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Recensione LawBreakers

di: Luca Saati

Ogni generazione ha il suo genere videoludico, quella di PS3 e Xbox 360 era ad esempio la generazione degli FPS, quella attuale invece vede come assoluti protagonisti gli open world. Eppure il genere degli FPS non ha mai smesso di esistere e, dopo un piccolo periodo di crisi all’inizio della generazione, si è evoluto abbracciando elementi tipici dei MOBA e quelli dei vecchi arena shooter dando vita a quelli che oggi vengono comunemente chiamata hero shooter. Overwatch ne è il massimo esponente e il suo successo è stato così grande da aver oscurato i suoi competitor con il solo Paladins a riuscire in qualche modo a sopravvivere grazie alla sua natura free-to-play. Competere con il videogioco Blizzard è praticamente impossibile, eppure a Cliff Bleszinski, il creatore di Unreal e di Gears of War, devono piacere le missioni impossibili. Abbandonata Epic Games, Cliffy B si è messo in proprio, ha fondato Boss Key Productions e ha deciso, forte della sua esperienza, di voler entrare in questo affollato mercato con LawBreakers.

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Sceriffi e fuorilegge

Dimenticatevi in LawBreakers di una campagna singleplayer che vi introduca al contesto, il gioco di Cliffy B è un’esperienza completamente votata al multiplayer competitivo. Vi basti semplicemente sapere che nel 2010 la terra è stata colpita da un evento sismico chiamato Shattering che ha scombussolato le forze gravitazionali del pianeta portando determinate zone ad avere una gravità più leggera. Lo Shattering ha distrutto la civiltà, l’unica sopravvissuta è l’America dove da una parte abbiamo dei fuorilegge chiamati Breakers e dall’altra i paladini della giustizia chiamati Law.

Avviato il gioco si possono immediatamente notare nell’area dedicata ai personaggi le caratteristiche tipiche da hero shooter con nove classi di personaggi speculari per le due fazioni: Vanguard è armato di una minigun che si fa più precisa mano a mano che si spara e un gruppo di cinque granate da utilizzare in combinazione; l’Enforcer è il classico assaltatore armato di un fucile d’assalto, una granata elettrica per disabilitare per poco tempo le abilità dei nemici e un potente lancia missili montato sulla spalla; Titan è il berserker in grado di sfondare le linee nemiche grazie ai suoi fulmini come solo i grandi Sith possono fare; l’Assassin è letale a distanza ravvicinata grazie alle sue due lame e uno shotgun, con in più un rampino per spostarsi velocemente nello scenario o agganciarsi ai nemici; Gunslinger può utilizzare due pistole contemporaneamente, di cui una semi-automatica e l’altra di precisione, in più può lanciare un coltello in grado di rilevare i nemici nella zona circostante; Juggernaut è il tank del gruppo, un robottone che con la sua corazza può assorbire un gran quantitativo di danni armato di fucile a pompa con tanto di baionetta; Battle Medic come suggerisce il nome è un personaggio di supporto capace di curare i propri compagni senza però non disdegnare una notevole potenza di fuoco grazie a un lanciagranate; Wraith è una via di mezzo tra il pistolero e l’assassina grazie alla sua pistola mitragliatrice in una mano e un coltello nell’altra; Harrier fa delle sue armi al laser il suo potenziale offensivo con in più abilità di supporto come una stazione medica capace di curare gli alleati. Come per qualsiasi hero shooter, i nove eroi offrono soluzioni di gioco differenti con diverse armi principali e secondarie, e abilità. Quest’ultime si dividono in tre parti: con il tasto L1 c’è quella legata al movimento che a seconda del personaggio consente di correre più veloce, utilizzare un jetpack per volare o un teletrasporto; al tasto R1 è invece demandata l’abilità principale come uno scudo per Juggernaut, i droidi medici per il Battle Medic, la granata elettrica per l’Enforcer, e così via; infine con il triangolo troviamo la classica abilità Super che richiede diversi secondi per poter essere attivata.

