Recensione Gears of War 4
di: Luca SaatiI fan di Gears of War spesso fanno un errore, ovvero dare il merito alla serie di aver creato il genere degli shooter in terza persona. Non è esattamente così, i TPS esistevano da molto tempo prima, il primo a venirci a mente è Syphon Filter (anno 1999, PS One) ma se andiamo ancora più dietro ne troviamo di altri. A Gears of War non possiamo neanche dare il merito di aver inventato il sistema di copertura in quanto il primo ad adottarlo è stato Kill Switch, videogioco di Namco risalente al 2004. Attenzione, questo non vuol dire che Gears of War non abbia nessun merito, tutt’altro, diamo a Cesare quel che è di Cesare. Alla saga creata da Epic Games bisogna dare il merito di aver donato all’azione una dinamicità che non si era mai vista prima creando un nuovo standard per il genere. Da quel momento in tanti hanno cercato di emulare quelle meccaniche con risultati imbarazzanti in alcuni casi e eccellenti in altri. Prendiamo ad esempio il terrificante Quantum Theory o quello spreco di potenziale intitolato Inversion, oppure quei titoli straordinari ma sfortunatissimi nelle vendite come Binary Domain, Spec Ops: The Line e Vanquish.
Dopo quattro videogiochi su Xbox 360, l’ultimo di questi che tra l’altro ha fatto storcere il naso a più di un fan, la saga di Gears sembrava essere arrivata al capolinea. La stessa Epic Games, dopo alcuni tentativi, non era più intenzionata a continuarla, complici anche gli addii di Cliff Bleszinksi (messosi in proprio per lavorare su un progetto indie) e Rod Fergusson (ingaggiato da 2K Games per portare sulla retta via i travagliati lavori di Bioshock Infinite). Microsoft e soprattutto il brand Xbox però non può fare a meno di Gears of War. Il colosso di Redmond così decide di mettere le mani al portafogli, acquistare i diritti sull’IP e dare ai fan un quarto capitolo di questa saga. I lavori del gioco vengono affidati a Black Tusk Studios, team che era al lavoro su un altro progetto annunciato all’E3 2013 messo in pausa (se non addirittura cancellato) per dedicare tutte le proprie attenzioni a Gears of War 4, assume Rod Fergusson e ribattezza la software house con il nome The Coalition. Il risultato? Diciamo solo che anche per questa stagione natalizia gli utenti Xbox One hanno trovato il gioco per cui essere felici possessori di una console Microsoft.
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La quiete prima delle tempesta
Sono passati 25 anni dalla fine della guerra contro le locuste. I primi minuti di gioco ci fanno rivivere alcuni momenti di quella logora guerra nei panni di soldati semplici del COG con scene dal forte impatto che fanno immediatamente tornare alla mente i precedenti episodi di questa saga. Il pianeta Sera si sta lentamente riprendendo, si è formato un nuovo COG guidato dal primo ministro Jinn il cui obiettivo principale è preservare la razza umana e ripopolare il pianeta. Gli automati hanno sostituito gli umani in quei ruoli pericolosi come ad esempio la sicurezza. Tuttavia l’oppressione del COG è troppo forte costringendo un piccolo gruppo di persone a fondare una seconda fazione chiamata gli Estranei accusati dal governo di misteriose sparizioni di alcuni cittadini.
Poco dopo aver vissuto alcune battaglie contro le locuste nei già citati flashback, facciamo la conoscenza di JD, Del e Kait impegnati in una missione d’infiltrazione nella base del COG per conto degli Estranei. Nonostante diversi grattacapi, la missione va a compimento con i protagonisti che fanno ritorno al villaggio degli Estranei. Non c’è però un momento di tranquillità e la notte il villaggio viene attaccato da nuovi mostri spuntati così all’improvviso. JD, Del e Kait sono gli unici sopravvissuti del villaggio e iniziano il loro viaggio per scoprire cosa sta succedendo sul pianeta e fermare sul nascere questa nuova minaccia prima che sia troppo tardi.
