Recensione Marvel’s Spider-Man: Miles Morales
di: Luca SaatiSe il buongiorno si vede dal mattino, allora possiamo essere più che fiduciosi sul catalogo di esclusive che caratterizzerà PS5. La console di nuova generazione di Sony si è presentata al lancio con ben tre titoli dei Playstation Studios, di cui uno è semplicemente il supereroe più popolare al mondo. Dopo aver fatto due anni fa la felicità dei fan di Spider-Man, Insomniac Games espande il suo Spider-Verse videoludico con il debutto di Marvel’s Spider-Man: Miles Morales. Un titolo che, una volta completato, possiamo definire più un’espansione standalone del gioco originale uscito su PS4 piuttosto che un suo sequel vero e proprio. Questa volta però si passa dai panni di Peter Parker a quelli del più giovane e spensierato Miles Morales.
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Be Yourself
Insomniac Games con Marvel’s Spider-Man ci ha fatto completamente saltare quella parte della vita di Peter Parker in cui, ancora ragazzino, impara a controllare i suoi poteri e gestire la sua doppia vita preferendo andare più avanti nel tempo con un protagonista più maturo e con alle sue spalle ben 8 anni di carriera nella lotta al crimine. Con Marvel’s Spider-Man: Miles Morales l’approccio è stato opposto: il protagonista infatti ha preso da poco i suoi poteri, sta ancora imparando a conviverci e soprattutto metterli a disposizione del prossimo con l’aiuto del suo mentore Peter Parker. Abbiamo quindi due Spider-Man: il ‘ragazzino’ alla ricerca della sua identità che agisce prima di pensare combinando qualche guaio in azione, e quello originale che mette una pezza agli errori del partner e cerca di insegnargli il ‘mestiere’. Ma la prova di maturità per Miles sta per arrivare visto che Peter deve partire con MJ per l’Europa affidando al giovane eroe la protezione della città con tanto di giuramento. Sulle prime Miles vive ancora all’ombra dell’altro Spider-Man utilizzando persino il medesimo costume, ma è quando inizia a trovare la sua identità (e il suo costume) che la trama si fa interessante allargando gli orizzonti del protagonista senza però mai allontanarsi da un’area molto personale e familiare.
Pur risultando piacevole e ben scritta, alla trama di Marvel’s Spider-Man: Miles Morales manca quella forza travolgente che ha caratterizzato la precedente avventura di Spider-Man a causa di un roster di antagonisti limitato che non hanno mai dato la sensazione di mettere davvero in difficoltà il nostro eroe. I colpi di scena poi sono molto telefonati, specie per chi ha un minimo di conoscenza dei fumetti. La sensazione è che Insomniac Games non abbia voluto osare più di tanto considerate anche le circa 10 ore per arrivare ai titoli di coda più eventuali ore extra per le missioni secondarie.
Spider-Man 1.5
Il poco coraggio di Insomniac Games si evince anche dal gameplay di questo Marvel’s Spider-Man: Miles Morales che riprende tutto ciò che abbiamo visto nel primo capitolo, persino il tutorial è praticamente identico. Non che sia un male, in fondo quello di Marvel’s Spider-Man: Miles Morales è un gameplay solido e divertente in ogni momento. A differenziare un minimo l’esperienza di gioco ci pensano i due poteri che il protagonista scopre durante l’avventura: il Venom e l’occultamento.
L’occultamento si rivela particolarmente utile nelle fasi stealth che però anche in questa occasione non brillano particolarmente, oppure per allontanarsi quel tanto che basta da una battaglia per riorganizzare la propria tattica.
Il potere Venom consente a Miles di caricare con l’elettricità i suoi colpi quando l’apposita barra è piena. Ecco quindi che con un’onda d’urto stordisce i nemici che lo circondano, o li fa sobbalzare in aria, o ancora un pugno caricato in grado di sfondare gli scudi. Gli attacchi Venom introducono quindi nuove combinazioni che se sfruttate come si deve riescono a dare al combat system un maggiore respiro allontanando quanto basta quell’effetto deja vu sempre dietro l’angolo.
