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Recensione Recensione di Blur

Recensione di Blur di Console Tribe

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

Ho sempre amato gareggiare, le corse erano tutto per me. Passavo da un evento all’altro, ero in continuo movimento, ogni volta finivo la gara per primo… sempre perché giocavo sporco. I miei metodi erano irruenti, per molti scorretti, ma non potevo farci nulla, amavo spingere me e gli avversari al limite. Sapevo che dalle corse potevo avere qualcosa in più, sapevo che correre non era una sola questione di velocità. Mi ero quasi arreso quando poi qualcosa è cambiato…

Le Luci della Ribalta

Blur, come tanti titoli prima di lui, ci immerge in una modalità carriera in cui, partendo dall’essere il classico novellino senza nome, finiremo per sfidare i più grandi piloti di queste corse. La sensuale voce femminile narratrice ci illustra passo dopo passo quelle che sono le caratteristiche peculiari delle gare e ci fornisce brevi tutorial sulle feature del gioco. La carriera, così, diventa una sorta di telefilm a puntate, con tanto di riepilogo filmato sui nostri ultimi progressi. Idea sicuramente interessante, peccato che i ragazzi di Bizarre non abbiano creduto poi così tanto in questa impostazione, dal momento che con una trama di sottofondo, anche semplice, sarebbe stata sicuramente più interessante. Tralasciando velleità narrative, il single player di Blur si presenta davvero solido. I vari eventi sono divisi in diverse macrosezioni, ognuna delle quali capitanata da una sorta di boss di fine livello che, una volta soddisfatti determinati pre-requisiti svolti nel corso delle gare, accetterà di buon grado di sfidarci mettendo in palio la vettura nella più classica competizione clandestina.

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La particolarità di Blur sta nel fatto che queste sfide sono totalmente facoltative, infatti potremo procedere nella carriera semplicemente vincendo le gare standard. Le richieste per le gare di fine schema spesso esulano dalla semplice vittoria nelle altre competizioni ma piuttosto chiedono al giocatore di svolgere determinati compiti: questo sistema arricchisce la modalità carriera di spunti interessanti e dona varietà alle sfide.
Per quanto riguarda gli eventi più comuni, Blur prevede più modalità di gioco: una gara classica, una sfida a tempo con checkpoint e una competizione in cui bisogna eliminare gli avversari sfruttando i potenziamenti. Le modalità, prese così come sono, non offrirebbero spunti particolarmente interessanti e innovativi se non fosse per il particolare sistema di premiazioni di ogni gara. Abbandonate le medaglie d’oro, argento e bronzo si fanno strada le Luci. Questa meccanica prevede l’assegnazione di un certo numero di “Luci” non solo arrivando per primi al traguardo ma anche compiendo determinati azioni sulla pista, che influiscono direttamente sull’altro sistema di premiazione chiamato “Punti Fan”. Trattasi di una sorta di punti stile che aumentano con azioni spettacolari come derapate, salti, urti, collisioni, insomma tutto quelle azioni che nella vita reale difficilmente avreste il coraggio di fare. Ogni gara prevede una quota fan da raggiungere, soddisfatta la quantità riceverete una luce extra. E non è finita qui: sparsi per il tracciato ci sono altri piccoli mini-eventi che sbloccano “Luci” aggiuntive, infatti, talvolta vi viene chiesto di superare una serie di portali, altre volte di usare determinati potenziamenti: nelle gare di Blur non c’è mai da annoiarsi. Tutti i nostri risultati vanno a comporre lo “Stato Fan” generale, una sorta di livello pilota, che aumentando ci fa sbloccare nuove auto e altri extra. Il punto di forza di Blur è proprio la varietà che, a conti fatti, è anche una discriminante importante per il livello di difficoltà. Ogni tipologia di evento, vista l’eterogeneità, richiede la scelta di un determinato veicolo e di un comportamento strategico diverso. Se portare a termine una gara non sembrerà poi troppo difficile, discorso diverso va fatto non solo se vogliamo giungere primi ma anche accontentare tutti i nostri fan. In poche parole ogni evento deve essere affrontato non solo con l’auto giusta ma anche un approccio giusto alla competizione.

