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Recensione Recensione di 0 day Attack on Earth

Recensione di 0 day Attack on Earth di Console Tribe

di: Claudio "Evil_Sephiroth" Perfler

I videogiocatori di vecchia data ricorderanno certamente le paghette mensili interamente divorate dalle diaboliche macchinette delle sale giochi o dei bar (no, non la piaga delle slot machine), tutte usate al fine di completare magari un solo livello dell’ennesimo sparatutto a scorrimento.
Un genere che forse sarà ignorato dalle nuove generazioni, ma che negli anni ’80 e ’90 faceva da padrone e teneva mandrie di ragazzi incollati allo schermo dei cabinati per interi pomeriggi.
Erano sicuramente tempi diversi, ma resta il fatto che tutti coloro che videogiocavano all’epoca siano stati catturati almeno da un esponente di tale filone.
Chiaramente le generazioni di console si sono susseguite rapidamente e proporre oggi un titolo di questo genere come gioco retail avrebbe ben poco senso (se non per i retrogamer). Nulla ha però vietato alle software house, che ancora vivono di tali giochi, di proporre i vecchi capolavori del passato sotto forma di arcade a basso costo, pronti ad essere scaricati sugli hard disk delle ultime piattaforme videoludiche.
Gulti è una di queste case di sviluppo, che da anni continua a sfornare porting e rivisitazioni per ogni nuova console disponibile sul mercato.
C’è però da dire che praticamente tutti hanno capito che tale genere non ha più la forza o l’appeal per fare numeri interessanti, ed ecco come mai si è cercato spesso di mantenere un concept di gioco che non si discostasse molto dal vecchio, ma che allo stesso tempo non fosse ancorato alle vetuste meccaniche oramai trite e ritrite.
0 Day Attack on Earth è un esperimento che va proprio in questa direzione: innovare sì, ma senza abbandonare la tradizione.
Saranno riusciti i ragazzi di Gulti a creare un titolo che possa ancora appassionare qualcuno oltre ai fan sfegatati degli sparatutto a scorrimento?

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Insert Coin

Se per la trama si scava ancora tra i classici invasori interplanetari alla Macross (pochi avversari forti e una marea di piccole zanzare da schiacciare) senza cercare assolutamente profondità e articolazione, l’operazione più difficile è sicuramente quella di rendere il gameplay meno statico e limitato nei movimenti, senza però trasformare tutto in un gioco cervellotico in cui il ragionamento fosse necessario e prendesse il sopravvento rispetto alla giocata d’istinto o al divertimento tipicamente arcade. Per fare ciò, 0 Day Attack on Earth ha guadagnato la terza dimensione (anche se con la classica visuale a 3/4 con telecamera ruotabile) e reso gli spostamenti liberi e completamente controllabili dal giocatore. Lo scorrimento non esiste più, in quanto nella visione della software house era proprio tale caratteristica a rendere il gioco non appetibile ai nuovi fruitori. Come già detto, però, non si voleva trasformare il titolo in un gioco che richiedesse tattiche di combattimento ragionate e organizzate, ed ecco quindi svelato il motivo per cui le munizioni del nostro velivolo sono ancora illimitate e il gameplay stesso ci richiede di sparare senza ritegno alcuno, con l’unico obbiettivo di spazzare via qualunque cosa ci appaia davanti.
Un’altra caratteristica rimasta invariata riguarda i bersagli di tutto codesto sparare: nella più classica tradizione degli sparatutto a scorrimento la maggioranza degli avversari vengono abbattuti con pochi colpi se non addirittura con una singola raffica: sembrano essere li solamente come soprammobili, o come dispensatori di bonus, necessari al solo fine di arrivare preparati alle battaglie campali, al singolar tenzone che ci vede sfidare esseri alieni enormi, grandi come l’intera isola di Manhattan.
Il design di tali “Boss” è probabilmente il più riuscito e, come impone la tradizione, tali avversari sono quelli che godono della migliore cura realizzativa e di un numero di effetti grafici superiore alla media del gioco; purtroppo non sarà molto salutare fermarsi a godere di tale cura costruttiva, visto che i “mostroni di fine livello” presentano sfide che definire difficili è un eufemismo.
Tale è la loro propensione a cuocervi in un sol colpo che raramente il vostro controller rimarrà sano a lungo. Anche il sistema di potenziamento durante la fase giocata è rimasto lo stesso dei vecchi sparatutto a scorrimento: eliminando i nemici potremo raccogliere determinati oggetti e, al raggiungimento di un certo numero, le capacità offensive della nostra navetta saranno potenziate, secondo schemi oramai famosissimi, come il passaggio dall’iniziale fuoco singolo a raggi multipli o missili a ricerca.

