Recensione Final Fantasy XII: The Zodiac Age
di: Gianmarco ForcellaFinal Fantasy XII ritorna sul mercato videoludico con la versione rimasterizzata dal titolo “The Zodiac Age”. Il nostro Gianmarco ‘St Jimmy’ Forcella ha avuto modo di provarla e, di seguito, riportiamo la sua recensione!
Egemonia del potere
Final Fantasy XII: The Zodiac Age racconta la storia di due regni, quello di Dalmasca e l’impero di Archadia e di come quest’ultimo tenti di espandere la propria influenza presso l’intera regione di Ivalice. Al centro dell’avventura troveremo Vaan, rimasto orfano dei genitori e del fratello (che si avrà modo di impersonare durante le prime battute di gioco), che per sopravvivere cerca di portare a termine qualche lavoretto e furto.
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Rispetto alla versione originale di dieci anni fa, The Zodiac Age non aggiunge niente di nuovo alla storia ma integra interessanti novità sul fronte di sviluppo e crescita dei personaggi: procediamo però con ordine e partiamo parlando del combat system, funzione che ha contraddistinto questo Final Fantasy dagli altri.
Il dodicesimo capitolo della “fantasia finale”, all’epoca, introdusse un cambiamento drastico nel sistema di combattimento rispetto ai suoi predecessori, ovvero l’utilizzo di un sistema molto simile a quello introdotto in Kingdom Hearts: difatti premendo una sola volta un comando, se non specificato diversamente, il personaggio del party continuerà ad eseguire quella determinata azione ininterrottamente. A tal proposito, gli sviluppatori hanno anche incluso un sistema di “automatizzazione” denominato “Gambit” che, attraverso delle direttive sbloccabili durante il gioco, permette ai componenti del gruppo di eseguire certe azioni se determinati requisiti vengono soddisfatti (esempio: curare un alleato se i suoi HP sono sotto il 70%).
Se si esclude poi Final Fantasy XI (che ricordiamo essere uscito solamente su PC come MMORPG), Final Fantasy XII è il primo capitolo dell’intero franchise ad avere una vera e propria concezione di open world, nella quale le battaglie con i mostri vengono avviate in tempo reale durante l’esplorazione delle aree di gioco, senza ulteriori caricamenti secondari.
Immancabile, poi, la presenza delle invocazioni che, rispetto alla precedente edizione uscita su PlayStation 2, saranno controllabili sotto ogni aspetto, al punto di farle diventare anche leader del party.
Per quanto concerne il sistema di crescita, Square Enix ha introdotto un sistema di selezione di specializzazione: lo “Zodiac Job System”, che permette di specializzare qualsiasi personaggio in due categorie diverse ed avere un sistema di “licenze” dedicato: quest’ultimo, già presente nella edizione per la seconda console casalinga di Sony, era un sistema legato alla crescita del personaggio che seguiva un pattern ben definito. In The Zodiac Age invece, ogni job ha una scacchiera di licenza a sé dedicata e con un percorso ben preciso, in modo da migliorare il personaggio su determinati ruoli e permettere di portare avanti lo sviluppo di due “board” anziché una. Per ottenere punti esperienza da poter usare nello sbloccare determinate aree di queste “scacchiere” basta sconfiggere i nemici che, assieme ai punti esperienza per il level up, daranno anche una manciata di punti LP, necessari allo scopo.
La scalata infinita
L’esperienza di gioco però non si ferma a quanto minimamente descritto per evitare anticipazioni indesiderate. Oltre alle numerose sottomissioni ed agli innumerevoli NPG disseminati per tutto il mondo di Ivalice, Final Fantasy XII: The Zodiac Age mette a disposizione dei giocatori la “Trial Mode”. In quest’ultima, viene richiesto di superare 100 livelli di combattimenti strutturati in ordine di difficoltà e programmati per essere resi quasi impossibili da superare. Qualora, poi, dai combattimenti si dovessero ottenere degli oggetti, sarà possibile trasferirli nell’avventura principale.
Restauro in alta definizione
Parlando del punto di vista grafico, il reparto più importante per quanto riguarda una remastered, è impossibile negare che il team di Square-Enix non abbia fatto un ottimo lavoro: grazie alla completa rimodulazione dei modelli poligonali, delle texture e delle scene in CGI, Final Fantasy XII: The Zodiac Age è, ad oggi, uno dei migliori lavori di rimasterizzazione proposti dalla software house giapponese.
Particolarmente apprezzata anche la possibilità di scegliere tra la lingua giapponese ed inglese per l’audio ed anche di sentire la colonna sonora originale o quella ricreata appositamente per la riedizione del titolo.
Gli anni fanno bene?
Paragonato ai predecessori, questo Final Fantasy ha una trama molto “diversa” rispetto a quello che di solito viene proposto in un titolo del franchise ed ha proposto un sistema di combattimento che, all’epoca, non è stato apprezzato da molti. Me compreso.
Eppure, con il senno di poi e le migliorie introdotte dalla versione The Zodiac Age, ho rivalutato molto le avventure di Vaan e compagni, anche a fronte dello “Zodiac Job System” che rende un po’ più dinamico ed impegnativo lo sviluppo di un personaggio.
Mentre il lavoro di restyling grafico resta, a nostro parere, uno dei migliori che Square-Enix abbia attualmente prodotto e il gameplay, per certi versi, sembra essere stato svecchiato di molto grazie alle aggiunte di cui vi abbiamo parlato, percepiamo un senso di pesantezza in determinate parti del gioco, come se la trama fosse rallentata da eventi o spezzoni che si sarebbero potuti tranquillamente eliminare.
Ma qui si sta valutando, nel complesso, il prodotto della remastered e non quello che fu il gioco dieci e passa anni fa.
In definitiva, ci sentiamo di raccomandare senz’ombra di dubbio questa remastered a chiunque non abbia mai giocato all’originale Final Fantasy XII in modo da poter sperimentare al meglio le avventure che il mondo di Ivalice mette a disposizione, ma anche per i nostalgici che hanno già giocato il titolo e sono spinti dalla curiosità di questa riedizione: la sola Trial Mode è un’aggiunta molto gradita che garantisce moltissime ore di gioco extra.