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Recensione Creed: Rise to Glory – Championship Edition

di: Simone Cantini

Tra gli studi che sono riusciti a sviluppare prodotto interessanti per il primo PlayStation VR, possiamo annoverare senza ombra di dubbi gli statunitensi ragazzi di Survios. Il team, difatti, si è da subito distinto per la qualità e la bontà delle proprie proposte, ritagliandosi un convincente spazio all’interno della ludoteca del visore Sony: Raw Data, Sprint Vector e Battlewake sono solo alcuni dei giochi con cui mi sono piacevolmente intrattenuto durante i miei primi approcci nel mondo virtuale, e di cui vi ho anche ampiamente parlato sulle pagine di Console Tribe. Un legame che dura ancora oggi, grazie alla riproposizione per PSVR2 di uno dei classici sviluppati dallo studio, ovvero quel Creed: Rise to Glory, che torna oggi grazie alla sua Championship Edition.

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L’occhio della tigre

Nonostante siano passati quasi 5 anni dal debutto originale della produzione, Creed: Rise to Glory – Championship Edition si presenta all’appello non certo privo di qualche interessante novità, così da non relegare l’intera operazione al ruolo di esile e semplice compitino in odor di porting. Sviluppato, in principio, sulla scia dell’omonima pellicola, la campagna del gioco verteva attorno alle gesta di Adonis Creed, figlio di quell’Apollo reso celebre dalle pellicole della saga Rocky. Tale modalità di gioco, ovviamente scandita da allenamenti ed incontri di boxe, ritorna anche oggi in questa nuova installazione, ma risulta accompagnata da uno story mode supplementare nuovo di zecca, che va a ripercorrere in breve le vicende dell’ultima produzione cinematografica incentrata sulle gesta di Adonis. Si tratta di un’aggiunta che, pur non aggiungendo poi molto al pacchetto di base, riesce ad ampliare leggermente la portata principale della modalità single player, grazie ad un rinnovato set di incontri, che riescono a garantire circa un paio di ore aggiuntive di gameplay (durata ovviamente dipendente dal livello di difficoltà impostato). A ciò vanno ad sommarsi le opzioni ludiche aggiuntive viste in passato, che spazieranno dalla possibilità di affrontare ciascuno dei 22 pugili presenti nel roster in modalità libera, oppure tramite un sistema PvP online (che purtroppo non ho avuto modo di sperimentare per carenza di avversari). A chiudere il tutto troviamo le meccaniche di training, tramite le quali potremo cimentarci a nostro piacimento nei vari esercizi che intervalleranno gli incontri che scandiscono la progressione dello story mode.

La fatica della vittoria

La struttura portante di Creed: Rise to Glory – Championship Edition si baserà sull’alternanza di fasi di allenamento e scontri sul ring. All’inizio di ciascun troncone delle due campagne, ci ritroveremo all’interno della nostra palestra, in cui saremo chiamati a svolgere i vari esercizi proposti dall’allenatore. Parliamo, in definitiva, di alcuni minigiochi concettualmente molto semplici, che ci richiederanno di colpire in ordine determinati bersagli, correre sul tapis roulant, indirizzare il sacco contro peculiari indicatori e molto altro. Si tratta di una porzione ludica decisamente da non sottovalutare, dato che al completamento del maggior numero possibile di task sarà legata la nostra resistenza in occasione del match seguente, che andrà ad influenzare il numero di colpi che potremo sferrare prima di doverci chiudere in difesa. Tutta questa fase di preparazione, come lecito, ecco che troverà la propria sublimazione una volta saliti sul ring, dove potremo dare sfogo alla nostra tecnica di combattimento, scagliando letteralmente i nostri pugni contro l’avversario  di turno (virtuale o reale che sia). Il meccanismo di fondo è fortemente arcade, sulla falsa riga di un Punch-Out!! in salsa virtuale, ma nonostante tutto non pagherà lanciarsi a capofitto nella mischia, mulinando senza sosta le braccia. Oltre alla fisiologica stanchezza fisica che il titolo è in grado di causare, difatti, dovremo fare anche i conti con la resistenza di Adonis, oltre che tenere d’occhio gli assalti avversari. Il quadro che ne scaturisce, pertanto, è un esaltante sfida tattica, in cui dovremo costantemente alternare attacco e difesa, per non essere prematuramente messi al tappeto. Qualora dovesse capitare di soccombere agli assalti avversari, potremo riprendere la nostra posizione (in caso di semplice sbilanciamento) posizionando le nostre mani in corrispondenza di quelle di Adonis. Per scongiurare il KO, invece, sarà necessario correre, agitando le braccia, per poter ricongiungere il nostro spirito combattivo con il corpo disteso sul ring. Si tratta di un mix di situazioni che, per quanto molto semplici da metabolizzare e gestire, complice anche la necessaria immedesimazione fisica richiesta, rendono Creed: Rise to Glory – Championship Edition un’esperienza tanto sfiancante quanto divertente, da consigliare anche per passare una semplice mezzora in perfetta modalità sfogo libero, grazie anche all’ottimo feedback offerto da visore e controller.

Passaggio di categoria

Il passaggio all’hardware di PSVR2, come già capitato per altri porting analoghi, ha sicuramente giovato a Creed: Rise to Glory – Championship Edition, che torna sul ring in forma ancor più smagliante, grazie ad un comparto grafico più pulito e dettagliato. Per quanto a tratti caricaturali, i modelli dei vari personaggi godono di una cura realizzativa molto convincente, con alcuni dei volti più noti ai fan delle due saghe pugilistiche, in grado di strappare più di un sorriso grazie alla loro presenza. Buono il comparto audio complessivo, caratterizzato da un calzante voice over in inglese (sottotitolato in italiano), a cui si accompagnano alcuni dei brani più celebri della colonna sonora cinematografica che, soprattutto nel clou dell’azione, garantiscono un elevato tasso di soddisfazione aggiuntiva.

Creed: Rise to Glory – Championship Edition, a dispetto degli anni che ci separano dal suo primo arrivo sul mercato, risulta ancora oggi un prodotto ben confezionato e molto divertente, come da tradizione Survios. Il ritorno di Adonis Creed, ampliato anche da una nuova mini-campagna incentrata sull’ultima pellicola cinematografica a lui dedicata, ci restituisce un titolo di boxe convincente e divertente, che esce rinvigorito dal suo approdo su PSVR2. Ad una grafica ovviamente migliorata, difatti, si accompagnano i feedback offerti dai controller e dal visore stesso, che riescono ad amplificare a dovere il senso di immedesimazione garantito dal gameplay della produzione. Certo, non parliamo di un gioco rilassante e spensierato, visto l’impegno fisico richiesto per venire a capo dei vari match, ma come antistress di fine giornata, difficilmente riuscirete a trovare di meglio. Ah, un solo appunto: assicuratevi di essere ben distanti da oggetti e persone una volta saliti sul ring!