamento. In Fighters Uncaged, purtroppo, non è così. La trama non si dimostra avvincente, anzi per dirla tutta è totalmente assente. Non esiste un filo conduttore che ci spinge a proseguire, se non quello di vederci incoronati come re indiscussi della strada.

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Una volta avviato, dovremo affrontare un lungo, noioso tutorial (di cui tuttavia sarà possibile saltare le singole lezioni) nel quale un maestro di boxe ci illustrerà le varie tecniche di difesa, attacco e contrattacco. Su questo aspetto ci sentiamo di spendere un elogio. Le mosse possibili sono molte, circa una settantina, che si dividono tra pugni diretti, ganci, ginocchiate, calci e testate. Interessante è anche la possibilità di abbassarsi per cogliere di sorpresa il nostro avversario con nuove tecniche di attacco. Compiendo poi schivate consecutive, carichiamo una barra grazie alla quale saremo in grado di sferrare un colpo speciale che toglierà una buona quantità di vita all’avversario, oltre alla possibilità di stordirlo. Il gioco ha comunque un’impostazione semplice. La telecamera sarà posta alle spalle del protagonista, a differenza dei classici picchiaduro; in questo ogni nostro colpo inferto ci darà un feedback diretto sul personaggio che controlliamo. In sostanza il protagonista eseguirà, più o meno fedelmente, la maggior parte degli attacchi che noi eseguiremo in prima persona verso il Kinect.
Il nostro protagonista dovrà affrontare in totale tre leghe di combattenti, ognuna delle quali sarà composta da quelli della lega precedente più tre nuovi. In totale i nemici affrontabili saranno 16, che differiranno per punti deboli e stile di combattimento. Non vi aspettate comunque chissà quale differenza: c’è chi è più debole sulla lunga distanza, chi sulla media e chi sulla breve.

Per accedere a una lega successiva, comunque, bisognerà acquisire un certo numero di punti. In parte li otterremo sconfiggendo i nostri avversari, in parte li acquisiremo come bonus dal combattimento. Talora può capitare che, pur avendo battuto tutti i lottatori, non abbiamo ancora punti sufficienti per passare alla lega successiva. In tal caso basterà lottare nuovamente con uno degli avversari sconfitti per ottenere nuovi punti. Questo non può che farci storcere il naso ancora una volta: che senso ha sconfiggere nuovamente lottatori già battuti in passato? Sarebbe stato meglio eliminare completamente questi punti, a meno di usarli per altri fini come l’acquisto di accessori o altro, oppure inserire nel gioco un numero molto più alto di avversari. Evidentemente gli sviluppatori hanno optato per questo sistema in modo da affaticare il meno possibile il giocatore, ma di contro hanno creato un titolo che a lungo andare risulterà noioso.

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Un gioco Kinect con grafica matura

Il comparto grafico, pur esibendo delle pecche, si differenzia dagli altri titoli per Kinect che tendono ad avere uno stile più “cartonesco” e meno improntato al realismo. Notiamo infatti una discreta modellazione dei personaggi presenti nel gioco, anche abbastanza diversificati l’uno dall’altro, che comunque non hanno nulla a che vedere con gli Avatar della dashboard. Questi sono infatti personaggi realistici, disegnati in modo da farli apparire come i cattivoni di turno. Per quanto riguarda gli ambienti nei quali si svolgeranno i nostri combattimenti, dobbiamo esprimere alcune perplessità. Se a primo impatto ci sembrano discretamente realizzati e variegati (dal vicolo cittadino al parco pubblico), apparendo quasi fotorealistici, con un occhio più attento si ha la sensazione di un fondale pre-renderizzato totalmente statico, cui sono solo aggiunti effetti di contorno come la pioggia o foglie. A differenza dei fondali, questi saranno gli unici elementi che vedremo muoversi a schermo oltre a noi e il nostro avversario. Proprio per questo motivo, non hanno alcuna interazione con il fondale: quando pioverà non vedremo le gocce d’acqua zampillare per terra oppure foglie trasportate dal vento che si depositano per terra. Questo non fa che sostenere la nostra tesi precedente sul tipo di tecnica adottata dagli sviluppatori per creare gli ambienti di gioco; ma sicuramente non è questo che va a pregiudicare l’intero gioco.

