Recensione Killer Instinct
Internet praticamente non esisteva, tutte le informazioni sui videogiochi derivavano dalle riviste specializzate. Erano gli anni in cui Nintendo rilasciava Donkey Kong Country per Super Nes ma tutti i sognatori guardavano già alla successiva console domestica dal nome in codice ULTRA 64. Era la metà degli anni '90 quando, entrando in sala giochi, mi prese quasi un colpo: nello schermo di un nuovo cabinato comparivano in sequenza le scritte Midway, Nintendo, Rare e ULTRA 64. Era Killer Instinct che, con tutta la sua potenza tecnica, ci portava in una nuova era. Oggi ritorna, cercando di stupirci ancora una volta.
di: Giovanni MancaInternet praticamente non esisteva, tutte le informazioni sui videogiochi derivavano dalle riviste specializzate. Erano gli anni in cui Nintendo rilasciava Donkey Kong Country per Super Nes ma tutti i sognatori guardavano già alla successiva console domestica dal nome in codice ULTRA 64. Era la metà degli anni ’90 quando, entrando in sala giochi, mi prese quasi un colpo: nello schermo di un nuovo cabinato comparivano in sequenza le scritte Midway, Nintendo, Rare e ULTRA 64. Era Killer Instinct che, con tutta la sua potenza tecnica, ci portava in una nuova era. Oggi ritorna, cercando di stupirci ancora una volta.
Free fighting domination
Erano gli anni in cui i fighting game dominavano incontrastati la scena, tanto che, nel giro di pochissimo tempo, tutte le software housepiù importanti rilasciarono una vagonata di titoli: sulla scia dell’enorme successo di Street Fighter e Mortal Kombat, nacqueroTekken, King of Fighters, Toshinden e, tra le decine di altri, Killer Instinct. Nintendo non poteva essere tagliata fuori dal trend, così affidò il gioco al suo miglior team di sviluppo, gli inglesi di Rare.
Microsoft ha sorpreso un po’ tutti quando annunciò, a giugno, di aver acquisito un’importante esclusiva per l’Xbox One: il reboot di Killer Instinct, affidato a dei neofiti nel genere, i californiani di Double Helix (Silent Hill Homecoming e Front Mission Evolved tra gli altri) ma sotto la supervisione di Ken Lobb, game designer del gioco originale. Molto particolare la decisione di fare di questa forte esclusiva un free to play, ovvero un gioco che è possibile scaricare e giocare gratuitamente sia in locale che online ma in formato “ridotto”: solo acquistando determinati pacchetti è possibile godere di tutte le feature del gioco. Quello gratuito è il “Primo Round”, che da accesso a tutte le modalità di gioco e ad un solo personaggio che cambia a rotazione temporale. Per poter utilizzare tutti i personaggi è necessario acquistare al prezzo di circa 20 € il “Combo Breaker” mentre il pacchetto completo “Ultra Edition” costa 20€ in più: tutti i personaggi, i costumi, gli accessori e le armi della prima stagione di Killer Instinct ed una chicca per gli appassionati, la versione arcade originale del gioco. Quasi tutti i contenuti che abbiamo citato possono essere acquistati singolarmente.
I segreti del Dojo
Fin dalla presentazione in occasione dell’E3 2013, Microsoft si è sempre preoccupata di precisare come Killer Instinct fosse un gioco destinato ad evolversi e ad arricchirsi con il passare dei mesi. Al momento in cui scriviamo l’offerta al giocatore è molto limitata, soprattutto se si fa un confronto con i maggiori esponenti del genere, e il riferimento è sia alle modalità di gioco che ai personaggi disponibili. E’ assente la classica modalità “arcade” o qualsiasi altra che ci racconti la storia della Ultratech e dei protagonisti o che si avvicini alla scalata alle torri, come si è sperimentato con successo in alcuni episodi di Mortal Kombat o Soul Calibur, per fare degli esempi. Microsoft ha promesso che la modalità arcade sarà disponibile al download gratuito in tempi brevi, dunque non ci resta che avere fiducia e attendere. Per ora, possiamo scegliere se disputare un incontro singolo, contro un amico o la CPU, o intraprendere la modalità sopravvivenza, sostanzialmente una sequenza di incontri di difficoltà crescente contro la CPU. Davvero eccellente il Dojo, una completa modalità di allenamento suddiviso in sedici lezioni base e sedici avanzate che prendono per mano il giocatore dalle mosse elementari fino alle combo più complesse. Raramente abbiamo provato una modalità di studio talmente strutturata e completa, in grado di spiegare con semplicità il frame trap, l’importanza di conoscere i dati dei frame e come usarli a proprio vantaggio, analizzare le aree bersaglio e saper riconoscere i lockout e bluff. Purtroppo e possibile intraprendere tali lezioni solo utilizzando Jago, di conseguenza tutti gli altri personaggi vanno studiati nella modalità allenamento libero, sperimentando le varie mosse in base ai consueti elenchi e, ovviamente, non è certo la stessa cosa. Anche in questo caso potremmo aspettarci un update ad hoc.
