Recensione Benvenuti nel magico mondo di Fable: The Journey
È ora di tornare nuovamente ad Albion e prepararsi ad una dura battaglia per la sua difesa. Il male è pronto a inghiottire tutto e solo un giovane nomade sembra essere la chiave per la vittoria.
Questo è Fable: The Journey, un titolo che riesce a trasformare il giocatore, grazie al Kinect, in un vero mago, trasportandolo in un evocativo mondo fantasy.
Scopriamo assieme se questo incantesimo è riuscito!
di: Giorgio "Nadim" Catania
C’era una volta un giovane nomade. Un bravo ragazzo, molto simpatico, ma con la testa un po’ tra le nuvole. Anziché seguire con attenzione la sua carovana, facendo quello che gli veniva detto, si perdeva in continuazione tra pensieri fantasiosi, immaginando storie di eroi senza macchia e viaggi indimenticabili. Spesso così rimaneva indietro, costringendo poi la sua fidata puledra Stella, che trainava la sua carrozza, a correre più in fretta per raggiungere i compagni.
Un giorno però accadde l’impensabile: un fulmine si abbatté su un ponte distruggendolo sul colpo, impedendo al ragazzo, che nuovamente aveva fatto tardi, di ricongiungersi con i suoi amici. Così il giovane dovette cambiare strada, imbattendosi poco dopo in una donna in difficoltà, tale Theresa. Lui, dal cuore buono, decise di aiutarla a sfuggire da un orrendo demonio che le stava dando la caccia. Il povero ragazzo però non sapeva che così facendo avrebbe intrapreso un’avventura tanto emozionante quanto pericolosa, che lo avrebbe portato in giro per le sue terre con lo scopo di salvarle, combattendo ogni sorta di male.
Non sapeva che questo tortuoso cammino, fatto di gioia e dolore, lo avrebbe trasformato in un eroe.
Un eroe di nome Gabriel.
Un viaggio irto di pericoli…
Fable: The Journey, nuova avventura ambientata nelle terre di Albion, è l’ultima fatica dei ragazzi di Lionhead Studios. Ma al contrario delle tre precedenti incarnazioni della saga, questo titolo non è un action RPG. No, è invece un gioco d’azione in prima persona su binari che sfrutta le potenzialità sopite del Kinect, trasformando il giocatore in un vero e proprio mago.
Ecco quindi che, una volta inserito nella console e fatto partire il disco, si viene introdotti all’universo di gioco. Si torna per l’ennesima volta, come detto poco sopra, ad Albion, un mondo che i fan hanno ormai ben presente. Caratterizzato da sterminate e verdi pianure, montagne alte e minacciose, lussureggianti boschi tenebrosi, templi antichi e colmi di misteri. Il primo impatto è decisamente buono, e il titolo parte con un ritmo lento e rilassato. Permettendo così di provare con la necessaria calma la prima natura del gameplay, legata alla guida della carrozza che Gabriel, il protagonista, dovrà condurre per buona parte dell’avventura. Prese perciò in mano le redini virtuali, bisognerà indicare a Stella la direzione da seguire, facendola deviare a destra o a sinistra per evitare gli ostacoli, spronandola al galoppo, facendola rallentare o correre per un breve sprint, incitandola a fermarsi. Il tutto stando comodamente seduti sulla sedia o poltrona di casa, muovendo con dolcezza ma decisione le breccia, ottimamente rilevate dai sensori del Kinect, seguendo percorsi sì lineari, ma ricchi tanto di sorprese inattese quanto di scorci particolarmente evocativi. Una volta incontrata Theresa, però, l’avventura prenderà un ritmo tutt’altro che pacato. Il giocatore infatti, nel corso delle varie ore, prenderà parte a fughe rocambolesche e corse contro il tempo, nonché combattimenti all’ultimo sangue contro belve feroci e mostri giganteschi. Ed è giusto quindi introdurre la seconda natura del gameplay, quella legata agli scontri.
