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Recensione Recensione di Crackdown 2

Recensione di Crackdown 2 di Console Tribe

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

Questo è il caos.
Salto da un palazzo all’altro, faccio chilometri di corsa ma ovunque vada c’è sempre distruzione. Il crimine è veloce, letale, spietato e non lascia scampo. Ogni situazione che risolvo corrisponde ad almeno altri tre problemi che si creano. Devo diventare forte. Devo saltare sempre più in alto, correre sempre più veloce. Solo quando sarò diventato l’agente definitivo potrò mettere fine a tutto questo.

Questi presumibilmente sono i pensieri del protagonista senza nome di Crackdown 2. Il nostro scopo, come nel predecessore, è evitare che la città finisca in un baratro di crimine e morte. Il nostro scopo, ancora una volta, è la salvaguardia di tutta la metropoli. Il primo capitolo ci ha affascinato per un gameplay grezzo ma tremendamente divertente: saranno riusciti i Ruffian a riproporre qualcosa di altrettanto spassoso?
Scopriamolo insieme!

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Le memorie perdute di Pacific City

Sono passati dieci anni dalla nostra ultima visita in città. L’Agenzia, dopo tanto impegno, era riuscita a ristabilire l’ordine: il tasso di criminalità si era abbassato e Pacific City viveva un periodo di relativa tranquillità. Ma le cose cambiano. La guerra, il crimine, la desolazione e la morte sono eventi che aleggiano sempre sulla città. Quando l’Agenzia è al massimo del suo splendore, un’esplosione irrompe in uno dei suoi uffici e l’eco di quella deflagrazione si espande per tutta la città, portando con sé il caos.
A minacciare la metropoli è The Cell, un’organizzazione ribelle che tenta di rovesciare l’equilibrio e la pace imposte dalle istituzioni. Come se non bastasse un nuovo virus imperversa nelle strade trasformando i cittadini in aberranti creature denominate
Freaks. Lo scenario, inaspettatamente, è ancora più nefasto di quanto visto dieci anni prima.
Questi gli eventi che ci hanno riportato tra le strade di Pacific City, dove ancora una volta saremo un agente senza nome, il cui unisco scopo è sgominare le minacce presenti in città. La trama di Crackdown 2 è essenziale e ci immerge direttamente nel gioco e si lascia approfondire solo grazie a dei nastri audio sparsi per la città. La sceneggiatura è solamente un pretesto, un semplice modo per dare inizio a quella mattanza indiscriminata che caratterizza il gameplay.
Di certo non ci aspettavamo un romanzo videoludico ma un plot narrativo più approfondito avrebbe giovato alla produzione, facendo in modo di incollare il giocatore allo schermo che, oltre a distruggere e sparare, avrebbe avuto un motivo in più per portare a compimento il gioco.

Ops! You did it again

Chiunque abbia giocato al primo episodio della serie non faticherà a riconoscere le caratteristiche principali del titolo, anzi volendo essere sinceri è più difficile scovare le differenze. Sì, avete capito bene, tralasciando le evidenti migliorie grafiche, il limite più grande di Crackdown 2 è la mancanza di vere novità. Paradossalmente è un gioco che può appassionare più i neofiti che i fan della serie. Indipendentemente da questo il titolo Ruffian si presenta come un sand-box piuttosto grezzo, nel quale la pura esperienza ludica è la parte fondamentale del gioco. Vista la mancanza di una narrazione approfondita, il giocatore può cimentarsi nell’opera come meglio crede, affrontando le missioni principali in qualunque ordine oppure semplicemente dedicarsi all’esplorazione o, se preferite, alla più sadica delle carneficine. Come avrete capito il divertimento spensierato è l’aspetto migliore della produzione e riesce in qualche modo a giustificare sia la mancanza di un plot ben costruito sia l’evidente somiglianza col vecchio capitolo.

