Recensione NBA 2K21
di: Donato MarchisielloIn questo anno di transizione tecnologica, l’ennesimo spartiacque tra quello “che fu” e quello “che sarà” videoludicamente parlando, Nba 2k21 è probabilmente l’esempio calzante migliore possibile per comprendere le (ancora non meglio precisate?) potenzialità della nuova generazione di console. Per chiunque lo ignorasse, il gioco 2K sviluppato da Visual Concepts dedicato alla lega di pallacanestro americana, in questo funesto 2020, è uscito in due edizioni. Una, old-gen, si era sostanzialmente presentata con alcune novità rispetto al passato chapter, seppur senza rivoluzionare nulla. Quest’oggi, in questa sede, analizzeremo invece la versione next-gen del gioco, precisamente quella PlayStation 5: una piccola grande rivoluzione tecnica di un titolo che da anni rappresenta il limite inarrivabile del settore. Ma non è solo una “rispolverata” estetica e meccanica: la versione next-gen di Nba 2k21 nasconde altre aggiunte, nel suo “sottobosco”, in grado di fare la differenza con la versione per vecchia generazione. Ma procediamo con ordine!
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Nba 2k21 è un titolo sportivo dedicato al mondo della Nba, la lega di pallacanestro americana. Per chi ha di già provato il gioco per PlayStation 4, al primo avvio del gioco, il primo fattore sicuramente “spacca-mascella”, sarà il notevole passo in avanti compiuto a livello grafico. È bene sottolinearlo sin dall’inizio: tra le due versioni, ci sono “diversi abissi” di differenza, sin dalla composizione e aspetto dei menu. Il titolo di Visual Concepts è probabilmente l’unico fra i giochi d’inizio generazione, che riesce davvero a spremere a dovere la nuova potenza aggiuntiva delle console next-gen. Avviare una partita, la prima volta, notando subito dei caricamento velocissimi rispetto alla versione old-gen, ci farà rimanere di stucco: distinguere 2k21 next-gen da una normale partita televisiva sarà impresa assai ardua. Animazioni ultra-realistiche, contrasti e collisioni dei modelli, reazioni della folla, movimento della palla e addirittura della retina del canestro: tutto rasenta millimetricamente la perfezione sia estetica che più squisitamente meccanica che, è bene sottolinearlo, comunque presentano entrambe qualche microscopica sbavatura. La versione per nuova generazione, impone anche una marcata differenza nel complessivo controllo dei giocatori, in base al loro peso e alla loro altezza. Rispetto alla vecchia generazione, utilizzare un centro o una guardia avrà un “feeling” complessivamente diverso e che ben si concretizzerà sia a schermo, sia nella “risposta” agli input dei nostri comandi.
Ogni singolo movimento è estremamente realistico: se già nella versione old-gen i caratteristici movimenti dei giocatori più conosciuti erano sostanzialmente replicati in modo ottimo (come, più o meno, accade ogni anno), la versione per nuova generazione fa fare un passo in avanti notevole, grazie anche ad una complessiva gestione della fisica di altissimo livello, che potrà esser visibile soprattutto nei contrasti tra giocatori di diversa “stazza” (la classica ricerca del “mismatch” sarà più sensata che mai). Ma l’ammirazione estetica per Nba 2k21 non si esaurisce: i più smaliziati, potranno ammirare il lavoro spaventoso di rifinitura e creazione dei modelli dei volti. Espressivi, con tantissime animazioni diverse e superbamente rappresentate (seppur, la qualità vada scemando parallelamente alla notorietà del giocatore). Nulla da dire: Nba 2k21 per next-gen non solo regna incontrastato nel settore ludico-sportivo dedicato al basket ma, per ampi margini, potrebbe tranquillamente detenere lo scettro del gioco “più next-gen” attualmente disponibile. Il tutto, com’è lecito attendersi, è impreziosito da una risoluzione in 4k graniticamente fissa ai 60 fotogrammi al secondo. Una cornice spessa ed elegante con dei “bassorilievi” notevoli: infatti, il gioco offrirà anche ray-tracing e Hdr, andando sostanzialmente a rasentare (e non farlo per questione di “millimetri”) l’indistinguibilità con la realtà. È bene sottolineare che la versione PlayStation 5 di Nba 2k21, supporterà anche egregiamente i grilletti adattivi del DualSense, che offriranno una “resistenza” più marcata alla pressione, tanto più il nostro giocatore sarà esausto o durante i contrasti con i giocatori più voluminosi.