Giochiamo a un, due, tre… scossa!

Come avrete facilmente intuito lo stile di guida di Blur è decisamente votato all’arcade. I veicoli si governano con facilità ed al giocatore non è richiesta nessuna abilità di guida particolare. Nelle curve, a seconda della tipologia, le auto si si comportano bene lasciando anche un buon margine d’impegno al giocatore che dovrà comunque calcolare, seppur minimamente, la traiettoria. In questo senso a stonare sono le derapate che, il più delle volte sembrano facilitate dall’assetto generale del gameplay e, spesso, lasciano il giocatore interdetto davanti alla facilità con cui queste si manifestano. Nel complesso l’assetto generale di guida è piacevole e decisamente in linea con l’intera produzione.

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Probabilmente i puristi dei racing game troveranno molte scelte poco realistiche ma, del resto con un titolo del genere non si poteva fare altrimenti. Se quindi la componente simulativa di guida è ridotta all’osso a venire in contro i giocatori più tecnici è il parco macchine: i tanti modelli messi a disposizione differiscono per semplici caratteristiche: velocità, accelerazione, tenuta, energia, che seppur non rendono il titolo più realistico, lo arricchiscono con variabili strategiche decisamente importanti. Il discorso va a braccetto con quanto detto per la carriera: la scelta dell’auto è sicuramente il fattore più importante da tenere in considerazione non solo per il tipo di gara ma anche per l’assetto di guida che si vuole avere, infatti, il giocatore può scegliere un’auto più sfrontata e veloce oppure preferire un’auto più governabile.
Indipendentemente dall’auto scelta l’anima del gioco risiede tutta nei potenziamenti. Quasi una sorta di citazionismo/sfida a grandi titoli come Mario Kart e Wipeout, in Blur non vince solo il più veloce ma anche il più scaltro. Sparsi per la pista ci sono dei power-up, ognuno dei quali dona un effetto diverso e devastante. Saette, scariche, urti d’energia, scudi, turbo, mine, insomma i potenziamenti sono tanti e tutti incidono pesantemente sulle meccaniche di gara. Alcuni di questi infliggono danni alla vettura avversaria e li rallentano, altri invece vengono usati per rigenerarsi o per proteggersi dalle offensive nemiche. La particolarità sta nel fatto che questi potenziamenti possono essere usati strategicamente sia per attaccare che per difendersi. Immaginate che una scarica teleguidata sta per colpirvi alle spalle, ecco che voi prontamente rilasciate una mina per intercettare il missile avversario. Oppure una saetta sta per colpirvi? Vi basterà semplicemente attivare un urto col giusto tempismo per evitare i danni. I power-up donano al gioco una competitività unica e sono capaci al tempo stesso di stravolgere i risultati della gara in maniera del tutto inaspettata. Più volte vi capiterà di recuperare moltissime posizioni in poco tempo, oppure, mentre stavate già stappando lo champagne, finire distrutti e retrocedere tra i perdenti. Il gameplay risulta quindi dinamico, divertente e capace di regalare emozioni a non finire.

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Tutti insieme appassionatamente

