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Recensione Hogwarts nelle nostre mani con LEGO: Harry Potter: Anni 5-7

Similmente a quanto già visto con Rayman Origins, prima pubblicato su console casalinghe e dopo solo qualche mese su PS VITA, giunge sul mercato anche la versione portatile di LEGO: Harry Potter: Anni 5-7

di: Chris "matetrial" Calviello

Similmente a quanto già visto con Rayman Origins, prima pubblicato su console casalinghe e dopo solo qualche mese su PS VITA, giunge ora sul mercato la versione portatile di LEGO: Harry Potter: Anni 5-7 e il discorso non può che essere lo stesso. Il titolo altro non è che un porting delle versioni Playstation 3 e Xbox360, dalle quali eredita tutte le caratteristiche principali e gran parte dei contenuti, attingendo inoltre un paio di chicche pensate appositamente per PS VITA. Ritroveremo dunque la storia degli ultimi tre anni di Harry a Hogwarts – ossia quella che è stata scritta/mostrata ne L’Ordine della Fenice, Il Principe Mezzosangue e I Doni della Morte (Parte 1 & 2) – e il particolare stile della serie dove la narrazione avanza attraverso parodie mute che spesso e volentieri si trasformano in divertenti gag data la buffa recitazione degli omini LEGO, comunque in grado di esprimersi e farsi intendere senza avere la possibilità di parlare. Uno stile semplice ed essenziale che seleziona le principali tappe del viaggio e ne ricrea per ciascuno un livello in mattoncini. A differenza delle più corpose versioni per home console, le fermate del nostro viaggio all’interno di Hogwarts vengono qui ridotte per mantenere esclusivamente quei passi imprescindibili ai fini della narrazione. Per esempio, ne “L’Ordine Della Fenice” non perderemo tempo nei pressi di Grimmauld Place, sede del quartier generale, ma passeremo direttamente ad Hogwarts alla primissima lezione con la Umbridge, saltando quindi anche il classico banchetto di benvenuto. La narrazione assume quindi un ritmo più rapido, più adeguato ad un titolo portatile, ed è giusto così data la natura della serie che nella narrazione non cerca tanto un punto di forza, bensì un mezzo per offrire livelli tanto vari quanto ricchi di oggetti collezionabili.

Sul fronte gameplay, invece, la formula rimane intatta e vede anche l’aggiunta dei duelli, una semplice novità che tra l’altro vedrà la possibilità di sfruttare lo schermo touch o il posteriore tattile, altrimenti utilizzabili solo per scegliere i personaggi e per selezionare e indirizzare le magie sul campo. Uno contro uno dovremo cercare di sconfiggere il mago avversario indirizzando i nostri incantesimi verso destra o verso sinistra sia per danneggiare l’avversario, sia per inibire i suoi attacchi. Con la pressione di un secondo tasto si potrà invece rispedire al mittente il proprio incantesimo; insomma, un banale sistema che di tanto in tanto spezzerà il ritmo dell’azione.
Dal punto di vista tecnico, il titolo si presenta più o meno sui medesimi livelli offerti sulle controparti casalinghe, ossia con una grafica pulita, colorata e decisamente fluida. Piccola nota per i filmati in bassa definizione che stonano molto con il resto della produzione. Nulla da segnalare invece per quanto riguarda le musiche di sottofondo in quanto, attingendo direttamente dal campionario delle pellicole cinematografiche, non possono che sottolineare sempre con il giusto spirito i vari momenti della narrazione.