La storia di Gears of War 4 racconta gli eventi di una sola notte in cui i nostri tre protagonisti affronteranno minacce di ogni tipo scoprendo piano piano tutti i misteri dietro le nuove creature. Ad aiutarli nella loro missione troviamo anche Marcus Fenix che scopriamo essere il padre di JD. La trama scorre in modo fluido e lineare alternando alti e bassi. Ci sono infatti tanti momenti altamente spettacolari a adrenalinici così come altri purtroppo leggermente sottotono. Ci riferiamo in particolar modo alla prima parte con scontri dallo scarso mordente contro le truppe del COG. La situazione invece migliora sensibilmente quando ci troviamo dinanzi allo Sciame (così sono chiamate le nuove creature) che piano piano scoprono le loro carte offrendo scontri a fuoco molto esaltanti. Come potete intuire, la parte centrale della campagna di Gears of War 4 è quella che funziona meglio peccato però che non sia riuscita a trovare questa continuità anche nel suo atto finale che sembrava promettere fuoco e fulmini per poi perdersi in un bicchiere d’acqua.
JD, Kait e Del sono tre personaggi ben caratterizzati, forse il carisma e la personalità di Marcus Fenix li mette in ombra in alcuni momenti, ma il gruppo è ben amalgamato: JD ha un carattere più spensierato rispetto al padre e vuole dare un senso alla propria vita, motivo per cui si era prima arruolato nei COG per poi disertare a favore degli Estranei; Kait ha una personalità forte e molto tenace; Del è il migliore amico di JD, farebbe di tutto per lui (lo ha seguito sin dai tempi del COG) e ha sempre la battuta pronta (immancabile e sempre divertente la discussione su quanto porti fortuna la frase “è tutto tranquillo”); Marcus infine rappresenta ovviamente il veterano di guerra che deve tornare suo malgrado alle armi per aiutare sui figlio.
Buone notizie infine sulla longevità: abbiamo giocato la campagna al livello difficile (il terzo dei quattro disponibili sin dall’inizio) impiegandoci più di 10 ore. Ricordatevi poi che finita la campagna una prima volta sbloccherete un quinto livello di difficoltà e che inoltre potrete affrontare la storia in compagnia di un amico. Non dimentichiamoci poi del multiplayer di cui ne parleremo tra poco.
Sentirsi a casa
Ma com’è dunque il gameplay di Gears of War 4? A essere onesti non c’è moltissimo da dire perché è Gears of War in tutto e per tutto. Il sistema di copertura e il gunplay sono di pregevole fattura come da tradizione della serie. In copertura adesso possiamo afferrare un nemico posizionato sul lato opposto della nostra posizione e colpirlo con un letale colpo melee. Le armi sono molto curate e ognuna offre sensazioni diverse pad alla mano. Al classico Lancer si affiancano alcune new entry come l’Enforcer che ricorda un SMG, l’EMBAR che è un’arma a lungo raggio il cui colpo va ricaricato, e l’Overkill che è una sorta di shotgun a doppio colpo. Questi sono solo alcuni esempi delle nuove bocche da fuoco che troviamo in Gears of War 4, ognuna si adatta allo stile di ogni giocatore che presto individuerà la sua preferita più adatta al proprio stile di gioco.
Le nuove armi sono affiancate anche da nuove tipologie di avversari. Qui ci ricolleghiamo al discorso che abbiamo affrontato prima sulla prima parte poco entusiasmante della campagna in cui affronteremo gli automi del COG. Gli scontri con i robot purtroppo non ci hanno fatto impazzire in quanto l’approccio con cui vanno affrontati non è poi così diverso da quello dello Sciame. Mentre affrontavamo questi scontri ci è venuto in mente quella perla di Binary Domain che presentava un vero e proprio sistema di smembramento degli arti degli androidi che li vedeva strisciare a terra se colpiti alle gambe o venire incontro al giocatore se mutilati alle braccia. Sarebbe stata una bella idea introdurre anche in Gears of War 4 un sistema simile per gli automi del COG così da diversificare l’approccio rispetto ai mostri e rendere l’azione più variegata. L’unico elemento a differenziare lo Sciame dalle truppe del COG riguarda la possibilità dei primi di rianimare i propri compagni esattamente a come può succedere a noi prima di morire. A tal proposito segnaliamo una buona varietà di nemici, specie per lo Sciame. Ci sono anche i boss e i mini boss da affrontare nel modo tradizionale di Gears of War, ovvero colpendo i loro punti deboli. Buono il livello di difficoltà, a Difficile ci sono stati momenti in cui siamo morti più di una volta perché troppo arrembanti.