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L’approdo su piattaforme ben più performanti non ha però portato solo a tali cambiamenti visivi e di giocabilità, ma anche all’inserimento di moltissimi extra che rendono il gioco più longevo ed intrigante. Se all’inizio avremo quattro velivoli tra cui scegliere, ognuno con le sue peculiarità offensive, col procedere dei livelli potremo comprare o sbloccare altri mezzi, oltre che potenziare i precedenti. Ciascuno di essi vanta svariati step di evoluzione che lo renderanno sempre più veloce e resistente.
Grande importanza avranno inoltre le tre bombe che ogni navetta ha a disposizione, in grado di colpire una grande area e di infliggere gravi danni ai nemici. Questa è forse l’unica concessione tattica nella modalità giocatore singolo, visto che sarà spesso necessario dosare tali “item” al fine di conservarli per determinati scontri.
Ogni livello si conclude quando avrete sconfitto svariati bersagli designati o, inutile dirlo, quando avrete esaurito le vite a vostra disposizione.
L’ultima chicca che, secondo gli sviluppatori, avrebbe dovuto impreziosire l’esperienza di gioco è il sistema usato per creare gli scenari: il titolo è ambientato in svariati livelli che riproducono città come Tokyo, New York e Parigi (e Londra in un DLC) attraverso immagini satellitari reali, in modo analogo a quanto successo con un titolo di ben altra caratura, Tom Clancy: H.A.W.X., ma a differenza di quest’ultimo, dove le città sono realmente riconoscibili, nel titolo Gulti, invece, solo un risicato numero di edifici dona credibilità facendoci capire dove ci troviamo.
Insomma, un’idea impensabile fino a poco tempo fa per un arcade, una feature che solo titoli ad alto budget potevano vantare; sicuramente un grande sforzo da parte della software house, sforzo in parte vanificato dall’applicazione un po’ sommaria di tale caratteristica.

!==PB==!
Ho perso l’orientamento

Il comparto grafico è praticamente il settore che ha subito più stravolgimenti rispetto ai vecchi titoli. Non solo il passaggio al 3D e la perdita del movimento del fondale, ma anche la possibilità di ruotare la telecamera incide a tutto tondo sulle meccaniche di gioco. Stravolgimento, in ogni caso, non sempre positivo: se dal punto di vista visivo il salto è evidente (pur essendo un arcade), il passaggio al movimento libero e alla telecamera ruotabile ha reso il gioco molto meno immediato, complice anche una regolazione imprecisa e una risposta ai comandi tutt’altro che immediata. La visuale ha infatti bisogno di continue correzioni al fine di permettere un punto di vista chiaro su cosa si sta facendo e a cosa si sta sparando.
Gli effetti di esplosioni e colpi sono realizzati in modo comunque accettabile, così come i fondali e le città che, tuttavia, non riescono a riprodurre in modo nemmeno lontanamente credibile le loro controparti reali.
Se da un arcade non è logico aspettarsi tecnica e grafica a livello di produzioni di prima fascia, era invece doveroso prestare una minima attenzione nel rendere il gioco comunque giocabile in maniera soddisfacente. Ma così non è stato.

Sdeng, sdong, crash…

Un indubbio passo indietro è invece stato fatto per ciò che riguarda l’audio: se i titoli di un tempo erano spesso accompagnati da intriganti musichette, talvolta ossessive, ma comunque funzionali al loro obbiettivo, in 0 day Attack on Earth il sonoro semplicemente non esiste, se non per quei pochi effetti sonori mal realizzati e alcuni jingle che potrebbero essere stati composti pigiando i tasti a caso su una tastiera musicale.

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Insieme è bello

In una generazione che propone giochi a prezzo pieno dalla longevità ridicola, non deve sconvolgere che un gioco da download non duri un’eternità. Portare a termine i vari livelli richiederà circa cinque minuti. La durata totale aumenta a causa della difficoltà e già al livello più facile il numero di nemici e la vostra navicella di cartapesta vi porteranno molto spesso a vedere la classica schermata del Game Over. Cosa che, a ben vedere, potrebbe essere considerata una caratteristica ricorrente di qualunque gioco appartenente al genere, sia del passato che del presente.
Ma ciò che invece rende il titolo potenzialmente infinito è la modalità cooperativa online, modalità in cui alcuni grandi difetti del gioco scompaiono (come l’I.A. deficitaria dei propri compagni controllati dalla CPU) e il poter contare sul supporto di addirittura tre esseri pensanti rende tutto molto più divertente e funzionale. Il risultato di questa modalità sono svariate ore di divertimento da trascorrere con gli amici, così da dimenticare i molteplici difetti finora illustrati. Ricorrenti fenomeni di lag non inficiano completamente l’esperienza di gioco, nonostante siano fastidiosi.

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Innovare non basta

Nonostante la voglia di rinnovare un concept di gioco, senza però renderlo troppo distante dai propri predecessori, possiamo parlare in parte di un fallimento.
Probabilmente lo svecchiamento a cui è stato sottoposto il genere renderà il titolo poco appetibile ai fan di vecchia data, così come allo stesso tempo i difetti menzionati, come ad esempio la discutibile gestione della telecamera, porteranno anche i nuovi giocatori a non essere attratti da 0 Day Attack on Earth.
In ultima analisi, complice anche l’esoso prezzo di 1200 MP (veramente troppi considerando la qualità generale) non ci sentiamo di consigliarvi assolutamente l’acquisto di questo titolo.
Nel caso amiate il genere, fareste meglio ad orientarvi su porting e trasposizioni molto più fedeli al passato, mentre tutti coloro che non hanno passato l’infanzia su tali cabinati possono tranquillamente risparmiare i propri soldi per titoli ben più interessanti e stimolanti.