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Recensione Recensione di Braid

Recensione di Braid di Console Tribe

di: REdeiDESIDERI

Non abbiamo mai fatto mistero della nostra passione per lo sviluppo indie. La bellezza di questo settore in nuova e costante espansione (complice la digital delivery che si sta espandendo sul mercato videoludico) è la sua freschezza, la sua innovazione, il suo mettere in discussione canoni, talvolta stoicamente dati per buoni e, dunque, quasi mai “svecchiati” dalle grandi compagnie. In passato vi abbiamo presentato giochi di grande spessore, talvolta persino sin troppo pubblicizzati se si pensa al settore indipendente. Oggi invece abbiamo deciso di portare alla vostra attenzione un titolo nato, cresciuto e pubblicato nel più completo anonimato, ma non per questo incapace di risultare un piccolo grande capolavoro: Braid. Sviluppato dalla indipendente Number None Inc. originariamente per Xbox 360, Braid è da poco disponibile anche per PS3 al prezzo di €9,90. Lasciatevi condurre per mano in questo viaggio onirico. Lasciatevi condurre per mano attraverso la sottile, ma complessa, matassa del tempo.

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Io, Tim.

Prendete un uomo comune, chiamatelo Tim, e ponetelo in una difficile quanto gravosa situazione. Tim ha sbagliato. Per un tragico errore ha perso per sempre la sua Principessa. La sua anima gemella. L’unica cosa che, probabilmente, valesse davvero la pena tenersi stretti. Come rimediare? Nella più classica delle favole, l’uomo comune diventa, suo malgrado, eroe. Attraverso un viaggio che sa quasi di redenzione, Tim dovrà ritrovare la sua Principessa, superando ostacoli, sconfiggendo nemici, visitando castelli; ricomponendo un tassello alla volta la sua frantumata vita. Spicciola, minimalista, o forse onirica e profonda? La trama di Braid è quanto di più inatteso ci saremmo aspettati di trovarci tra le mani. Prendendo palesemente spunto dai “grandi” della storia videoludica (Super Mario Bros in primis), Braid si approccia al giocatore in maniera profonda, ma mai noiosa o pesante. Narrando la vicenda non attraverso dialoghi o cut-scene, quanto piuttosto attraverso dei libri che il giocatore potrà scegliere di leggere o meno, il gioco fa quasi riflettere su se stessi, senza pretese, ma con la forza di un’inattesa dolcezza. Con il senno di poi, la storia di Tim non è altro che la storia di ognuno di noi. Un piccolo romanzo di formazione in cui gli errori della quotidianità lasciano spazio alle scelte che ci cambiano la vita.

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Lui, Mario.

Spiegare il gameplay di Braid è una cosa semplice, ma al tempo stesso estremamente complessa. Su tutto non neghiamo l’evidenza: il gioco assomiglia, o forse volutamente clona, quelle che sono le meccaniche classiche che hanno reso celebre il leggendario Super Mario Bros. È infatti innegabile che gli sviluppatori si siano ispirati all’epopea Nintendo, non solo ricalcandone le meccaniche bidimensionali, ma anche infarcendo il titolo di tributi a citazioni quali: proiettili volanti, piante che escono fuori da tubi, e creaturine fungiformi da “schiacciare” a suon di salti. Ma credere che finisca tutto qui, che Braid sia poco più che un clone, è un errore madornale. Il titolo di Number None Inc. è infatti qualcosa di più di un platform duro e puro, è un puzzle game costituito da tanti paesaggi, nel quale ogni ambiente è la domanda e la risposta al puzzle stesso. In Braid quasi mai si va avanti per scoprire il livello, più spesso si va avanti per risolvere un enigma grande quanto l’ambiente stesso. Ancor più spesso si procede unicamente per tornare indietro o, quasi fosse un tributo al nonsense, si va indietro per andare avanti. Ecco cosa succede a giocare con il tempo.

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Noi, il Tempo.