Oltre a sequenze molto standard e in linea con i precedenti capitoli, in Gears of War 4 sono stati introdotti dei momenti in cui i combattimenti si affrontano nelle cosiddette Eruzioni di Vento. Si tratta in sostanza di veri e propri uragani talmente potenti da poter cambiare la velocità dei proiettili e stravolgere il campo di battaglia. Queste sequenze sono altamente spettacolari e cambiano le regole del gioco. Trovatevi contro vento e i proiettili rallenteranno a tal punto da fare meno danni ai nemici, trovatevi invece a favore del vento e i vostri colpi assumono una maggiore velocità così da fare più male. Lo stesso vale anche per gli avversari che possono farvi più o meno danni a seconda della situazione. Anche le granate vengono spostate dal vento, lanciatene una e non saprete mai dove andrà a finire, attenti che può addirittura tornare indietro. Le Eruzioni di Vento inoltre vanno a impattare anche sull’interazione con lo scenario con detriti, barriere e quant’altro che svolazzano in ogni dove con tanto di possibilità di colpire gli avversari.
Altra variazione sul tema riguarda le sequenze con il Fabbricatore, una sorta di forziere con cui costruire alcune postazioni come torrette automatizzate, barriere, esche, armi e molto altro utili per difendersi dagli attacchi dei nemici. In questi momenti dobbiamo difendere un determinato posto da una manciata di orde di nemici. A ogni orda completata otteniamo dei punti da spendere presso il fabbricatore per costruire gli oggetti sopraelencati il cui costo varia a seconda della loro funzione.
Le parti di gioco con il Fabbricatore e quelle durante le Eruzioni di Vento sono le parti migliori di tutta la campagna e ci è dispiaciuto constatare, una volta arrivati ai titoli di coda, quanto siano state poco sfruttate visto che entrambe si contano sulle dita di una sola mano. Che sia chiaro: la campagna di Gears of War 4 non è brutta, semplicemente stiamo dicendo che in alcuni momenti siamo rimasti un po’ con l’amaro in bocca. La sensazione è che gli sviluppatori siano voluti andare sul sicuro creando una campagna singleplayer solida e divertente senza voler trovare il coraggio di offrire situazioni più ad ampio respiro e fresche per la serie. The Coalition insomma poteva osare molto di più.
Chi non gioca in compagnia…
Arriviamo alla componente multiplayer, vera e propria colonna portante di Gears of War, che anche in questo nuovo capitolo propone il classico competitivo affiancato dall’amatissima Orda.
Il multiplayer competitivo strizza l’occhio all’eSports introducendo un vero e proprio Skill Ranks che inizia dal livello Bronzo fino ad arrivare a Diamante. Troviamo Playlist in cui possiamo affrontare partite umani contro bot e match non classificati. A questi si affiancano modalità più tradizionali 5v5 come Warzone, Deathmatch e Re della Collina ad altre nuove come Dodgeball e Arms Race.
In Dodgeball vengono prese le regole della palla prigioniera in cui ogni volta che uccidiamo un nemico possiamo far resuscitare un nostro compagno, il team che per primo avrà eliminato tutti gli avversari si aggiudica il round.
In Arms Race ogni squadra inizia con un Boomshot, ogni tre uccisioni l’arma viene cambiata fino ad arrivare al Boltok. A vincere è la squadra che avrà collezionato 3 uccisioni con tutte e 13 le armi.
Gli interessati all’eSports dovranno dedicarsi alle modalità Execution e Escalation. La prima già presente nei precedenti episodi della saga in cui vince la squadra che ha ucciso tutti gli avversari entro il tempo limite effettuando per l’appunto un’esecuzione.
Escalation invece è una variante del Re della Collina in cui i due team lottano per il controllo di tre zone. La squadra che per prima raggiunge i 210 punti vince il round. La partita viene vinta dalla squadra che riesce a vincere per prima la bellezza di sette round.
