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Recensione Killing Floor 2

di: Luca Saati

Il mondo delle mod ha un potenziale straordinario. Da semplici mod possono nascere grandi giochi, basti pensare a Portal nato come mod di Half-Life 2 tanto per citare un esempio. Killing Floor è nato nel 2005 come mod di Unreal Tournament 2004, si è creato la sua fetta di aficionados e nel 2009 ha visto su PC il debutto del gioco standalone a cura di Tripwire Interactive. Il gioco è rimasto esclusivo su PC, tuttavia con il secondo episodio gli sviluppatori hanno deciso di allargare la propria fetta di pubblico lanciando il titolo su PS4 in formato digitale e retail grazie alla distribuzione di Deep Silver (Koch Media in Italia). Killing Floor 2 è disponibile da oggi, noi ci abbiamo passato diverse ore nei giorni che hanno preceduto il lancio e questo è il nostro giudizio finale.

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“Escono dalle fot***e pareti!”

Nella timeline della serie, Killing Floor 2 è ambientato un mese dopo le vicende del primo capitolo e ci porta in Europa dove l’epidemia causata dall’ esperimento fallito dell’Horzine Biotech si è espanso ed è fuori controllo. Tocca quindi ai civili combattere l’epidemia e lottare per la sopravvivenza. Si tratta in sostanza solo di un pretesto per dare un senso al contesto del gioco visto che Killing Floor 2 non ha una vera e propria campagna ma offre solo due modalità giocabili in multiplayer di cui una affrontabile anche in solitaria chiamate Survival e Survival VS.

Prima di passare alla descrizione delle modalità è giusto parlare un attimo del gameplay per chi non conoscesse la serie. Killing Floor 2 è un FPS arcade in cui il giocatore deve affrontare orde di zombie utilizzando armi da fuoco e da mischia. Le armi da fuoco vedono la presenza di equipaggiamenti piuttosto tradizionali come fucili d’assalto, mitra, fucili a pompa e pistole, accompagnate da armi più esotiche come un lanciafiamme e un lanciagranate. Le armi da fuoco in alcuni casi offrono anche un attacco secondario attivabile con il grilletto sinistro e un’abilità aggiuntiva attivabile mediante il dorsale destro, ad esempio le armi del medico possono curare i compagni. Non mancano poi granate di vario tipo, tra cui troviamo anche quelle congelanti e quelle mediche. Le armi da mischia invece vedono coltelli, machete, pale e katane. Se il combattimento con le armi tradizionali è classico per un FPS, con quelle da mischia le cose si fanno interessanti visto che possiamo fare attacchi leggeri (R2) e attacchi pesanti (L2) con in più la possibilità di metterci in guardia (R1) per subire meno danni o con il giusto tempismo stordire il nemico per qualche secondo. C’è da dire che Killing Floor 2 fa della varietà il suo cavallo di battaglia, e non ci riferiamo solo alle armi, ma anche ai nemici. Gli Zed infatti non sono composti solo da classici zombi ma anche da mostruosità più temibili come creature armate di motosega, bestioni con due mazze chiodate alle mani, altri dotati di una specie di fucile al plasma, e ancora ciccioni capaci di vomitare sostanze tossiche e mostri invisibili. Sicuramente ne abbiamo mancato qualcuno all’appello, ma è encomiabile il lavoro di Tripwire di variegare quanto più possibile gli scontri se consideriamo anche la presenza di boss. In combattimento inoltre si può sfruttare un sistema di smembramento che permette di recidere arti ai nemici così da renderli meno pericolosi, non siamo dinanzi alla precisione di un Dead Space ma il risultato non è assolutamente malvagio merito di un gore estremamente esagerato. Considerando che quelli che ci troviamo faccia a faccia sono zombi, discreta anche l’intelligenza artificiale che, un po’ come visto in titoli come The Division, punta sempre al nemico che sta facendo più danni in quel momento. Ci sono anche 10 classi di personaggi che includono berserker per gli scontri ravvicinati, medico per curare i compagni, il demolitore esperto nelle esplosioni, il supporto capace di fornire munizioni, il commando che può rilevare i nemici nascosti, il piromane esperto con il fuoco, il pistolero, il cecchino, l’agente SWAT e infine il survivalista che improvvisa un po’ sul campo di battaglia. Ogni classe ha il proprio livello con tanto di abilità da sbloccare ogni cinque livelli che ne determinano la specializzazione. Ovviamente ogni team deve essere ben amalgamato per poter uscire vincitori dallo scontro, non serve a nulla avere una squadra di soli berserker.

