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Recensione Lil’ Guardsman

di: Simone Cantini

Si può ispirarsi e citare spudoratamente senza essere ridondanti e scontati? Beh, quanto detto non è certo un compito semplice, ma se approcciato con cognizione di causa ed una buona dose di idee, il risultato non può che essere soddisfacente. Ed è questo il caso di Lil’ Guardsman, titolo sviluppato da Hilltop Studios e che richiama con prepotenza Papers, Please, il capolavoro di Lucas Pope uscite nel lontano 2013. C’è comunque molto altro ad agitarsi sotto la superficie di questa coloratissima ed azzeccata avventura grafica, che non mancherà di colpire per originalità e brillantezza della propria scrittura tutti coloro che si siederanno dietro al cancello di ingresso di The Sprawl.

Documenti, prego

Che bello avere un padre premuroso e affatto dedito ai vizi come il buon Hamish, talmente ligio al proprio dovere genitoriale da affidare alla piccola Lil il compito di sostituirlo durante il proprio turno di lavoro. D’altra parte quando c’è da scommettere su di un incontro di Goblinball, è difficile rimanere impassibili, soprattutto se si è ricevuto un’imperdibile soffiata. Sicchè, dopo un affettuoso bacino ed una pacca sulla spalla, toccherà alla nostra dodicenne occuparsi di gestire il punto di frontiera di The Sprawl, la città stato in cui la ragazzina vive con il bizzarro papà. Un compito non certo semplice, che richiederà intuito ed acume, oltre ad una buona dose di osservazione, per capire chi merita di poter varcare le porte della città, senza causare danni alla popolazione. Fortunatamente, in soccorso di Lil giungeranno alcuni dispositivi in grado di semplificarle il compito, oltre ad una linea diretta con tre differenti funzionari, capaci di fornirle preziosi consigli. E poi c’è il Chronometer 3000, un misterioso dispositivo in grado di riavvolgere il tempo, così da correggere improvvide decisioni, ma anche di causare non pochi problemi al continuum temporale. Un’avventura coloratissima ed altamente interessante quella portata avanti da Lil’ Guardsman, che sotto la sua patina apparentemente scanzonata nasconde una sceneggiatura tutt’altro che banale, oltre che ricca di numerosi spunti di riflessione sociale.

Il titolo Hilltop Studios, difatti, non mancherà di presentare tematiche come il razzismo e la lotta di classe, proponendo il tutto al giocatore attraverso un cast di circa 100 spassosissimi personaggi, ognuno caratterizzato da un proprio background. Un florilegio di assurdi individui che, tra apparentemente innocenti piromani (capaci di esprimersi solo attraverso canzoni di stampo disneyano), giganteschi Ent decisi a far valere il proprio peso polito, oppure uomini in cerca di un cappello in grado di superare in bellezza quello oramai perduto (Signor Cappello Fantastico è imperdibile), non mancherà di tenere desta l’attenzione del player. Il tutto lungo 7-8 ore di gioco, tra l’altro altamente rigiocabili in virtù di scelte multiple in grado di variare lo scorrere degli eventi, oltre che di portare a vari finali differenti. E comunque vada a finire, sugli scudi troveremo sempre l’eccellente lavoro di scrittura a corroborare il tutto.

Ispettrice di frontiera

Come detto in apertura di recensione, il core gameplay di Lil’ Guardian strizza l’occhio in modo marcato a Papers, Please, con la nostra eroina che, durante il suo turno al cancello della città, dovrà interrogare a dovere tutti coloro che le si presenteranno davanti. Per farlo avrà a disposizione 3 punti azioni, da spendere per fare domande, telefonare ad uno dei tre funzionari, oppure per utilizzare uno degli strumenti a sua disposizione (frusta, metal detector, spray della verità, macchina a raggi X e anello decodificatore). Questi ultimi non potranno essere usati senza ritegno, dato che ogni impiego andrà a consumarne una carica, così da evitare lo spamming selvaggio. Una volta raccolti i vari indizi, sarà nostro dovere utilizzarli per comprendere la natura del personaggio in questione, così da lasciarlo passare, respingerlo oppure spedirlo in prigione. Un compito assai più complesso di quanto si possa pensare, soprattutto se si ambisce ad ottenere le quattro stelle, ovvero il massimo punteggio possibile.

Terminato il turno e riscossa la paga, proporzionale alla valutazione complessiva ottenuta, potremo gironzolare per i vari luoghi di The Sprawl, disponibili a seconda dell’avanzare del plot, che ci permetteranno di prendere parte a piccole digressioni ludco/narrative, non sempre efficaci come le fasi di gameplay principali, ma comunque in grado di mettere in scena ulteriormente la qualità della scrittura. Oltre a tratteggiare in modo ancora più efficace il mondo di Lil’ Guardsman. Naturalmente, come detto poco sopra, assai importante sarà anche il Chronometer 3000, la clessidra in grado di riavvolgere il tempo che, al termine di ogni capitolo o ad ogni esame di personaggio, ci permetterà di tornare sui nostri passi e modificare la nostra decisione, a patto di non averne esauriti gli utilizzi. Il risultato è un loop ludico privo di particolari scossoni, dato che non sono pochissime le variabili che ne andranno ad ampliare la portate man mano che andremo avanti, ma il risultato è comunque molto divertente. Si evidenzia, inoltre, anche un non perfetto bilanciamento dell’utilità dei vari strumenti in nostro possesso, con alcuni che tenderanno ad essere impiegati più di altri, data la loro efficacia ad ampio spettro.

Che voce!

Fiore all’occhiello di Lil’ Guardsman, comunque, è senza dubbio il comparto artistico della produzione, davvero eccellente sotto tutti i punti di vista. A partire dal comparto grafico, coloratissimo e caratterizzato da un character design spassoso al punto giusto. L’estetica generale, inoltre, non manca di presentare un grandissimo numero di citazioni, più o meno esplicite, capaci di abbracciare tanto il mondo della musica (il poster dei Dragones/Ramones in camera di Lil) quanto quello del gaming, non lesinando di omaggiare direttamente sia Papers, Please che Moneky Island, le due maggiori fonti di ispirazione del titolo Hilltop. A stupire senza riserva alcuna, però, è il sorprendente comparto sonoro del gioco, che ha nel doppiaggio di ogni linea di dialogo un vero e proprio must. Ciascun personaggio di gioco, difatti, gode di una caratterizzazione audio e di un voice over semplicemente superlativo, superiore a tantissime produzioni in grado di poter beneficiare di budget ben più sostanziosi. Il difetto, almeno per noi italiani, è quello di proporre il tutto (anche a livello testuale) in lingue differenti dalla nostra, situazione che potrebbe tagliere fuori chi non mastica a dovere l’inglese, data l’ingente mole di testo che il gioco presenta.

Lil’ Guardsman è un’avventura grafica coloratissima e divertente, che strizza l’occhio a Papers, Please ma riesce a ritagliarsi una propria identità grazie a una scrittura originale e brillante, un cast di personaggi assurdi e memorabili e un comparto artistico eccellente. Il gameplay è semplice ma efficace, e permette al giocatore di immergersi completamente nella storia e di prendere decisioni che avranno un impatto sul mondo di gioco. L’unico neo è la mancanza di una traduzione in italiano, che potrebbe limitare l’appeal del gioco a un pubblico più ristretto. Tuttavia, Lil’ Guardsman è un’esperienza che vale la pena provare, soprattutto per gli appassionati di avventure grafiche e di storie originali.