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Sul piano del gameplay quindi, un po’ come in tutti i giochi di questo genere, ci saranno missioni principali e altri compiti minori. I nostri obiettivi primari, come già accennato, sono The Cell e la distruzione dei Freaks. Sgominare i ribelli è un compito piuttosto semplice e poco articolato: sparsi per la mappa ci sono varie postazioni chiave, giunti in queste aree potremo chiamare il supporto aereo per conquistarle e renderle presidi dell’Agenzia, il tutto ovviamente eliminando i nemici che ci sbarreranno la strada.
Decisamente più interessante è la salvaguardia della città dall’orda dei Freaks, infatti i nostri datori di lavoro stanno mettendo a punto un progetto chiamato Sunburst. Questa nuova arma riesce a sgominare gli infetti in pochi istanti; il nostro compito si divide in due fasi: ripristinare l’energia e successivamente attivare l’arma. Nella prima fase dovremo semplicemente attivare delle postazioni prestabilite e, successivamente, penetrare in una zona che pullula delle aberranti creature e attendere che il raggio venga attivato.
La quantità delle missioni principali è piuttosto elevata ma, nonostante assicuri un buon numero di ore di gioco, col tempo finisce per stancare vista la ripetitività di fondo.
Per spezzare un po’ il ritmo ci sono le classiche missioni secondarie: gare con i veicoli, sfide sui tetti tra salti e planate e fare breccia in avamposti Freaks. Anche qui le novità sono poche, difatti anche queste sfide facoltative sono quasi per intero riproposizioni del primo capitolo; in ogni caso offrono comunque un buon diversivo.
Tuttavia la vera anima del gioco risiede nel sistema di potenziamento del nostro personaggio: agilità, armi, esplosivi, forza e veicoli; queste le caratteristiche che di volta in volta potremo migliorare. Ogni livello raggiunto ci offre l’accesso a nuovi strumenti come armi, auto e granate varie. Agilità e forza invece miglioreranno le abilità fisiche del nostro agente, permettendoci di effettuare salti sempre più lunghi e di poter sollevare oggetti sempre più pesanti. Ogni caratteristica va potenziata semplicemente utilizzando quel determinato tipo di capacità, fatta eccezione per l’agilità in cui dovremo recuperare delle apposite sfere sparse per la città. Tra queste spiccano alcune sfere ribelli che al nostro avvicinarsi inizieranno a muoversi all’impazzata e catturarle risulterà addirittura frustante.
Quanto scritto sopra si riassume in un gameplay frenetico e veloce che, nonostante la ripetitività, funziona in maniera adeguata e riesce a divertire il giocatore. Il nostro agente restituisce quel giusto senso di potenza permettendo di lanciarci in situazioni sempre più pericolose senza preoccuparci troppo. Il vero punto di forza del titolo, infatti, è proprio la spensieratezza con cui si affrontano le varie sequenze di gioco. Peccato solo per qualche difetto del lock-on automatico che, gran parte delle volte, mira oggetti o nemici lontani lasciandoci in balia degli avversari più vicini.

!==PB==!
Gemelli diversi

Finora vi abbiamo descritto Crackdown 2 come l’emblema della mancanza di idee e novità. Ovviamente anche sotto quest’aspetto vanno fatte le dovute precisazioni. Per questa ragione abbiamo voluto dedicare un piccolo paragrafo per le novità presenti in questo nuovo capitolo.
Per cominciare, il sistema di potenziamento dell’agilità prevede la possibilità, raggiunto un certo livello, di dotare il nostro eroe di una sorta di planata. Non sarà come volare ma di certo questo tipo di spostamento offre notevoli soluzioni tattiche e al tempo stesso un buon diversivo dalla semplice corsa o scalata.
La vera differenza tra i due capitoli tuttavia risiede nel comparto online: il punto di forza di questa modalità è sicuramente la cooperativa, infatti la campagna principale può essere affrontata con degli amici con tanto di sfere apposite da raccogliere in compagnia. La connessione in questa fase è piuttosto stabile ed entrare in una partita in corso è facile e intuitivo. Riuscita sotto tutti i punti di vista, questa modalità dona una nuova anima al gioco rendendo più appassionante ogni sessione.
È presente anche una modalità competitiva decisamente meno ispirata e confusionale. Come in tutti i videogame che dispongono del multiplayer, sono presenti i classici schemi di gioco: in poche parole rivivrete situazioni già viste in altri titoli e difficilmente la preferirete alla cooperativa.

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Bentornati in città…

Ogni free roaming che si rispetti deve avere un’ambientazione capace di offrire sia un buon livello di esplorazione che essere pertinente con le meccaniche di gioco. Sotto questo punto di vista Pacific City è la città perfetta: palazzi da scalare, porti, strade diroccate, cave, roccaforti nemiche; ogni ambientazione si adatta allo schema di gioco. Girovagare per la metropoli è sempre divertente e ogni angolo può riservare sorprese inaspettate.
Dal punto di vista artistico è evidente come la palette di colori più scura unitamente ad un design più marcato fanno in modo di creare quel giusto clima di caos e distruzione. Gli anni passati dal primo capitolo si fanno sentire e, nonostante la città sia praticamente la stessa, le differenze sono evidenti: gli scenari sono ora più puliti e gli effetti particellari più intensi e appropriati. Peccato invece per i personaggi leggermente sottotono e mal riusciti. Sia il protagonista che i nemici non godono né di una realizzazione tecnica adeguata né tantomeno di un design particolarmente ispirato.
Di buona fattura il lavoro svolto con l’audio: campionature adeguate ed ottimi effetti sonori sono i punti fondamentali di questa parte della produzione. Da segnalare anche un discreto doppiaggio in lingua italiana.

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Maybe the next time…

Eccoci di ritorno da Pacific City. La città è sicuramente cambiata ma purtroppo le differenze si limitano al mero aspetto esteriore. L’anima del gioco è rimasta pressoché immutata e se questo da un lato è un bene visto il divertimento che il primo capitolo regalava, da un altro lato paga il pegno di essere praticamente un clone con qualche miglioria. Il divertimento di fondo, infatti, è minato non solo dalla mancanza di vere novità ma anche dall’estrema monotonia, e le missioni secondarie da sole non bastano a spezzare adeguatamente il ritmo di gioco. Ben riuscita invece la modalità cooperativa che da sola riesce a restituire un divertimento senza pari.
Un titolo consigliato a chi non ha molte pretese dal punto di vista narrativo, un buon titolo per passare delle ore spensierate senza impegnarsi troppo.
In definitiva Pacific City vi conquisterà solo se voi avrete la giusta pazienza di farvi conquistare.