I poteri Venom sono utilizzabili anche quando ci si limita a gironzolare per la città con le ragnatele dando al protagonista quella spinta extra in avanti o verso l’alto che consentono a queste fasi di raggiungere un nuovo livello di velocità e dinamismo. C’è da dire che oscillare con le ragnatele in quel di New York è sempre una delle migliori componenti dell’opera di Insomniac Games. Il team di sviluppo ha pensato giustamente di mostrare l’inesperienza e la spensieratezza di Miles con un set di animazioni nuovo di zecca che vedono il supereroe destreggiarsi in movimenti più insicuri e frenetici, a tratti sembra perdere l’equilibrio e in altri momenti si mette in una posa acrobatica manifestando un certo entusiasmo e divertimento in quello che fa.
Il resto dell’esperienza di gioco riprende quanto visto nel primo episodio con missioni secondarie in cui raccogliere dei collezionabili, ripulire un avamposto nemico, risolvere i crimini di strada e aiutare gli abitanti di Harlem. È presente anche un piccolissimo skill tree in cui potenziare le abilità del protagonista, una sezione in cui fare un upgrade dei gadget e un’altra dedicata ai costumi. Anche in questa occasione i ragazzi di Insomniac Games hanno fatto un bell’excursus sulla storia del supereroe riprendendo molti costumi direttamente dalle varie versioni cartacee, serie animate e film come il premio oscar Spider-Man: Un Nuovo Universo. Sbloccare un costume garantisce lo sblocco di un apposito potenziamento.
Neve a New York
Anche per la costruzione della città è stata ripresa quella vista nel precedente episodio, Insomniac Games si è maggiormente concentrata sul quartiere di Harlem ora più caratterizzato con colori accesi, murales e una vitalità tutta sua. Altro elemento di differenziazione è la neve caduta sulla città e i decori natalizi che aiutano ad allontanare quella naturale sensazione di già visto.
Grazie alla potenza di PS5 (il gioco è comunque disponibile anche su PS4), i ragazzi di Insomniac Games hanno potuto offrirci un assaggio delle potenzialità del nuovo hardware. Lo si nota innanzitutto dall’assenza di schermate di caricamento tra interno ed esterni e viceversa rendendo così l’esperienza sempre fluida e senza interruzioni. Troviamo poi due modalità grafiche: Fedeltà e Performance.
Quest’ultima rinuncia a qualche effetto visivo next-gen in favore di un framerate fisso a 60 fotogrammi al secondo donando al gameplay un dinamismo, una velocità e una reattività che fanno la differenza. Provate per un attimo a gironzolare tra i palazzi di New York oscillando con le ragnatele e non potrete fare più a meno dei 60 fps.
La modalità Fedeltà invece rinuncia alla meraviglia dei 60 fps limitandosi a soli 30 fotogrammi al secondo offrendo però una qualità visiva superiore. A fare la differenza è il Ray Tracing che permette al sistema d’illuminazione di raggiungere nuove vette di realismo e agli enormi vetri dei palazzi di New York di riflettere in modo realistico l’ambiente. Piccoli dettagli come le luci di un neon riflessi da una pozzanghera fanno davvero la differenza donando una nuova vitalità alla città. Ci sono poi altri dettagli come nuovi shader per la pelle, occhi e capelli dei personaggi che aiutano a migliorare l’espressività durante le cutscene.
Alla fine abbiamo comunque preferito la modalità Performance per la questione dei 60 fps, ma qualunque modalità voi scegliate state pur certi che vi troverete dinanzi a una buona introduzione di next-gen.
Il comparto audio sfrutta la nuova tecnologia 3D di PS5 e può vantare un ottimo doppiaggio in italiano e un buon campionamento sonoro. Insomniac Games ha introdotto anche il supporto del feedback aptico e dei grilletti adattativi del DualSense che però si limitano a svolgere il compitino senza stupire particolarmente. Ultima parentesi sul Photo Mode rinnovato che adesso consente di aggiungere fonti di luce alla scena o cambiare costume dopo lo scatto.
Commento finale
Come detto all’inizio di questa recensione, Marvel’s Spider-Man: Miles Morales è il classico more of the same che aggiorna quel poco che basta il gameplay adattandolo alle peculiarità del nuovo protagonista rivestendolo con un comparto tecnico che sa già di next-gen. Non che ci aspettassimo qualcosa di diverso da Miles Morales, ma forse si poteva fare qualcosa in più dal punto di vista narrativo per non farlo sfigurare nei confronti della bellissima ed emozionante avventura di Peter Parker che abbiamo vissuto due anni fa.