Quando ci si trova di fronte ad un single-player così ben caratterizzato ci si aspetta che l’online sia solo una componente marginale di una produzione: questo non è il caso di Blur e già dalle piccole cose ci si accorge come il multiplayer sia un aspetto preponderante del titolo Bizarre; basti pensare alla possibilità di utilizzare Facebook e Twitter per organizzare e gestire le sfide: i due social network, pur non offrendo grosse soddisfazioni in termini puramente ludici, arricchiscono l’aspetto comunitario del gioco ed impreziosiscono di conseguenza l’esperienza online.
Il sistema di gioco è pressoché identico a quanto visto nella carriera, ma è strutturato in modo tale da conferirgli una profondità decisamente superiore. Oltre le solite venti vetture e già rodati potenziamenti, ci troviamo di fronte a nuovi power-up e possibilità di modifiche, un po’ come nei multiplayer dei FPS. I potenziamenti aggiuntivi rendono l’esperienza giocata ancora più profonda e strategica: possibilità di lanciare finti power-up, recuperare energia sottraendola agli avversari, bonus alla resistenza, bonus alla velocità e grip, possibilità di azzerare i power-up avversari; solo questi bastano a dare alle gare una marcia in più. Le modalità, a squadre e non, sono tutte ben strutturate passando dalla classica gara per raggiungere i divertentissimi destruction derby, in cui la distruzione dell’avversario è il nostro unico scopo. Buona anche la gestione di classiche e tutto quello che riguarda i progressi in modo da aumentare il senso di competitività. Il netcode appare stabile e solo di rado incapperemo in spiacevoli eventi di lag o disconnessioni.

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Power-Style

Diciamocelo chiaro, oggigiorno è davvero difficile imporsi sul mercato con un prodotto che non risulti graficamente appetibile. Spesso gli sviluppatori sacrificano più tempo nel creare un comparto tecnico adeguato piuttosto che dedicarsi alla gestione del gameplay e della storia. Per fortuna con Blur gli sviluppatori sono riusciti a trovare un buon compresso, offrendo un gameplay interessante ed una grafica di tutto rispetto. I modelli poligonali delle auto sono ben realizzati: il numero di poligoni usati è sicuramente notevole, altrettanto buona è la palette cromatica delle vettura. Grazie alle licenze ufficiali di varie case produttrici, non faticherete molto a riconoscere i bolidi che sfrecciano sui diversi tracciati. Particolarmente ben riuscite sono gli effetti delle esplosioni, delle scariche ed in più in generale gli effetti particellari. Dal punto di vista artistico e scenografico questi elementi regalano un colpo d’occhio affascinante e di sicuro impatto. Quello che lascia un po’ perplessi è la realizzazione dei tracciati: se il manto stradale è ben riuscito discorso diverso lo si deve fare con gli elementi di contorno. Basta lasciare lo sguardo dalla vettura per rendersi conto di come lo scenario sia di un livello grafico decisamente inferiore rispetto agli altri elementi. Per quanto riguarda la struttura dei circuiti, troviamo tante luci quante ombre: alcuni percorsi appaiono ispirati e innovativi altri invece già dai primi metri di gara ci danno l’impressione di vecchio, perché troppo simili a quelli già visti in altri giochi di guida.

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Il comparto audio regala giusto qualche emozione, il campionamento sonore delle vetture è credibile, con una buona differenziazione tra le varie vetture. Buoni anche i suoni che accompagnano le esplosioni e gli impatti, peccato invece per una tracklist poco incisiva che, seppur facendo il suo dovere, non appassiona più di tanto.

Che la sfida abbia inizio…

Blur è sicuramente un titolo interessante che, dando uno sguardo al passato ne ha saputo ricavare il meglio, offrendoci in questa next-gen un titolo divertente e dinamico. Senza prendersi troppo sul serio i ragazzi di Bizarre hanno creato un racing-game arcade spassoso ed appassionante. La gestione della carriera riesce a farsi apprezzare si da chi vuole la vittoria semplice sia da chi pretende di ottenere il massimo punteggio in ogni competizione. Il gameplay riesce subito a catturare il giocatore, apparentemente semplice il sistema dei power-up regala ora dopo ora tante soddisfazioni ludiche, senza disdegnare una componente strategica ben riuscita. Il comparto tecnico è solido, buone le vetture e gli effetti luce, peccato per una realizzazione dei circuiti e degli elementi di fondo un po’ altalenante.
Se abbiamo voglia di gareggiare questo è il gioco per noi e, mi raccomando, lasciate a casa il buon senso e la correttezza, tutta roba da principianti.