Rispetto a Overwatch, dove la conoscenza dei personaggi risulta più determinante per ottenere risultati migliori, in LawBreakers ciò che conta maggiormente è la propria abilità pad alla mano, la bravura quindi di mirare e sfruttare al meglio le peculiarità delle otto mappe incluse al lancio. Quest’ultime mescolano elementi tipici degli arena shooter ad altri che riprendono quanto visto in giochi come Titanfall: da una parte quindi abbiamo labirintici corridoi che includono al loro interno stazioni mediche e medikit sparsi in giro, e piattaforme in grado di farci saltare su zone sopraelevate; dall’altra abbiamo una zona centrale più aperta e ad ampio respiro caratterizzata dalla gravità zero dando quindi la possibilità ai giocatori di muoversi a 360 gradi permettendogli così di colpire gli avversari da qualsiasi direzione. Dal punto di vista del level design i ragazzi di Boss Key Productions hanno svolto davvero un ottimo lavoro esaltando al meglio le caratteristiche del gioco e delle sue cinque modalità.

Le modalità non presentano nulla di davvero innovativo nel genere presentandosi come delle varianti dei classici Re della Collina e Cattura la Bandiera, tuttavia risultano sempre divertenti e fresche proprio grazie alle mappe che mantengono sempre il ritmo di gioco su livelli alti: ad esempio nelle zone centrali a gravità zero di solito si concentra tutta l’attenzione con scontri a fuoco frenetici in quanto è proprio qui che si trova l’oggetto da raccogliere o la zona da controllare per poter vincere la partita. Terminato il match si ottiene una valutazione in base alla propria prestazione e punti esperienza che permettono di salire di livello. Ad ogni level up si ottiene una loot box in cui troviamo nuovi elementi estetici per il proprio personaggio.

Insomma in LawBreakers funziona tutto, il gioco risulta sempre divertente e abbastanza bilanciato, tuttavia abbiamo ancora qualche dubbio. Il primo è legato principalmente al numero di giocatori che sembra essere abbastanza basso e in futuro il titolo di Cliffy B probabilmente faticherà ancora di più considerando l’arrivo di Destiny 2, Star Wars: Battlefront II e Call of Duty: WWII che catalizzeranno gran parte dell’attenzione dei giocatori. L’altro è invece legato alla mancanza della modalità Classificata, al momento è infatti presente solo il Quick Match che, come Overwatch insegna, non consente al gioco di reggere a lungo. Infine altra perplessità riguarda la mancanza di un limite degli stessi personaggi nella stessa squadra: in una stessa partita infatti tutti i giocatori volendo possono scegliere lo stesso personaggio creando così squilibri. Boss Key comunque è al lavoro per introdurre novità nei prossimi mesi come la modalità Classificata, e nuovi contenuti come mappe, modalità aggiuntive e una nuova classe. Insomma nonostante delle vendite non così esaltanti, Cliffy B e i suoi vogliono supportare a lungo il gioco com’è giusto che sia.

Zero Gravity America

LawBreakers sfrutta l’Unreal Engine 4 riuscendo a proporre un comparto tecnico solido che punta prima di tutto a offrire i 60 fotogrammi al secondo granitici. Buono il sistema d’illuminazione, la texturizzazione, la conta poligonale, gli effetti particellari e la pulizia visiva.  Non ci ha fatto impazzire il design dei personaggi abbastanza anonimo, mentre un po’ meglio va con la direzione artistica delle varie mappe che mescolano elementi futuristici a località urbane, resort e così via. Il netcode si è sempre comportato bene con partite sempre stabili e senza la minima presenza di lag, mentre il matchmaking va un attimo rivisto essendo talvolta lento, forse a causa proprio della presenza di pochi giocatori nei server.

Commento finale

LawBreakers è un ottimo esponente del genere degli hero shooter rappresentando una valida alternativa a Overwatch. A noi non ci resta che incrociare le dita e sperare che il gioco riesca a riscattarsi nei prossimi mesi attirando nuovi giocatori grazie al supporto di Boss Key Productions. Precisiamolo: non ci troviamo dinanzi a nulla di innovativo, tuttavia il lavoro svolto dal team di Cliffy B è solido e convincente grazie all’introduzione di alcuni elementi come la gravità zero in grado di differenziare il gioco da altri competitor e renderlo così meritevole d’attenzione.