Come già accennato, Fable: The Journey è un gioco d’azione in prima persona. Il giocatore quindi, fissando lo schermo, vedrà il tutto dagli occhi di Gabriel. E una volta che questo otterrà il controllo delle manopole – delle sorte di potenti guanti magici – al giocatore spetterà anche il compito di lanciare con le proprie mani mortali incantesimi contro le bestie magiche che proveranno a bloccargli il cammino. Seguendo le semplici e ben spiegate istruzioni, si potranno scagliare fulmini e sfere infuocate contro i bersagli, nonché spostare una gran quantità di oggetti – utile sia per distrarre i nemici che per risolvere semplici enigmi. L’unica pecca che si riscontra in tutto ciò è una scarsa scelta negli attacchi da usare, che potevano essere di più. In ogni caso uccidendo le bestie, e non solo, si otterranno preziosi punti esperienza utili, al raggiungimento di ogni nuovo livello, per potenziare gli incantesimi, aumentare la vita del protagonista o le capacità atletiche di Stella.
Ancora una volta il tutto funziona più che egregiamente, non solo per la buona precisione con cui vengono rilevati i movimenti delle mani, ma anche per qualche piccola furbizia tecnica dei programmatori – come un basilare sistema di agganciamento degli avversari. Certo, in qualche rara occasione il sistema fa qualche piccolo capriccio, ma a livello generale il risultato è soddisfacente, permettendo al giocatore di immedesimarsi davvero nei panni di Gabriel.
Una fiaba… magica!
L’avventura, una volta cominciata, ha la capacità di tenere incollati allo schermo. Vuoi per le semplici ma divertenti trovate degli sviluppatori, come i minigiochi presenti ad ogni accampamento; vuoi per la varietà di situazioni e ambientazioni, si esplorerà Albion in lungo e largo assistendo ad eventi di ogni sorta e sfidando mostri di tutti i generi; vuoi per una storia semplice ma ricca di richiami agli scorsi episodi, capace anche di far maggior luce sulla vita della veggente Theresa; vuoi per una caratterizzazione dei personaggi curata e un doppiaggio in italiano di ottima qualità. Graficamente il titolo si difende più che bene, mostrando bellissimi paesaggi ricchi di dettagli, dallo stile tipico della serie. Ogni tanto si nota un po’ di pop-up o qualche texture di qualità media, ma non si assiste mai a rallentamenti di sorta e il colpo d’occhio generale rimane sempre più che buono. Anche il comparto audio svolge il suo compito più che egregiamente, con musiche che si adattano ad ogni situazione, effetti sonori delle magie e versi dei mostri buoni, e un doppiaggio davvero buono, come già detto. Tutte rose e fiori, quindi? Non esattamente, come in ogni rosa che si rispetti anche qui è presente qualche spina. La longevità del titolo infatti è buona, riuscendo a intrattenere il giocatore per svariate ore grazie all’avventura e alla modalità Arcade, ma una volta portata a termine la storia principale e ottenuto qualche Obiettivo in più, difficilmente lo si riprenderà in mano. Un vero peccato, perché il gioco avrebbe potuto essere più memorabile con l’aggiunta di qualche missione secondaria più profonda di quelle presenti – che elargiscono solo collezionabili e qualche combattimento in più.
Inoltre una maggior componente ruolistica e una maggior libertà di movimento avrebbero senz’altro giovato, facendo immedesimare ancora di più il giocatore nei panni di Gabriel.
Nonostante ciò, Fable: The Journey riesce a divertire durante tutta la sua durata. Con trovate semplici ma capaci di lasciare, in certi frangenti, genuinamente stupiti. Con il suo umorismo talvolta spensierato, talvolta cinico. Con un gameplay che, per una volta, riesce a valorizzare il Kinect. Facendo vivere le gesta di un grande mago, intento a salvare le sue terre da un terribile male.