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Recensione Il giovane mago torna con LEGO: Harry Potter: Anni 5-7

Dopo aver concluso la sua carriera letteraria e cinematografica, la saga di Harry Potter si aspetta di chiudere il suo ciclo anche nel settore videoludico. Sarà riuscito LEGO Harry Potter: Anni 5-7 a rendergli giustizia?

di: Chris "matetrial" Calviello

Un appassionato della saga, gettando l’occhio sul proprio scaffale, non potrà fare a meno di tirare un sospiro e pensare che sono passati ben quattordici anni da quando Joanne Rowling, pubblicando il primo romanzo, presentò al mondo il giovane e occhialuto maghetto che di lì a poco sarebbe diventato una delle più grandi icone nella cultura pop. Chi si è appassionato alle sue avventure ha visto Harry crescere, soffrire, innamorarsi e trionfare. Prima sui libri ma soprattutto dopo al cinema, dove puntualmente i romanzi venivano tradotti per il grande schermo ed altrettanto regolarmente riuscivano a sbancare i botteghini. L’ultima pellicola, divisa in due parti, ha concluso degnamente la storia del giovanotto. In ambito videoludico invece abbiamo visto un susseguirsi di prodotti discreti, spesso per ragioni puramente remunerative. 
I Traveller’s Tales saranno riusciti a chiudere con il botto l’incursione dei mattoncini LEGO nell’universo fantastico di Hogwarts?

LEGO Harry Potter: mattone dopo mattone

Come già visto nelle altre trasformazioni in mattoncini, anche stavolta la narrazione assume lo stile particolare della serie LEGO. La storia degli ultimi tre anni di Harry a Hogwarts, ossia quella che è stata scritta/mostrata ne L’Ordine della Fenice, Il Principe Mezzosangue e I Doni della Morte (Parte 1 & 2), viene narrata da parodie mute che spesso e volentieri si trasformano in divertenti gag data la buffa recitazione degli omini LEGO, comunque in grado di esprimersi e farsi intendere senza avere la possibilità di parlare. Uno stile semplice ed essenziale che seleziona le principali tappe del viaggio e ne ricrea per ciascuno un livello in mattoncini. Ritroveremo dunque, come nelle altre produzioni della serie, un’avventura suddivisa in tantissimi schemi ambientati prima a Privet Drive, poi ad Hogwarts, passando per Diagon Alley e il Ministero della Magia. Schema dopo schema ci ritroveremo alle prese con i soliti rompicapi da risolvere che sfrutteranno l’ottima interazione ambientale di cui fa sfoggio la serie. Ogni elemento che compone lo scenario, che sia una pianta piuttosto che una macchina o un palo, offrirà diverse possibilità di interazione. Potremo distruggere l’oggetto oppure scomporlo in tanti pezzi per poi ricomporli e formare qualcosa di totalmente diverso o ancora spostare e combinare un numero ristretto di componenti. Le possibilità aumentano nel momento in cui si presentano oggetti particolari con i quali solo determinati personaggi hanno la possibilità di interagire. Potrebbero presentarsi oggetti pesanti da spostare, e sappiamo che il nostro Harry non è uno dei più forzuti personaggi, oppure dei codici in serpentese da decifrare in cui il maghetto può vantarsi di essere il primo della classe, o ancora marchingegni difettosi che solo Ron Weasley è in grado di aggiustare. Sarà dunque fondamentale la collaborazione tra i vari personaggi, scambiabili attraverso la pressione di un semplice tasto, e per questo altrettanto importante e funzionale è la cooperativa in locale che consente ad un secondo giocatore di impugnare il pad e di unirsi alla partita in qualsiasi momento. Grazie ad un comodo split-screen dinamico che si attiva ogniqualvolta uno dei due giocatori si allontana troppo dall’altro, il multiplayer si rivela migliorato e più fluido rispetto a quanto visto finora. C’è comunque da sottolineare ancora l’assenza di un comparto online, richiesto più volte a gran voce da tutti i fan.