Anche le opzioni per la modalità online non brillano certo per varietà e completezza dal momento che è possibile disputare un singolomatch. Il giocatore non può filtrare la regione, non può visualizzare la qualità della connessione né prima né durante il match, non può guardare un match tra due utenti dal momento che non esiste una modalità TV o spettatore.
Pochi ma buoni?
Abbiamo accennato in precedenza come Killer Instinct sia limitato da un punto di vista di contenuti, certamente nelle modalità di gioco ma soprattutto nel numero dei personaggi disponibili. Al momento in cui scriviamo sono sette, uno solo inedito, e un ottavo, Fulgore, che dovrebbe essere rilasciato in tempi brevi: meno di quanti ne contava l’edizione originale. Gli appassionati del genere sono abituati a dei roster che ormai contano decine di personaggi diversi e i sette di questo Killer Instinct sono davvero troppo pochi per accontentare anche i meno esigenti. Ne risentono in negativo tutte le modalità di gioco, in modo molto evidente la modalitàSopravvivenza in cui la rotazione di un numero così esiguo di combattenti annoia molto presto il giocatore.
Abbiamo già sottolineato come manchi una modalità “storia”, però è doveroso raccontare in linea generale il plot che sta dietro le vicende dei protagonisti. La Ultratech, mega corporation che specula sulla ricerca scientifica di armi evolute, si impossessa delle tecnologie trovate in una nave aliena caduta sulla Terra. Cosa c’è di meglio di un torneo di arti marziali per fare esperimenti? Jago è stato allevato in Tibet dai Monaci della Tigre dopo essere stato abbandonato, è posseduto dallo Spirito della Tigre dagli enormi poteri, il suo compito è scoprire le trame della Ultratech. E’ un personaggio classico della tradizione dei fighting game e si può accostare per stile a Ryu e Ken di Street Fighter: equilibrato e completo sia in difesa che in attacco, i suoi attacchi principali sono fireball, uppercut, air kick. Anche per il fatto che si tratta dell’unico personaggio utilizzabile nel Dojo, è quello che si incontra nella maggior parte degli incontri online. Orchid è un’agente speciale, separata dalla nascita dal fratello Jago: molto veloce, letali le tecniche kick, la sua modalità di istinto è il Cat Fire. Glacius è l’alieno la cui nave è stata depredata dalla Ultratech, è piuttosto lento mai i suoi attacchi di ghiaccio sono molto pericolosi e la sua Ice Armors non è da meno. Sabrewulf è un licantropo a cui Ultratech promise la cura della sua malattia nel caso avesse vinto il torneo: agile e veloce, non ha attacchi kick e The Claw è la sua modalità istinto. Thunder è un nativo americano armato di due tomahawk: piuttosto lento a causa della sua mole i suoi sono tra gli attacchi più potenti di tutto il roster, il suo Instinct Mode è lo Spiritual Dash. Sadira è l’unico nuovo personaggio introdotto da Killer Instinct 2013 e primo DLC, una spietata killer a capo di Red Eyes of Rylai: predilige gli attacchi kick ma può sorprendere con le lame collocate sulle sue braccia, la Web Traps è il suoInstinct Mode. Spinal si è aggiunto al roster a fine gennaio, è uno scheletro pirata che basa le sue tecniche su attacchi di spada ma non disdegna attacchi in kick, il suo Instinct Mode è il Searing Skulls.
Abbiamo già detto come sette personaggi siano davvero pochi e non vogliamo ripeterci ma ad onor del vero dobbiamo dire che la varietà proposta è piuttosto buona e non si ha mai la sensazione di giocare con una sorta di clone di un altro personaggio del gioco. Ognuno ha le sue peculiarità che lo contraddistinguono dal resto del gruppo e anche il bilanciamento pare molto equilibrato, soprattutto se si riescono a padroneggiare le combo più complesse e le relative difese. Se invece si affronta il gioco affidandosi un po’ al caso e all’istinto, usare personaggi più pesanti o comunque atipici, come possono essere Glacius o Sabrewulf, si fa veramente difficile e portare a casa una vittoria è quasi un’utopia.