Orda 3.0 vede ovviamente cinque giocatori unirsi per affrontare 50 ondate di avversari a difficoltà crescente, ogni 10 ondate arriva il boss a mettere ancora più i bastoni fra le ruote. Questa modalità riprende quanto visto nella campagna singleplayer nelle sequenze con il Fabbricatore ma con alcune piccole variazioni sul tema. Ogni nemico ucciso lascia a terra dei materiali che andranno poi depositati nel tesoretto in comune con tutta la squadra che in qualsiasi momento potrà decidere di costruire nuovi oggetti. Il Fabbricatore può addirittura aumentare di livello sbloccando fortificazioni sempre più forti e inoltre può essere utilizzato per far tornare in vita i compagni caduti in battaglia una volta raccolte le loro tag. I giocatori possono scegliere una delle cinque classi messe a disposizione divise in Soldier, Scout, Heavy, Sniper e Engineer. Ognuna è ovviamente dotata di differenti abilità: l’ingegnere ad esempio può riparare o migliorare le fortificazioni, il soldato è il classico damage dealer e così via. Durante la partita inoltre si possono sbloccare nuove abilità così da essere ancora più efficienti in battaglia.
Troviamo anche la personalizzazione del personaggio che si affida al classico sistema delle carte visto nei recenti giochi multiplayer. Le carte si dividono in quattro differenti livelli di rarità e sbloccano nuove skin, emblemi, booster e molto altro. Per ottenere nuove carte vi basta semplicemente giocare o in alternativa potete procedere all’acquisto dei vari pacchetti tramite le microtransazioni. Il sistema, come già visto in Halo 5: Guardians, sembra non sbilanciare il gioco il pay-to-win è un miraggio visto che ogni carta può essere ottenuta anche senza cacciare un euro. Troviamo anche un piccolo elemento di crafting delle carte tramite il quale scartare quelle indesiderate e costruirne di nuove.
Il multiplayer di Gears of War 4 include al lancio 10 mappe a cui se ne aggiungeranno di nuove in via completamente gratuita ogni mese. Il sistema congegnato da The Coalition è molto semplice e prevede la rotazione delle nuove mappe ogni volta che una nuova verrà rilasciata. In sostanza dunque per le partite pubbliche le mappe saranno tutte disponibili gratuitamente mentre se avete intenzione di giocare con una specifica mappa aggiuntiva in una partita privata dovrete procedere all’acquisto. Da precisare che solo l’host della partita deve possedere la mappa per potervi giocare.
La stabilità di server è tutta da testare una volta che verranno presi d’assalto al lancio. Un primo banco di prova importante sarà il 7 Ottobre quando i possessori dell’Ultimate Edition potranno iniziare a giocare. Sicuramente torneremo sull’argomento nei prossimi giorni, noi comunque ci sentiamo molto fiduciosi e non vediamo l’ora di tornare a server pieni così da confrontarci con tanti altri giocatori. Il multiplayer di Gears of War 4 rappresenta sicuramente il fiore all’occhiello dell’intera produzione. Ogni partita che abbiamo affrontato ci ha divertito moltissimo e siamo rimasti molto soddisfatti dai contenuti disponibili al lancio.
L’Unreal Engine torna a casa
Gears of War 4 sfrutta ovviamente l’Unreal Engine rappresentando ad oggi il miglior titolo dal punto di vista grafico ad utilizzare il motore di Epic Games. A stupire in particolare sono gli effetti particellari che vengono esaltati durante le Eruzioni di Vento con l’ambiente che si distrugge con tanto di spettacolari fulmini ad accompagnare che mostrano un sistema d’illuminazione di grande livello. Ottime le texture, i modelli poligonali dei personaggi e le animazioni. Anche il frame rate svolge egregiamente il suo lavoro con 30 fps granitici durante la campagna anche nei momenti più concitati, e a 60 fotogrammi al secondo in multiplayer. Il comparto sonoro è all’altezza del comparto tecnico con un ottimo doppiaggio in italiano e una bella colonna sonora.
Commento finale
Gears of War 4 rappresenta un nuovo inizio per la serie esclusiva di Microsoft. The Coalition ha svolto davvero un grande lavoro nel regalare ai fan un titolo assolutamente all’altezza delle loro aspettative grazie a un gameplay solido e un comparto multiplayer ricco di contenuti e molto divertente. L’unica pecca riguarda la campagna singleplayer troppo discontinua che alterna momenti esaltanti e spettacolari ad altri che ci hanno lasciato con un pizzico di delusione. Peccato, perché bastava un po’ di coraggio in più agli sviluppatori per creare un autentico capolavoro. La notizia più importante è che Gears of War è tornato e noi ne siamo felicissimi per averlo fatto con un titolo di assoluta qualità.