Passiamo, concretamente, ai contenuti: la prima, grandissima novità riguarderà il fiore all’occhiello della produzione 2k da anni, la modalità “La mia Carriera”. Un game mode che ha subito un “violento” restyling rispetto alla vecchia generazione: così preponderante che, sostanzialmente, paiono due giochi distanti, videoludicamente parlando, diversi anni. Se a livello di contenuti, le differenze sono relative e, nell’economia di gioco, non particolarmente stravolgenti (spiccano, una estensione delle possibilità offerte dall’editor e la possibilità di poter scegliere fra college o G-League), il rinnovo estetico della modalità si fa sentire: addio al vecchio quartiere “marino” e benvenuta alla “Città”. Un’area di gioco davvero ampia, con tante chicche da esplorare e vedere, che offrirà un colpo d’occhio sicuramente (e radicalmente) migliore. La nuova modalità rispetto al passato, offrirà anche alcune piccole novità in termini di contenuti, come la possibilità di affiliarsi con determinati sponsor, missioni “secondarie” da compiere e, in generale, un campionario di nuovi gadget acquistabili nei tanti negozi presenti girovagando per la città. In generale, ci sarà tanto da vedere e un bel po’ di cose da fare in più rispetto alla precedente versione seppur, come detto, nulla stravolgerà la formula (perfetta relativamente, seppur perfettibile) offerta da diversi anni dal titolo 2k.
È bene sottolienare che, rispetto al passato, sarà possibile affrontare una carriera in stile Nba con una giocatrice donna di basket (in una modalità chiamata The W) che quindi accederà al mondo professionistico femminile americano, la Wnba. Nonostante la modalità non possegga le caratteristiche specifiche della Career maschile, (inspiegabilmente, non si potrà accedere alla “Città” con una giocatrice donna, ma partecipare ad una modalità online in matchmaking “diretto”) è comunque un buon passo in avanti per ampliare anche lo spettro “visivo” sul mondo della pallacanestro femminile. La modalità carriera non sarà l’unica migliorata e modificata nella versione next-gen. Nba 2k21 per nuova generazione offrirà un altro game mode, “La mia Nba”. Una sorta di mash-up tra le modalità MyGm (in cui, sostanzialmente, si spingeva l’acceleratore sul lato più squisitamente manageriale) e la Mia Nba Online, potendo così sostanzialmente decidere e gestire a 360° non solo ogni aspetto della lega, arrivando persino ad aggiungere norme finanziarie, relative agli scambi o le partite della serie inferiore, ma anche quello più specificatamente gestionale relativo alle franchige. Il tutto in completa autonomia e con un’autentica valanga di possibilità di personalizzazione che rendono la novella modalità, praticamente “eterna”.
In linea di massima, le novità sostanziali terminano qui, rispetto ovviamente alla modalità per vecchia generazione. Ma, da quest’ultima, Nba 2k21 next-gen ha “ereditato” i classici problemi che la saga si porta innanzi da diverso tempo. In primis, le micro-transazioni che, seppur non necessarie teoricamente, risultano pesantemente influenzanti nella competizione online. Una situazione di oggettivo disequilibrio, aumentata concettualmente se si pensa che Nba 2k21 va di base acquistato e che si estende sostanzialmente in quasi tutte le modalità di gioco del titolo che presentano una versione “online”, ma specialmente nei “campetti” della Città dove non era raro, sin dai primissimi giorni, vedere gironzolare giocatori ben oltre il livello 90 (per arrivarci normalmente, servirebbero ore e ore di gioco). Non è solo una questione di “vittoria o sconfitta” ma anche di mera possibilità di “accesso” a determinate competizioni che, nei fatti, diverranno chiuse se non si sarà di livello adeguato o paragonabile a chi spende i soldi sin dal giorno 1.
Nba 2k21 per PlayStation 5, è un deciso passo in avanti rispetto alle edizioni next-gen. Ampliando lo sguardo all’intera (e scarna) libreria di giochi di nuova generazione all’alba delle nuove console, il titolo 2k e Visual Concepts è probabilmente quello più “avanti” in termini di mera meccanica ed estetica, seppur “micro-nei” ne inficino l’assoluta validità. Non solo estetica, ma anche un buon numero di nuovi contenuti che, seppur non rivoluzionino la complessiva offerta ludica (già mostruosa nelle versioni per precedente generazione), sono un’aggiunta sicuramente valida e che fa ben sperare per la versione del prossimo anno. I problemi delle passate edizioni, specialmente in relazione alle onnipresenti microtransazioni, ne minano la complessiva riuscita seppur il gioco resta, in modo assoluto, la miglior espressione cestistica nell’ambito videoludico.