Come al solito, ogni capitolo potrà essere rigiocato in qualsiasi momento e con qualunque personaggio si desideri. È proprio questo l’unico mezzo per poter scovare ogni segreto utilizzando le abilità peculiari ed ottenere la valutazione migliore possibile raccogliendo i mattoncini-moneta sparsi in giro e completando le varie sfide, nascoste o meno che siano. Ritornano poi gradite feature come la possibilità di mescolare pozioni predefinite in prossimità dei calderoni, i quali forniranno nuove capacità ai nostri personaggi. Per esempio, Harry potrà finalmente gonfiarsi quei muscoli che non ha in modo da sentirsi forte quanto suo cugino Dudley, anche se per un tempo limitato.
In definitiva, ci troviamo di fronte ad un prodotto che, rispetto al suo predecessore ma anche alle produzioni parallele quali Batman, Star Wars, Indiana Jones, non aggiunge molto di più. Tuttavia una maggiore varietà nelle ambientazioni offerta dalle trame originali ci porterà a lasciare sempre più spesso la scuola di magia per visitare ed esplorare location inedite. Ma la verà novità è rappresentata dai duelli a base di magia che andranno affrontati premendo il tasto corrispondente alla colorazione mostrata a terra. Ciò verrà gestito attraverso brevissimi quick time event e dall’occasionale incantesimo Protego. La sua introduzione ha visto inoltre un miglioramento nel sistema di puntamento e l’eliminazione dello scomodo menù circolare ora sostituito da una più rapida selezione tramite i grilletti.
Malgrado le pochissime novità, il concept continua a funzionare bene, anche per via del target verso cui si rivolge, mentre le semplici meccaniche, l’accessibilità e la funzionale interazione ambientale riescono ancora una volta a catapultare l’utente in un’esperienza molto divertente. Tutto ciò, se consideriamo quella fascia di età che va dai 3 ai 12 anni, superati i quali difficilmente una formula del genere può piacere, salvo essere fan accaniti dell’occhialuto maghetto, ovviamente.

Il mattoncino magico di Harry Potter

Sotto il punto di vista tecnico, rimane poco da dire su LEGO Harry Potter: Anni 5-7. Per quanto riguarda il comparto visivo, si denota una certa attenzione nella realizzazione dei volti dei personaggi. I piccoli dettagli ci consentono di riconoscere subito anche i personaggi meno noti, come le cicatrici di Bill o i capelli colorati di Tonks. La totale assenza delle voci viene sopperita dalle mimiche facciali in grado di riprodurre con fedeltà il messaggio o l’espressione da trasmettere. La narrazione non risente dunque di nessuno svantaggio nel preferire il muto al parlato ma, anzi, ne giova in termini di ironia. Le ambientazioni chiudono il quadro visivo con texture ed effetti grafici che riproducono a dovere l’ambiente di Hogwarts limitandosi a livelli moderati ma piacevoli.
La totale immersione nel misterioso e magico universo di Harry Potter è infine sottolineata dalla colonna sonora, ovviamente tratta dall’originale cinematografica, da cui preleva non solo il tema principale ma anche accompagnamenti secondari.

Meglio investire nel mattone

Pur non proponendo nulla di sostanzialmente nuovo, i ragazzi di Traveller’s Tales passano anche questo test sulla riproposizione in chiave LEGO dell’universo di Harry Potter. Per quanto i meno giovani possano detestarne la formula e lo stile particolarmente casual, LEGO Harry Potter: Anni 5-7 rappresenta probabilmente la miglior realizzazione del franchise, forte dell’esperienza accumulata nelle precedenti realizzazioni. Il titolo chiude degnamente il ciclo narrativo del famoso mago britannico offrendo tanti contenuti e un’alta longevità. Inutile dire che è il miglior adattamento di Harry Potter, visti i risultati della controparte più “matura”. Consigliato ovviamente ai fan e ai più piccoli.