Il tempo in Braid è un concetto quanto mai soggettivo e flessibile poiché, proprio a Tim (e quindi al giocatore) è data la possibilità di manometterlo in virtù della ricerca di una soluzione ai complessi problemi che il level design ci propone. Ogni mondo di gioco è padrone di meccaniche assolutamente personali in cui, la manomissione del tempo (sia in avanti che all’indietro), non è mai fine a se stessa, anzi, si sposa a trovate sempre diverse, sempre nuove, totalmente sperimentali. Scopo del gioco è sostanzialmente quello di procedere nel corso dei vari livelli alla ricerca di un certo numero di pezzi di puzzle che, appositamente ricostruiti, andranno a formare un’immagine associata alla ricerca di Tim, al suo passato ed alla sua triste vicenda. Ecco quindi che ogni quadro (e mai termine fu più azzeccato) non è una semplice location da superare, quanto piuttosto un luogo da esplorare alla ricerca di una o più possibili soluzioni all’enigma: “come raggiungo QUEL pezzo?”. Perché il bello è proprio questo, in Braid potrete terminare il livello semplicemente proseguendo lungo il percorso di gioco, ma si deve conquistare ogni pezzo del puzzle? Quello no! Ogni tassello porta con se una piccola sfida. Un sottile quanto raffinato rebus ambientale la cui soluzione è certamente opzionale, ma il cui senso di appagamento nella buona riuscita dell’enigma è qualcosa di assolutamente fantastico. Difficilmente l’azione sarà fine a se stessa, più probabilmente, grazie alle dovute manovre temporali, un salto sarà meglio di una corsa, un nemico sconfitto sarà meglio di un salto, e così via. Braid prende quindi meccaniche tipicamente platform, con tanto di scale, basamenti, e ostacoli e li reinventa, li rivisita, li rende davvero parte integrante dell’azione di gioco obbligandoli alle leggi del tempo, e dunque a quelle del giocatore.

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Rivelarvi qui e ora quali sono tutte le trovate degli sviluppatori sarebbe semplicemente un tiro mancino, perché parte della bellezza di Braid è anche la sua capacità di stupire. Ci limiteremo pertanto a dirvi che alcuni livelli “avanzeranno” di pari passo con il vostro incedere. Altri creeranno una copia del vostro personaggio, così da permettervi due azioni contemporaneamente, altri rallenteranno i vostri nemici, altri semplicemente presenteranno oggetti sul quale la vostra manipolazione temporale non avrà alcun effetto. La sorpresa è sempre garantita, la soluzione è sempre incerta. Il risultato è onirico e compiacente.

Lei, poesia.

Ma Braid non è solo una gioia da giocare, è anche incredibilmente bello da vedere. Tutto il gioco è dipinto come fosse un quadro, orgoglioso di ostentare tutta la sua meravigliosa bidimensionalità. Pulito, colorato, ricchissimo di dettagli e superbamente animato: il gioco è un piccolo capolavoro in movimento. Non bastassero gli ottimi sprite dei personaggi a schermo, il titolo incalza il giocatore con il fascino di ambienti dai colori cangianti, quasi fosse un’opera impressionista digitalizzata. Ogni effetto, ogni colore, non sono mai scelti a caso ma si incastrano perfettamente con lo stile sognante e magico con cui il titolo è stato creato. Persino gli effetti di manipolazione temporale influiscono sulla grafica, raggrinzendo i colori quando il tempo va a ritroso, o facendoli “esplodere” intensificandone le tonalità quando il tempo va in avanti. Con uno spettacolo simile non potevamo avere colonna sonora migliore di quella proposta, in cui ballate dal sapore antico si sposano con atmosfere musicali ritmate e nostalgiche. Ogni pezzo è stato scelto con cura per rappresentare specifici ambienti, il risultato è una associazione vincente di grafica e musica, una ragnatela di pura poesia in cui l’utente non può far altro che lasciarsi catturare.

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Voi, stregati!

Braid è più di un semplice clone. È l’icona dell’innovazione indie. Il perfetto esempio di come, prendendo liberamente spunto da tante buone idee già viste, si crei qualcosa di assolutamente nuovo. Commistione perfetta di vecchio e nuovo, quasi una magia che fonde antico e moderno, il titolo ha come unico neo quello di essere probabilmente troppo breve, ma forse proprio per questo risulta intensissimo e ammaliante. In ogni caso, proprio per la difficoltà di alcuni enigmi, e la loro soluzione assolutamente facoltativa, il titolo è in grado comunque di proporre un’ottima sfida capace, invero, di aumentarne di non poco la longevità e la rigiocabilità. Per tutto il resto si tratta di un’esperienza che nessun giocatore dovrebbe lasciarsi scappare. Non bastasse un gameplay tanto ricco di novità, il gioco eccelle in tutto: grafica, trama, musica. È un sogno bellissimo dal quale difficilmente desidererete svegliarvi. Poesia pura fatta level design, alchimia di ingegno e magia, in cui ognuno, nel suo piccolo, troverà la sua Principessa. Il suo pensiero felice.