Recensione Overwatch
di: Luca SaatiDopo molto tempo passato in fase di test, Overwatch è finalmente arrivato nei negozi registrando un grandissimo successo a pochi giorni dal debutto con oltre 7 milioni di giocatori. Blizzard entra nel campo degli FPS con un’IP nuova di zecca e il risultato, possiamo già anticiparvelo, è assolutamente ottimo seppur non ancora perfetto.
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Tanti eroi, poche modalità
Overwatch è un videogioco solo multiplayer, non troviamo al suo interno nessuna tipologia di campagna singleplayer, di conseguenza gli unici sprazzi di trama del gioco li ritroviamo nei vari cortometraggi animati e nei fumetti digitali rilasciati da Blizzard prima del lancio e che vi invitiamo a visionare visto la loro buona qualità.
L’aspetto che più ci lasciava dubbiosi durante l’ultima fase beta riguardava i contenuti del gioco, purtroppo la situazione non è cambiata di una virgola. In Overwatch abbiamo quindi la possibilità di affrontare delle partite contro l’IA utili per allenarci e prendere confidenza con i vari personaggi, la partita personalizzata invece permette di affrontare una serie di match impostando determinati filtri, infine abbiamo la Partita Rapida e la Rissa settimanale.
Partita Rapida ci permette di affrontare una serie di match 6v6 uno dietro l’altro come se fosse una playlist infinita. In totale abbiamo 12 mappe, divise in quattro gruppi, ciascuno di questi supporta una specifica modalità: Conquista è una variante di Re della Collina in cui una squadra deve difendere una zona dall’attacco degli avversari, una volta che il team attaccante ha conquistato la prima zona entro lo scadere del tempo se ne sblocca una nuova da catturare sempre entro il tempo limite; Trasporto vede un team scortare un mezzo da un punto all’altro della mappa con l’altra squadra intenta ad arrestare la marcia degli avversari; l’ibrido Conquista/Trasporto è un mix delle due modalità descritte poc’anzi, inizialmente c’è una zona da attaccare o difendere a seconda del team, una volta conquistata dal team attaccante spunta il mezzo da scortare; infine Controllo è un classico Re della Collina in cui due squadre si contendono una zona neutrale. A chiudere il cerchio troviamo la Rissa settimanale che cambia per l’appunto ogni settimana e propone una serie di match da affrontare con alcune regole e restrizioni.
La critica che facciamo a Overwatch riguarda proprio la povertà di contenuti. Quanto proposto dai ragazzi di Blizzard è davvero poco per un gioco solo multiplayer. La software house supporterà a lungo il progetto inserendo nuovi contenuti, tra cui la modalità Classificata a Giugno, ma al momento non possiamo ritenerci davvero soddisfatti pur essendo il gioco sempre divertente.
Come ti rinfresco un FPS
Overwatch propone un nutrito roster di personaggi, 21 in totale, divisi in quattro differenti classi: Attacco, Difesa, Tank e Supporto. Ogni personaggio ha uno stile di gioco unico e le proprie abilità, di cui due attivabili mediante i tasti dorsali e una Super da attivare con il tasto triangolo (Y su Xbox) dopo essere stata ricaricata ogni volta. I numerosi personaggi sono molto variegati tra loro, giusto per citarne qualcuno abbiamo il Soldato 76 il cui uso è quello più vicino ai classici FPS, Tracer dotata di due pistole mitragliatrici e di una velocità fuori dal comune, Hanzo che è un arciere capace di scalare i muri per raggiungere posizioni sopraelevate per tirare dall’alto, Bastion è un robottino capace di trasformarsi in una torretta o in un carro armato, Reinhardt è un guerriero armato di un possente martello e dotato di uno scudo per assorbire una grande quantità di danni, Mercy è una sorta di valchiria capace di curare i propri compagni o potenziarli.
Citarli tutti in questo articolo ci sembra superfluo, ma crediamo che i nomi citati siano sufficienti per farvi comprendere l’incredibile diversificazione tra un personaggio e l’altro. Proprio queste differenze invogliano il gioco di squadra dato che è molto difficile fare la differenza da soli, ad esempio Reinhardt se non supportato dai propri compagni può fare poco contro un attacco combinato degli avversari nonostante la sua capacità di subire un gran numero di danni. Inoltre avere in una squadra gli stessi personaggi si rivela controproducente, lo stesso gioco infatti ci offre alcuni consigli nel momento in cui dobbiamo scegliere il nostro eroe così da creare un team sempre equilibrato, un supporto ad esempio non deve mai mancare. Durante un match possiamo cambiare personaggi in qualsiasi momento a patto di trovarci nell’apposita zona di respawn, di conseguenza la scelta degli eroi va sempre adattata a ogni situazione. Ad esempio se dobbiamo difendere è abbastanza inutile prendere personaggi offensivi come il Soldato 76 preferendogli magari dei difensori come Bastion, oppure se non riusciamo in fase di attacco a sfondare le linee di difesa avversarie un tank in più può rivelarsi di grande aiuto. Le dinamiche di gioco quindi trovano un livello di tatticismo del tutto nuovo per gli sparatutto in prima persona.
Il bilanciamento è molto buono ma dopo numerose ore di gioco abbiamo notato alcune criticità, ad esempio la torretta di Torbjörn è fin troppo efficace, la potenza di attacco di Winston e D.Va invece va leggermente aumentata. Si tratta comunque di un problema abbastanza comune nei videogiochi che hanno un roster di personaggi, sicuramente il bilanciamento è uno di quegli aspetti che andrà affinato nel futuro.
La personalizzazione degli eroi è puramente estetica. Giocando si ottengono dei forzieri che una volta aperti permettono di sbloccare nuovi elementi come skin, emote, frasi audio e così via. Le microtransazioni quindi non trasformano il gioco in un pay-to-win dato che queste possono essere utilizzate solo per acquistare nuovi forzieri che includono solo accessori estetici.
In giro per il mondo
Dal punto di vista del level design è encomiabile il lavoro svolto da Blizzard. Le mappe, che ci portano a visitare varie location del globo come Hollywood e il Nepal, sono tutte costruite tenendo conto delle modalità che ospitano e alternano spazi più aperti e altri più angusti. La conoscenza del campo di battaglia è un altro aspetto fondamentale per avere la meglio sugli avversari, vi facciamo notare inoltre che ci sono alcune zone accessibili solo tramite le abilità di alcuni personaggi. Ci sono ad esempio spazi sopraelevati che possono essere raggiunte solo dal rampino della cecchina Widowmaker o dall’abilità di scalare i muri di Hanzo esaltando così ulteriormente le peculiarità degli eroi.
Lo stile grafico semplice, colorato e cartoonesco è molto piacevole da vedere anche se si poteva fare di più su alcuni modelli poligonali e sulle texture. Il gioco gira a 60 fotogrammi al secondo stabili senza particolari cali di fluidità. Ottimo anche il comparto sonoro con musiche che si adattano all’ambientazione della mappa e un buon doppiaggio in italiano. Eccellente infine il netcode, il matchmaking è sempre molto veloce e l’esperienza online sempre molto stabile.
Commento finale
Overwatch è una bella rinfrescata nel genere gli sparatutto in prima persona. Risultano davvero un peccato i pochi contenuti proposti al day one nonostante la nuova IP di Blizzard sia riuscita sempre a offrirci un grande divertimento e un’ottima varietà grazie al nutrito roster di personaggi. Il futuro di Overwatch dipende dai suoi sviluppatori che dovranno assolutamente supportare la loro creatura con nuove mappe e modalità capaci di arricchire il pacchetto.