Survival è la modalità PvE giocabile in cooperativa per un massimo di sei giocatori o in singleplayer. Chiaro come il singleplayer rappresenti solo un contentino che finirà per stancarvi dopo pochissimo, il vero cuore del gioco è infatti il gioco in multiplayer. Survival è a tutti gli effetti la classica modalità orda in cui affrontare ondate sempre più crescenti e forti di nemici. Tra un’ondata e l’altra potete recarvi al negozio posto sulla mappa per poter acquistare minuzioni e equipaggiamento più potente mediante i soldi ottenuti uccidendo i nemici o vendendo le armi in eccesso. Da segnalare che ogni arma ha un suo peso e che il vostro personaggio ha un limite di peso trasportabile, questo significa che non vi sarà possibile trasportare tutte le armi ma dovete per forza di cosa puntare su quelle che ritenete necessarie per la sopravvivenza. Se siete troppo pigri per pensare a come spendere i soldi presso i commercianti vi è anche possibile fare l’upgrade automatico tenendo premuto il tasto cerchio e il gioco acquista gli oggetti più utili alla vostra classe. Potete dedicarvi a partite brevi (massimo 4 ondate), medie (7 ondate) e lunghe (10 ondate) con in più il boss di turno a chiudere la partita. I livelli di difficoltà sono 4 (Normale, Difficile, Suicidio, Inferno in terra), la sfida è buona e già a Normale siamo andati in difficoltà alcune volte per il poco affiatamento del team. Survival VS invece è la modalità PvP e vede una squadra composta dagli umani difendersi dalle orde di Zed che possono vantare tra le propria fila anche i giocatori. Nei panni dei mostri il gameplay cambia visto che ogni creatura ha il proprio stile di gioco. Se la modalità PvE funziona e svolge bene il suo ruolo divertendo il giocatore, il PvP invece non ci ha catturato allo stesso modo a causa di un gameplay nei panni degli zed un po’ raffazzonato.

Piccola parentesi sulla personalizzazione estetica che è ridotta al minimo essenziale con una serie di skin predefinite a cui aggiungere accessori o cambiare il colore dei capelli e degli abiti. Troviamo anche skin delle armi ottenibili dopo una partita oppure tramite una sorta di sistema di crafting che richiede di smantellare gli appositi materiali. Sono presenti anche le microtransazioni con cui acquistare nuove oggetti personalizzabili.

Splatter all’ennesima potenza

Killing Floor 2 punta principalmente a una fluidità di 60 fps molto stabile e su una spiccata violenza che si adatta molto bene al contesto. Buono il level design delle 12 mappe così come il character design dei mostri anche se si poteva fare qualcosa in più sulla conta poligonale e sugli effetti particellari. In generale comunque il comparto grafico fa un lavoro discreto e funzionale senza eccellere in nulla oltre al già citato gore e splatter. Buona invece la colonna sonora composta da diversi brani rock che accompagnano durante le partite.

Commento finale

Non fate l’errore di comprare il titolo di Tripwire Interactive per la modalità Survival in singleplayer visto che il tutto si esaurirebbe dopo pochissime partite. Killing Floor 2 è infatti un titolo principalmente multiplayer che offre un gameplay solido capace di regalare piacevoli ore di divertimento se giocato con la giusta compagnia. Peccato solo per le sole due modalità disponibili, da un titolo il cui focus è l’esperienza online ci si aspetterebbe sicuramente di più da questo punto di vista.