Combo per tutti
All’epoca lo stile di combattimento proposto da Killer Instinct poteva non piacere a tutti ma era innegabile come fosse capace di attrarre qualsiasi tipo di giocatore, dal casualone al professionista. Anche oggi questo carattere è enfatizzato dalla produzione Double Helix che propone un gameplay estremamente divertente che non snatura l’originale ma lo evolve. Killer Instinct si contraddistingue per combo lunghissime e devastanti, apparentemente semplici da eseguire ma estremamente complesse se si raggiunge un grado di conoscenza completa di ciò che è possibile fare. Il titolo infatti è estremamente accessibile dal momento che anche una tecnica dibutton mashing o spamming può portare all’esecuzione di combo lunghe decisamente casuali e altrettanto letali: il combattimento tra due giocatori che fanno ricorso a tecniche di questo tipo è estremamente spettacolare e per loro molto divertente. Killer Instinct, però, rende giustizia alle capacità del giocatore più bravo, che ha studiato le tecniche di attacco ma soprattutto quelle di difesa: il riferimento è ad esempio alla famosa Combo Breaker, una tecnica che spezza la combo di attacco dell’avversario e che può essere padroneggiata con sicurezza solo da un esperto. Più semplici lo Shadow Counter, un attacco speciale graficamente simile ai focus attacke l’Instinct Mode, le cui caratteristiche cambiano in relazione al personaggio e tra cui possiamo citare una maggiore velocità, rigenerazione di energia, prolungamenti delle reazioni da parata. Entrambe si possono eseguire quando i rispettivi indicatori sono pieni.
Abbiamo citato le combo, quelle di Killer Instinct sono tra le più lunghe e spettacolari mai viste in un fighting game. La combo è strutturata in una determinata sequenza: Opener (di solito un colpo speciale), Auto (qualsiasi attacco), Linker (un attacco speciale che prolunga la combo stessa), Auto e Ender (mossa finale speciale che può anche prolungare una combo). Non è sicuramente semplice eseguire combo che possono arrivare anche a 100hits, richiedono davvero molto allenamento ma Killer Instinct è molto permissivo a livello di timing e distanze. La Ultra Combo si esegue invece con una mossa Opener e il comando Ultra solo quando l’energia vitale dell’avversario e al 15% ed è presente la scritta “pericolo”.
La forza di HEX
Double Helix Games è alla prima esperienza con un fighting game ma certamente i suoi sviluppatori ne hanno moltissima nel settore, dal momento che la maggior parte di loro ha lavorato in passato con Foundation 9 Studios, The Collective e Shiny Entertainment. Per le produzioni di nuova generazione (stanno lavorando al reboot di Strider) utilizzano il motore grafico HEXengine di cui sono proprietari, compreso ovviamente Killer Instinct versione Xbox One. Il risultato sullo schermo è di alto livello, l’azione è veloce e fluida, le texture dei personaggi sono molto particolareggiate e definite, gli effetti speciali sono assolutamente spettacolari; sarebbe stato opportuno ottimizzare i filtri anti-aliasing dal momento che, soprattutto nelle zoomate o in fase di presentazione pre-match, si notano delle fastidiose imprecisioni. Non ci hanno entusiasmato i fondali, molto dettagliati e con effetti speciali di rilievo ma simili tra loro, caratterizzati da un palette cromatica dai toni molto cupi e poco vari e da un’assenza di interattività con i personaggi; va sottolineato come questi però siano perfettamente contestualizzati e molti degli effetti speciali che si scorgono sullo sfondo sono relazionati all’esecuzione di determinate mosse. Il comparto sonoro è stato curato dal veteranissimo Mick Gordon, già impegnato nel nuovo progetto Wolfenstein: The New Order; alcune tracce sono remix della soundtrack originale mentre altre sono inedite: il risultato non fa rimpiangere i fasti del passato e il grado di coinvolgimento, grazie anche a degli effetti sonori all’altezza, è ottimo.
Ultratech ci aspetta
In occasione di altre recensioni di titoli dedicati alle nuove console, ci siamo trovati davanti ad una simile situazione: Killer Instinct è l’unico esponente dei fighting game per la nuova console Microsoft, dunque è abbastanza facile dire ad un appassionato che non ha alternative se vuole giocare al suo genere preferito. La scelta su Killer Instinct però non può essere dettata solo da quest’aspetto, anzi, se fosse un brutto gioco consiglieremmo di starne alla larga e di aspettare speranzosi altri titoli. Il gioco targato Double Helix invece è tutt’altro che un brutto gioco, è un titolo molto curato, capace di sorprendere e divertire sia i giocatori che si affacciano per la prima volta ad un gioco di questo tipo sia i giocatori hardcore. E’ vero che l’offerta videoludica dal punto di vista quantitativo è decisamente limitata, ma il promesso inserimento della modalità Arcade e l’arrivo di nuovi personaggi (comunque pochi) potrebbe riempire un po’ di vuoto.