Il comparto sonoro del titolo non è né complesso né ricercato: è composto da alcune tracce hip-hop che accompagnano sia la navigazione nei menù sia i combattimenti, non brillando di certo per qualità. A questo si aggiungono alcune frasi provocatorie, veramente banali per dirla tutta, e classici gemiti pronunciati dai vari personaggi e dal protagonista nelle classiche fasi pre-scontro e nello svolgimento. Non possiamo che ritenerci insoddisfatti anche sotto questo aspetto: è evidente come gli sviluppatori l’abbiano completamente trascurato. Poteva essere una strada per dare più carisma ai personaggi, ma questa cosa deve essere sfuggita.

!==PB==!
La prima regola del Fight Club…

Se non si conoscesse la famosa citazione tratta dal film Fight Club, guardando Fighters Uncaged ci verrebbe da dire che la regola è sostanzialmente combattere, combattere e combattere. Questo è, infatti, il succo e il fulcro dell’intero titolo di Ubisoft. Voi direte: “Ma è ovvio, cosa si può fare in un titolo picchiaduro se non lottare?” Giusta osservazione, ma il problema è che in Fighters Uncaged il mero combattimento diventa quasi un limite. Cosa vuol dire? Se all’inizio il poter lottare, sfruttando direttamente il vostro corpo, vi sembrerà allettante, ben presto vi verrà a noia. Alla fine, infatti, si tratterà sempre di affrontare i soliti 16 avversari, più o meno forti, rendendo il gameplay assolutamente piatto. Conseguenza diretta? Ripetitività a non finire. A questo si aggiunge il problema della longevità: una volta finito il gioco, infatti, potrete tranquillamente riporre il gioco nella sua custodia sul vostro scaffale. Non esiste alcuna altra modalità se non quella principale che ci possa intrattenere più a lungo. Ad aggravare la situazione, troviamo anche l’assenza di una qualsiasi modalità multigiocatore (ad eccezione della solita leaderboard online), sia essa online o offline, che oltre a togliere quel tocco di divertimento in più a Fighters Uncaged, oggi come oggi (ma anche nel passato) in un gioco simile è una mancanza a dir poco eclatante. Un altro forte problema del gioco è la precisione. Non sempre, e forse anche troppo spesso, i colpi saranno riconosciuti: a un nostro gancio corrisponderà un pugno diretto, o a una ginocchiata un calcio. Aggiungete poi un tempo di risposta del gioco ai nostri comandi un tantino elevato e tirate le conclusioni. Manca inoltre una qualsiasi possibilità di personalizzare il nostro protagonista, non tanto nell’aspetto fisico quanto in vesti e accessori (magari sbloccabili nel corso della nostra ascesa) e ciò lo rende pressoché anonimo. Un piccolo appunto (che non è da intendersi come critica): giocare a Figters Uncaged ci costerà molta fatica. Non meravigliamoci, infatti, se dopo anche una singola partita saremo stanchi o sudati.

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…è non parlare del Fight Club

Già, proprio come non bisogna parlare del Fight Club, sarebbe meglio non parlare di Fighters Uncaged. Il titolo, infatti, delude in pieno le aspettative che gli si erano create attorno. Come abbiamo detto in precedenza, il gioco porta con sé i germi di un concept innovativo, se ci pensiamo, tuttavia ne rimane tradito in tutto e per tutto. Gli sviluppatori non sono riusciti per nulla a creare qualcosa di solido, sfornando un gioco che non solo pecca in aspetti marginali di un picchiaduro, ma anche nel gameplay che è a dir poco fondamentale. Certo, dobbiamo tenere conto che si tratta pur sempre di un titolo di lancio, sviluppato magari senza un budget elevato e destinato a un target particolare, ma siamo convinti che ciò non vada comunque a giustificare cosa è venuto fuori. Continuando su questa strada potremo arrivare a risultati indubbiamente interessanti, ma questo non è il caso di Fighters Uncaged.

Un’occasione mancata, insomma.